La settimana prossima iniziano le lezioni.
Io, da buon precario, dovrò attendere l'indicazione della scuola nella quale potrò finalmente insegnare.
Ancora una volta, anno dopo anno, l'alea della sorte m'indicherà finalmente l'incarico a cui sono destinato.
E pensare che mio padre mi aveva sconsigliato di iscrivermi alla facoltà di lettere e storia.
Voleva seguissi la sua professione (medico) o quella materna (biologa), già percorsa da mia sorella.
Testardo, ho preferito rinunciare ad una tranquilla professione per seguire gli interessi a me più cari: la storia e le lettere.
Me ne pentirò in futuro? Chissà, forse. Ma non credo.
Amo troppo l'insegnamento e vivere in mezzo ai giovani; educarli alla ricerca della propria intima poesia ed accompagnarli con i loro sogni alle soglie della maturità con la speranza che possano un giorno ricordare il loro giovane professore.
Questo mi sono riproposto e che ogni anno rinnovo come Ehrmann nella sua bellissima "Desiderata".
Carlo.
P.S. Cosa c'entra la Gelmini in tutto questo?
Nulla , verrebbe da dire, se non fosse l'attuale Ministro della (nostra) istruzione e della (sua) ignoranza.
Prego visionare queste piccole perle di conoscenza linguistica.
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Il foro di Settecolori