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«Anch'io mi chiamo G».

Ultimo Aggiornamento: 18/02/2010 23:04
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Gaber a fumetti
Un bimbo «contapalle» entra nel magico mondo del cantautore. Bisio: «C’è tutta la vitalità dell’artista»
MILANO - Le mani di Gaber. Le smorfie, le moven­ze, gli ammicchi. Quel suo ondeggia­re, stupirsi, inebetirsi, per poi di colpo farsi serio, e schernire le debolezze, i tic socia­li, i conformismi. Gesti e pose di una figura resa familiare dalla tv e dal teatro, e che oggi riappare in forma di fumetto, in un libro, G&G, che è un lungo omaggio al cantautore milanese (il volume sarà in libreria a metà no­vembre, ma giovedì prossimo sarà presenta­to a Lucca, al salone Comics and Gamese). Mi­lanese è la casa editrice, la ReNoir Comics, mi­lanesi gli autori: Davide Barzi ai testi e Sergio Gerasi ai disegni, supportati dalla Fondazione Giorgio Gaber. La storia si svolge nel gennaio 2003, nei giorni a ridosso della morte di Gaber. Il prota­gonista è G, un singolare bambino in camicia e cravatta. Un figlio di genitori ricchi, egoisti e indifferenti, che lo descrivono come «un in­credibile contapalle»: G racconta di aver cono­sciuto un altro G, «signore buffo», che all'im­provviso gli appare e lo conduce nel suo mon­do, lo incanta con i suoi racconti e lo fa riflet­tere. Mamma e papà, preoccupati, consultano più di un medico, ma la diagnosi è sempre la stessa: il bambino sta benissimo, il gioco, la fantasia, sono una cosa normale.

La prefazione del libro è affidata a Claudio Bisio, che il 14 dicembre sarà sul palco del Pic­colo a recitarlo, Gaber, nello spettacolo «Io quella volta lì avevo 25 anni», l'ultimo testo, ancora inedito, composto dal signor G con Sandro Luporini. «Gaber l'ho incontrato po­che volte — racconta Bisio — per strada a Mi­lano, via Caetani angolo via Porpora», ma so­prattutto da spettatore a teatro, dove, ricorda, le sue provocazioni scatenavano reazioni viva­cissime. Il Teatro Canzone che diventa fumet­to, un’associazione insolita? «Ma le mani di Gaber ci sono — risponde Bisio —: importan­ti, presenti, protagoniste, a ricordarne la tea­tralità, l’italianità, la vitalità». Un fumetto è anche immaginazione, sogno senza confini. «Volevamo evitare la biografia — dice Gerasi — fargli fare cose imprevedibi­li ». Come condurre un biplano vestito da Ba­rone Rosso, o spiccare il volo intonando «Io, se fossi Dio». Originario del Vigentino, Gerasi è cresciuto a pane e «Porta Romana». «Ma Ga­ber — osserva Barzi — troppo spesso è eti­chettato come cantore della milanesità. In re­altà trovare un solo tema, un messaggio nella sua opera, è come rendere l’Odissea in venti parole. Noi ci concentriamo sulla scelta del bambino G nel suo confronto con scuola e fa­miglia: rifiutare la massa per essere se stesso, che non vuol dire isolamento, ma autonomia di pensiero».

Nel fumetto in bianco e nero spicca un solo colore: è quello degli «stivaletti gialli», che Ga­ber indicava come distintivo di una contesta­zione che si era fatta moda, nella canzone «Polli di allevamento». Quegli stessi stivaletti di cui alla fine G decide di liberarsi, insieme ai compagni e alla maestra. E il testo di «Non in­segnate ai bambini» chiude il fumetto così co­me l'opera di Gaber, che nella sua ultima can­zone ammoniva: «Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente. Sta­tegli sempre vicini, date fiducia all'amore. Il resto è niente».

Alessandro Trevisani
26 ottobre 2009(ultima modifica: 27 ottobre 2009)





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THE NUMBER OF THE BEAST
<< Ma guai a voi terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore
sapendo che gli resta poco tempo... Chi ha l'intelligenza calcoli in numero della bestia
essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei. >>
Sono rimasto solo e la mia mente è vuota
Ho bisogno di tempo per farmi tornare in mente i ricordi
Quello che ho visto
Questa notte è stato reale e non solo fantasia
Proprio quello che ho visto nei miei vecchi sogni era
Il riflesso della mia mente pervertita
Perché nei miei sogni vedo sempre la faccia maligna che mi torce la mente
E mi porta alla disperazione
La notte è nera e non mi vuole trattenere
Perché guardo proprio qualcuno che mi sta osservando
Nella nebbia figure scure si muovono e si intrecciano
Tutto questo è la realtà o qualche specie di inferno
666 il Numero della Bestia
L'inferno e il fuoco sono generati per essere sprigionati
Le torce fiammeggiano e canti sacri vengono innalzati
Come iniziano ad urlare, le mani si alzano al cielo
Nella notte i fuochi bruciano luminosi
Il rito è iniziato, il lavoro di Satana è compiuto
666 il Numero della Bestia
Il sacrificio continuerà stanotte
Questo non può andare oltre, devo avvisare la legge
Questo è vero o è solo qualche folle sogno
Mi sento attirato dal canto maligno dell'orda
Sembra che mi stanno ipnotizzano... non posso evitare i loro occhi
666 il Numero della Bestia
666 quello per me e per te
Sto andando a casa, ma ritornerò qui
Possederò il tuo corpo e ti brucerò
Io ho il fuoco e ho la forza
Ho la potenza per attuare la mia maledizione

I buoni vannoinvece ioche sonovado dove voglio

Errare è umano, perseverare è cattolico

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Mi sa che me lo piglio.
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