Non saprei dare una specifica e tecnica definizione di tali parti politiche, ma ci provo, mediante le mie conoscenze storiche e politiche partendo dall'unità di Italia.
La destra ha preso le redini di una nazione appena nata, collocando nel suo grembo tutto il potere politico e decisionale. Era un moto conservazionista, formato da una classe sociale ricca e poco incline alle problematiche interne e dei territori di monarchici uscenti, attuando lo stato di assedio al fine di sopprimere le rivolte dei meridionali.
La sinistra avviò una politica di ammordamento del Paese, favorendo l'istruzione pubblica, l'assistenza agli anziani e agli ammalati. Il più grande politico di sinistra, secondo me, fu Giolitti. E' vero che fu implicato in alcuni contenziosi bancari, ma è da sottolineare che favorì l'economia dell'epoca secondo questo ragionamento: invitare le "aziende" a rispettare i propri operai, perchè erano i propri operai a essere la massa consumatrice: in questo modo si attuava un ciclo che favoriva entrambi i poli. Per quanto riguarda gli scioperi, acconsentì la polizia a intervenire solo nei casi di disordine pubblico. Non fu però magnanimo con il sud nemmeno lui.
Il periodo politico che mi ha affascinato senza eguali fu quello del dopoguerra: la "coalizione" De Gasperi-Gramsci: destra e sinistra a confronto. Credo che non avremo più politici del genere.
Furono la chiara dimostrazione di come due poli così netti e distinti sia in grado di apportare vantaggi ad una nazione.
Anche se le elezioni furon truccate, ma De Gasperi fu il grande. Tra i tanti, gli riconosco il suffraggio universale allargato alle donne (con la sinistra storica fu allargato solo ai diciottenni maschi)
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