Blumare, chi sei?

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Hasta la victoria
00mercoledì 25 agosto 2010 17:50




Gli amici del fumetto sicuramente ricorderanno il famoso titolo dell’albo nel quale, finalmente! si svelavano i segreti della nascita di Diabolik.
L’ispettore Ginko, in una situazione drammatica, veniva a conoscenza della genesi del criminale mascherato.
Il racconto si stemperava tra l’infanzia e la giovinezza , tra sussulti e colpi di scena ; è un ‘albo particolarmente ricercato, un cult-movie del fumetto delle sorelle Giussani.

Non essendo il nostro Blu di altrettanta chiara fama, ma piuttosto un ritaglio digitale del web, cerco di ripercorrere il suo vissuto sulla base di congetture, dalle poche note che, a sprazzi, riesco a rilevare da alcuni cenni autobiografici.

Apprendo dal profilo che il nostro si chiama Beniamino Bianchi, residente in quel di Rosignano Marittimo, parte magnifica della Toscana storica, già feudo gherardesco ed ubicato nella provincia di Livorno, città viva nel ricordi di noi comunisti.
Epicentro di lotta e di riscatto sociale, Rosignano con la sua fabbrica Solvay è stata il fulcro di lotte operaie fin dall’inizio del novecento.
Non per nulla è qui sepolto il grande Pietro Gori, rivoluzionario anarchico, l’autore di tante canzoni tra i quali spicca l’ Addio a Lugano , commovente inno alla sofferenza proletaria.

continua...
Blumare369
00mercoledì 25 agosto 2010 18:05
Carinissimo avere un biografo. E qualificato, mi pare dalle prime righe.

Non mi chiamo Bianchi di cognome (che però se ti fa piacere te lo scrivo in privato) e di recente mi sono sposatto di casa di poco all'interno. Ma Rosignano con le sue micidiali ciminere lo vedo a una dozzina di kilometri.

Attendo con ansia il seguito.
Hasta la victoria
00mercoledì 25 agosto 2010 18:09
Re:
INFANZIA E GIOVINEZZA DI BLUMARE.

Se originario del livornese, il nostro Blumare ha vissuto sicuramente il clima rivoluzionario di cui è permeato. Certamente i suoi genitori ne sono stati veicolo; fino a quanto consapevoli non è dato a sapere.
Il Nostro non ha comunque origini benestanti: lui stesso afferma di aver iniziato a lavorare a 15 anni. Probabilmente appena terminata la scuola di avviamento professionale, allora tappa obbligata per i figli del proletariato.

Quasi sicuramente fu costretto a frequentare la scuola in un umile collegio, come usavano allora le famiglie con troppe bocche da sfamare o con problemi economici. O forse in un seminario, chissà. La gestione era sicuramente affidata a personale religioso, visto il livore anticlericale che accompagna molti suoi interventi, prerogativa comunque tipica della gente toscana, di cui è conosciuta la fama di mangiapreti.

Iniziato, per sua stessa ammissione, a garzone di bottega, pagato pochi spiccioli, sicuramente a quest’età ha scoperto il senso del riscatto proletario, con le prime discussioni politiche e gli incontri con personaggi carismatici.
L’evoluzione politica è poi maturata con l’età, visto il periodo in cui ha vissuto la sua gioventù.

Non credo sia stato iscritto al Partito; probabilmente frequentava circoli anarchici o di matrice extra-parlamentare, vista l’ammissione di una sua frequentazione di una comune.
E’ il periodo della grande contestazione studentesca ed operaia; gruppuscoli nascevano e morivano nello spazio di pochi mesi, ognuno portando nel cuore la speranza di aver ben interpretato l’opzione marxista.

Il nostro ammette di esser stato denunciato più volte per resistenza e violenza politica; il ’68 pullulava di fascisti e le manifestazioni contro la guerra del Vietnam erano all’ordine del giorno.
Periodo musicalmente fecondo, mi piace immaginare il nostro Beniamino colpire la feccia nera al suono di “Street fighting man":





Ovviamente continua...
Blumare369
00mercoledì 25 agosto 2010 18:15
Fin qui tutto preciso preciso. Non ho avuto un padre, Mia madre doveva andare a servizio dalle famiglie benestanti (una mi voleva adottare). Scuole di avviamento industriale (allora divise dalle medio e dalle commerciali) poi due anni di istituto professionale meccanico. Cinque anni di collegio dove finii perchè studiavo troppo. Il collegio si chiamava Opera Nazionale Pro Derelitti (sic) anticamera dei corrigendi.

Dai! Bravo
Blumare369
00mercoledì 25 agosto 2010 18:19
Per gli 'scambi di opinione' in piazza, di musica ne ricordo poca. Più che altro ricordo il suono dei cazzotti dati e ricevuti. Al commssariato cercavano di consolarmi e le persone a cui avevo provocato danni alla vetrina o al bancone interno erano li per tranquillizarsi che non mi fossi fatto male alle mani.
Hasta la victoria
00mercoledì 25 agosto 2010 19:39
MATURAZIONE E PRIME DELUSIONI

Gli anni Settanta s’ incamminano verso il riflusso politico; l’orgia luddista della generazione post bellica si attenua, sostituita dalla lotta armata, tragico epilogo che non ammette sconfitta, trascinando nella criminalità politica un nucleo consistente di giovani proletari.
L’estremismo, malattia infantile del comunismo di leninista memoria, accende quei primi fuochi di guerriglia che si spegneranno solo e purtroppo molti anni dopo.

Il nostro, deluso dal mancato avvento della Rivoluzione, incapace di incanalare la tensione politica nelle file del Partito, si avvia verso una fase di riflessione che lo porta a percepire il senso dell’ingiustizia sociale come il trampolino di lancio per un sicuro miglioramento economico.

Lavora e lavora sodo. Inizia a salire le scale dell’ascesa sociale, lentamente, dal basso.
Operaio prima, poi impiegato e quadro. Le certezze rivoluzionarie non sono più sicure, ormai l’odore dei primi soldi guadagnati lo inebriano e gli permettono il riscatto di una vita grama, condita più dalle sconfitte che dalle vittorie.

Il colore rosso che lo infiammava si stinge; probabilmente, per superare in modo il meno traumatico possibile il crollo dell’Ideale, diventa socialista, forse vota repubblicano. Non credo diventi democristiano: troppo è forte il ricordo dei trascorsi per vendersi ad un clericalismo di maniera.
Di certo percorre le tappe di una carriera irresistibile. Si dedica anima e corpo nel lavoro, 12/14 ore tra progettazione, stages, ricerca ed innovazione.

E trascura la famiglia. La moglie non lo capisce, nicchia, lo trascura. Lui si sente insoddisfatto; sicuramente la tradisce, forse con qualche sottoposta nell’azienda in cui opera. Mantenendo le opportune distanze.
Come il grande Toscanini, il Nostro attua una dicotomia fondamentale nelle relazioni sessuali tra gradi gerarchici diversi: “ A letto mi puoi chiamare Beniamino, sul lavoro io sono il signor Bianchi” ripete alle sue conquiste.

Ed intanto accresce nell’esperienza e nelle capacità. Indelicate sgomitate ai concorrenti gli permettono di accrescere in prestigio e fama: sicuramente gli avvalgono le esperienze di quando lottava nell’agone politico livornese.
Ha fama di duro e deve mantenerla se vuol crescere ulteriormente.
Forse cambia diverse aziende, attratto da miglioramenti stipendiali. Infine divorzia.

...continua

Blumare369
00mercoledì 25 agosto 2010 19:50
Vabbeh!... devo dire che stai facendo una lucida analisi della mia vità... con una precisione sconcertante.

Si vero: mai democristiano. Ho fatto le lotte radicali e ho votato Pannella diverse volte. Poi sono stato socialista.

Ho lavorato nel campo delle vendite, ma quasi sempre dipendente: vendita porta a porta a 17 anni, poi -presa la patente- piazzista formaggi, poi funzionario di vendita in multinazionali, ispettore commerciale, capo area, ipettore logistica, responsabile vendire italia, direttore vendite... Insomma per uno che 10 anni in tutto di scuola non male... o no?!

E bravo!... l' Hasta.
Hasta la victoria
00mercoledì 25 agosto 2010 20:07
Re:
GLI ANNI DELLA MIETITURA ECONOMICA E DEL RINNEGAMENTO POLITICO.

Finalmente la dirigenza. Voluta, bramata, conquistata .
Non è più la pedina spostata dal volere gerarchico, non più un burattino mosso da fili più o meno visibili che legano l’autonomia decisionale; ormai è collocato nelle caselle alte dell’organigramma aziendale, icona dello status di persona potente.

Le antiche battaglie sono dimenticate. Ma non solo: devono essere rimosse, con una forma di esorcismo laico: il rinnegamento.

La trascorsa povertà è un pallido ricordo. Gli Ideali? Bagagli inutili dai quali attingere solo ricordi di giovinezza. Tutto si stempera. E il dolore delle offese ricevute rimossi in uno psicodramma dai non chiari contorni.

NEGLI ANNI NOVANTA SI INNAMORA DI BERLUSCONI.



Hasta la victoria
00mercoledì 25 agosto 2010 20:20
Re: Re:
L'ANALISI DEL PRESENTE LO LASCIO


AGLI AMICI DEL FORUM.



O PER CHI NE HA VOGLIA.






[SM=g1797756]


Hasta la Victoria.
Blumare369
00mercoledì 25 agosto 2010 21:10
Beh! complimenti.

manca ovviamente la parte umana del Blumare, che a mio avviso è la più interessante. In pratica tu mi abbandoni (prudentemente) alla soglia dei quaranta.

Il bello viene dopo.

Tuttavia per correttezza mi corre di dire una cosa. Io come tanti della mia generazione siamo stati fortunati a vivere un periodo buono della storia economica del nostro Paese. Quando ho cominciato a lavorare io bastava solo un pò di buona volontà, un pò di furbizia e un certo coraggio. Se mandavo tre candidature ricevevo tre risposte e potevo scegliere. Pensa che la prima dirigenza mi venne offerta dietro un curriculum inviato due anni prima. Erano tempi molto, ma molto più favorevoli di quelli di oggi.

Il valore di preparazione medio dei giovani di oggi è molto più alto riaspetto a quello che avevano i giovani dei tempi miei; ma i ragazzi di oggi hanno davanti un muro altissimo da scalare.

Comunque grazie della biografia che hai voluto fare su Blu

[SM=g7349]
Hasta la victoria
00giovedì 26 agosto 2010 09:16
Re:
Blumare369, 25/08/2010 21.10:

Beh! complimenti.

manca ovviamente la parte umana del Blumare, che a mio avviso è la più interessante. In pratica tu mi abbandoni (prudentemente) alla soglia dei quaranta.

Il bello viene dopo.

Tuttavia per correttezza mi corre di dire una cosa. Io come tanti della mia generazione siamo stati fortunati a vivere un periodo buono della storia economica del nostro Paese. Quando ho cominciato a lavorare io bastava solo un pò di buona volontà, un pò di furbizia e un certo coraggio. Se mandavo tre candidature ricevevo tre risposte e potevo scegliere. Pensa che la prima dirigenza mi venne offerta dietro un curriculum inviato due anni prima. Erano tempi molto, ma molto più favorevoli di quelli di oggi.

Il valore di preparazione medio dei giovani di oggi è molto più alto riaspetto a quello che avevano i giovani dei tempi miei; ma i ragazzi di oggi hanno davanti un muro altissimo da scalare.

Comunque grazie della biografia che hai voluto fare su Blu

[SM=g7349]



Esiste certamente una parte "umana" di Blumare, intendendo con questo termine l'umanità dell'essere.
Ma è stata purtroppo soffocata dall'avere.

Non è stato difficile dipingere una tua biografia, seppur sui generis.
E' la biografia-tipo dell'arrampicatore sociale, dello yuppie tramortito dal denaro.
La tua non è molto differente da quella di Silvio Berlusconi, seppur più spregiudicata,questa, dalle connivenze di tipo criminale.

Deve essere un monito acciocchè non venga più ripetuta.
Se hai figli, spero che non seguano le tue orme.
Detto senza offesa, naturalmente.

Hasta la vista.

Blumare369
00giovedì 26 agosto 2010 10:40
Ma certo! non temere. Senza offesa.

I miei figli? Sono diversi da me. La soria dell'individuo è unica. Si sviluppa in un contesto irripetibile e non è riproponibile.
Ho una figlia laureata (bene) in filosofia che ora fa la specialistica, anche qui con ottimo profitto. Ed un figlio diplomate (male) che sta aprendo un'agenzia immobiliare. Ovviamente non possono essere comunisti. Loro il comunismo non lo conoscono se non per averne vagamente letto. Sono atei non battezzati e non credono a nessun ideale che non sia collegato alla storia dei nostri giorni: casa, famiglia, studio-lavoro, rispetto delle leggi.

Nessuna faccia di pensatori storici, eroi rivoluzionari, bandiere monocolore in casa nostra. Tremila libri circa (tutti letti) nelle varie librerie che ci sono per casa e tre computer.

Viviamo in una bella villetta ubicata in un piccolo paesino di alta collina dal quale tutti e quattro ci dipartiamo ogni giorno per scendere a valle a lottare per la nostra prosperità, lasciando casa e giardino a disposione di una nutrita colonia di mici felici.

Certo! una vita borghese criticabilissima. Niente è rimasto del Blumare rivoluzionario che aveva in cuor il socialismo vero e il radioso sol dell'avvenir nel cuore.
Hasta la victoria
00giovedì 26 agosto 2010 11:29
Re:
Blumare369, 26/08/2010 10.40:

Ma certo! non temere. Senza offesa.

I miei figli? Sono diversi da me. La soria dell'individuo è unica. Si sviluppa in un contesto irripetibile e non è riproponibile.
Ho una figlia laureata (bene) in filosofia che ora fa la specialistica, anche qui con ottimo profitto. Ed un figlio diplomate (male) che sta aprendo un'agenzia immobiliare. Ovviamente non possono essere comunisti. Loro il comunismo non lo conoscono se non per averne vagamente letto. Sono atei non battezzati e non credono a nessun ideale che non sia collegato alla storia dei nostri giorni: casa, famiglia, studio-lavoro, rispetto delle leggi.

Nessuna faccia di pensatori storici, eroi rivoluzionari, bandiere monocolore in casa nostra. Tremila libri circa (tutti letti) nelle varie librerie che ci sono per casa e tre computer.

Viviamo in una bella villetta ubicata in un piccolo paesino di alta collina dal quale tutti e quattro ci dipartiamo ogni giorno per scendere a valle a lottare per la nostra prosperità, lasciando casa e giardino a disposione di una nutrita colonia di mici felici.

Certo! una vita borghese criticabilissima. Niente è rimasto del Blumare rivoluzionario che aveva in cuor il socialismo vero e il radioso sol dell'avvenir nel cuore.



L'affermazione apodittica dell'ovvia impossibilità di non poter essere comunista è basata su premesse contradditorie rispetto all'enunciato sull'unicità dell'individuo.

Comunque...anche tu, fino ad una certa età, seguivi un ideale comunista.
Poi sei cambiato.
Perchè non ammettere un'identica e contraria opzione per i tuoi figli?

Hasta la victoria.



Blumare369
00giovedì 26 agosto 2010 12:07
Le mie affermazionoi non sono apodittiche. Non pretendono alcuna indiscutibilità.

Non ho mai cercato in alcun modo di condizionare in un senso o nell'altro i miei figli sui due valori -religione e politica- che potessero comunque collocarli in un contesto caratterizzato. Informazione si, ma non catechizzazione.

Questo li ha resi atei e apolitici. Liberi di vedere le cose senza un fitro comunque colorato.
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