Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Raccontini brevi

Ultimo Aggiornamento: 09/07/2013 03:57
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.885
Città: MILANO
Età: 49
Sesso: Maschile
09/07/2013 03:40
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota


Un racconto breve di Carlo Lucarelli.
Semplice..divertente..esempio di sintesi narrativa.

Alle ore 13.49 minuti e 36 secondi la prima auto dei carabinieri inchiodò davanti alla banca con uno stridio acuto di gomme che lasciò nell'aria un odore forte di bruciato. Mentre la sirena urlava ancora, l'appuntato Baraghini e il brigadiere Miraglia schizzarono fuori dalle portiere aperte e si lanciarono sui gradini dello spiazzo di ingresso, appena un secondo prima che gli ausiliari Fanelli e De Nicola saltassero fuori dalla seconda auto, ancora in movimento, e si buttassero dietro il cofano con le pistole puntate, strette a due mani, pollice su pollice. «Tre minuti e ventisei secondi», pensò il maresciallo Mozzi lanciando un'occhiata rapida all'orologio mentre volava sulle scale, dietro gli altri, «ci abbiamo messo troppo ad arrivare... il bastardo è già scappato».

Contemporaneamente, Anteo Nerozzi, detto « Lumegha», un po' perché appassionato mangiatore di lumache in umido a tutte le sagre della Romagna ma soprattutto perché lentissimo in ogni cosa, stava ancora sfilandosi il passamontagna dalla testa, la borsa con i soldi sottobraccio, la pistola finta in tasca e l'unico impiegato rimasto nella banca all'ora della rapina – così tarda non per strategia criminale ma solo perché Lumegha non era riuscito ad alzarsi prima - legato e imbavagliato sulla sedia dietro la porta aperta del caveau.

Alle ore 13.50 minuti e 12 secondi il brigadiere Miraglia gettò uno sguardo rapidissimo dentro la stanza della cassaforte, registrò in una frazione di secondo l'immagine innocua di Lumegha e gridò: «Non c'è più!» al maresciallo Mozzi, che girò sui tacchi e scattò verso l'uscita. Un pensiero gli aveva attraversato la mente più veloce del fulmine: «Da qui allo svincolo c'è una sola strada!» Così urlò: «Vai, che forse lo prendiamo!» e si tuffò nella prima macchina che stava già rombando via.

Contemporaneamente, Anteo Nerozzi, detto Lumegha, era uscito dalla banca, la borsa sempre sottobraccio e il passamontagna che gli usciva dalla tasca, e dopo essere rimasto a guardare gli stop delle auto che si accendevano in un flash per correggere la curva d'uscita del piazzale imboccata a tutta velocità, cominciò ad arrotolare sulla caviglia la gamba dei calzoni, cercando di ricordarsi dove aveva messo la molletta per tenere la stoffa lontana dalla catena della bicicletta appoggiata al muro della Cassa di risparmio, che aveva usato per andare a fare la rapina perché la macchina non l'aveva mai avuta, come del resto neppure la patente.

Alle ore 13.52 minuti e 26 secondi, il maresciallo Mozzi volò quasi fuori dal finestrino mentre si affacciava dall'auto nera a metà frenata. «Non c'è? Come, non c'è?» urlò agli agenti che gli corsero incontro da dietro le auto blu della polizia che sbarravano la strada. «Merda, che velocità! Quel bastardo è già passato!» e via tutti, in macchina e veloci sulla strada, mentre il ma-resciallo si attaccava alla radio e cercando di parlare più in fretta possibile chiedeva che ne facessero un altro di posto di blocco, perché quello era più veloce del fulmine, minchia, più veloce...

Contemporaneamente, Anteo Nerozzi detto Lumegha, arrivò in cima alla cunetta, spingendo sui pedali, staccato dal sedile e con le braccia dritte sul manubrio e quasi fermo, perché per lui qualunque dislivello era già salita, e allora meglio andare piano e quasi quasi mettere il rapporto per non fare più fatica, perché quello poi era solo un dosso, si, ma alto come una salita, dato che da lì vedeva avanti, fino in fondo alla strada e lontano, ma molto lontano, tutte quelle macchine che correvano velocissime, loro davanti e lui dietro, a pedalare, e allora gli venne in mente che in quel modo, in quello strano inseguimento alla rovescia in cui chi cerca è davanti e chi scappa è dietro, non sa-rebbero riusciti a prenderlo mai, e allora, Dio bono, perché aver fretta?
Così si fermò, smontò dalla sella e continuò a piedi, con la bicicletta a mano, pensando: «Quasi quasi mi fermo a mangiare dalla Linina. Oggi è venerdì e fanno le lumache».



[SM=x1923034] [SM=x2320233]




_______________________________________
"Vivo tra lo Stato Sovrano della Realtà e la Repubblica Popolare del Sogno..."



Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:44. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com