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Fu un gran bel funerale il mio.
Chiesa semi-piena,facce contrite dal dolore,molti piangevano,altri contenevano le emozioni fissando la bara davanti all’altare.
C’era un sacco di gente,anzi per la verità c’era più gente di quanto mi aspettassi.Alcuni neppure li conoscevo,o forse li avevo dimenticati.C’era persino il mio professore di storia alle scuole superiori che,chissà come,aveva ricevuto la triste notizia e si era presentato a rendermi l’ultimo saluto.Chi l’avrebbe mai detto?
Comunque,oltre a un piccolo gruppo di sconosciuti o dimenticati che fossero,c’erano tutti quelli che dovevano esserci;C’erano mio fratello e mia sorella,c’era il gruppo di parentame vario che si vede durante le feste comandate o nei momenti topici (parti,matrimoni o funerali),c’erano quei pochi ma veri amici,c’era addirittura il mio editore e poi..c’era lei.
Lisa,l’unica donna che io avessi amato veramente nei 45 anni della mia esistenza.
Ora vi starete chiedendo:ma chi diavolo è che sta raccontando il proprio funerale?E come diamine fa ad essere lì a fare la cronaca del triste evento se è morto?Rimedio subito.
Mi chiamo Piero Lanzi,forse avrete letto uno dei tre libri che ho pubblicato,ma se non li avete letti non importa,non vi siete persi chissà quale capolavoro.
Nell’esatto momento in cui ho lasciato questa valle di lacrime,la mia forma fisica si è tramutata in una sorta di ectoplasma etereo e svolazzante;in pratica sono spirito.
Sì,lo so..è un fenomeno assolutamente poco originale (banale direi),ma questo è quanto e se volete prendervela con qualcuno per questo inflazionato clichè,non guardate me..io non c’entro.
Dal momento della mia dipartita fino ad ora ho visto tutto,come in un film di serie B.Medici dispiaciuti per non essere riusciti ad evitare la mia morte,familiari affranti al mio capezzale,visi sorpresi e increduli di conoscenti che ricevono la notizia,espressione corrucciata e bestemmie del mio editore e..il triste pianto di Lisa.
Com’è successo,vi chiedete?
Niente di straordinario;mi recavo in visita a un amico,percorrendo la statale in bicicletta,quando ecco che dalla corsia opposta alla mia,un camion che trasportava pesche mi centra in pieno facendo scempio del mio fragile corpicino indifeso.
Ricordo che l’ultima immagine che ho visto da “vivo” era una pesca che rotolava vicino alla mia testa;la mia bocca sussurrava:”Merda!Che botta!Che cazzo di botta!”,mentre la mia mente pensava:”C’è una pesca..guarda..una pesca che rotola”.
Mah!Misteri del pensiero durante il trapasso.
Comunque non c’era niente da fare e infatti non ce l’ho fatta.
L’ambulanza ci mise un’eternità ad arrivare e,nonostante la corsa verso l’ospedale,ero messo troppo male per nutrire una seppur minima speranza di salvezza.
L’impatto con il camion mi aveva frantumato un po’ ovunque,ma fu il trauma cranico a farmi mettere la firma sul registro delle uscite definitive.
Ma non sentivo niente.Ne fisicamente ne emotivamente.
Guardavo dall’alto i camici verdi in sala operatoria che si affannavano intorno a ciò che restava del mio corpo..sudavano e sbuffavano cercando di fare chissà quale miracolo.
Ricordo che pensavo a un articolo che avevo letto,nel quale si diceva che dopo la morte il cervello continua a funzionare per alcuni minuti.Forse era quello che stava accadendo a me?
Ma non era così.Restai presente (se così possiamo dire) ben oltre la linea piatta che dichiarava il mio decesso,quindi non era una questione di attività extra-cerebrale.Era qualcos’altro che sfugge alla mia comprensione,e in fondo..chi se ne frega.E’ semplicemente un fenomeno che assunse le vesti di un dato di fatto.Ero morto..ma restavo ancora lì,nel presente,come un fantasma che non trova la via.
Il chirurgo sudò sette camicie,lo devo ammettere..non si diede per vinto fino all’ultimo,ma ero troppo scassato per poter essere riparato;dopo 4 ore di speranze in un miracolo,anche quei maestri del bisturi dovettero dichiarsi sconfitti.
Mi osservai per un attimo..disteso sul lettino..nudo e attraversato da decine di tubi e tubicini.
Non provavo niente di particolare,a parte una lievissima sensazione di dispiacere..ma era leggerissima..come ala di farfalla..come una debolissima voce lontana.
Sorrisi al me stesso corporale e mi sollevai in aria.
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Mio fratello non piangeva..lui non era uno di quelli che si lasciavano andare alla commozione,non lo era mai stato neppure alla morte dei nostri genitori.Lui forse preferiva sfogare il dolore,appartato..solo con se stesso..quasi come se il mostrare il suo vero stato d’animo,fosse una dichiarazione di debolezza.
Mia sorella,al contrario,era un torrente di lacrime.
Disperata e affranta,sfogava la sua pena piangendo a dirotto.Non mi stupiva.
Mi amava come fosse sempre stata una seconda madre..e lo era stata.
La cerimonia stava per cominciare e così tutti si incamminarono dal piazzale verso l’interno della chiesa.
Osservandoli dall’alto,come fossi stato un commentatore sportivo,scrutavo e conteggiavo il numero di presenti come fossero giocatori di calcio.Ne contai circa una cinquantina.Però..niente male.
Attraversai la navata centrale a bassa quota e mi misi spalle all’altare per osservarli prendere posto.
Le “agognate” prime file spettavano ovviamente alla famiglia e al parentame generico.
I famosi zii e prozii che neanche sai di avere,che spuntano fuori in quel tipo di occasioni.
Li ho sempre osservati..anche in altri funerali;sono rari quelli che mostrano dispiacere vero tra le pieghe del viso.Gli altri sembrano un po’ manichini..sguardi fissi,persi nel vuoto..sono presenti ma non sono collegati.Forse sono in standbay.
Le seconde file sono riservate agli amici e conoscenti più vicini.
Sorrido vedendo che c’erano quasi tutti quelli che avrei voluto ci fossero;il Babe con il proverbiale stuzzicadenti tra le labbra (qualcuno diceva che fosse una sua estensione corporea)..Roby,con il quale avevo preso le mie prime sbronze serie a 16 anni..la Gabry,la mia cotta adolescenziale più importante e le prime esperienze (che la Gabry,c’ha due tettone!)..c’è persino Manuel,il mio vicino di casa di quando ero piccolo..l’avevo rivisto qualche mese prima e ci si era ripromessi di andare a bere qualcosa insieme..beh,peccato..spiacente,Manuelito.
A guardare bene quel gruppetto di amici,c’erano qualcosa come 25 anni della mia vita.
C’erano anche due o tre amici conosciuti sui Forum..mi sorprese vederli lì,ma mi faceva piacere.
Le file retrostanti sono per i conoscenti comuni e per gli amici più recenti.
Mi sono trasferito da alcuni anni in questo piccolo paese della bergamasca e nonostante tutto continuavano a chiamarmi “el dutùr milanes”.
Gente che ha vissuto con la Terra da generazioni..contadini..con tutti i loro pregi e difetti.Mi sorprende il loro numero,non pensavo che venissero.
Che ci volete fare?..Sarà colpa del mio fascino di gentiluomo.
Lisa è seduta in seconda fila..dal lato sinistro..è quasi sul bordo della panca,mi sembra proprio un uccellino smarrito.
Osserva un punto indistinto sul marmo mentre silenziosamente le lacrime le inondano il viso.
Ha la pena nel profondo del cuore e cerca di trattenersi..ma non ci riesce.
Beh,sarò sincero;se il vedere il mio corpo morto non mi aveva destato alcuna emozione,vedere il viso di Lisa cosi triste mi fece effetto.
Ho amato Lisa di un amore vero e incondizionato..e anche lei lo aveva fatto..abbiamo vissuto anni di magia vera..poi si è rotto qualcosa.
Poco tempo prima dell’incidente,stavamo cercando di tornare vicini..l’ottimismo mi faceva pensare che avremmo anche potuto farcela..ma poi il fato,travestito da camion per il trasporto delle pesche,ha posto fine ai miei romantici desideri.
La cerimonia comincia..vado a sdraiarmi svolazzante da qualche parte.
(fine prima parte)
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"Vivo tra lo Stato Sovrano della Realtà e la Repubblica Popolare del Sogno..."