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Il bavaglio RAI è servito !

Ultimo Aggiornamento: 03/03/2011 00:55
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11/02/2011 22:32
 
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Il nuovo bavaglio del Pdl
sui talk show della Rai

L'"atto di indirizzo" del centrodestra: "I programmi devono rappresentare la maggioranza". Pur non avendo carattere vincolante, sarà un'arma in più nelle mani di Masi. "Alcuni spettacoli di satira, sonol'occasione per dibattere di politica"


ROMA - Se Bruno Vespa il lunedì sera tratta il caso Ruby-Berlusconi, per otto giorni nessun altro talk show potrà tornare sull'argomento. Per fare degli esempi: Ballarò, il martedì, dovrà occuparsi della crisi in Egitto e Annozero, il giovedì, della controversa festa del 17 marzo. È il "principio della ridondanza". A Parla con me sarà necessario il contraddittorio dei comici. Alla parodia di Minzolini dovrà seguire l'imitazione di Gad Lerner o di Bianca Berlinguer, perché "trasmissioni apparentemente di satira o di varietà" spacciano "una" verità per "la" verità.
Cari telespettatori, non siamo su "Scherzi a parte". È tutto vero, messo nero su bianco dal senatore Pdl della Vigilanza Rai Alessio Butti. Con un "Atto di indirizzo sul pluralismo" che verrà votato dalla commissione la prossima settimana, mercoledì probabilmente. La sinistra occupa la Rai, è la premessa di Butti, la tv di Stato "relega in posizioni assolutamente minoritarie le idee, i valori e le proposte della maggioranza degli italiani".

Occorre riequilibrare la situazione. Ma se l'impresa fosse troppo lenta e gravosa, il centrodestra si prepara a un'operazione più semplice e immediata: ripetere l'esperienza delle elezioni regionali. Allora, un regolamento della Vigilanza bloccò tutti i talk show un mese prima del voto. Adesso che un altro voto si avvicina va bissata la censura. Cancellare le voci dell'informazione televisiva, sterilizzarle, ridurre i loro spazi e la loro libertà. Per usare le parole dell'opposizione, un arzigogolato bavaglio. L'atto indirizzo non è vincolante, ma può diventare uno strumento utilissimo per il direttore generale Mauro Masi. Il pretesto per mettere bocca sulle scelte editoriali dell'azienda.

La Rai, scrive Butti, deve "razionalizzare l'offerta delle trasmissioni di approfondimento giornalistico allo scopo di evitare ridondanze e sovrapposizioni che possono rendere confusa l'offerta Rai riducendo la libertà di scelta degli utenti". Come? "È opportuno - continua il senatore della Pdl, molto vicino al ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani - che i temi prevalenti di attualità o di politica trattati da un programma non costituiscano oggetto di approfondimento di altri programmi, anche di altre reti, almeno nell'arco di otto giorni successivi alla loro messa in onda". Sul rispetto di questa regola vigila "la direzione generale" per scongiurare "ripetizioni artificiose o la compressione di temi socialmente e politicamente rilevanti".

C'è anche un riferimento a Report (che non è un talk show) quando si legge nel testo di Butti che "il conduttore è sempre responsabile dell'attendibilità e della qualità delle fonti e delle notizie sollevando la Rai da responsabilità civili e/o penali". Così si risolve la querelle sulla tutela legale per Milena Gabanelli. Sono tutti nel mirino. Il senatore del Pdl sembra "risolvere", con l'atto di indirizzo, i molti scontri tra Masi e alcune trasmissioni. "L'intervento di un opinionista a sostegno di una tesi - scrive - va calibrato con uno spazio adeguato anche alla rappresentazione di altre sensibilità culturali. Ciò è ancora più necessario per quei programmi, apparentemente di satira o di varietà, che diventano poi occasione per dibattere temi di attualità politica". Sono tanti i richiami all'Autorità delle comunicazioni, alle direttive della Vigilanza. Con il contributo della direzione generale, il documento punta a costruire una tenaglia normativa che può stritolare conduttori e programmi. I partiti vanno rappresentanti nelle tramissioni "in proporzione al loro consenso". Solo così "il servizio pubblico rappresenterà il Paese reale, non le èlites culturali né i cosiddetti poteri forti". Lo sbilanciamento a sinistra può essere superato studiando "format di approfondimento che prevedano la presenza in studio di due conduttori di diversa estrazione culturale". E chi "ha interrotto la professione giornalistica per assumere ruoli politici" non può avere la "conduzione di un programma o la direzione di rete o testata". Una norma che varrebbe per Santoro ma anche per Fabrizio Del Noce. Ovviamente, l'attenzione è focalizzata su come vengono trattati i processi in tv. No a "intepretazioni a opera di attori, delle conversazioni telefoniche intercettate". Sì "al giusto rilievo delle conclusioni del processo, anche quando sia assolutorio".

Secondo l'opposizione ci sono gli estremi per giudicare irricevibile il "lodo" Butti. Il presidente Sergio Zavoli però si è impegnato per un documento sul pluralismo e vuole votare. Fabrizio Morri del Pd presenterà una relazione di minoranza. Impossibile trovare un accordo con la maggioranza per un testo unico. In commissione Pdl e Lega possono vincere 21 a 19.

Fonte: Repubblica
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Bavaglio ai talk, Bersani: "Inaccettabile"
Garimberti: "Cda discuta di pluralismo"

In commissione parlamentare una direttiva che potrebbe bloccare le trasmissioni sgradite. Il segretario Pd: "Non deve passare". Di Pietro: "Documento da Minculpop". Zavoli: "Ascoltare i vertici dell'azienda"

ROMA - "Inaccettabile". Questa la sintesi del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, sull'atto di indirizzo sul pluralismo proposto dal centrodestra in commissione di vigilanza Rai. L'atto sarà votato mercoledì prossimo in commissione e secondo Bersani contiene elementi contrari alla libertà di informazione. "Se i contenuti fossero confermati ci troveremmo di fronte a una direttiva-bavaglio", dice il segretario. "Ogni tentativo di mettere camicie di forza agli spazi informativi della Rai", continua Bersani, "sarebbe oltre che una violazione del pluralismo, dell'autonomia e della libertà di informazione, un danno grave verso l'azienda anche sotto il profilo economico". Bersani lancia il suo appello agli organi politici coinvolti e all'azienda: "Mi rivolgo al presidente e ai membri della commissione di vigilanza Rai e ai vertici dell'azienda affinché, in questa fase politicamente delicata e complessa, respingano le pressioni che si sono fatte clamorose. E affinché garantiscano la possibilità a ogni giornalista e a ogni lavoratore di poter svolgere correttamente e in autonomia il proprio ruolo".

AUDIO I commenti di Gabanelli, Paragone, Annunziata

Di Pietro: "Tentativo di regime". Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, parla di "chiare prove di regime": "Siamo di fronte ad un documento da Minculpop", dice Di Pietro, "non degno di un Paese democratico e civile. Il Pdl sta attivando una macchina da guerra contro la libera informazione, stravolgendo regole e prassi. Vogliono censurare le notizie e gli spazi di vero giornalismo per dare voce solo alle veline e ai ridicoli sermoni, a reti unificate, del dittatorello e dei suoi giullari di corte. La misura è colma, non si sono mai visti tanto squallore e tanta arroganza. Ci batteremo in tutte le sedi istituzionali competenti - conclude - e scenderemo in piazza insieme ai cittadini". Sempre dall'Idv, il commento di Pancho Pardi, capogruppo in commissione di vigilanza.

Rao, Udc: "Atto irricevibile". "La bozza del Pdl per un atto di indirizzo sulla Rai, del quale stiamo discutendo in Vigilanza insieme ad un testo molto diverso della minoranza, contiene indicazioni irricevibili per il servizio pubblico". Questo il commento di Roberto Rao, capogruppo dell'Udc in Vigilanza Rai. "In particolare, la norma che prevede l'intervento di un opinionista o addirittura di un comico per ogni "sensibilità culturale", e il divieto di trasmissioni che trattino temi già affrontati in altri programmi Rai negli otto giorni precedenti, rappresentano una forzatura. L'unica soluzione sarà, come già accaduto in passato, la censura o la chiusura per tutte le trasmissioni".

Gasparri: "Solito atteggiamento dell'opposizione". Il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, risponde alle polemiche sull'atto per il pluralismo. "Confronto, ma niente veti", dice l'ex ministro delle Comunicazioni. "Meraviglia la polemica che monta da sinistra. Il presidente della commissione, Zavoli, sa benissimo come io stesso abbia auspicato un dibattito positivo nella commissione, dove però abbiamo incontrato il consueto atteggiamento negativo delle sinistre". Continua Gasparri: "I temi posti sono tutti rilevanti: squilibri ed abusi che si registrano soprattutto nell'informazione radio-televisiva pubblica non possono essere elusi". Conclude il senatore: "Se c'è buona volontà si discute. Il confronto è auspicabile, i veti non sono accettabili".

Verna, Usigrai: "Violata la Costituzione". "Se la bozza passasse, si tratterebbe di una violazione dell'articolo 21 della Costituzione e ci sarebbe una crisi istituzionale della Vigilanza Rai". Queste le parole di Carlo Verna, segretario Usigrai. "In Rai ci sono effrazioni quotidiane delle regole. Naturalmente c'è un gerarchia di norme, e se passasse l'atto di indirizzo della vigilanza di cui si legge in queste ore, ci aspetteremmo una crisi istituzionale al vertice della commissione bicamerale". Verna aggiunge: "Credo che anche il presidente Garimberti dovrebbe essere autore di un gesto forte di fronte ai comportamenti del direttore generale Masi, e del direttore del Tg1, Minzolini, costante nella faziosità. Sono certo peraltro che anche il presidente dell'Agcom Calabrò sentirà stavolta il bisogno di far sentire la sua voce".

Garimberti: "Pluralismo all'ordine del giorno". In seguito alle recenti polemiche, il presidente della Rai Paolo Garimberti ha inserito un punto specifico all'ordine del giorno del prossimo consiglio di amministrazione, per discutere di informazione e pluralismo. La riunione è prevista per mercoledì prossimo.

Zavoli: "La commissione ascolti i vertici dell'azienda". Interviene nel dibattito Sergio Zavoli, presidente della commissione di vigilanza Rai: "Poiché non mi sento di avallare una soluzione men che limpida e responsabile, ho richiesto un supplemento di dibattito. A tale proposito proporrò alla commissione anche di ascoltare i vertici dell'azienda". Continua Zavoli: "Questo in nome del prestigio della Bicamerale, per il rispetto dovuto all'oneroso compito affidatole dal Parlamento, e di tutti gli altri soggetti chiamati in causa".

Fonte: Repubblica
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17/02/2011 01:04
 
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Rai, niente stretta sui talk show:
cadono il divieto per gli 8 giorni di
“embargo” e quello per i “conduttori politici”


ROMA – Niente divieto di trattare lo stesso argomento entro 8 giorni da un altro programma, niente divieto di conduzione per ex politici. Sono queste le principali modifiche che il Pdl ha apportato alla “bozza Butti” relativa ai talk show della Rai.

Il Pdl ha depositato la nuova bozza dell’atto di indirizzo sul pluralismo informativo. Rispetto all’ipotesi iniziale, ha reso noto il capogruppo del Pdl in Vigilanza, Alessio Butti, è stata eliminata la norma sul divieto di replicare lo stesso tema nei talk show nell’arco di otto giorni. Questa norma avrebbe messo in difficoltà programmi come Ballarò e Annozero: se Porta a Porta, ad esempio, avesse affrontato un tema il lunedì, le due trasmissioni (in onda martedì e giovedì) non avrebbero potuto trattare lo stesso argomento.

Un’altra novità riguarda il divieto per chi ha ricoperto ruoli politici nazionali di condurre programmi di approfondimento del servizio pubblico: il divieto sarà valido per i due anni successivi alla cessazione del mandato politico. Questa norma avrebbe ad esempio impedito a Michele Santoro (ex parlamentare europeo) di condurre Annozero.

”Con la soppressione del comma ho inteso evitare ulteriori tensioni polemiche veramente prive di senso”, ha detto Butti: ”Come coerentemente affermato in questi turbolenti giorni di polemica mediatica, spesso strumentale, ho provveduto a depositare la bozza di maggioranza dell’atto di indirizzo sul pluralismo informativo”.

Fonte: blitzquotidiano
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17/02/2011 12:46
 
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Quanto da noia l'informazione a questi galantuomini.. [SM=g1652049]
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17/02/2011 18:30
 
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Re:
Mr Weiss, 17/02/2011 12.46:

Quanto da noia l'informazione a questi galantuomini.. [SM=g1652049]


vero
ne ricordi per caso altri a cui l'informazione e la satira davano fastidio? [SM=g7349]


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19/02/2011 22:16
 
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Re: Re:
francesca.38, 17/02/2011 18.30:


vero
ne ricordi per caso altri a cui l'informazione e la satira davano fastidio? [SM=g7349]






Al potere arrogante in genere.
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19/02/2011 22:51
 
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Finalmente!
Sarebbe l'ora che questi delinquenti che fanno i milioni alle spalle degli imbeccilli antiberlusconiani fossero messi a tacere. Mi fanno schifo quei programmi preconfezionati e bugiardi. Schifo e rabbia. Vedere come questi pezzi di m. si possano permettere di offendere il Governo e Berlusconi col canone di tutti.

ma io non solo li metterei a tacere, ma farei anche loro causa per diffamazione se dicessero cose non vere. E ovviamente con la responsabilità personale del danno di immagine.

Così vedremmo questi cialtroni a fare gli usceri alla villa di Arcore.


[SM=g1652053]
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Generalità: Giordano Bruno

Sono eretico, ironico e autoironico, ateo, dissacrante, cinico, odioso. Inutile cercare in me qualcosa di apprezzabile. Meglio evitarmi.
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19/02/2011 22:52
 
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A fargli causa ci han pure provato.
Il casino è che non dicevano cose non vere.. [SM=g1686168]
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03/03/2011 00:11
 
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Il Pdl vuole i talk show a targhe alterne
Santoro: "E' la caricatura del Minculpop"

Il relatore di maggioranza Alessio Butti: "Occupare sempre le serate di martedì e il giovedì è diventata una rendita a vantaggio di alcuni conduttori". E Zavoli bacchetta l'opposizione. Busta con proiettili per Santoro, che dice: "Vado avanti"

ROMA - Alternare, di settimana in settimana, conduttori di talk show "con diversa formazione culturale". Mandandoli in onda nelle fasce migliori del palinsesto. E' questa la nuova indicazione prevista nel testo di atto di indirizzo sul pluralismo presentato dal Pdl in commissione di Vigilanza. Il relatore di maggioranza Alessio Butti, nell'illustrare la bozza rielaborata (il nuovo testo modifica la precedente richiesta di vietare ad altri talk show di affrontare per otto giorni lo stesso tema affrontato da uno di essi ndr), ha spiegato che occupare sempre le serate di martedì e il giovedì (il riferimento è a Ballarò e ad Annozero ndr) "è diventata una rendita a vantaggio di alcuni conduttori".

Onde evitare, continua Butti, il determinarsi "di una evidente posizione dominante da parte di alcuni operatori dell'informazione rispetto ad altri", la Rai dovrebbe "sperimentare l'apertura di altri spazi informativi affidati ad altri conduttori, da posizionare negli stessi giorni alla stessa ora sulle stesse reti e con le stesse risorse esistenti secondo una equilibrata alternanza settimanale". In sintesi si potrebbe dire, usando le parole di Flavia Perina di Fli, che il Pdl ha in mente talk show "a targhe alterne".

Santoro: "Caricatura del Minculpop". Il conduttore di Annozero Michele Santoro punta il dito contro il testo Butti: "Siamo al Minculpop, ma con gerarchi che assomigliano alle caricature dei fascisti" dice. "Ma di che cosa meravigliarsi? Viviamo in un paese" dice Santoro, "in cui una Commissione parlamentare di vigilanza nomina il Consiglio d'amministrazione della Rai. E nonostante questo, la maggioranza di governo dopo aver deciso i vertici della rai e dopo aver schiacciato il servizio pubblico subordinandolo agli interessi personali del presidente del Consiglio, pretende di organizzare direttamente anche il palinsesto".

Le reazioni. Secondo Giorgio Merlo, Pd, Vice Presidente Commissione Vigilanza Rai, "La bozza del senatore Butti non è condivisibile". Dice Merlo in una nota: "Un atto di indirizzo sul pluralismo è un documento importante per la credibilità e la trasparenza del servizio pubblico radiotelevisivo. Purché non diventi una clava per colpire qualcuno. Il documento di Butti contiene troppi elementi che non garantiscono un pieno e reale pluralismo".

In una nota, il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro dichiara: "Siamo alle purghe dei peggiori regimi. Il Pdl vuole decapitare l'articolo 21 della Costituzione. La libera informazione è alla base di un sistema democratico: calpestarla in questo modo è un atto criminale. L'italia dei valori farà le barricate fuori e dentro le camere e porterà il caso in tutte le sedi competenti".

I deputati Udc Enzo Carra e Roberto Rao, rispettivamente segretario e capogruppo in Commissione di vigilanza Rai. affidano il loro commento a una nota congiunta: "Abbiamo presentato per tempo su sollecitazione del presidente della commissione di vigilanza un lungo documento con tutti gli elementi di critica rispetto al testo di Butti. Ci sono stati dei cambiamenti, ma largamente insufficienti a rendere il testo emendabile".

Secondo Flavia Perina, direttore del Secolo e deputata di Futuro e libertà, "I principi del pluralismo televisivo esigerebbero che il martedì e il giovedì non ci fossero sempre Floris e Santoro, perchè questa sarebbe una 'rendita'. Se così è, non si capisce perchè ogni sera a dirigere il Tg1 debba essere Minzolini e a condurre Porta a Porta sia sempre Vespa".

Prima che fossero diffuse le nuove disposizioni del testo Butti, il presidente della commissione di vigilanza, Sergio Zavoli, aveva bacchettato l'opposizione per l'ostruzionismo delle ultime settimane. Al termine della seduta il presidente aveva sottolineato che da parte del Pdl ci sono stati "grandi passi in avanti" mentre dall'altra parte si è fermi sulla "irricevibilità". "Ma quali sono i punti irricevibili? - chiede Zavoli - il silenzio di alcuni oggi mi conferma il sospetto che non si voglia arrivare ad una soluzione condivisa". Replica il capogruppo del Pd Fabrizio Morri, per il quale l'impostazione del Pdl per cui "la Rai non risponde nei suoi programmi all'opinione della maggioranza degli italiani" resta "un approccio irricevibile".

Proposta Pdl, "Conduttori responsabili delle notizie". Nella bozza Butti, il Pdl chiede alla Rai anche di stipulare sempre contratti con i conduttori di trasmissioni di approfondimento politico che "individuino con chiarezza la responsabilità del conduttore, e le relative sanzioni in ordine all'attendibilità e alla qualità delle notizie diffuse". Questo secondo la bozza, in modo da "sollevare l'azienda da reponsabilità civili e/o penali" anche "qualora non si giunga a formalizzare un accordo con il conduttore, come è già accaduto". La proposta va a sostituire la precedente previsione, ribattezzata 'norma Gabanelli' che prevedeva tassativamente che "il conduttore è sempre responsabile dell'attendibilità e della qualità delle fonti e delle notizie, sollevando la rai da reponsabilità civili e/o penali".

Proiettili per Santoro. Una busta contenente 4 bossoli e una lettera manoscritta di minacce per Michele Santoro, Peter Gomez, Gianni Barbacetto e Marco Travaglio sono stati recapitati alla sede Rai di via Teulada. Sull'episodio indaga la Digos. L'assenza di sigle e il tono farneticante fanno pensare agli investigatori che si tratti del gesto di un mitomane.

Fonte: Repubblica
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03/03/2011 00:14
 
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Zavoli: "No all'alternanza dei conduttori"
Incroci stampa-tv, Agcom: "Prorogare divieto"

Il presidente della commissione di Vigilanza ammette passi avanti della bozza sul pluralismo illustrata dal capogruppo del Pdl Butti, e sollecita maggioranza e opposizione ad arrivare a un documento condiviso. L'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni sottoscrive il parere dell'Antitrust: "La decisione non spetta al presidente del Consiglio"


ROMA - ll presidente della commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, non cede e rifiuta di accettare l'ultima bozza dell'atto di indirizzo sul pluralismo illustrata ieri dal capogruppo del Pdl in commissione, Alessio Butti: alternare, di settimana in settimana, conduttori di talk show "con diversa formazione culturale", mandandoli in onda nelle fasce migliori del palinsesto. Ma Zavoli non è d'accordo. Nessun 'cedimento' alla maggioranza, la cui ultima proposta sui conduttori a settimane alterne non va e andrebbe, al contrario, emendata.

All'indomani delle polemiche chiarire la propria posizione è stato lo stesso presidente della commissione di Vigilanza in una nota: "Nel mio ruolo e nella mia responsabilità di presidente di garanzia - ha spiegato - ho dato atto al relatore di maggioranza, senatore Butti, di aver fatto dei passi avanti, apportando alcune modifiche significative nella stesura del suo ultimo testo rispetto a quello originario".

"Nondimeno - ha sottolineato Zavoli - mantengo parere fortemente negativo su altri punti, compresa la questione della cosiddetta alternanza. Quindi nessun 'cedimento' da parte mia. Ma credo che la proposta sia emendabile, dal momento che lo stesso relatore di maggioranza si è dichiarato disponibile a confrontarsi per ulteriori interventi sul testo. Soluzione auspicabile anche da parte di chi teme che l'approvazione dell'Atto possa produrre forti difficoltà gestionali per la Rai a vantaggio della concorrenza".

"Ho infine sollecitato maggioranza e opposizione - ha concluso Zavoli - a esercitare il diritto-dovere di emendamenti e integrazioni sui due testi presentati al fine di giungere a un documento condiviso, come più volte unanimemente auspicato da tutti i Gruppi della Commissione, cui il Parlamento affida il compito di agire nell'interesse del servizio pubblico e del Paese. La rinuncia a questo adempimento segnalerebbe una volontà che prescinde dal dovuto perseguimento di tale obiettivo".

Dopo aver ribadito il proprio rispetto nell'opera di mediazione di Zavoli e dei commissari, il presidente della Rai Paolo Garimberti ha aggiunto che "se il documento di indirizzo dovesse passare così come è formulato si potrebbe interpretare come un atto di sfiducia nei confronti della Rai, di tutto il suo Consiglio di amministrazione, del direttore generale, dei direttori di rete e testata e perfino dei cameraman visto che si stabilisce anche come si devono fare le inquadrature in controcampo".

Sul fronte dell'informazione, un altro stop alla maggioranza arriva dall'Agcom: ieri l'Antitrust era intervenuta sulla disposizione contenuta nel Decreto Milleproroghe con la quale si elimina dal primo aprile il divieto di acquisire giornali per le imprese già titolari di network televisivi nazionali. E' "inopportuno", ha detto l'Antitrust, attribuire al presidente del Consiglio il potere di prorogare o no il divieto di incroci proprietari tra giornali e tv successivamente al 31 marzo 2011, come prevede il decreto Milleproroghe.

Questa posizione è stata considerata ineccepibile anche dall'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, il cui Consiglio ogg ha deciso all'unanimità, di rinnovare la segnalazione fatta a Governo e Parlamento in materia lo scorso novembre. "Il Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduto da Corrado Calabrò, nella seduta odierna - spiega una nota - ha pertanto deciso, all'unanimità, di rinnovare la segnalazione al Governo e al Parlamento sottolineando che, in base alla norma del decreto-legge n. 225 del 29 dicembre 2010, convertito in legge il 26 febbraio scorso (il Milleproroghe, ndr), il divieto di incrocio verrà a scadere il 31 marzo prossimo".

L'Agcom chiede una proroga congrua del divieto di incroci tv-giornali, e richiama l'attenzione "sul vuoto normativo che si verrebbe a determinare ove entro il corrente mese di marzo - con una norma di legge o avente forza di legge - il divieto di incrocio tra stampa e tv non venisse congruamente prorogato, adeguando la formulazione attuale del divieto d'incrocio alla trasformazione del sistema radiotelevisivo intervenuta con l'evoluzione tecnologica digitale terrestre, satellitare e via cavo, nonchè a quella di mercato del settore".

Fonte: Repubblica
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