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Totti dice addio alla maglia della Roma, all'Olimpico il commiato tra le lacrime dopo 25 anni

Ultimo Aggiornamento: 31/05/2017 15:02
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29/05/2017 00:02
 
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Roma, Totti, ultimo giro di campo.
Tutto l'Olimpico in lacrime

Cronaca di un delirio annunciato.
Il capitano, al termine della gara col Genoa,
ha preso il microfono per ringraziare il popolo giallorosso.
Ecco le sue parole


Un silenzio surreale. Nel momento in cui Francesco Totti saluta per sempre la Roma, da giocatore, i 65mila dell’Olimpico vivono sospesi nel tempo e nello spazio. Qualcuno prova a intonare qualche coro, ma non c’è la forza: le musiche del Gladiatore, del Re Leone, quella di Morricone e poi La vita è bella fanno da colonna sonora all’ultimo giro di campo del capitano della Roma. Piangono tutti, sugli spalti, in tribuna stampa e in campo. Gli unici fischi arrivano per Pallotta e Spalletti (che litiga con un cameraman di Sky perché lo inquadrava sui maxischermi dell’Olimpico e devono intervenire gli uomini dello staff a riportare la calma), per il resto c’è una commozione che nessuno dimenticherà. Soprattutto Francesco: “Adesso - dice - ho bisogno io di voi”.


TUTTI 10 — Quando la partita finisce, Totti entra subito negli spogliatoi, in campo si prepara la festa. Semplice, ma sentita. Davvero, almeno dai compagni di squadra e dai tifosi. Francesco rientra e tutto lo stadio si colora di cartoncini gialli e rossi, lui ha gli occhi lucidi ma è solo quando vede la moglie Ilary e i figli Cristian, Chanel e Isabel che scoppia in lacrime. Lacrime che non lo lasceranno più durante il giro di campo - tanto che si ferma, ed è l’amico fraterno Vito Scala a dargli la forza di continuare -, soprattutto quando arriva sotto la curva Sud. Piange, Totti, e con lui tutto lo stadio: lui si inchina ai tifosi e i tifosi si inchinano a lui, una simbiosi rara totale. La squadra gli batte le mani, tutti indossano la maglia numero 10, Pallotta gli regala una maglia incorniciata, che lui bacia, a nome della squadra De Rossi gli dà un piatto con tutte le firme. I giocatori sono in lacrime come i tifosi: il capitano di domani, De Rossi, ma anche Florenzi, Manolas, Nainggolan, El Shaarawy e Emerson, con le stampelle.

IL DISCORSO — Quando arriva a centrocampo, dopo aver lanciato un pallone in curva e averci scritto sopra “Mi mancherai”, prende il microfono e legge il discorso preparato con Ilary: “Se non ce la faccio continua lei che non vede l’ora, in questi giorni piangevo a casa da solo come uno scemo”. Prova a scherzare Totti, ma del ragazzo spiritoso che tanto piace in tv non c’è traccia. C’è solo un calciatore “che adesso diventa grande”. E quindi legge, riuscendo ad arrivare fino in fondo: “Grazie Roma, grazie a mamma e papà, grazie a mio fratello, ai miei parenti, ai miei amici. Grazie a mia moglie e ai miei tre figli. È impossibile raccontare ventotto anni di storia in poche frasi. A un certo punto della vita si diventa grandi, così mi hanno detto e così il tempo ha deciso. Maledetto tempo. Oggi questo tempo è venuto a bussare sulla mia spalla dicendomi: Dobbiamo crescere, da domani sarai grande, levati i pantaloncini e gli scarpini, perché tu da oggi sei un uomo e non potrai più sentire l’odore dell'erba così da vicino. Io voglio dedicare questa lettera a tutti voi - ha aggiunto - ai bambini che hanno tifato per me, a quelli di ieri che ormai sono cresciuti e forse sono diventati padri e a quelli di oggi che magari gridano Tottigol. Mi piace pensare che la mia carriera diventi per voi una favola da raccontare. Ora è finita veramente. Mi levo la maglia per l’ultima volta. La piego per bene anche se non sono pronto a dire basta e forse non lo sarò mai (e dagli spalti in tanti urlano, “nooo!”, ndr). Spegnere la luce non è facile. Adesso ho paura. E non è la stessa che si prova di fronte alla porta quando devi segnare un calcio di rigore. Questa volta non posso vedere attraverso i buchi della rete cosa ci sarà dopo. Concedetemi un po' di paura. Questa volta sono io che ho bisogno di voi e del vostro calore. Nascere romani e romanisti è un privilegio, fare il capitano di questa squadra è stato un onore. Siete e sarete sempre la mia vita: smetterò di emozionarvi con i piedi ma il mio cuore sarà sempre lì con voi. Ora scendo le scale, entro nello spogliatoio che mi ha accolto che ero un bambino e che lascio adesso, che sono un uomo. Sono orgoglioso e felice di avervi dato ventotto anni di amore. Vi amo”. Lacrime, ancora.

Chiara Zucchelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
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31/05/2017 15:02
 
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Non sono tifoso di calcio non sono preoccupato per il futuro di Totti, in quanto fra una beneficenza e l'altra qualche milione l'ha sicuramente messo da parte, eppure a sentirlo mi sono commosso anch'io.
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