Nuova tegola giudiziaria per Berlusconi: il premier è indagato per il caso "Ruby"

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binariomorto
00venerdì 14 gennaio 2011 15:19
Caso Ruby, Berlusconi indagato per “prostituzione minorile”.
Perquisiti casa e ufficio di Nicole Minetti


Le due notizie deflagrano a distanza di pochi minuti: Silvio Berlusconi è indagato a Milano per il caso Ruby. Anzi, è indagato dal 21 dicembre, ma oggi è stato invitato dai magistrati a presentarsi in Procura. Il tutto nella mattinata successiva al sostanziale sbriciolamento dello scudo del legittimo impedimento. Le ipotesi di reato, a quanto scrive il Corriere della Sera, sono di “prostituzione minorile” e “concussione”. Questa mattina, intanto, sono stati perquisite diverse case e uffici a Milano, compresi quello di Nicole Minetti, il consigliere regionale che prese proprio Ruby dopo il rilascio da parte della Questura di Milano.

Sempre secondo il Corriere della Sera Berlusconi, nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, “avrebbe abusato della propria qualità di primo ministro per indurre i funzionari della Questura di Milano ad affidare indebitamente l’allora 17enne marocchina Karima “Ruby” El Mahroug, scappata da una comunità per minori, alla consigliere regionale lombarda pdl Nicole Minetti”. Il tutto “allo scopo di occultare di essere stato cliente di una prostituta minorenne in numerosi week-end ad Arcore, assicurarsi l’impunità da questo reato e scongiurare che venissero a galla i retroscena delle feste nella sua residenza brianzola”.

Nicole Minetti risulta invece indagata per favoreggiamento della prostituzione, sia adulta sia minorile. Si tratta della stessa ipotesi di reato per cui risultano indagati anche Lele Mora ed Emilio Fede.

Quello di “prostituzione minorile” è un reato punito con la reclusione da 6 mesi a tre anni e riguarda chiunque compia atti sessuali con una prostituta di età compresa tra i 14 e i 18 anni. Si tratta dell’unico caso in cui viene sanzionato penalmente il cliente di una prostituta.

Figura chiave dell’inchiesta, secondo il Corriere, è quella di Giuseppe Spinelli, amministratore del “portafoglio familiare” del premier, già indagato in passato per le vicende di Medusa Film e della villa di Macherio. Spinelli non è indagato ma ha comunque ricevuto la visita degli inquirenti per una perquisizione nei suoi uffici. Richiesta respinta perché i suoi uffici sono di “pertinenza della segreteria politica dell’onorevole Berlusconi”.

Anche se la notizia è stata diffusa oggi, il presidente del Consiglio è indagato dal 21 dicembre, più di sette mesi dopo i fatti contestati. L’episodio, in ogni caso, sembra destinato a far risalire la tensione tra la Procura e la Questura di Milano.Quando emersero per la prima volta i fatti non mancarono le polemiche. Il pm del Tribunale dei minori Annamaria Fiorillo, infatti, spiegò di non aver mai autorizzato l’affidamento di Ruby alla Minetti. Versione decisamente diversa da quella del Ministro dell’Interno Roberto Maroni che, a più riprese, ha definito corretto l’operato della Questura. La vicenda, finita al Csm, si è conclusa con un’archiviazione. Oggi, con la diffusione della notizia dell’inchiesta, il rischio è quello di riaccendere la miccia.

Il tutto il giorno dopo la parziale bocciatura da parte della Corte Costituzionale del legittimo impedimento. Certo, da qui a vedere il presidente del Consiglio in un’aula di Tribunale che discetta di bunga bunga ce ne corre. Ma non si sa mai.

Fonte: blitzquotidiano
binariomorto
00venerdì 14 gennaio 2011 15:25
Berlusconi indagato, i pm: “Ha fatto sesso con Ruby”.
E allegano le prove


Il premier Silvio Berlusconi, indagato a Milano per concussione e prostituzione minorile, avrebbe avuto rapporti sessuali con la giovane Ruby dal febbraio al maggio 2010, ad Arcore. Lo si legge in una nota della Procura della Repubblica di Milano.

L’altro reato contestato al premier è quello di concussione, per la vicenda della telefonata alla Questura di Milano per chiedere la liberazione della minorenne accusata di furto. Secondo l’accusa, il fatto risalirebbe alla notte tra il 27 e il 28 maggio scorsi e cioe’ la notte in cui la giovane Ruby venne portata in questura e durante la quale il presidente del Consiglio telefono’ per interessarsi del caso ed ottenere l’affido della ragazza al consigliere regionale Nicole Minetti.

Quel giorno Ruby venne condotta negli uffici della questura in seguito alla segnalazione di un furto, di cui una sua amica l’aveva accusata. Il pm minorile Annamaria Fiorillo aveva disposto che la giovane venisse inserita in una comunità, invece Ruby uscì e se ne andò con la Minetti.

L’invito a comparire a Silvio Berlusconi, notificato oggi al premier e ai suoi difensori, si legge ancora nella nota, è stato ”corredato dalla dettagliata indicazioni delle fonti di prova (…) per le ipotesi di reato a lui ascritte”. E’ quanto si legge in una nota della procura di Milano.

Fonte: blitzquotidiano
binariomorto
00venerdì 14 gennaio 2011 15:28
Nel pc di Ruby foto e filmati delle feste in Sardegna


Potrebbero essere una prova decisiva e inconfutabile: sono stati trovati foto digitali e filmati custoditi nel pc che venne sequestrato il 28 ottobre scorso nella comunità-alloggio di sant’Ilario (Genova) dove viveva l’allora minorenne Kharima el Marhoug, alias Ruby Rubacuori: le immagini riguardavano alcune feste in Sardegna e sarebbero, secondo alcune indiscrezioni, state acquisite al fascicolo numero 55781/2010 del registro generale delle notizie di reato aperto dalla procura di Milano.



Fonte: blitzquotidiano
binariomorto
00venerdì 14 gennaio 2011 15:31
Berlusconi indagato, le accuse a Nicole
Minetti: “Fu lei a far prostituire Ruby”


Induzione e sfruttamento della prostituzione. Sono i reati per cui è indagata Nicole Minetti, consigliere regionale della Lombardia.

In un nota la procura di Milano precisa che la Minetti è indagata sia per la violazione della legge Merlin, sia per aver indotto alla prostituzione la giovane marocchina Ruby: induzione che sarebbe avvenuta nel periodo compreso tra febbraio e maggio scorsi, cioè lo stesso per cui il premier Silvio Berlusconi è indagato per aver avuto rapporti sessuali con la minorenne.

Nella mattinata di oggi, gli investigatori hanno perquisito abitazione e uffici della Minetti a Milano.

Fonte: blitzquotidiano
binariomorto
00venerdì 14 gennaio 2011 15:41
Berlusconi indagato per il caso Ruby
"Concussione e prostituzione minorile"

Il presidente del Consiglio è stato inoltre invitato a presentarsi in Procura per la vicenda della giovane marocchina. La nota dei giudici parla di "dettagliate indicazioni delle fonti di prova". Avviso per Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti. I legali del Cavaliere: "Insostenibili rapporti con certe toghe". Il Pdl: "Il solito logoro copione"


MILANO - La notizia fa rumore. E tanto. Silvio Berlusconi è indagato, dal 21 dicembre 2010, per concussione e prostituzione minorile dalla procura di Milano che ha anche notificato al premier un ordine di comparizione. Le ipotesi di reato sono concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. La vicenda è quella delle presunte coperture e pressioni sulla questura per il rilascio della all'epoca minorenne Karima Ruby el Mahroug. Pressioni che avrebbero avuto come fine ultimo quello di nascondere le numerose frequentazioni del premier con la ragazza. Informazioni di garanzia anche per Emilio Fede, Lele Mora e il consigliere regionale Nicole Minetti. Per tutti l'accusa è di violazione della Legge Merlin sulla prostituzione e di induzione alla prostituzione minorile. Perquisiti sia gli uffici di Salvatore Spinelli, uomo della tesoreria Fininvest, sia la stessa Ruby, che vive nell'abitazione che la giovane condivide con il suo attuale compagno, sul lungomare genovese (nel pc della ragazza, sequestrato il 28 ottobre scorso, gli inquirenti hanno trovato foto e filmati di alcune feste in Sardegna).

La nota della Procura. Dopo le indiscrezioni, la Procura esce allo scoperto con una nota. "E' stato notificato all'onorevole Silvio Berlsconi e ai suoi difensori un invito a comparire ai sensi degli articoli 375 e 453 codice di procedura penale, corredato dalla dettagliata indicazione delle fonti di prova per le ipotesi di reato a lui ascritte" si legge nel comunicato. Una nota che fa capire che il premier avrebbe avuto rapporti sessuali con la giovane Ruby dal febbraio al maggio 2010, ad Arcore. Secondo il legale della ragazza, Ruby non sarebbe stata sentita dai pm di milano da ottobre fino ad oggi. La decisione dei pm, dunque, sarebbe stata presa sulla base della deposizione di altre persone che avrebbero riferito di incontri tra il premier e la ragazza. Il leader del Pdl, secondo la Procura, non solo avrebbe avuto dunque rapporti con la marocchina, che pubblicamente ha sempre negato di essersi appartata con il premier, ma sarebbe stato consapevole di trovarsi di fronte ad una minorenne. I fatti, secondo gli inquirenti, si sarebbero 'consumati', tra il febbraio e il maggio dello scorso anno. Fino a quando, cioè, in seguito ad una segnalazione, Ruby (che ha ammesso soltanto di tre incontri con Berlusconi, negando di aver avuto rapporti sessuali con il presidente del Consiglio) venne condotta in Questura.

Tace, per il momento, Berlusconi. Parlano per lui i suoi legali, Niccolò Ghedini e Piero Longo: "Si tratta di una gravissima intromissione nella vita privata del presidente del Consiglio che non ha precedenti nella storia giudiziaria del paese e che dimostra la insostenibile situazione dei rapporti con una certa parte della magistratura". Gli avvocati del premier si dicono sicuri che il caso "non potrà che concludersi con una doverosa archiviazione".

Il reato. Il reato di concussione sarebbe stato compiuto per coprirne un altro, ovvero quello di prostituzione minorile. Berlusconi è indagato per il reato relativo all'articolo 600 bis comma 2 del codice penale, il quale prevede che chiunque compie atti sessuali con un minore di età compresa tra i quattordici e i diciotto anni, in cambio di denaro o di altra utilità economica, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa non inferiore a euro 5.164.

Il ruolo della Minetti. Il Consigliere regionale è indagata per violazione della legge Merlin sulla prostituzione e per aver indotto alla prostituzione la giovane marocchina: induzione che sarebbe avvenuta nel periodo compreso tra febbraio e maggio scorsi, cioè lo stesso per cui il premier è indagato per aver avuto rapporti sessuali con la minorenne.

LA VIDEOINTERVISTA A RUBY

A questo indirizzo, è possibile leggere tutti gli articoli sull'inchiesta. La ragazza fu fermata e condotta in Questura il 27 maggio dell'anno scorso, e poi rilasciata dopo una accelerazione delle procedure, in seguito alle pressioni della presidenza del Consiglio. Fu la stessa Minetti ad andare in Questura, fu lei a dichiararsi tutrice della ragazza, salvo poi non effettuare alcun controllo sulla sua vita.

IL DOSSIER VIDEO SU RUBY

Le reazioni. L'inchiesta rientra in un più ampio dossier su un giro di prostituzione d'alto bordo, in cui sono indagati anche Lele Mora ed Emilio Fede. "Lo apprendo dai giornali, non so nulla. Non ho ricevuto nessun atto formale da parte dei magistrati, nè ho subito alcuna perquisizione" dice il direttore del Tg4. Irata la reazione del Pdl che parla di '"un consueto e logoro copione, fatto di fughe di notizie e di accuse inverosimili". Per il ministro Gelmini, il Cavaliere è un "perseguitato", mentre Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri avvertono: "Il governo non si fa intimidre". Tace, per il momento Fli mentre va all'attacco Antonio Di Pietro: "Berlusconi dice che le procure lo perseguitano? Non sarà che invece è Berlusconi che perseguita se stesso?". Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani chiede che "ci vengano risparmiati ulteriori mesi di avvitamento dell'Italia sui problemi di Berlusconi".

"Era evidente che c'era qualcosa che non andava, ed è per questo che ho chiesto chiarimenti al Csm" taglia corto pl pm dei minori Annamaria Fiorillo, che era di turno la notte in cui Ruby, fu portata in Questura e poi rilasciata. La Fiorillo, invece, aveva disposto l'affidamento di Ruby in una comunita' per minori.

Fonte: Repubblica
binariomorto
00venerdì 14 gennaio 2011 15:45
Ruby, almeno sei giorni ad Arcore
La prova dai tabulati del cellulare

C'è stata di continuo, giorno e notte, in un lungo weekend, a Pasqua e pasquetta. Il premier si è sempre difeso dicendo: "Non sapevo fosse minorenne". Ma allora perché ha chiesto che fosse affidata alla Minetti? Nel pc di Ruby trovati foto e video di feste

MILANO - Le indagini sono in corso e le accuse a Silvio Berlusconi sono note nella forma, e nel titolo di reato, ma quali sono alcuni dei comportamenti del premier che incrociano il codice penale nei suoi rapporti con Ruby «Rubacuori»?

Almeno due. Nelle indagini è emerso che, a differenza del copione del premier che si descrive mentre aiuta «una ragazza in difficoltà» perché è «buono di cuore», Ruby andò ad Arcore in ben quattro occasioni. La prima, quella del 14 febbraio, giorno di San Valentino, con il regalo di un abito da sera, era nota. Ma i magistrati Ilda Boccassini, Pietro Forno e Antonio Sangermano hanno chiesto agli esperti di tecnologie di «tracciare» i telefonini di Ruby Rubacuori, all’epoca diciassettenne.

E hanno scoperto che, in varie occasioni di feste, la ragazza è stata invitata ad Arcore. C’è stata «di continuo», vale a dire giorno e notte, il 24, 25 e 26 aprile, Festa della Liberazione. Poi c’è stata il primo maggio. E, a tratti, durante Pasqua e Pasquetta. Dalle indagini in corso, emerge anche una circostanza importante: sul pc della ragazza sarebbero stati trovati video e foto di feste, anche a Villa Certosa in Sardegna.

Sull’innocenza di questi inviti i pm dubitano moltissimo, e avrebbero acquisito vari elementi sul tipo di feste che si tenevano ad Arcore, a beneficio esclusivo del padrone di casa.

Inoltre, Berlusconi sapeva o no che Ruby era minorenne? Tutti lo negano, lo nega con forza Ruby, lo nega con indignazione Berlusconi, lo negò Emilio Fede, anche se era stato al concorso di bellezza dove Ruby, dichiarando di avere sedici anni, sfilò in bikini.

Le indagini sul punto sono in corso, ma esiste una parolina che può portare Berlusconi a processo per "sfruttamento della prostituzione minorile", titolo di reato che scatta quando l’utilizzatore finale (copyright dell’avvocato Nicolò Ghedini) si avvicina a persone inferiori ai diciott’anni. Questa circostanza è stata confermata dai vari agenti, interrogati sul punto: nell’ormai famosa telefonata in questura, effettuata a maggio, e tenuta nascosta per mesi, Berlusconi dice chiaro e tondo: «Affidatela» al consigliere Nicole Minetti. Non c’è bisogno di affidare una maggiorenne. Si affida solo una minorenne.

Dalle indagini in corso, emerge anche una circostanza importante: sul pc della ragazza sarebbero stati trovati video e foto di feste, anche a Villa Certosa in Sardegna.

Fonte: Repubblica
binariomorto
00venerdì 14 gennaio 2011 22:33
Berlusconi: "Non mi farò intimidire
Pm vogliono sovvertire democrazia"

Il premier affida a un messaggio audio su internet la difesa dalle gravi accuse della Procura di Milano: "Non vedo l'ora di difendermi in tribunale. Urgente evitare che certi magistrati possano impunemente violare la privacy". "Nessun problema per la legislatura: abbiamo la 'terza gamba'"

ROMA - Indagato dalla Procura milanese per prostituzione minorile e concussione aggravata in merito al caso Ruby, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in serata diffonde un nuovo messaggio ai Promotori della Libertà, in cui non fa mai esplicito riferimento alla vicenda giudiziaria, ma afferma di non avere ''nulla da temere da processi francamente assurdi e ridicoli''. Prima che Berlusconi affrontasse la questione in prima persona, nel corso della giornata tutto il Pdl aveva parlato di "giustizia a orologeria" e la "persecuzione giudiziaria" di cui continuerebbe a essere oggetto il premier, sottolineando la contiguità tra il pronunciamento di ieri da parte della Consulta sul legittimo impedimento e la notizia del premier indagato di oggi.

L'AUDIO INTEGRALE DEL PREMIER

Proprio dal verdetto della Corte Costituzionale Berlusconi prende invece spunto per dire che i processi sono solo tentativi della magistratura politicizzata di mettere i bastoni tra le ruote a lui e al governo. ''Non vedo l'ora di difendermi in tribunale - dice Berlusconi -. Ma non credo, e per questo la nostra maggioranza aveva voluto quella legge, che serva al Paese una continua guerra fra la politica e una parte della magistratura. Credo che occorra invece un lavoro serio, un lavoro in un clima più sereno, per far ripartire l'Italia e per portare a termine le riforme. E credo anche che io, quale Presidente del Consiglio, non dovrei perdere tanto tempo per vicende così assurde".

"Mi aspettavo francamente - dice con sarcasmo il premier - che dopo la sentenza della Corte, per ricominciare, attendessero almeno una settimana. Invece i pm di Milano non hanno resistito e la sera stessa mi hanno mandato il loro biglietto di auguri per il nuovo anno e per l'occasione si sono inventati il reato di 'cena privata a casa del Presidente'. Ho dedotto che sono invidiosi e che mi fanno i dispetti per non essere stati invitati anche loro. Però ci sono delle persone contente, sono i miei avvocati. Sono sicuri che con me non gli mancherà mai il lavoro".

"Se volessi prendere sul serio un'iniziativa che seria in realtà non è - prosegue Berlusconi -, direi che si è superato ogni limite e che alcuni magistrati che non potrebbero neppure indagare per ragioni di competenza funzionale e territoriale stanno tentando di sovvertire le regole fondamentali della democrazia".

"Ad alcune persone - aggiunge il leader del Pdl - è bastato venire una volta a cena a casa mia, la casa del Presidente del Consiglio, per avere il proprio cellulare controllato e i propri spostamenti controllati per alcuni mesi, prima ancora che fosse iniziata ufficialmente l'indagine preliminare nei miei confronti. Come al solito domani tutto finirà sui giornali, che grideranno allo scandalo seminando veleno e fango nei miei confronti con una intromissione nella mia vita privata che non ha precedenti nella storia del nostro Paese. E che dimostra la necessità di intervenire con urgenza per evitare che certi magistrati possano impunemente violare la privacy dei cittadini comprimendo la loro libertà. Poi, come al solito, anche questa vicenda finirà nel nulla perché sul nulla si basa. Ma intanto il Presidente del Consiglio e l'Italia saranno stati infangati senza che nessuno poi paghi alcunché".

"Per quanto mi riguarda - continua il premier - da quando sono sceso in campo per servire il Paese, è in atto una evidente persecuzione politica da parte dei magistrati di sinistra sostenuti dalla sinistra politica. Una persecuzione che si è articolata su 105 indagini e in 28 processi, il record assoluto credo di tutta la storia dell'uomo in qualunque paese del mondo. Questi processi hanno impegnato i miei difensori in 2.560 udienze, con più di 1.000 magistrati intervenuti con un costo, per me, di oltre 300 milioni di euro in avvocati e consulenti e credo con un costo di pari importo per lo Stato e quindi per i contribuenti. Per nessuno di questi errori giudiziari i magistrati che mi hanno infangato hanno pagato dazio".

Berlusconi ricorda che "i 28 processi hanno dato luogo a 10 assoluzioni, 13 archiviazioni e sono 5 i processi ancora in corso. Nessuno di questi processi è collegato alla mia attività di governo come Presidente del Consiglio. Mi pare che ogni commento sia superfluo. Sono gli stessi numeri a denunciare la persecuzione politico-giudiziaria a cui sono stato e sono sottoposto con l'evidente finalità di farmi fuori, essendo io considerato, da parte della sinistra e dei suoi giudici, un ostacolo insuperabile e quindi da eliminare con ogni mezzo per il raggiungimento del potere''.

Berlusconi, infine, si dice certo che anche la nuova bufera giudiziaria non pregiudicherà il suo esecutivo e le sorti della legislatura. "Avevamo indicato la fine di gennaio - spiega il premier - per verificare se il governo può contare su una buona maggioranza, ma sono certo che anche prima avremo i numeri sicuri per andare avanti a completare il programma di riforme e quindi la legislatura".

Le certezze di Berlusconi derivano da una "maggioranza sempre forte", nei numeri e nel consenso popolare, oltre che "di un alleato affidabile come la Lega". Ma la fiducia nel prosieguo della legislatura è rafforzata dai "due nuovi 'gruppi di responsabilità nazionale' che si stanno formando in Parlamento, alla Camera e al Senato".

"Un gruppo di deputati e senatori moderati che - spiega il leader del Pdl -, pur provenienti da varie sigle politiche, si sono resi conto che il tentativo del 14 dicembre di rovesciare il governo era un atto di assoluta irresponsabilità e un'autentica follia in un momento di crisi economica mondiale. Costituiranno la terza gamba della maggioranza insieme al Popolo della Libertà e alla Lega e consentiranno al governo di procedere speditamente nella realizzazione del programma". Programma che Berlusconi si dice "assolutamente convinto" che sarà completato, così come la legislatura.

Fonte: Repubblica
binariomorto
00venerdì 14 gennaio 2011 22:41
Ruby, il Pdl attacca i giudici di Milano
Bersani: "Premier in fuga da se stesso"

La maggioranza fa quadrato intorno a Berlusconi: "Preciso disegno per destabilizzare". Il leader Pd: "Per favore, ci risparmino ulteriori mesi di avvitamento". Di Pietro: "Pm corretti, il problema è il presidente del Consiglio"

ROMA - La notizia dell'indagine su Silvio Berlusconi per la vicenda Ruby entra come un tifone nei palazzi romani che ancora non avevano finito di metabolizzare la sentenza della Consulta sul legittimo impedimento. La maggioranza fa prevedibilmente quadrato intorno al premier, mentre Pd e Idv attaccano il capo del governo. Finiani e centristi, dal canto loro, si mettono in posizione di attesa limitando al minimo i commenti.

Le reazioni nella maggioranza. Dalle file del Pdl, il tema è sempre quello dell'accanimento giudiziario. Il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, parla di "preciso disegno" per una "fuga di notizie con chiari propositi di destabilizzazione politica. Un film che si ripete". Mentre il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri, rispolvera l'antico adagio sulla "giustizia a orologeria". "Guardate voi il calendario e giudicate..." dice Gasparri, lasciando ai giornalisti ogni riflessione sulla contiguità tra il verdetto della Consulta e la notizia di Berlusconi raggiunto da avviso di garanzia.

A cui si aggancia anche Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del partito. "Come volevasi dimostrare. La sentenza della Corte Costituzionale non va enfatizzata ma è inutile, perché non sposta di una virgola il vero problema dell'Italia: il tentativo di determinare per via giudiziaria le sorti delle maggioranze e dei governi legittimamente scelti dal popolo". Perché Berlusconi non ha il dovere di chiarire la sua posizione davanti ai giudici, ma va invece tutelato. Perché "l'assenza di norme che tutelino l'esercizio delle funzioni democratiche mina le fondamenta dello Stato e trasforma l'autorità giudiziaria in un potere irresponsabile. Se serviva una conferma, eccola".

Sulla stessa linea anche le donne del partito. Tutte, indistintamenmte, evidenziano la "inquietante e sospetta coincidenza dei tempi" tra la sentenza della Corte Costituzionale e la nuova inchiesta a carico del presidente. Poi Daniela Santanchè rivolge la domanda alla Procura di Milano: "E' consapevole del danno incalcolabile che questa vicenda arreca non al premier, ma all'immagine dell'Italia e degli italiani nel mondo in un momento così delicato per la stabilità economica e finanziaria del paese?".

Michela Vittoria Brambilla, ministro del Turismo, non fa domande e si dice certa che "la nuova indagine su Silvio Berlusconi spazzerà via qualsiasi dubbio sulla natura politica della persecuzione di cui il premier è oggetto da più di quindici anni". "Persecuzione" è la parola scelta anche dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini per descrivere il rapporto tra magistratura e premier, lanciando sui giudici il suo anatema. "Se pensano in questo modo di sovvertire il voto degli italiani commettono un grave errore. È dal 1994 che questo tentativo è in atto, ma è sempre fallito".

Maurizio Lupi parla di "anno nuovo, vecchio film", come se da Milano non fosse arrivata davvero alcuna novità, mentre è "il modo di operare da parte dei magistrati che lascia molte perplessità". Il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, taglia corto: "Le accuse al Presidente Berlusconi, sono fuori dal mondo", mentre per la Minetti "si tratta di aspettare le valutazioni definitive della Magistratura. Rispettiamo le persone e la presunzione di innocenza".

No comment, invece, dal presidente del Senato, Renato Schifani, e dal ministro dell'Interno, il leghista Roberto Maroni.

Le reazioni nell'opposizione. Nello schieramento opposto alla maggioranza, si registrano atteggiamenti diversi, dall'attendismo di Pd e Fli al nuovo affondo dell'Idv: Di Pietro ribalta il teorema sulla giustizia a orologeria, chiedendo di dare atto "alla Procura di Milano di aver aspettato la sentenza della Corte Costituzionale, per non influenzare in alcun modo il clima". "Ma - incalza Di Pietro - non è colpa della Procura di Milano accertare un fatto grave, il presidente del Consiglio che telefona al questore per dire che una minorenne è la nipote di Mubarak quando invece non lo è, per coprire i suoi comportamenti non legittimi".

Il segretario del Pd Pierluigi Bersani chiede a sua volta "rispetto per le indagini" e che "per favore, ci vengano risparmiati ulteriori mesi di avvitamento dell'Italia sui problemi di Berlusconi. Abbiamo un premier in fuga dal Paese e da se stesso. Dal Paese perché il governo cosa sta facendo? E da se stesso perché costretto ad aggirare cose vere o presunte. Non possiamo permettercelo". "Chiunque sia in grado di vedere le cose come sono e di giudicarle, non sarà rimasto sorpreso" commenta Massimo D'Alema, che poi riflette sul danno d'immagine per il l'Italia: "E' quella che può essere con un presidente del Consiglio in questa situazione. Lascio immaginare a voi".

Decisamente più diretto Nichi Vendola. "Come si fa a tenere in piedi questo governo - si chiede il leader di Sinistra e Libertà -, con che faccia? Con che lessico, con che dignità? Con che rapporto con il resto del mondo, con che rapporto con il Vaticano? Con che rapporto con la propria gente? Ma come si fa?". "Siamo in un paese che sta perdendo il senso del decoro di fronte agli occhi del mondo - aggiunge Vendila -. Il premier è indagato per prostituzione minorile. La procura di Milano ha chiesto sostanzialmente di arrivare rapidamente al dibattimento, significa che si tratta di una indagine abbastanza blindata. Immaginare che domani Berlusconi potrà continuare a essere il premier in questa condizione è molto difficile, il Paese sta soffrendo una crisi sociale e economica acutissima".

Sul versante Fli, perfetta coincidenza di vedute tra Italo Bocchino e Adolfo Urso: "Nulla da commentare". "Ci stiamo occupando di politica, queste non sono vicende politiche - dice il capogruppo di Fli alla Camera -. Ci sono perquisizioni in corso, notizie frammentarie, non abbiamo nulla di concreto. Le conseguenze politiche andranno valutate quando sarà chiaro il quadro". Esattamente le stesse parole usate dal coordinatore di Fli, a margine di una conferenza stampa nella sede di Farefuturo. Allineati e coperti.

Il Popolo Viola a Berlusconi chiede dimissioni immediate. "Lo avevamo detto il 5 dicembre, alla luce degli scandali con le escort e dell'indecenza del lodo Alfano, a maggior ragione continuiamo a ripeterlo oggi: Berlusconi si deve dimettere, subito" scrive sul suo blog Gianfranco Mascia, uno degli animatori del movimento.

Dimissioni chiede anche Libertà e Giustizia, che in un comunicato parla di "ultimo sospetto troppo pesante per poter essere sopportato da un Paese" che ha bisogno di credibilità all'estero e di autorevolezza all'interno. "Se fosse uno statista, Silvio Berlusconi si dimetterebbe" afferma Libertà e Giustizia, ma "l'insistenza con la quale lui e i suoi avvocati accusano la magistratura di perseguitarlo è la conferma della difficoltà difensiva e della piccolezza della sua statura morale e politica".

Fonte: Repubblica
binariomorto
00sabato 15 gennaio 2011 14:50
Ruby, premier attacca teorema per gettare fango
Inquirenti: 'meccanismo D'Addario' per feste premier, alcune ragazze dormivano ad Arcore

ROMA - ''Ci troviamo di fronte all'ennesimo teorema costruito appositamente per gettare fango sulla mia persona e sul mio ruolo istituzionale nel tentativo, illusorio, di eliminarmi dalla scena politica. Ma questa volta è stato superato ogni limite. Il fango ricadrà su chi utilizza la giustizia come arma politica''. Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una nota della Presidenza del Consiglio dei ministri.
''Questa ulteriore macchinazione giudiziaria, per quanto possente e ampliata dal solito circuito mediatico, non riuscira' a fermarci e a distoglierci dal nostro impegno di cambiare il Paese. Anche questa volta non ce la faranno''. 'Nonostante un imponente apparato investigativo degno di ben altro tipo di indagine e avviato a dispetto di una palese incompetenza funzionale e territoriale, i Pm milanesi alla fine hanno raccolto soltanto chiacchiere e conversazioni private senza alcuna rilevanza penale. Hanno ugualmente proceduto in spregio a ogni norma, a ogni codice, a un utilizzo equilibrato degli strumenti giudiziari, mettendo in atto perquisizioni e trattamenti inaccettabili nei confronti di persone considerate semplicemente 'a conoscenza dei fatti' ''. Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una nota della Presidenza del Consiglio dei ministri.

CASO RUBY, BERLUSCONI INDAGATO A MILANO - Prostituzione minorile e concussione. Sono accuse pesanti quelle ipotizzate nei confronti del premier Silvio Berlusconi dalla Procura di Milano, che lo ha iscritto nel registro degli indagati e presto chiedera' per lui il giudizio immediato per la vicenda di Ruby, la giovane marocchina sua 'ospite', secondo l'accusa, in diversi festini ad Arcore. Il premier, che ha ricevuto un invito a comparire per il prossimo fine settimana, nega di aver mai avuto rapporti con la ragazza, mentre i suoi legali contestano la competenza territoriale milanese e parlano di elementi ''inconsistenti''.

E' la svolta clamorosa nelle indagini con al centro Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori, 'fuggita' dalla Sicilia e dalle varie comunita' dove era stata collocata dai giudici minorili, e reclutata nella scuderia di Lele Mora, l'agente di vip, anche lui finito sotto inchiesta insieme al direttore del tg4 Emilio Fede (hanno ricevuto un avviso di garanzia) e al consigliere regionale lombardo ed ex igienista dentale di Berlusconi, Nicole Minetti: come ai primi due, le si contesta di aver svolto, in concorso con altre persone, ''un'attivita' di induzione e favoreggiamento della prostituzione di soggetti maggiorenni'' e della minorenne marocchina.

Su disposizione dei Procuratori aggiunti Ilda Boccassini e Piero Forno e del pm Antonio Sangermano, la polizia ha perquisito l'abitazione e l'ufficio della Minetti e dei suoi piu' stretti collaboratori, cosi' come l'appartamento dove vive Ruby con il suo attuale compagno sul lungomare genovese. E poi, ancora: la perquisizione andata a vuoto negli uffici di Giuseppe Spinelli, storico uomo di fiducia e amministratore del patrimonio del presidente del Consiglio, e gli interrogatori dell'ex meteorina Alessandra Sorcinelli e di altre ragazze sentite come testimoni in Questura per raccogliere ulteriori fonti di prova a sostegno delle ipotesi accusatorie.

Prove che si dovrebbero aggiungere a quelle gia' acquisite e indicate in modo dettagliato nel corposo avviso di convocazione, circa 400 pagine compreso il capo di imputazione, recapitato a Roma al capo del Governo e ai suoi difensori: si va dalle foto e filmati - in cui vi sarebbero scene di alcune feste in Sardegna - rintracciati nel pc di Ruby sequestrato lo scorso 28 ottobre nella comunita' di Sant'Ilario dove, ancora minorenne, abitava, allo screening sui tabulati telefonici, soprattutto della giovane, e sulle celle agganciate dal telefonino, che testimoniano la sua presenza nelle residenze di Berlusconi svariate volte e che l'avrebbero localizzata ad Arcore in numerosi week end. In particolare, l'analisi avrebbe consentito di accertare che Ruby sarebbe stata ad Arcore il week end del 25 aprile (24, 25 e 26), il primo maggio, a Pasqua e a Pasquetta.

Come riporta Repubblica.it, e riferito anche dal tg de La 7, la sera del 25 aprile Berlusconi aveva ospitato il premier russo Vladimir Putin per una cena informale ad Arcore. Tra le prove portate dai pm, anche i quattro interrogatori di Ruby resi agli inquirenti il 2, il 6 e il 22 luglio e il 3 agosto scorsi, e le intercettazioni delle chiamate intercorse tra coloro che hanno partecipato ai presunti festini. Si tratta, per la difesa, di elementi ''inconsistenti'' ma giudicati dai pm sufficienti per poter chiedere di mandare a processo, bypassando l'udienza preliminare, Berlusconi, indagato dal 21 dicembre scorso e ora 'invitato' a comparire o venerdi' o sabato o domenica della prossima settimana. Al premier e' stato contestato di aver avuto, questa l'ipotesi, rapporti sessuali ''in cambio di denaro o di altre utilita' economiche'' con Ruby, non ancora diciottenne, tra febbraio e maggio dell'anno scorso.

E poi di aver fatto pressioni - proprio allo scopo di occultare i rapporti con Ruby - sui funzionari della Questura i quali, nella notte tra il 27 e il 28 maggio, quando la giovane marocchina venne trattenuta nei loro uffici per via di un furto, ricevettero da palazzo Chigi due telefonate per ottenere il 'rilascio' della ragazza, - spacciata per la nipote del presidente egiziano Mubarak - e il suo affidamento al consigliere Minetti. Per questo capitolo della vicenda, come ha precisato anche il Procuratore della Repubblica di Milano, ''nessun funzionario di polizia e' indagato, in quanto quella sera le procedure seguite non sono state cristalline, ma non tali da costituire reato''. Sugli sviluppi clamorosi della vicenda Veronica Lario, come gia' aveva fatto ad ottobre quando era venuto a galla il caso, anche oggi ha scelto la linea del silenzio. Non cosi' i difensori di Berlusconi, Niccolo' Ghedini e Piero Longo, che hanno parlato di ''intrusione gravissima ''nella vita privata del premier, che con la giovane mai ha avuto'' rapporti sessuali, ma soltanto una conoscenza senza implicazioni di carattere intimo''. Inoltre i due legali hanno contestato la competenza territoriale di Milano.

INQUIRENTI, ERA NECESSARIO AGIRE IERI PER INDAGINE - Alcune fonti vicine all'inchiesta su 'caso Ruby' che vede indagato il premier Silvio Berlusconi per prostituzione minorile e concussione, hanno chiarito che per gli sviluppi dell'indagine era necessario effettuare le perquisizioni ieri. Rispondendo alla polemiche scaturite dal fatto che la Procura si e' mossa subito il giorno seguente alla decisione della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento, le stesse fonti hanno spiegato che si e' attesa propria la sentenza della Consulta per lasciare che i giudici valutassero serenamente e poi si sono effettuate le perquisizioni che non potevano piu' essere rimandate, nemmeno di qualche giorno.

Fonte: ANSA
binariomorto
00domenica 16 gennaio 2011 00:11

Dal sito "DAGOSPIA"

binariomorto
00domenica 16 gennaio 2011 00:13

Dal sito "DAGOSPIA"

binariomorto
00domenica 16 gennaio 2011 14:19
Ruby:"Cercano foto ma non esistono"
"I giornali scrivono tante bufale"

Dopo l'iscrizione del premier Berlusconi nel registro degli indagati per il caso Ruby la marocchina torna a parlare: "Hanno perquisito la casa del mio attuale ragazzo e casa mia a Rivarolo. Sono alla ricerca di qualcosa che in realtà non esiste, cioè video e foto di cui hanno scritto anche i giornali ma sono solo tante bufale per incolpare persone che non hanno nessuna colpa. Quando non riesci a colpire dei potenti te la prendi con i deboli".


"Ho conosciuto il presidente del Consiglio il 14 Febbraio, il giorno di San Valentino, ero andata lì con una mia amica di cui non posso fare il nome. L'ho visto poi altre volte ad Arcore e villa San Martino per delle normali cene. Si è svolto tutto tranquillamente, c'era cibo tricolore, con i colori della bandiera italiana. Vuol dire che ci tiene alla sua patria. C'era Apicella e il presidente che cantava e raccontava barzellette, una serata tranquilla". Su Berlusconi ha poi specificato: "non ho avuto modo di conoscerlo bene, ma mi è sembrato uno con cui si può chiacchierare del più e del meno e non solo di politica. E' stata una bella sorpresa, è una persona abbastanza simpatica, mi ha fatto una buona impressione ".

Dopo l'intervista di Ruby, che ha negato di aver avuto rapporti sessuali con il premier, altre ragazze coinvolte nella vicenda sono intervenute per smentire risvolti piccanti degli incontri nella residenza privata di Silvio Berlusconi. Si parlava solo di Russia e di filosofia secondo Raissa Skorkina, showgirl italo russa. "Sono amica di Silvio da dieci anni, o nove, o otto non mi ricordo bene. Ci siamo conosciuti ad una cena. A quell'uomo voglio un bene dell'anima...", ha raccontato la donna che secondo gli inquirenti è una tra quelle pagate per partecipare ai festini di Arcore. Un'amicizia che sarebbe nata in occasione di una cena. "Io sono esperta e appassionata di politica oltre che di filosofia. Abbiamo parlato della situazione in Russia e in Italia. Mi ha preso in simpatia e io pure. Lo adoro. Non ha bisogno di pagare nessuna donna. E' ricco, affascinante, potente. Figuriamoci se si deve mettere a pagare delle prostitute".

Ha detto la sua Barbara Guerra, un'altra delle showgirl coinvolte. "Non smetterò mai di ripetere che sono contenta di averlo conosciuto, l'ho sempre detto e lo ribadisco. Berlusconi è un amico, anzi di più: un secondo padre. Ci sentiamo spesso al telefono, anche la settimana scorsa: Parla anche con mio papà, l'ultima volta gliel'ho passato per gli auguri di Natale". E comunque, ha ribadito la ragazza a proposito delle cene a casa del premier, "si è sempre trattato di cene tranquille, situazioni normali fra persone adulte. Anche mio padre sapeva che partecipavo".

Fonte: tgcom
binariomorto
00lunedì 17 gennaio 2011 14:22
Berlusconi: "Volontà persecutoria"
Fini: chiarisca tutto dai magistrati

Il premier usa il tg di Italia 1 "Studio Aperto" e il sito dei Promotori della libertà. "Accuse infondate e risibili. E comunque, dopo la separazione ho un rapporto stabile con una donna. Ai pm non è piaciuto il voto di fiducia". Bersani: "Spettacolo desolante".

MILANO - Silvio Berlusconi attacca i giudici da Studio Aperto e dal sito deI Promotori della Libertà, in un messaggio registrato da Arcore. Il premier parla di una "volontà persecutoria dei giudici", di accuse infondate e risibili. "Non ho mai pagato una donna in vita mia - sostiene il premier, che scagiona anche Fede, Lele Mora e la consigliere regionale Nicole Minetti. In un'intervista al tg2, Bersani definisce "imbarazzante e desolante" il discorso di Berlusconi. "Una aggressione vergognosa ai pm, il premier evidentemente pensa che gli Italiani siano imbecilli, visto che nega l'evidenza". E Rosy Bindi aggiunge: "Si difenda in tribunale, non in tv".

In serata Gianfranco Fini è intervenuto alla trasmissione di Fabio Fazio: "Mi spiace che sia questa l'attualità. E' evidente che si tratti di un fatto, che riempie i giornali internazionali. Il presidente del Consiglio ha una sola cosa da fare: vada dai magistrati, dica la sua opinione, chiarisca la sua versione, dimostri la sua estraneità. Chi sbaglia paga, al pari di tutti".

Ma vediamo cosa ha detto il Cavaliere.

IL VIDEOMESSAGGIO INTEGRALE DEL PREMIER

IL DOSSIER SULLA VICENDA

Attacco ai giudici. "Si è trattato di una gravissima intromissione nella mia vita privata da parte dei giudici, inaccettabile la diffusione di conversazioni private" ha continuato il presidente del Consiglio. "Non si può andare avanti così. Non è un Paese libero quando alcuni magistrati conducono battaglie politiche contro chi ha cariche pubbliche. Si tratta di una casta di privilegiati, che puo' commettere ogni abuso". "Occorre fare immediatamente le riforme, tra cui quella della giustizia", insiste.

"E' inaccettabile - aggiunge - che si facciano perquisizioni a persone nelle loro case alle 7 di mattina. Non si possono trattare persone alla stregua di malfattori impiegando più di 100 uomini, un impiego di forze che - osserva il Cavaliere - è degno di una retata contro la mafia".

"A questi Pubblici Ministeri non è evidentemente piaciuto il voto di fiducia del 14 dicembre tanto che, subito dopo, mi hanno iscritto nel registro degli indagati. A quegli stessi Pm non è piaciuta nemmeno la decisione della Corte Costituzionale al punto che, il giorno successivo alla sentenza della Consulta, con una tempistica perfetta, hanno reso pubbliche le loro indagini" dichiara il Cavaliere nell'audiomessaggio ai promotori della Libertà.

Si tratta "di una intromissione nella vita privata delle persone", dice il presidente del Consiglio, che fra l'altro ha voluto precisare: "Dopo la mia separazione, ho un rapporto stabile con una donna". "Non avrei mai voluto dirlo per non esporla mediaticamente: ma chiuso il matrimonio, ho avuto uno stabile rapporto di affetto con una persona", rivela nel videomessaggio ai Promotori della libertà. Questa stessa persona "che ovviamente era assai spesso con me, anche - sottolinea - in quelle serate e che certo non avrebbe consentito che accadessero a cena, o nei dopo cena, quegli assurdi fatti che certi giornali hanno ipotizzato".

L'inchiesta. Berlusconi è entrato anche nei particolari delle accuse. "Il dirigente della Polizia che
sarebbe stato 'concusso' nega di esserlo mai stato, e la persona minorenne (Ruby ndr)nega di aver mai avuto avances né tantomeno rapporti sessuali e afferma di essersi presentata a tutti come ventiquattrenne, fatto avvalorato da numerosissime testimonianze".

"E' gravissimo che, trascorsi 15 giorni prosegue- non abbiano mandato gli atti di queste indagini al Tribunale dei Ministri come prescrive la legge". "E' gravissimo, inoltre, che abbiano tentato di accedere ai locali della mia segreteria politica, per ricercare poi chissà cosa, visto che sostengono di avere prove così evidenti da poter richiedere addirittura il giudizio immediato".

Il premier si riferisce alla mancata perquisizione nell'ufficio del ragionier Giuseppe Spinelli, che da trent'anni cura i conti delle holding del Cavaliere. Per i pm, è l'uomo che consegnava alle ospiti di Berlusconi le buste con i contanti.

Mai pagato donne. "Non c'è mai stata, lo ripeto, 'mai' alcuna correlazione fra denaro e prestazioni sessuali". "La mia vita di imprenditore mi ha insegnato quanto sia difficile affermarsi per una persona giovane, soprattutto agli inizi, perciò, quando posso cerco di aiutare chi ha bisogno. In particolare, conosco il mondo dello spettacolo e so cosa vuol dire e cosa succede a chi cerca di lavorare in quell'ambiente".
"Nel corso della mia vita ho dato lavoro a decine di migliaia di persone e ne ho aiutate a centinaia.
'Mai' in cambio di qualcosa - ribadisce - se non della gratitudine, dell'amicizia e dell'affetto. E continuerò a farlo. E' assurdo soltanto pensare che io abbia pagato per avere rapporti con una donna. E' una cosa che non mi è mai successa neanche una sola volta nella vita. E' una cosa che considererei degradante per la mia dignità".

"A me piace stare con i giovani, mi piace ascoltare i giovani, mi piace circondarmi di giovani. Alcune di queste persone - osserva - le conosco da diversi anni, altre da meno tempo, ma di molte conosco la situazione di disagio e di difficoltà economica. Le ho aiutate in certe occasioni e - rivendica - sono orgoglioso di averlo fatto. Ho dato spesso incarico ai miei collaboratori di aiutarle per la loro casa, per le cure mediche, per l'educazione dei loro figli".

La difesa degli altri indagati. "Sono destituite di ogni fondamento le accuse a Emilio Fede, a Lele Mora, e a Nicole Minetti". "Emilio Fede è un amico carissimo da sempre". "Lele Mora - prosegue - lo conosco da molti anni per il suo eccellente lavoro a Mediaset. L'ho aiutato in un momento di grande difficoltà economica e di salute e sono orgoglioso di averlo fatto. So che, quando potrà, mi restituirà - osserva - quanto gli ho prestato". Quanto alla consigliera regionale Nicole Minetti "è una giovane donna brava e preparata che sta pagando ingiustamente il suo volersi impegnare in politica".

Fonte: Repubblica
binariomorto
00lunedì 17 gennaio 2011 14:37
Ruby, le carte dei pm in Parlamento
Il 19 riunione della Giunta della Camera

La richiesta dei magistrati corredata dalle "prove" è arrivata alla Giunta per le autorizzazioni a procedere. All'interno, la richiesta per perquisire gli uffici di Giuseppe Spinelli, contabile di Berlusconi. E alcune intercettazioni considerate decisive. E la Procura precisa: "Noi sereni, la legge è uguale per tutti"

ROMA - La Giunta per le autorizzazioni della Camera si riunirà mercoledì prossimo, 19 gennaio, per esaminare la richiesta dei magistrati di Milano per perquisire gli uffici del contabile di Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli. Il presidente della Giunta, Pier Luigi Castagnetti, ha fatto sapere che l'incartamento integrale trasmesso dalla Procura sarà, a breve, messo a disposizione dei commissari che potranno consultarlo presso gli uffici della Giunta "in presenza del personale addetto e senza possibilità di estrarne copia".


All'interno del plico, inviato venerdì scorso alla Giunta, non c'è solo la richiesta di via libera per perquisire l'ufficio di Spinelli, per verificare l'esistenza di eventuali tracce di pagamenti non solo per le giovani ragazze ospiti dei festini ad Arcore (soldi in contanti sono già stati ritrovati a casa delle raggiovani azze perquisite nello stabile di Milano Due), ma anche per chi le avrebbe reclutate: l'impresario dei vip Lele Mora indagato per favoreggiamento e induzione alla prostituzione insieme al direttore del Tg4 Emilio Fede e al consigliere regionale Nicole Minetti.

Nel plico, che dovrebbe essere esaminato dai deputati, ci sono anche le oltre 300 pagine, tra invito a comparire e allegati, con le "fonti di prova" che per l'accusa proverebbero non solo che il premier avrebbe commesso il reato di concussione ma anche quello di prostituzione minorile per i presunti atti sessuali con Ruby: intercettazioni, analisi dei tabulati e delle celle telefoniche, testimonianze e, pare, anche documenti di versamenti di denaro, e altre prove. Tra queste, una conversazione che risale alla scorsa estate tra Berlusconi e Nicole Minetti, con lei che lo avvisa di un interrogatorio di Ruby e lui che le avrebbe risposto di non essere affatto allarmato.

Intanto, all'indomani degli attacchi di Berlusconi ai pm milanesi che indagano sul caso Ruby, replica oggi il procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati con una nota nella quale precisa che "la Procura della Repubblica di Milano prosegue nel suo lavoro quotidiano, in piena serenità, nel saldo riferimento ai principi costituzionali dell'uguaglianza di tutti davanti alla legge, dell'obbligatorietà dell'azione penale, della presunzione di non colpevolezza".

Fonte: Repubblica
binariomorto
00lunedì 17 gennaio 2011 14:44
IL PREMIER CONFERMA IN TV: HO DATO SOLDI A MORA, «UN PRESTITO»

Le istruzioni alle ragazze, la Minetti
parla prima della festa:«Ne vedrai di ogni»

Una danzatrice del ventre racconta ai pm: «Io disgustata»


MILANO - «Ti devo briffare, ne vedrai di ogni!». Non solo reclutare e selezionare ragazze per le feste di Berlusconi ad Arcore, ma anche addestrarle, istruirle su cosa vedranno e faranno a casa del premier: dalle intercettazioni telefoniche appare questo il compito di Nicole Minetti, l'ex igienista dentale di Berlusconi e per poco ballerina tv a Colorado Café imposta dal premier ed eletta nel «listino bloccato» di Formigoni alle elezioni per il Consiglio regionale lombardo, e la notte tra il 27 e 28 maggio 2010 preannunciata al telefono dal Cavaliere alla Questura di Milano come «delegata per la presidenza del Consiglio» a prendere in carico la minorenne marocchina Karima «Ruby» el Marough prima che la 17enne straparlasse magari delle otto notti trascorse ad Arcore fra febbraio e maggio.
Nel settembre 2010 Minetti invita una sua amica riminese, studentessa universitaria della quale era stata compagna di scuola, a una delle cene di Arcore. Non è una felice idea: la studentessa uscirà assai infastidita dalla serata con Berlusconi e il gruppo di altre ragazze, dalle richieste del premier, dalle scene alle quali assiste. E nei giorni successivi se ne lamenterà al telefono con le amiche.
Per questo, a posteriori, diventa di qualche rilievo un passaggio di una telefonata della fase invece iniziale della storia: quella nella quale l'intercettata Minetti, nel preparare l'amica alla serata di Arcore, le si rivolge con una espressione di slang aziendal-meneghino tratta dal marketing d'impresa: «Ti devo briffare, ne vedrai di ogni!», dove il neologismo briffare, brutto calco italiano dell'inglese briefing, significa comunicare sommariamente le richieste di un cliente su una determinata commessa, fare una riunione per aggiornare informazioni e istruzioni necessarie a un progetto.

Una marocchina come Ruby ma non si conoscono
Una reazione psicologica identica a quella della studentessa amica della Minetti, e una analoga descrizione delle scene che nelle feste del premier ad Arcore si sarebbero svolte determinando appunto quella reazione, sono state testimoniate anche da una ragazza interrogata appena l'altro ieri per la prima volta dai pm Ilda Boccassini e Antonio Sangermano, come persona informata sui fatti.
È una giovane marocchina come Ruby, ma non si conoscono. È una ballerina di danza del ventre. È stata ingaggiata per una delle serate del premier ad Arcore, dove dunque è stata come Ruby ma in epoca successiva a Ruby. È insomma di un «giro» diverso da quello di Ruby e delle sue amiche intercettate. Eppure del modello di quella serata la ballerina marocchina ha riferito gli svolgimenti imbarazzanti, al punto da dirsene letteralmente «disgustata», proprio negli stessi termini già appresi dagli investigatori attraverso i racconti intercettati di altre ragazze in altri periodi.

E la deputata si raccomandò:«Però a mezzanotte tutti a letto»
La natura delle feste del premier ad Arcore, specie nella parte che segue l'iniziale cena per mutarsi in spettacolo sceneggiato e sfociare infine nella scelta delle ospiti ammesse a trascorrere la notte in villa, è stata del resto poco a poco ricostruita dall'indagine attraverso quella parte di dichiarazioni di Ruby prese con le molle dai pm che sono state invece indirettamente confermate dalle intercettazioni di altre partecipanti. Sui loro cellulari intercettati sono state captate anche conversazioni con l'europarlamentare Licia Ronzulli e la deputata pdl Mariarosaria Rossi riguardo alle feste di cui ma sempre solo nella fase iniziale della cena l'una sarebbe stata ospite in una occasione e l'altra qualche volta in più. Le telefonate compaiono nell'invito a comparire a Berlusconi perché per l'accusa indirettamente dimostrano che nelle feste del premier c'erano di norma dopocena molto vivaci a notte inoltrata: sicché sembra evocare una eccezione la telefonata in cui l'onorevole Rossi alla ribalta delle cronache estive per avere organizzato al Castello di Tor Crescenza due cene politiche di donne parlamentari pdl in onore di Berlusconi nei giorni della crisi con Fini alla vigilia di una delle serate di Arcore scherza con una delle ragazze e, in considerazione di un impegno ufficiale l'indomani con il presidente del Senato Schifani, si raccomanda: «A mezzanotte, però, stavolta tutti a letto!».

Niente uso di intercettazioni nel caso di parlamentari
Le intercettazioni delle ragazze con le due parlamentari sono utilizzate solo verso terzi, quali gli asseriti reclutatori di ragazze come Minetti-Mora-Fede. Del resto la scelta della Procura è stata quella di non utilizzare quali fonti di prova nei confronti di parlamentari come l'onorevole Berlusconi alcun dato che richiedesse autorizzazioni delle Camere: quindi niente uso di intercettazioni né trascritte né sunteggiate, o anche solo di tabulati o celle telefoniche. La giurisprudenza di Corte costituzionale e Cassazione, ammettendo nei confronti dei terzi non parlamentari la captazione casuale di conversazioni tra un parlamentare e l'utenza intercettata di un non parlamentare, è infatti severa nel sanzionare il magistrato che però poi faccia il furbo continuando a contrabbandare per «casuale» l'ascolto di relazioni telefoniche invece prevedibili con un parlamentare. Per questo, ad esempio, quando l'intercettato Fede nel settembre 2010 ha avuto una conversazione con l'onorevole Berlusconi, non soltanto la telefonata non è stata utilizzata, ma da quel momento le intercettazioni di Fede sono state totalmente sospese. Così come nell'invito a comparire a Berlusconi non è riportata alcuna telefonata del premier, tantomeno con Nicole Minetti.

La perquisizione tentata nell'ufficio di Spinelli
Nel videomessaggio diffuso ieri da Berlusconi, intanto, spunta una importante informazione con la quale il premier conferma la matrice individuata ieri su queste colonne della perquisizione tentata dalla polizia nell'ufficio a Milano Due di Giuseppe Spinelli e bloccata dal consiglio dell'avvocato Ghedini con la motivazione che l'ufficio sarebbe «di pertinenza» della segreteria politica dell'onorevole Berlusconi. L'impressione era che lo scopo della perquisizione fosse accertare i «rapporti economici» intuiti dalle intercettazioni attorno al milione e mezzo di euro tra Berlusconi l'«utilizzatore finale» delle prostitute e l'impresario tv Lele Mora indagato per favoreggiamento della prostituzione quale «convogliatore» ad Arcore delle ragazze tramite Spinelli, l'uomo di fiducia del Cavaliere e storico gestore del suo «portafoglio» personale, non indagato ma indicato dall'accusa come mero pagatore delle prostitute con buste di denaro da 500 euro di taglio e con disponibilità di alloggi. E in effetti ieri, a sorpresa, pur senza dettagli sulle ragioni e sull'entità di una erogazione qualificata come «prestito» ancora non restituito, proprio il presidente del Consiglio ha ammesso di aver finanziato Mora: «Lo conosco da molti anni per il suo eccellente lavoro a Mediaset, e ho aiutato Mora in un momento di grande difficoltà economica e di salute. Sono orgoglioso di averlo fatto e so che, quando potrà, mi restituirà quanto gli ho prestato».

Luigi Ferrarella, Giuseppe Guastella

Fonte: CorrieredellaSera
binariomorto
00lunedì 17 gennaio 2011 14:48
Le carte dei pm: "Giovani donne
si sono prostituite con Berlusconi"

Alcuni dei contenuti della domanda di autorizzazione a procedere consegnata oggi al Parlamento. Vi sarebbero "ampi riscontri investigativi" anche sulle case ricevute in disponibilità gratuita dalle ragazze che partedcipavano alle feste di Arcore

ROMA - "Un rilevante numero di giovani donne si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest'ultimo". E' quanto si legge nella "domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti del deputato Berlusconi" firmata dai pm di Milano e inviata alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera. Copia della richiesta della procura di Milano è stata pubblicata sul sito della Camera dei deputati.

Nella richiesta di autorizzazione a procedere si legge anche che i pm di Milano avrebbero trovato "ampi riscontri investigativi" sulle case date dal premier Silvio Berlusconi ad alcune ragazze che partecipavano alle serate di Arcore. Lo ha raccontato la stessa Ruby ai pm nell'interrogatorio del 3 agosto scorso: "Alcune giovani donne che partecipavano ai suddetti eventi ricevevano in corrispettivo da Silvio Berlusconi la disponibilità gratuita di appartamenti ubicati in 'Milano due'".

Repubblica
binariomorto
00lunedì 17 gennaio 2011 14:52
Ft: la "vergogna" del caso Ruby
"L'Italia merita di meglio"

Editoriale del quotidiano finanziario britannico sugli ultimi sviluppi giudiziari che coinvolgono il premier e sulla giusta decisione della Consulta sul legittimo impedimento: "Era un insulto al principio di eguaglianza di fronte alla legge"

LONDRA - Gli sviluppi della nuova indagine giudiziaria su Silvio Berlusconi continuano a essere al centro dell'attenzione dei media internazionali. Fra le corrispondenze da Roma di giornali e telegiornali, oggi spicca un editoriale non firmato, dunque espressione dell'opinione della direzione, sul Financial Times, il più influente quotidiano finanziario d'Europa. "Verdetto a Roma", si intitola l'editoriale, e il sottitolo chiarisce: "Le strategie legali di Berlusconi degradano il dibattito politico in Italia". Il commento del Financial Times parte ricordando che nel marzo 2010 il governo Berlusconi passò una legge per proteggere "colui che si autoproclama l'uomo più perseguitato della storia" dall'essere processato nelle corti italiane. Il 13 gennaio, continua l'articolo, la Corte Costituzionale ha parzialmente cancellato questo provvedimento, "e ha fatto bene a cancellarlo". La legge sul "legittimo impedimento", spiega il quotidiano della City, esentava i ministri dall'apparire in tribunale sulla base del fatto che essi erano troppo occupati dal loro lavoro pubblico per poterci andare, ma "tale affermazione era un insulto al principio di eguaglianza di fronte alla legge. Nessuno, nemmeno miliardario magnate dei media che fa anche il primo ministro, è al di sopra della legge. La Corte dovrebbe essere applaudita per avere difeso questo principio".

L'editoriale prosegue avvertendo tuttavia del pericolo che la sentenza della Corte, messa insieme all'indagine giudiziaria che accusa Berlusconi di avere fatto pressioni per far liberare di prigione una "ballerina di night-club" 17enne (la giovane marocchina per la quale Berlusconi è anche accusato di sesso con una prostituta minorenne), "può giocare a favore del premier, permettendogli di continuare a sostenere di essere vittima di una cospirazione di giudici di sinistra contro di lui", e di protrarre tale giustificazione fino alle prossime elezioni, che "avranno luogo probabilmente in primavera".

Questa, conclude il Financial Times, "è una profonda vergogna per l'Italia". Prima delle elezioni, il paese necessita un onesto dibattito sulla litania di problemi con cui deve confrontarsi. "La settima maggiore economia mondiale ha bisogno di riforme: un giovane su quattro è disoccupato, la crescita economica è anemica, gli investimenti stranieri declinano, il debito nazionale ha raggiunto i 1800 miliardi di euro, il cancro della criminalità organizzata andrebbe reciso, e la lista potrebbe continuare", osserva il giornale londinese. "Ma invece di soluzioni a questi problemi, gli italiani rischiano di assistere a un'altra puntata di Berlusconi-contro-i-giudici. L'Italia merita di meglio".

Tra gli altri articoli che la stampa britannica dedica al caso Berlusconi, il Times pubblica una corrispondenza da Roma in cui si riferisce che, in base a una telefonata intercettata dalla polizia tra Nicole Minetti e il premier, Berlusconi "ha ammesso di sapere che Ruby Rubacuori era minorenne". L'Independent pubblica un commento dell'ex corrispondente da Roma Peter Pophan, secondo cui questa volta "nemmeno Silvio può farla franca". E il Guardian ha un articolo sulle lamentele del regista Marco Bellocchio, che afferma di non potere fare un film ispirato agli scandali di sesso del premier perché i produttori hanno paura e di fatto censurano il progetto.

Fonte: Repubblica
binariomorto
00lunedì 17 gennaio 2011 14:56


binariomorto
00martedì 18 gennaio 2011 14:15
LE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE DELLE RAGAZZE NELLE CARTE ALLA CAMERA

Ruby: «Ho chiesto a Silvio 5 milioni»
«Lo frequento da quando ho 16 anni»

Ma l'avvocato smentisce.
La marocchina: «Silvio mi ha detto "cerca di passare per pazza"».
Un'altra: «O sei pronta a tutto oppure prendi il taxi e te ne vai»


MILANO - «Frequento casa sua da quando ho 16 anni, ma ho sempre negato tutto» per «salvaguardarlo». È quanto si legge in un'intercettazione pubblicata nelle carte delle Procura di Milano arrivate in Giunta per le autorizzazioni della Camera, secondo quanto riferisce chi ha avuto modo di leggerle.

5 MILIONI - Ruby si vanta di conoscere molto bene «Silvio», che in una telefonata con il padre chiama anche «Gesù» e spiega di aver voluto trarre profitto dalla vicenda giudiziaria che ora vede il premier imputato dalla Procura di Milano per il reato di concussione e di prostituzione minorile. «Il mio caso è quello che spaventa tutti e sta superando il caso della D'Addario e della Letizia. Io ho parlato con Silvio e gli ho detto che ne voglio uscire con qualcosa: 5 milioni. Cinque milioni a confronto del macchiamento del mio nome...». Secondo quanto riferisce chi ha letto gli atti, è quanto avrebbe detto Ruby alla madre di Sergio Corsaro in una telefonata intercettata e pubblicata nella richiesta dei Pm. Secondo le cronache mondane, Sergio Corsaro sarebbe un parrucchiere, ex fidanzato della giovane marocchina. «Non siamo preoccupati per niente perché Silvio mi chiama di continuo. Mi ha detto "cerca di passare per pazza, racconta cazzate"» direbbe ancora Ruby al telefono a Sergio Corsaro. «Lui mi ha chiamato - racconta ancora Ruby a Sergio Corsaro - dicendomi "Ruby, ti do quanti soldi vuoi, ti pago, ti metto tutto in oro, ma l'importante è che nascondi tutto. Non dire niente a nessuno"». La telefonata, secondo quanto riferiscono gli inquirenti, sarebbe avvenuta tra il 26 e il 28 ottobre. «Il mio avvocato mi ha detto: Ruby, dobbiamo trovare una soluzione. È un caso che supera quello della D'Addario e quello della Letizia».

«DA QUANDO HO 16 ANNI» - Lei, in queste telefonate intercettate tra il 26 e il 28 ottobre scorso, fa capire, tra le altre cose, di non essere proprio un'ingenua presa alla sprovvista. Come riferisce anche al padre. «Mi ha chiamato lui, Gesù - racconta ancora Ruby parlando sempre del premier - e mi ha detto» che «ha saputo che ho scritto delle cose». «Io però - lo rassicura - ne ho nascoste tantissime...». E prosegue: «Silvio ha detto al suo avvocato: 'Dille che le pagherò il prezzo che vuole. L'importante è che lei chiuda la bocca, che neghi il tutto... che io non ho mai visto una ragazza di 17 anni». Lei però continua a parlare. Almeno per telefono. Mentre la Procura di Milano intercetta. E andando avanti nella lettura delle sue intercettazioni esce fuori una confessione «hard» al padre e un tentativo di «salvare» il Cavaliere. «Noemi è la pupilla - confessa al genitore probabilmente riferendosi alla napoletana Noemi Letizia - e io sono il culo...». Poi, per quanto riguarda il «salvataggio» del premier, ammette con l'amica Poiana di frequentare le residenze del presidente del Consiglio da quando lei ha «16 anni». Ma di aver sempre negato tutto per «salvaguardarlo». Infatti, sempre a Poiana, spiega di aver mentito sostenendo che Berlusconi sapesse che lei aveva 24 anni e che poi dopo aver scoperto che lei era in realtà minorenne lui l'avesse «buttata fuori di casa». «Io sto cercando di salvaguardare lui - conclude - così a me torna in tasca qualcosa...».

L'AVVOCATO SMENTISCE - Ma in un'intervista al Giornale, Luca Giuliante, avvocato che ha seguito le pratiche di affidamento di Ruby, smentisce quanto emerso dalle intercettazioni dell'inchiesta di Milano, nelle quali Ruby si era vantata di aver chiesto - insieme al suo avvocato - 5 milioni di euro a Silvio Berlusconi in cambio del silenzio: «Dev'essere la proiezione di un desiderio elaborato dalla sua fantasia. Anch'io, quando gioco al Superenalotto, mi immagino come sarebbe vincere certe cifre. Ruby, e lo dico in modo benevolo, è una ragazza giovane, senza punti di riferimento, incluso il valore delle parole». Ma dalle intercettazioni emergerebbe che la giovane marocchina si prostituisse abitualmente e che avrebbe già ricattato un ex fidanzato per 1.500 euro, minacciando di denunciare il fatto che avevano avuto dei rapporti quando lei era minorenne.

«LELE MORA SAPEVA» - E in un'intervista a «Vanity Fair», Ruby ha spiegato che solo fino alla presunta prima visita ad Arcore, quella del 14 febbraio 2010, Mora era all'oscuro che fosse minorenne. «Gli avevo detto che avevo 18 anni - ha sostenuto -. La verità l'ha scoperta dopo il 14 febbraio. Al presidente avevo detto di avere 24 anni, Lele lo ha saputo, mi ha chiamato per capire com'era davvero la storia e io ho confessato di avergli detto una bugia sulla mia età. Lui mi ha detto che lo avevo deluso. Si è arrabbiato e mi ha mandato via». Poche settimane dopo, però, durante un incontro chiarificatore in Corso Como, l'agente e la ragazza si sono riconciliati. «Lele mi ha spiegato che ci aveva pensato e che l'idea che una ragazzina di diciassette anni stesse in mezzo a tutti quei porci lo faceva star male - ha ricordato -. Lo disse indicando col braccio la gente lì attorno, intendeva quell'ambiente. Poi ha aggiunto che mi avrebbe preso in affidamento, cosa che ha davvero cercato di fare proponendolo a sua figlia. Mi si presentava davanti un futuro migliore, potevo entrare in una famiglia. Ho detto va bene».

FEDE - Rapporti orali «a 300 euro. La notte a 300 euro. Maristelle l'ha dovuta allontanare. Lavorava con uomini che vomitavano in macchina. L'hanno trovata in macchina con droga e un coltello». Questo è il racconto di un'altra conversazione telefonica, questa volta intercorsa tra Emilio Fede e Nicole Minetti, secondo quanto riferisce chi ha letto gli atti. Emilio Fede, poi, avrebbe detto alla consigliera regionale Minetti di aver pagato di tasca sua «10mila euro» ad una ragazza perché «aveva delle fotografie scattate con il telefonino» e «aveva bisogno di soldi».

«ALLUCINANTE» - Nelle carte ci sarebbero stralci anche stralci di altre telefonate tra le ragazze tra 'T.M. e B.V.': «È allucinante. Non sai. Lo chiamano tutte "amore", 'tesorino". Non puoi nemmeno immaginare quello che avviene lì... Nei giornali dicono molto meno della verità anche quando lo massacrano». Tra le carte si leggerebbe anche: «O sei pronta a tutto oppure prendi il taxi e te ne vai».

«SIAMO ENTRATE SENZA CONTROLLI» - «Siamo entrate senza alcun tipo di controllo. È molto semplice. Dai il tuo nome al citofono ed entri». Un'altra ragazza, sempre descrivendo i festini nella casa del Cavaliere, parla di «desolazione». «Sì, sì - prosegue - l'ho proprio conosciuto per bene. Mi ha presentato a tutti e mi ha dedicato anche una canzone...».

LE GEMELLINE - Tra le intercettazioni inviate dalla procura di Milano alla giunta per le Autorizzazioni della Camera ce n'è anche una tra Imma ed Eleonora De Vivo in cui le gemelle parlano di Silvio Berlusconi. «L'ho visto un po' ingrassato, imbruttito», dice Imma alla sorella in una telefonata del 25 settembre 2010 dopo un invito dal premier, a quanto riferito da chi ha letto le trascrizioni. «L'ho visto un po' ingrassato, imbruttito, l'anno scorso era più in forma», dice ancora, «adesso sta più di là che di qua. È diventato pure brutto. Deve solo sganciare. Speriamo che sia più generoso. Io non gli regalo un c...».

MARIA ROSARIA ROSSI E IL BUNGA BUNGA - Nella richiesta di autorizzazione alla perquisizione degli uffici del contabile di Berlusconi, Giuseppe Spinelli, c'è anche l'intercettazione di una telefonata tra la parlamentare del Pdl Maria Rosaria Rossi con Emilio Fede nella quale si parla anche della pratica del bunga bunga. È quanto riferisce chi ha avuto modo di leggere la documentazione. «Ma tu stai venendo qui?», chiede Maria Rosaria Rossi a Emilio Fede. Il direttore del tg4 risponde che sarà nel luogo dell'appuntamento non prima delle 21-21.15. Poi aggiunge: «Ho anche due amiche mie...». «Che palle che sei - risponde la Rossi - quindi bunga bunga, 2 di mattina, ti saluto...».

FERRIGNO - «C'erano orge lì dentro non con droga, non mi risulta. Ma bevevano tutte mezze discinte. Berlusconi si è messo a cantare e a raccontare barzellette. Loro tre (Berlusconi, Mora e Fede) e 28 ragazze. Tutte ragazze che poi alla fine erano senza reggipetto solo le mutandine strette... C'è anche la Minetti con il seno di fuori che baciava Berlusconi in continuazione, insomma un vero puttanaio, eh? ... L'ha fatta diventare consigliere regionale, quando praticamente Berlusconi ha detto alla polizia di affidarla (Ruby, ndr) a lei». Questa la ricostruzione che Carlo Ferrigno fa (in una telefonata intercettata il 29 settembre con un altro uomo) nel raccontare quanto avveniva alle feste nella residenza del Cavaliere. Il contenuto del documento, trasmesso alla Giunta per le autorizzazioni della Camera, è stato riferito da chi ha avuto modo di leggerlo. «Capito? - aggiunge Ferrigno sempre secondo quanto riferisce chi ha letto le carte depositate in Giunta per le Autorizzazioni della Camera - Bella roba, tutta la sera...». Poi sempre Ferrigno parla di una tale Maria «mezzo araba» alla quale avevano fatto fare «la danza del ventre» mentre gli altri stavano «a guardarla». Alla fine, sempre secondo quanto si legge nell'intercettazione, Berlusconi le avrebbe regalato «un anello e un bracciale». Carlo Ferrigno è l'ex prefetto di Napoli (in carica dal 2000 al 2003) ed ex commissario antiracket nominato dal consiglio dei ministri nel 2003, rimasto in carica fino al 2006. Ferrigno - che in passato è stato anche direttore centrale della prolizia di prevenzione (Ucigos) - non è indagato nell'inchiesta sul caso Ruby, ma è stato intercettato nel corso delle indagini.

ALTRI TRE INDAGATI - Intanto si apprende che sarebbero tre gli «altri soggetti» indagati - insieme al consigliere regionale Nicole Minetti, a Lele Mora e Emilio Fede - nell'ambito dell'inchiesta sul caso Ruby. Anche gli altri tre indagati, come si evince dalla richiesta di autorizzazione a procedere alle perquisizioni inviata dalla Procura di Milano a Fede, avrebbero «continuativamente svolto un'attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione» di ragazze maggiorenni e della minorenne Karina el Mahroug.

Fonte: CorrieredellaSera
binariomorto
00martedì 18 gennaio 2011 14:32
IL RUOLO DELLA MINETTI: FAVOREGGIAMENTO DELLA PROSTITUZIONE CON FEDE E MORA

Caso Ruby, gli atti alla Camera:
«Tante giovani donne si prostituivano»

Aperto il fascicolo che contiene le oltre 300 pagine dell'inchiesta milanese.
La Giunta si riunisce mercoledì


MILANO - «Un rilevante numero di giovani donne si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest'ultimo». È quanto si legge nella «domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti del deputato Berlusconi» firmata dai pm di Milano e inviata alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera. Copia della richiesta della procura di Milano è stata pubblicata sul sito della Camera dei deputati (GUARDA). Intanto si apprende dalle agenzie di stampa che i pm sarebbero intenzionati a chiedere il giudizio per il capo del governo entro la metà di febbraio, ovvero entro 15 giorni dalla data del 23 gennaio, l'ultima delle tre che i pm avevano indicato come possibili per la comparizione del premier.

IL RUOLO DELLA MINETTI - In particolare, si parla del ruolo di Nicole Minetti che, «in concorso con Fede Emilio e Mora Dario (detto Lele, ndr)», avrebbe indotto diverse ragazze alla prostituzione. Tra queste c'era anche Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori. Nelle cinque pagine in cui si chiede l'autorizzazione alle perquisizioni anche delle residenze del premier Berlusconi, si spiega in particolare che «i contenuti delle dichiarazioni testimoniali» rese da Ruby (all'epoca dei fatti minorenne e «parte lesa» del delitto di induzione alla prostituzione minorile) e il «complesso degli atti di indagine compiuti» fanno ritenere che: «Minetti Nicole, in concorso con Fede Emilio e Mora Dario (detto Lele, ndr.), nonchè in concorso con ulteriori soggetti, abbia continuativamente svolto un'attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione di soggetti maggiorenni, e della minore El Mahroug, individuando, selezionando, accompagnando un rilevante numero di giovani donne, che si sono prostitute con Silvio Berlusconi, presso le sue residenze, dietro pagamento del corrispettivo in denaro da parte di quest'ultimo, nonchè gestendo e intermediando il sistema di retribuzione delle suddette ragazze a fronte dell'attività di prostituzione svolta».

«AMPI RISCONTRI» - I pm di Milano, sempre secondo quanto si legge nella richiesta di autorizzazione a procedere, avrebbero trovato «ampi riscontri investigativi» sulle case date dal premier Silvio Berlusconi ad alcune ragazze che partecipavano alle serate di Arcore.ha raccontato la stessa Ruby ai pm nell'interrogatorio del 3 agosto scorso. La ragazza ha infatti raccontato che «alcune giovani donne ch partecipavano ai suddetti eventi ricevevano in corrispettivo da Silvio Berlusconi la disponibilità gratuita di appartamenti ubicati in "Milano due"».

RUBY A CASA DEL PREMIER - «Allo stato degli elementi raccolti» le indagini della procura di Milano hanno consentito di verificare come Ruby «abbia frequentato la residenza di Silvio Berlusconi in Arcore dal febbraio 2010 al maggio 2010» scrivono i pm di Milano nella richiesta di autorizzazione alla perquisizione dell'ufficio di Giuseppe Spinelli, a Segrate. Nella richiesta non sono indicate le date in cui Ruby sarebbe stata ad Arcore ma si cita la relazione della Polizia in cui si da conto dell'analisi delle celle radio-base agganciate dai telefoni utilizzati da Ruby. Da qui risulta che la giovane marocchina è stata ad Arcore il 14 febbraio, la notte tra il 20 e 21 febbraio, quella tra il 27 e 28 febbraio, il 9 marzo, il 4 e 5 aprile (Pasqua e Pasquetta), il fine settimana del 25 aprile (24, 25 e 26), la notte tra il 1 e il 2 maggio.

«E' TUTTO SUI GIORNALI» - «Per varie ragioni sono ancora fermo a pagina 80 e non è ancora successo nulla che non avessi già letto sui giornali» ha tagliato corto il presidente della Giunta per le autorizzazioni della Camera, Pierluigi Castagnetti, interpellato dai cronisti. «Le 389 pagine della documentazione che ci è stata trasmessa dai magistrati milanesi - aggiunge Castagnetti - contengono le ragioni per le quali Berlusconi ieri ha fatto quelle dichiarazioni. Evidentemente il premier già aveva queste carte a sua disposizione». E quanto alla possibilità che i legali del premier puntino sulla questione di competenza del Tribunale dei ministri, Castagnetti ha precisato: «Potete riflettere anche voi su cosa comporterebbe la restituzione degli atti alla Camera da parte del Tribunale dei ministri. In Aula ci vorrebbero 316 voti».

L'ITER ALLA CAMERA - Castagnetti aveva già preannunciato l'intenzione di mettere la richiesta all'ordine del giorno della prossima convocazione della giunta, mercoledì, per l'avvio dell'esame. Il presidente ha poi annunciato che il relatore della richiesta della Procura di Milano sarà il vicepresidente di Montecitorio, il deputato pdl Antonio Leone.

IL CAVALIERE E I PM - Il Cavaliere in ogni caso non sembra intenzionato a presentarsi dai pm di Milano che l'hanno convocato per il prossimo fine settimana. Ufficialmente non è stato deciso nulla, ma l'orientamento della difesa sarebbe quello di evitare, al momento, un interrogatorio davanti a chi lo accusa di concussione e prostituzione minorile per la vicenda di Ruby. I pubblici ministeri, dal canto loro, attenderebbero una comunicazione da parte dei legali di Berlusconi riguardo all'intenzione di comparire in procura nelle date del 21, 23 e 23 gennaio prossimo. In linea teorica, gli avvocati potrebbero anche non comunicare nulla. La volontà dei magistrati è quella di chiedere al più presto il giudizio immediato dopo la convocazione del premier, atto necessario per inoltrare la richiesta di processo col rito immediato, che verrà valutata dal gip Cristina Di Censo. A quanto si è appreso, nel giro di 15 giorni, a partire dal 23 gennaio, la Procura chiederà il giudizio per il capo del governo.

Fonte: CorrieredellaSera
binariomorto
00martedì 18 gennaio 2011 14:39
Caso Ruby, Avvenire: "Storia che ferisce"
Quirinale: "C'è turbamento, si faccia chiarezza"

"Non c'è stata alcuna telefonata tra il Capo dello Stato e il premier" riguardante l'indagine che ipotizza il reato di sfruttamento della prostituzione a carico del Cavaliere. Il quotidiano della Cei parla di "irrespirabile polverone", e chiede chiarezza. Analoga richiesta dall'agenzia Sir. Il Secolo d'Italia: "Solo roba di cui vergognarsi". Dagli atti giudiziari emergono due bonifici da 10.000 euro ciascuno inviati dal presidente a una delle ragazze che partecipavano alle serate ad Arcore. Bersani: "Berlusconi si ritiri a vita privata". Di Pietro: "Il Parlamento lo sfiduci al più presto". Ma il ministro degli Esteri minimizza e accusa la magistratura: "Cercano di sostituirsi alla scelta democratica degli elettori". Replica di Vietti (Csm): "Agli attacchi risponderemo domani". Formigoni ammonisce: "Occorre rispettare la privacy di tutti. Chi è senza peccato scagli la prima pietra". Minetti ribadisce: "Il presidente del Consiglio non sapeva che la ragazza fosse minorenne"



Fonte: Repubblica
binariomorto
00martedì 18 gennaio 2011 14:43
Si incrina l'asse Vaticano-Palazzo Chigi
"La situazione diventa insostenibile"

Sconcerto e imbarazzo anche nella Segreteria di Stato.
Il cardinal Bertone medita di prendere le distanze.
Il presidente della Cei Bagnasco pronto a intervenire sull'argomento lunedì prossimo



CITTÀ DEL VATICANO - "A questo punto è meglio che si mettesse una macina di pietra al collo e si buttasse in mare...". In Vaticano ormai si fa sempre più fatica - tra prelati, vescovi e cardinali - a frenare "lo sconcerto, la delusione e la rabbia" per quanto sta emergendo sui festini di Arcore. E c'è persino chi si spinge a ricordare - come pena massima per il premier - una delle pagine più severe del Vangelo, là dove Gesù evoca la tremenda pena dell'affogamento attraverso una macina appesa al collo per quanti fanno del male a bambini e a minorenni in genere.

Reazioni ufficiali della Segreteria di Stato finora non ce ne sono state, ma l'imbarazzo e le perplessità continuano a crescere e il Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, inizia a valutare la possibilità di una presa di distanza. In ambienti vicini alle istituzioni pontificie impegnate a promuovere i valori della famiglia e della vita c'è chi si sente "tradito da tutto quanto sta emergendo dall'inchiesta dei giudici di Milano". In tanti si lamentano dietro l'anonimato. Ma qualcuno non teme di uscire allo scoperto. Come l'arcivescovo Gianfranco Girotti, Reggente della Penitenzeria Apostolica - il dicastero vaticano competente sui grandi peccati commessi dal clero - che invita ad "attendere che la giustizia faccia il suo corso in merito alle accuse rivolte al premier prima di esprimere giudizi definitivi" anche se non riesce proprio a nascondere anche lui "sconcerto ed imbarazzo". "Pronunciarsi sui capi d'accusa del premier è ancora difficile, ma se fosse vero - puntualizza l'arcivescovo - sarebbe veramente inquietante". Girotti è un "tecnico" di etica e di morale, essendo su queste tematiche uno dei più stretti collaboratori di Joseph Ratzinger, prima alla Congregazione della Dottrina della fede ed ora alla Penitenzeria Apostolica, dove è stato promosso dallo stesso Benedetto XVI. "Ognuno deve sforzarsi di osservare comportamenti morali di alto profilo, ma - sottolinea l'arcivescovo - un capo del governo deve essere ancora più attento. A questo punto, pur senza dare giudizi definitivi, è bene aspettare che i giudici facciano il loro lavoro. Ma se fosse tutto vero, la situazione sarebbe grave ed insostenibile. E qualcuno per il bene del Paese dovrebbe fare un passo indietro".

La Curia vaticana, dunque, ufficialmente tace ma "tacere è come parlare di fronte a quanto di imbarazzante e di sporco sta venendo a galla", si mormora a denti stretti tra i prelati più esposti nella pastorale familiare. Nessuno è più pronto a giurare sull'asse tra Berlusconi e il cardinale Bertone: "Ma quale intesa! Chi adombra scenari del genere confonde il dovuto rispetto che c'è tra le istituzioni con presunti rapporti privilegiati con determinati politici e la Segreteria di Stato". Stesse riservate arrivano dalla Cei. Ma si tratta solo di un silenzio momentaneo in vista della prolusione che il presidente Angelo Bagnasco terrà lunedì prossimo all'apertura del Consiglio Permanente dei vescovi. Il parlamentino episcopale non potrà far finta di niente. E sarà proprio lo stesso Bagnasco a sottolineare il disagio della Chiesa "sul calo della moralità e dell'etica che sempre più sta emergendo a livello politico e sociale".

Fonte: Repubblica
binariomorto
00martedì 18 gennaio 2011 15:11
"Stavolta è troppo anche per Silvio"
la stampa estera non molla il caso Ruby

Articoli e corrispondenze su tutti i principali giornali del mondo, tra i più attenti i quotidiani britannici. E la compassata Bbc scrive: "Si ha la sensazione che i magistrati milanesi abbiano morso il freno"

ROMA - Il caso Ruby continua a conquistare spazio sulle pagine dei quotidiani e i siti web di mezzo mondo. A seguire le vicende del premier con maggiore attenzione è in particolare la stampa britannica. Aggiornamenti sulle novità emerse dal deposito degli atti giudiziari alla Camera dei deputati, corredate da gallerie di immagini delle donne che sono solite accompagnare Silvio Berlusconi, sono presenti stamani sulle edizioni online di Finacial TImes, Guardian e Daily Mail, con tanto di dettagli sulle più scabrose conversazioni intercettate dagli inquirenti. The Independent interviene invece anche con un commento di Peter Popham nel quale l'editorialista sostiene che "stavolta neppure Silvio se la può cavare".

Altro editoriale sul sito della Bbc. "Un premier miliardario di una grande nazione europea nasconde prostitute e fornisce loro appartamenti gratis o elargisce denaro? In un mondo socialmente collegato, iper-controllato e senza segreti potrebbe sembrare bizzarro che si scherzi con queste cose, come Berlusconi suggerisce. Eppure - scrive Duncan Kennedy - si ha la sensazione che i magistrati milanesi abbiano morso il freno sulla questione".

Restano accesi i riflettori sul presidente del Consiglio anche negli Stati Uniti. Se il Washington Post si limita a pubblicare un breve articolo ripreso dall'agenzia Ap, va invece in profondità il Wall Street Journal che arricchisce la sua [URL=http://online.wsj.com/article/SB10001424052748704029704576088131674878702.html?mod=WSJEurope_hpp_MIDDLETopStories con una mappa interattiva della carriera politica di Berlusconi, delle sue disgrazie giudiziarie e dei ripetuti tentativi di sottrarsi alle inchieste attraverso leggi ad personam. Spazio alla difesa del premier anche sul sito della Cnn.

Molto seguito lo scandalo Ruby pure In Germania, nazione abituata a dimissioni di politici e uomini delle istituzioni per molto meno. La Sudduetsche Zeitung titola: "Prove contro Berlusconi", mentre la versione web del settimanale Spiegel sottolinea che ieri "nuovi dettagli hanno messo in imbarazzo" il Cavaliere. Il tabloid popolare Bild nel titolo di un breve articolo, si chiede: "Berlusconi e Putin si sono incontrati nell'affare sexy?".

In Francia l'edizione online di Le Monde parla di una situazione che "si fa più e più imbarazzante per Berlusconi". In Spagna articolo sia sull'edizione cartacea che su quella telematica per El Pais. Secondo il corrispondente da Roma Miguel Mora "la vicenda ha assunto dimensioni enormi", e quelle attuali sono "ore decisive per la sopravvivenza politica di Berlusconi". Il catalano La Vanguardia si concentra invece sulla possibile "fidanzata" del Cavaliere e sostiene - indicando Nicole Minetti - che "potrebbe essere la sua igienista dentale e consigliera regionale lombarda".

Ma il caso Ruby balza alle cronache anche in Sud America, ed è riportato dall'argentino El Clarin e dal messicano El Milenio, mentre il foglio brasiliano La Folha de Sao Paulo titola in prima pagina: "Secondo la procura, Berlusconi ha indotto alla prostituzione diverse giovani ragazze".

Fonte: Repubblica
binariomorto
00mercoledì 19 gennaio 2011 14:38
Berlusconi: "Sono sereno e mi diverto"
"Io dare le dimissioni? Ma siete matti?"

Il presidente del Consiglio a Montecitorio per una riunione del Pdl.
"Mi sto divertendo". Nel pomeriggio un incontro di un'ora con Napolitano.
"In atto un processo mediatico con Fini eversivi.
Tribunale di Milano incompetente, dai pm gravissime violazioni di legge".


ROMA - "Ma siete matti?". Così Silvio Berlusconi ai cronisti che gli chiedevano se avesse intenzione di dimettersi. E che lo hanno avvicinato mentre entrava alla riunione del gruppo del Pdl alla Camera dove i legali Ghedini e Longo hanno convocato i membri della commissione Giustizia e della Giunta che ha in mano le carte dei pm milanesi che indagano sul caso Ruby. Berlusconi si mostra tranquillo, e sicuro che tutta la vicenda sarà un "boomerang" per le opposizioni. "Dimettermi? Non faccio gestacci in pubblico. Sono assolutamente sereno, mi sto divertendo". Conferma che a Milano non si farà vedere ("il tribunale è incompetente") e aggiunge: "Dai pm gravissime violazioni di legge". In serata, la sua prima telefonata dell'anno a Ballarò, in onda su RaiTre. Ma la puntata sta chiudendo ed è troppo tardi, come spiega il conduttore Giovanni Floris che rinnova l'invito al premier a partecipare al programma, la prossima settimana.

Quando l'ascensore si è fermato al quinto piano dove si trovavano i giornalisti tenuti fuori dalla riunione del gruppo del Pdl, Berlusconi ha risposto a chi gli chiedeva come fosse andato l'incontro con il Capo dello Stato: "Non chiedetelo a me ma al presidente della Repubblica". Ma secondo indiscrezioni sembra che il Cavaliere gli avrebbe ribadito di essere innocente, di non avere niente a che fare con festini e prostitute minorenni, di essere vittima di chi lo vuole distruggere non solo come avversario politico ma anche umanamente. Del resto, avrebbe sottolineato, nessuna delle accuse che gli sono state rivolte in passato ha mai trovato conferma e lui "è sempre stato assolto".

Napolitano da parte sua non si sarebbe discostato dalla posizione assunta questa mattina con una nota ufficiale: quelle contestate al premier sono "gravi ipotesi di reato", il capo dello Stato "è ben consapevole del turbamento dell'opinione pubblica" davanti a tutto questo. Per il Colle, dunque, la via da seguire non può che essere una: bisogna che tutta la vicenda sia chiarita "al più presto". Poi Berlusconi ha ribadito la sua linea difensiva: "Le ragazze sono state trattate malissimo, in queste ore alcune sono state aggredite, per quanto mi riguarda ho solo dato disponibilità a chi aveva grandi bisogno. Mi attribuiscono tutte queste relazioni con tutte queste donne, si parla di 24. Vorrei sapere come abbia potuto fare, non sono mica Superman...".

Poi spara alzo zero, come sempre nei momenti di difficoltà, contro i magistrati. "Quello in corso - ha detto ai deputati che lo ascoltano - non è un processo giuridico ma mediatico a fini eversivi, mirato solo a farmi fuori. Io non ho commesso alcun reato. Sono sereno, questa cosa sarà un boomerang per loro. Andiamo avanti con tranquillità sul terreno delle riforme". E si affida agli amati sondaggi: "Mi danno al 52 per cento con il Pdl al 32".

Nel mirino del premier anche Gianfranco Fini. "E' colpa sua se non abbiamo cambiato la giustizia. La riforma è stata sempre frenata dai finiani di An. Fini non ci ha fatto fare la riforme".

Intanto dalla procura di Milano fanno sapere che Berlusconi potrà presentarsi davanti ai pm nei giorni 22, 23 e 24 gennaio, dalle ore 10 alle ore 22. Lo scrivono i magistrati nell'invito a comparire notificato al premier in qualità di indagato per i reati di concussione e prostituzione minorile. Nei giorni scorsi era trapelata la notizia che avesse la possibilità di comparire tra il 21 e il 23 gennaio, nell'invito viene precisata la data esatta, l'arco temporale entro cui potrà chiarire la sua posizione ai pm e il luogo della convocazione, la stanza numero 13 al quarto piano del Palazzo di Giustizia di Milano. Ma il senatore Piero Longo, avvocato del Cavaliere, non conferma che Berlusconi si presenterà: "Non ho la più pallida idea di cosa farà". Ci pensa però lo stesso premier a diradare i dubbi: "Milano non è competente, illogico che vada".

Fonte: Repubblica
binariomorto
00mercoledì 19 gennaio 2011 14:46

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binariomorto
00mercoledì 19 gennaio 2011 14:50
"Fare chiarezza e fare presto"
il pressing di vescovi e Quirinale

Napolitano parla di "turbamento" del Paese, l'Avvenire di vicenda "sconvolgente". La Marcegaglia: "Serve governo capace". Dalla Lega difesa di Berlusconi sempre più tiepida: "A noi interessa solo il federalismo. Oppure si vota". Il Pd e Casini rompono gli indugi: "Il premier si dimetta". Ghedini: è stato fatto un abuso di legge. Alfano: "Milano non è competente"


ROMA - E' una specie di morsa morale quella che si è stretta oggi attorno a Silvio Berlusconi. Il giorno dopo le rivelazioni con i devastanti particolari contenuti negli atti allegati dalla magistratura di Milano alla richiesta di poter ascoltare il presidente del Consiglio, il premier è incalzato dai pesanti richiami che arrivano da Quirinale e Vaticano. Da un lato l'autorità laica del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che in una nota ufficiale spiega di essere "ben consapevole del turbamento dell'opinione pubblica dinanzi alla contestazione, da parte della Procura della Repubblica di Milano al presidente del Consiglio, di gravi ipotesi di reato, e dinanzi alla divulgazione di numerosi elementi riferiti ai relativi atti d'indagine". Dall'altro l'autorità religiosa della Santa Sede che in un commento affidato all'Avvenire, il quotidiano dei vescovi, sottolinea come "anche solo l'idea che un uomo che siede al vertice delle istituzioni dello Stato sia implicato in storie di prostituzione e, peggio ancora, di prostituzione minorile ferisce e sconvolge". E anche la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia avverte: "Non sta a me dirlo ma bisogna prendere rapidamente delle decisioni perché il Paese ha bisogno di un governo capace di governare".

Ma non è tutto. Il Quirinale, smentendo "che il Capo dello Stato abbia letto o comunque ricevuto - non competendogli in alcun modo - le carte" chiede anche, "senza interferire nelle valutazioni e nelle scelte politiche" che si faccia chiarezza quanto prima "nelle previste sedi giudiziarie" e che "si proceda al più presto ad una compiuta verifica delle risultanze investigative". Parole che coincidono quasi alla perfezione con quelle di una nota della Sir, l'agenzia di stampa della conferenza episcopale italiana, nella quale si afferma: "Bisogna che si faccia chiarezza in termini stringenti, che la questione sollevata dalla procura di Milano abbia delle celeri risposte, così da non tenere sul filo la politica, le istituzioni, più ampiamente la governabilità".

Il ministro Alfano a Ballarò. Nella polemica entrano anche le parole pronunciate a Ballarò dal ministro della Giustizia Angelino Alfano: "La procura di Milano non è competente, è competente il tribunale dei ministri. Non è che Berlusconi si spoglia delle vesti di presidente del Consiglio quando è ad Arcore". Il ministro ha rimarcato anche "l'uso spropositato delle intercettazioni". Secondo Alfano "si è usata l'attività di indagine più invasiva, le intercettazioni, per accertare una fattispecie concreta che è sproporzionata in basso, rispetto all'uso dei mezzi. Neanche si dovesse beccare un narcotrafficante".

A tenere sotto pressione Berlusconi c'è anche l'atteggiamento della Lega. La tiepidezza con cui il Carroccio difende il premier dalla crescente marea di difficoltà non può non lasciare Berlusconi inquieto. I big del partito oggi non sono ancora intervenuti, lasciando al capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni il compito di mandare un messaggio chiarissimo. "Il caso Ruby preoccupa perché distoglie la gente dai temi veri per il Paese, ovvero le riforme, a partire dal federalismo. La migliore risposta perciò è andare avanti nella direzione delle riforme". Nessuna polemica con i magistrati insomma, nessun grido al complotto e nessuna denuncia contro la presunta violazione della privacy del Cavaliere, ma un messaggio chiarissimo: portare a casa il federalismo viene prima della difesa d'ufficio del premier. E Berlusconi deve esseresi sentito poco rassicurato anche dalla frase sibillina di Giulio Tremonti che si è limitato a definirsi "orgoglioso di rappresentare questo governo nel mondo", evitando però di commentare ipotesi di una sua eventuale successione a Palazzo Chigi.

In serata, si aggiunge anche l'opinione di Famiglia Cristiana. In un intervento pubblicato sulla sua edizione online, il settimanale dei Paolini osserva che nella vicenda della "minorenne Ruby", "marocchina che si tentò di far passare per nipote del presidente egiziano", "risalta la personalità di un politico che, forse, ha sbagliato secolo, immaginandosi simile ai signori rinascimentali ai quali tutto era permesso, grazie all'assenza di un'opinione pubblica informata e all'acquiescenza delle gerarchie circostanti". L'articolo parla anche di "una politica stretta intorno alla presenza di una sola persona, fino a un devastante conflitto fra le istituzioni".

Intanto i legali del Pdl fanno quadrato. Oggi i deputati-avvocato si sono riuniti alla Camera per esaminare la situazione che coinvolge direttamente il loro leader. E Niccolò Ghedini, che del presidente del Consiglio e legale ascoltato, ha detto che nell'inchiesta Ruby è stato fatto un abuso di legge, è stato fatto un blitz dove sono stati usati mezzi imponenti.

In questo assedio al premier - che oggi è stato un'ora al Quirinale, ufficialmente per discutere dell'agenda delle celebrazioni per l'Unità d'Italia - cerca di inserirsi anche l'opposizione. Il Pd e il Terzo Polo hanno formalizzato oggi la richiesta di dimissioni. Parlando in aula alla Camera, il presidente dei parlamentari democratici Dario Franceschini ha chiarito: "Almeno alla fine del suo percorso politico, l'onorevole Berlusconi abbia un sussulto di dignità, si dimetta e vada a difendersi nelle aule dalle accuse infamanti e se ritiene di essere innocente non rifiuti di andare davanti ai giudici, ma chieda ai giudici di andarci prima possibile". "Si dimetta - ha insistito - e lasci che sia il capo dello Stato e la sua stessa maggioranza a trovare la strada e le persone giuste per salvare il Paese".

Ma ancora più pesanti per il presidente del Consiglio devono essere state le affermazioni di Pierferdinando Casini. "Credo non serva minimizzare quello che sta uscendo e neanche prendersela con la magistratura per le modalità delle indagini perché siamo alla sostanza e non più alla forma e io, se fossi il presidente del Consiglio, valuterei con serenità l'ipotesi di fare un passo indietro", ha commentato il leader dell'Udc. "Berlusconi - ha proseguito - è un uomo intelligente, deve far prevalere in questo momento la serenità del giudizio rispetto all'orgoglio. Da domani mattina ciascun italiano è autorizzato a comportamenti emulativi che francamente non mi sembra siano il massimo".

Simile la posizione di Futuro e libertà. "Berlusconi non si sottragga, chiarisca in tribunale, lo faccia subito per rassicurare un'opinione pubblica sgomenta e sconcertata", afferma il coordinatore nazionale Adolfo Urso. "I dati allarmanti della Banca d'Italia - sottolinea - impongono che si faccia subito chiarezza perché il Paese ha bisogno di un governo che faccia le riforme, non di un ulteriore devastante scontro istituzionale, altrimenti - avverte ancora Urso- è meglio andare al voto".

A fronte di questa situzione sempre più complicata, il governo e il Pdl rispondono con dichiarazioni che puntano a minimizzare la vicenda e ad accusare la magistratura milanese di comportamenti persecutori e illeciti. Se il ministro degli Esteri Franco Frattini parla di un'inchiesta "giudiziario-mediatica" che "si rivelerà una grande montatura", quello della Difesa Ignazio La Russa si dice convinto che il caso Ruby passerà ''molto velocemente''. Difendono a spada tratta Berlusconi anche le donne del Pdl che lo descrivono come la vera vittima dell'intera vicenda. Ma oltre alla difesa mediatica, il partito del premier è lavoro per trovare anche la migliore difesa legale. Tutti i deputati-avvocati del Pdl sono stati convocati nella sala Lucio Colletti a Montecitorio. All'incontro ci sarà anche il consigliere giuridico del premier, Nicolò Ghedini. Tra le ipotesi che circolano quella di costituire un pool di legali che possa difendere le ragazze sottoposte a perquisizioni nel 'caso Ruby'.

Da segnalare infine la dichiarazione del vicepresidente del Csm Michele Vietti che ha annunciato per domani una riunione del plenum di Palazzo dei Marescialli incentrata sulla pratica a tutela del pm di Milano Fabio De Pasquale, attaccato dal premier Silvio Berlusconi.

Fonte: Repubblica
binariomorto
00mercoledì 19 gennaio 2011 14:54
"La divisa è un simbolo, non va offesa"
Poliziotti indignati per il bunga bunga

I sindacati degli agenti chiedono che i pm facciano chiarezza su quelle serate nella villa di Arcore. Dove, secondo i racconti di una testimone, l'uniforme sarebbe stata usata in giochi erotici. "Agire nei confronti del presidente del Consiglio come si agirebbe verso un qualsiasi cittadino"

SONO "scoraggiati" e "indignati" per lo scandalo che ha investito, ancora una volta, il presidente del Consiglio. Parlano a nome degli agenti, uomini e donne, che indossano la divisa della polizia di Stato, la stessa che, stando ai racconti di una testimone, sarebbe stata usata nel corso dei giochi erotici organizzati nella sala sotterranea del bunga bunga, nella villa di Arcore. I sindacati di polizia chiedono che la magistratura vada avanti con il suo lavoro, e pretendono che venga fatta chiarezza su una pagina che li mette in imbarazzo.

Alcuni preferiscono non parlare. "Aspettiamo notizie certe" dicono, anche se poi, gli stessi, ammettono: "Se sarà tutto confermato, è una vergogna". Tra quelli che commentano le ultime rivelazioni dell'inchiesta sui festini di villa San Martino, c'è Sebastiano Di Luciano, segretario generale della Uilps (Unione italiana lavoratori polizia di Stato): "Sinceramente non riesco a crederci. Non voglio fare un discorso di tipo politico, perché come sindacato noi siamo soltanto per la legalità. In un Paese democratico, con organi democratici - dalla magistratura alle forze di polizia - si deve agire nei confronti del presidente del Consiglio come si agirebbe verso un qualsiasi cittadino. Non ci sono legittimi impedimenti che tengano". "Provo sdegno e riprovazione rispetto a questo vicende - dice il sindacalista, che parla a nome dei suoi cinquemila iscritti - a maggior ragione perché coinvolgono un premier che può contare su un servizio di polizia di prim'ordine".

Sull'utilizzo di una uniforme della polizia durante le 'cerimonie' erotiche che vedevano protagoniste le ragazze invitate dal premier, Di Luciano attacca: "E' un'offesa allo Stato e alla polizia". Punto condiviso da Giuseppe Tiani, segretario generale del Siap: "Se venisse tutto confermato, saremmo di fronte ad un'offesa gravissima e gratuita agli uomini e alle donne che indossano, ogni giorno, la divisa. Una divisa che rappresenta l'unità dello Stato: è un simbolo e, se certe cose sono veramente accadute, sarebbe tutto molto degradante. La divisa non può essere usata come strumento di offesa per le donne. Ma sarebbe anche un'offesa anche nei confronti della Repubblica".

E solleva un'altra questione: "Se è vero che nei festini sono state usate delle uniformi da poliziotte, bisogna chiarire se fossero vere o meno: nella prima ipotesi, infatti, saremmo di fronte alla violazione di una legge". Duro anche il giudizio della Consap, che "si schiera a tutela della professionalità delle donne in polizia, vilipesa dai verbali delle intercettazioni che corredano la chiamata a giudizio del presidente del Consiglio". "Qualora queste indiscrezioni di stampa rivelassero un fondamento - sostiene il segretario generale, Giorgio Innocenzi - sarebbe un fatto gravissimo che colpisce l'alta professionalità garantita dalle donne in polizia. Sarebbe altresì evidente il profondo disagio dell'intera categoria, nell'indossare una divisa che sarebbe stata ridicolizzata di fronte all'opinione pubblica nazionale ed internazionale. In tema di scelte di Governo sulla sicurezza, quelle che più ci stanno a cuore, i fatti che stanno emergendo appalesano nel nostro presidente del Consiglio, una personalità sempre meno attenta all'agenda di governo, che si era evidenziata anche nell'assenza in occasione dei provvedimenti che hanno riguardato la sicurezza e la specificità delle forze di polizia, che mai come in questo periodo si sono sempre chiuse con inaccettabili penalizzazioni economiche ed operative".

Franco Maccari, segretario del Coisp (circa settemila iscritti, area centro-destra), si dice "scoraggiato": "Penso a vicende come quelle dei voli di Stato che hanno trasportato Mariano Apicella. Vicende che sono state archiviate. E' scoraggiante vedere che le denunce, a volte, sono inutili". Sul caso di Villa San Martino, il rappresentante degli agenti punta il dito contro le carenze di uomini e mezzi, cui la polizia deve far quotidianamente fronte: "A fronte dell'uso improprio di uomini e macchine per servizi di scorte e tutela, penso al 113 che spesso non ha auto da inviare ai cittadini. Sono in polizia da 27 anni, e una situazione del genere non l'ho mai vista. E' chiaro che intorno al premier ci devono essere degli agenti a garantire la sua sicurezza. Mi chiedo però cosa facciano. Il problema non è solo della scorta del premier: oggi, in Italia, più di due terzi dei poliziotti usati nelle scorte non servono, e si configurano come uno status symbol". Nel caso specifico del presidente del consiglio, Maccari lancia un appello ai poliziotti: "Rinunciate a qualche privilegio, come gli straordinari, e ribellatevi a questi servizi.

E' impensabile fare da scorta a personcine che non dovrebbero avere nulla a che vedere con queste attività di vigilanza. Non si sa chi si porta, chi sono queste persone". "La magistratura faccia un lavoro a tutto tondo - conclude il sindacalista - Non voglio sapere con quante persone va a letto Berlusconi, ma voglio solo avere la garanzia che la legge si uguale per tutti". Enzo Marco Letizia, che guida l'Associazione nazionale funzionari di polizia, si dice certo che "gli agenti abbiano rispettato la legge", ma si chiede al tempo stesso quale sia il dispositivo di sicurezza intorno alla villa di Arcore: "Mi auguro che ci sia un sistema di metal detector, fissi o portatili, per verificare se chi entra, può avere con se oggetti atti ad offendere". Più netto il giudizio sull'utilizzo di una divisa durante da parte delle giovani amiche del premier: "Se venisse confermato, sarebbe una cosa penosa. Non si scherza con i simboli istituzionali". In passato, lo stesso sindacato sollevò forti perplessità in merito ad una posa sexy di Claudia Koll, fotografata in divisa da poliziotta: "Oggi, come allora, il nostro giudizio non può che essere critico".

Fonte: Repubblica
binariomorto
00mercoledì 19 gennaio 2011 15:02
Il sistema Berlusconi secondo il Nyt
"Sordido mondo di orge e ricatti"

Nel reportage della corrispondente da Roma gli ultimi sviluppi dell'indagine sul premier italiano e le prospettive incerte del governo: "Gli italiani sempre più preoccupati dalla frattura tra i mali del Paese e le priorità del capo del governo". E sui termini spuntati dalle intercettazioni in redazione si è anche dibattuto....


"In Italia, dove una facciata di moralità cattolica nasconde una alta tolleranza di rapporti illeciti, Berlusconi è stato segnato dagli scandali per anni. Ma questa volta, con il premier che rischia l'incriminazione e con le intercettazioni che presentano un quadro di un sordido mondo di orge e ricatti di prostitute, le cose cominciano ad apparire diversamente". E' lucido e impietoso il reportage di Rachel Donadio da Roma sugli ultimi sviluppi delle vicende italiane. "Berlusconi è sopravvissuto a stento a due voti di fiducia a dicembre e ora potrebbe vedersi costretto a nuove elezioni se uno degli alleati della sua incerta coalizione si dovesse ritirare".

La sintesi della vicenda, compito non certo semplice, porta il Nyt a concludere che "Lo scandalo ha un cast di personaggi che riempirebbe un'intea soap opera". La sostanza dell'inchiesta - basata su "intercettazioni stupefacenti" - appare incontrovertibile: "Le intercettazioni pubblicate danneggiano l'immagine da superman che Berlusconi ha aiutato a coltivare". "In un messaggio televisivo, un Berlusconi teso, il volto ricoperto di fondotinta, ha attaccatoi magistrati che stanno indagando su di lui (....) Seduto davanti a uno sfondo di foto di famiglia Berlusconi ha aggiunto che le sue feste si svolgevano "nella più assoluta eleganza, decoro e tranquillità".

Oltreoceano, si fa fatica evidentemente a concepire l'evidenza di quel che sta accadendo in Italia. "Spiegare questa storia ai lettori americani è una vera sfida", ci dice Rachel Donadio . Ad esempio, la ormai nota frase di Ruby riportata dalle trascrizioni delle intercettazioni in cui la ragazza così si riferiva a Noemi Letizia "Per lui lei è la pupilla e io il culo", ha creato dibattito tra Roma e New York: "Il New York Times ha un codice di stile molto rigoroso che non permette di riportare parolacce o volgarità compreso ass (culo), né consente formule tipo 'c....' o eufemismi allusivi ("ha usato un altro termine per fondoschiena"). Ho sostenuto un dibattito piuttosto divertente con i miei editor su quella frase. Alla fine, hanno vinto loro. Hanno detto che "culo" non era così essenziale ai fini della storia perché ci fosse bisogno di stamparlo. Ma - conclude - con tanta abbondanza di altro ottimo materiale, non penso proprio che la storia ne abbia sofferto!".

Fonte: Repubblica
binariomorto
00mercoledì 19 gennaio 2011 22:24
Berlusconi si difende in un video
"Quei pm devono essere puniti"

Nuovo messaggio del premier ai Promotori della Libertà: "Vorrei andare dai giudici, ma significherebbe legittimarli. Indagini e perquisizioni come contro i mafiosi, violata la Costituzione". E poi: "Mai avuto rapporti con Ruby". Cambiato in corsa il testo nel passaggio contro i magistrati: "reazione" diventa "punizione". L'opposizione: "Vuole distogliere l'attenzione". Bossi: "Lo hanno massacrato"

ROMA - "I magistrati cercano di sovvertire il voto popolare". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un messaggio video ai Promotori della Libertà sul caso Ruby. Ed è già un caso una frase pronunciata dal premier sul finale del suo intervento, quando il Cavaliere ha parlato di "punizione" nei confronti dei magistrati che indagano su di lui. Nel testo diffuso dal sito dei Promotori si usa il termine "reazione". Ma il premier ha evidentemente scelto di cambiare a braccio il tono delle sue frasi, usando parole ben più pesanti. Parole che la capogruppo Pd in Senato, Anna Finocchiaro, definisce eversive. Mentre Bossi sostiene il premier: "L'hanno massacrato", dichiara.

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"E' stata messa in atto una operazione degna della lotta contro la "mafia e la camorra", ha affermato il leader del Pdl. Nel corso dell'inchiesta sono state commesse "violazioni di legge incredibili" che vanno "contro i più elementari principi costituzionali". "Vorrei andare subito dai giudici", ha dichiarato, "ma non posso presentarmi da giudici che non hanno competenza né funzionale né territoriale. I pm di Milano, ha proseguito, "non sono legittimati ad indagare".

Reagire alla violenza del pm. Dal presidente del Consiglio durissime accuse alla condotta degli inquirenti. Il premier parla di perquisizioni nei confronti delle ragazze sue ospiti "compiute con il più totale disprezzo della dignità della loro persona e della loro intimità. Sono state maltrattate, sbeffeggiate, costrette a spogliarsi, perquisite corporalmente, fotografati tutti i vestiti, sequestrati tutti i soldi, le carte di credito, i gioielli, i telefoni e i computer. Sono state portate in questura, alcune senza neppure poter chiamare un avvocato e tenute lì dalle otto di mattina fino alle otto di sera senza mangiare e senza poter avere alcun contatto con l'esterno. Trattate, dunque, come criminali in una pericolosa operazione antimafia". Il premier parla di "procedura irrituale e violenta indegna di uno stato di diritto che non può rimanere senza una adeguata punizione".

Persecuzione, potrebbe capitare anche a voi. "Ho avuto finalmente modo di leggere le 389 pagine dell'ultima vera e propria persecuzione giudiziaria, la ventottesima in 17 anni, che la Procura di Milano mi ha notificato con grande e voluto clamore nei giorni scorsi", ha detto Berlusconi. "La mia casa di Arcore è stata sottoposta a un continuo monitoraggio che dura dal gennaio del 2010 per controllare tutte le persone che entravano e uscivano e per quanto tempo vi rimanevano". Il premier sottolinea che quella di Arcore è una residenza nella quale svolge funzioni di governo. "Ma questo comportamento è gravissimo anche per il comune cittadino perché gli toglie qualsiasi possibilità di privacy. Tutto questo", ha avvertito, "potrebbe capitare a chiunque di voi".

Ma rapporti con Ruby. "Mi si contestano rapporti sessuali con una ragazza minore di 18 anni", ha detto il premier. "Questa ragazza ha dichiarato agli avvocati e mille volte a tutti i giornali italiani e stranieri che mai e poi mai ha avuto rapporti sessuali con me e che si era presentata, creduta da tutti come risulta da numerosissime testimonianze, come una egiziana ventiquattrenne, inoltre sia lei sia il suo avvocato hanno radicalmente smentito di aver richiesto o ricevuto offerte di denaro. E vi leggo quello che ha detto la stessa Ruby in una dichiarazione firmata e autenticata dai suoi avvocati: "Non ho mai avuto alcun tipo di rapporto sessuale con l'onorevole Silvio Berlusconi. Nessuno, né l'onorevole Berlusconi né altre persone, mi ha mai prospettato la possibilità di ottenere denari o altre utilità in cambio di una disponibilità ad avere rapporti di carattere sessuale con l'on. Silvio Berlusconi. Posso aggiungere che, invece, ho ricevuto da lui, come forma di aiuto, vista la mia particolare situazione di difficoltà, una somma di denaro. Quando ho conosciuto l'on. Berlusconi, gli ho illustrato la mia condizione personale e famigliare nei seguenti termini: gli ho detto di avere 24 anni, di essere di nazionalità egiziana (non marocchina), di essere originaria di una famiglia di alto livello sociale, in particolare di essere figlia di una nota cantante egiziana. Gli ho detto anche di trovarmi in difficoltà per essere stata ripudiata dalla mia famiglia di origine dopo che mi ero convertita al cattolicesimo". Ecco perché", continua il messaggio del premier, "vorrei fare il processo subito, con queste prove inconfutabili, ma con giudici super partes e non con pm che vogliono utilizzare questa vicenda come strumento di lotta politica".

Riforme per fermare questi magistrati. Berlusconi conclude il suo messaggio ostentando serenità e promettendo una reazione: "Non c'è stata nessuna concussione, non c'è stata nessuna induzione alla prostituzione, meno che meno di minorenni. Non c'è stato nulla di cui mi debba vergognare", afferma. "C'è solo un attacco gravissimo di alcuni pubblici ministeri che hanno calpestato le leggi a fini politici con grande risonanza mediatica. Io sono sereno, state sereni anche voi perché la verità vince sempre. Il Governo continuerà a lavorare", garantisce in conclusione "e il Parlamento farà le riforme necessarie per garantire che qualche magistrato non possa più cercare di far fuori illegittimamente chi è stato eletto dai cittadini".

Le reazioni dell'opposizione. "Inaudito minacciare ritorsioni contro magistratura. Chi è responsabile in maggioranza se ne renda conto", dice Anna Finocchiaro (Pd). "E' davvero grottesco che invece di preoccuparsi per come umilia con i suoi comportamenti l'Italia, Berlusconi non trovi di meglio che attaccare in maniera eversiva, minacciando ritorsioni e dicendo ennesime bugie, le istituzioni del nostro Paese. Dovrebbe vergognarsi". Per il suo collega alla Camera, Enrico Franceschini, il video di Berlusconi è "il solito trucco per distogliere l'attenzione". Mentre Casini parla di "dichiarazione di guerra" e consiglia al premier: "Si controlli".

Bossi: "I magistrati lo hanno massacrato". In serata Berlusconi ha ricevuto i vertici della Lega. Prima dell'incontro, Umberto Bossi ha commentato con i giornalisti le affermazioni del premier sui magistrati: "L'hanno massacrato: non si è mai sentito un presidente del Consiglio massacrato in quel modo. Pensate - ha continuato Bossi - se agli uomini non piacessero le donne...".

Fonte: Repubblica
binariomorto
00mercoledì 19 gennaio 2011 22:28

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