2 parole per uno scrittore

"Buona questa senape!" dico e guardo la marca sul tubetto. "È della Orco, mi piace proprio" e me ne spremo un bel zig zag sulla fetta di pane.
"Ma come fai a mangiare quella roba, così solo lei da sola sul pane."
"Che c'è di male? È buona, mica ti obbligo ad assaggiare."
E da giorni che va avanti così. Ogni gesto che faccio é una critica, controlla ogni mia mossa come se sospettasse qualcosa. Eppure sabato le ho portato i fiori come faccio ormai da vent'anni, poi l'ho accompagnata a visitare la suocera in casa di riposo. Al ritorno ci siamo fermati all'IKEA a comperare tutte quelle cose che i nostri figli non vogliono nei loro appartamenti. Alla sera mi sono pure sorbito un film d'amore melenso rinunciando alla partita in differita. Domenica messa, aperitivo e pranzo sul lago che mi pare essere uscito dal manuale del perfetto marito . Ho proseguito con una passeggiata pomeridiana in centro, studiando ogni singola vetrina a disposizione e per finire tappa in pasticceria.
Ma cosa vuole ancora?
Ieri non andava bene come ho caricato la lavastoviglie, prima ancora si era lamentata che non metto via la biancheria stirata e poi ha preteso che passassi il folletto. Per non parlare della scarpe che lascio nell'ordine sbagliato, della macchina parcheggiata storta nel vialetto e delle mie racchetta da tennis che occupano troppo spazio.
Insomma é un continuo tartassarmi e dire che non la presso nemmeno per fare un po' di sesso. Saranno sei mesi che la lascio stare, visto che mi da l'idea che non le interessa più. O forse é proprio la mancanza di rapporti sessuali a renderla così nervosetta?
Durante la settimana, quando sono al lavoro é tranquilla, mentre il fine settimana, quando io avrei bisogno di ricaricarmi, infierisce senza pietà. Pare che qualsiasi cosa le dia fastidio: non capisco.
Meno male che in ufficio mi aspetta sempre Margherita a braccia aperte. Alla mia età non é così scontato riuscirsi a scopare un paio di volte alla settimana la propria segretaria.
Però questa senape é davvero buona, non me ne sono nemmeno accorto che me la sono mangiata quasi tutta. Mia moglie mi fissa e non dice nulla.
Forse ho esagerato, sento un certo peso sullo stomaco, quasi un dolore che risale verso il petto, mi sembra di tremare tutto.
Vorrei dirle qualcosa, ma ho troppa saliva in bocca.
Ne approfitta per parlare lei.
"Sai, caro, che nel fosso lungo il nostro giardino cresce della cicuta? E lo sai che ha fatto anche dei piccoli frutti? Non ci é voluto molto a sminuzzarli con il pestello e ho pensato che fosse l'ideale per arricchire la tua senape di un nuovo sapore. Vedo che hai apprezzato."
L'ascolto, ma sono confuso, quello che ha detto mi ha fatto venire in mente Socrate, ma già non mi ricordo più. Tutta colpa dei polmoni che sembrano prigionieri della cassa toracica, non so perché, ma non entra più aria. Cerco di farle capire che sto male battendo le mani sul tavolo, strappandomi la camicia, ma quella vecchia gallina mi guarda a braccia conserte senza fare niente.
"Tesoro appena smetti di agitarti chiamo il 112 ed eventualmente porterò i tuoi saluti a Margherita."
Sto soffocando, e questa parla di Margherita.
Non capisco più ...






sciarpa - matita

@rabe 🤣🤣🤣
La senape a Peppo non piace, ma l'idea non è male.

Grazie a te e Sara per i complimenti però il racconto di prima è solo fantasia, nessun ricordo 😊. Forse più un desiderio 🙂

Come sa far fuori i mariti la Rabe...

... e pensa che mi faccio pure la ricerchina per vedere se le mie proposte omicide sono davvero fattibili.

... cioè ogni volta provi sperimenti se funziona?!? 😱👍

Sono peggio della Taylor, sono al marito 39, tanti sono i racconti miei in cui qualcuno muore o scompare.
Sono contro la sperimentazione sugli animali e non mi piace farli morire nello stesso modo, per cui sia avanza poco da fare.

Rabe (KLhh221206), 29/12/2022 17:26:

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... e pensa che mi faccio pure la ricerchina per vedere se le mie proposte omicide sono davvero fattibili.

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Come ogni buon scrittore deve fare ma...di solito una ricerca teorica basta e avanza 🤣

Danae (ayfb221203), 30/12/2022 10:43:

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Come ogni buon scrittore deve fare ma...di solito una ricerca teorica basta e avanza 🤣

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Ma no, fa bene Rabe.

Se ha bisogno di (quasi) volontari avrei qualcuno da proporre. Nessun animale verrà maltrattato, parola di scout

Oookkkk, guai in vista.
Ma che vista: con un look total black, passando dal tubino alle calze fino alle décolleté col tacco quella ragazza non passava inosservata. La leggera sciarpa variopinta che portava al collo aveva l'effetto di attirare ancora di più l'attenzione, se possibile.

Diversi sguardi, a cui lei sembrava impermeabile, la seguivano mentre attraversava il cortile dell'università e camminava decisa verso l'aula B2, dove di lì a poco sarebbe iniziata la lezione di Automazione Industriale.

Sì, quegli adorabili guai a quanto pare avevano un preciso destinatario: il professor Colombo.

Non ancora 50enne, era un uomo piuttosto ordinario e poco incline a dare confidenza agli studenti.
Per le studentesse invece faceva eccezione, ma il basso profilo e la discrezione con cui conduceva queste relazioni avevano fatto sì che nessuno in facoltà avesse mai avuto nulla da ridire.

Almeno finora.

Quando Furio Colombo vide entrare Costanza, capì che questa volta non se la sarebbe cavata facilmente.
Ne ebbe la conferma quando la ragazza si fermò, a pochi passi dalla cattedra, e guardandolo fisso negli occhi fece volontariamente cadere la matita da sopra i libri che portava in mano.
Senza staccare lo sguardo, Costanza lentamente si abbassò per raccoglierla, rivelando a Furio e a tutta l'aula la giarrettiera e le belle gambe.

Forse avrebbe dovuto preoccuparsi ma la realtà era che quella maliziosa ed in fondo piuttosto innocente provocazione stava avendo l'effetto desiderato, soprattutto perché lui ben sapeva quali altre fresche delizie si nascondessero sotto il vestito.

Quando Costanza si rialzò altrettanto lentamente, finalmente Furio si riscosse chiedendosi come uscire dall'imbarazzo.
Fu un pensiero subito scacciato dall'applauso e dai fischi di apprezzamento provenienti da tutta l'aula ad anfiteatro, dove in effetti uno spettacolo così non si era mai visto.

Furio sorrise sollevato, ricambiato da Costanza: sicuramente non avrebbe più scordato di chiamarla.

Ghiaccio - Deodorante

Molti la chiamano la Terra del Ghiaccio e del Fuoco: una tundra avvolta dal gelo e punteggiata dai vulcani.Il Paese delle aurore boreali, delle pulcinelle di mare, degli iceberg e dei geyser.
L'Islanda è tutto questo. Una meraviglia. Per conoscere veramente quest’isola, per scoprire la sua anima, non basta fermarsi alle prime impressioni. Ghiacciai e spiagge nere non sono solo meraviglie della natura, ma anche silenziosi testimoni di sbarchi di pirati e cacce agli stregoni. Perché sotto le luci del Nord vive un popolo con una cultura interessante.
Sorseggiavo una tisana guardando l'orizzonte e pensando alle curiose tradizioni di questo popolo.
Improvvisamente sentii il profumo di deodorante, era arrivata una cameriera a riordinare . Presi il portafoglio e uscii salutandola. Per le vie di Reykjavík iniziai a camminare senza una meta precisa


Fuoco- camminata

Bravo Norge. Confesso che cerco di far arrivare Rabe 😁🥰

La Rabe scrive parecchio bene. È un piacere leggerla.

Dovete sapere che ho un rituale letterario da 10 anni, ed è questo... lavorare al mio venerdì 13, ogni venerdì 13. Lo so che oggi non è venerdì 13, ma quante volte ho scritto venerdì 13??? Va beh... le parole scelte da Norge mi ispiravano e ho deciso di preparare la strada con quasi una settimana di anticipo. Dopotutto non ho la fissa, è solo un gioco.

Ve ne lascio un assaggio, scusate l'impaginazione, non sono sicuro che tenga.

Friday the 13th

Dopo aver lasciato lo Spirit, il pub di proprietà del vecchio McKain, arrivai sulla desolata Richmond Road proprio mentre Angus Young attaccava l'assolo in Highway to Hell. La Richmond è una statale che costeggia un bosco di pini e abeti fittissimi e proprio da queste parti, l'anno scorso, un gruppo di escursionisti impegnati a catalogare muffe o non so cosa, se ne uscì sostenendo di aver avvistato un BigFoot.

Che roba ragazzi! Un BigFoot nei boschi del Maine! Noi ci viviamo con questa gente che ogni anno viene e riempie le stanze dell'hotel di Trevor, occupa i tavoli al Barns Coffee & Cigarettes e fa benzina da Kyle, qui a Black Rock, facendo incassare verdi e profumati dollari di città, in cambio di cosa? Avventura? Paura? Voglia di celebrità? Forse dovrebbero smettere di leggere robaccia come l'Ancient Magazine o stronzate del genere.

Nonna Jessica, che è la personalità più anziana nell'arco di ottanta miglia, dice di non aver mai visto nulla di strano negli ultimi novant'anni. Certo, escludendo un certo sceriffo Kent di qualche epoca fa, trovato a dormire su una panchina con addosso un completo di mutandine rosa e reggiseno.

Proprio in quell'istante Mark sentì il ppoff sordo di un copertone bucato e dopo un sussulto l'auto sbandò a sinistra, finendo per un breve tratto contromano e facendogli perdere per mezzo secondo il controllo della traiettoria.

 Merda! Cazzo!

Per fortuna si trovava a poche decine di metri dal vialetto di casa Flood, lo imboccò, e imprecando tra i denti spense il motore. Gli AC/DC, sul finire del pezzo, si ammutolirono all'istante, lasciando nell'aria solo il silenzio limpido della notte primaverile.

Uscì dall'auto e sbattendo rumorosamente la portiera si portò verso il baule per prendere ruota di scorta e crick. Aprì il portellone.

 Ma dove diavolo...

Il vano della ruota di scorta era completamente vuoto. Si ricordò di averla lasciata alla rimessa, bucata anch'essa, per farla vulcanizzare, praticamente due settimane prima. Sbuffando e convincendosi di essere un coglione senza memoria, prese il cellulare da una tasca dei jeans.

 Jerry, si ciao, scusa l'ora, sono Mark Nolin... senti, sono alla vecchia casa dei Flood e ho bucato. Eh, lo so, lo so che la mia ruota di scorta ce l'hai tu alla rimessa. Merda Jerry! Vieni a portarmela per favore o vienimi a prendere, non ho voglia farmi una camminata del genere né tantomeno di dormire vicino al bosco... sai, il BigFoot... Hahaha! Ti aspetto! Si, ok ho capito, mi costerà una birra... certo, datti una mossa però.

Riagganciò. Non c'era un filo di vento e tutto sembrava completamente immobile. Sentì sulla pelle una leggera carica elettrostatica che gli procurò un brivido lungo la schiena, andando a ficcarsi tra una vertebra e l'altra. Si guardò attorno e mordendosi il labbro inferiore come ogni volta che stava per combinare una cazzata, decise di dare un'occhiata all'interno della vecchia casa.

Le storie sui Flood si sprecano giù a Black Rock, altro che BigFoot, qui successe un macello una ventina d'anni fa. Una brutta storia, roba da scappare col fuoco al culo. Una famiglia presa in ostaggio da un forestiero pazzo, non ricordo bene il nome ma era qualcosa tipo Hinfer, Hincer, Hinzelmann. Si, Hinzelmann! Nessuno sa come, questo tizio riuscì a farsi aprire la porta e ad entrare, probabilmente fingendo un guasto all'auto. Poi iniziò a minacciare tutti quanti con un grosso coltello militare.

Era una famiglia molto riservata e tranquilla: Roger e Mary Flood e le due gemelle Katie e Lucy, di soli sette anni. Nonna Jessica sostiene che erano esageratamente schivi, amavano starsene qui, lontani dalla città, e le bambine non giocavano quasi mai con gli altri ragazzini. Comunque non c'è alcuna sicurezza su cosa sia accaduto realmente in questa casa: l'uomo e la donna furono trovati legati, schiena contro schiena, sul pavimento del salotto, morti d'infarto, con lo sguardo fisso nel vuoto e talmente terrorizzato da spaventare pure il coroner. Le due piccole, invece, non furono mai trovate nonostante le ripetute ricerche, neppure nei boschi qui attorno. L'unica traccia trovata era una lunga scia di sangue che portava dal salotto al piano di sopra, che si interrompeva proprio di fronte alla stanza degli ospiti. All'interno di essa nemmeno un granello di polvere fuori posto. E pensare che stavano per trasferirsi a Cleveland, lontano dalla terra dei BigFoot!

Mark si avvicinò al porticato...


[Scacchi - Natiche]

La parola scacchi deriva dal persiano " Shah" che significa Re. La storia di questo bellissimo gioco si perde nei tempi. Erano presenti sia nelle tombe egizie e anche nelle culture nordiche. La scacchiera è composta da caselle bianche e nere che simboleggiano la casa dei misteri... Una sorta di mandala insomma.

Più leggevo questo libro più mi affascinava.Continuai a leggere....

Se si fissano le caselle nere e bianche è evidente la contrapposizione tra buio e luce, giorno e notte, uno Ying e uno Yang, la forza passiva e la forza attiva.
Il Re rappresenta lo spirito, la regina la mente, l' alfiere le emozioni, il cavaliere la vitalità e le torri il corpo fisico, le pedine gli impulsi.
Il Re bianco è l' Io mentre quello nero il " non Io* , il falso Ego...

Era ora di chiudere il libro, alzare le natiche e iniziare a fare i miei esercizi. A malincuore lo chiusi e con un sospiro inizio a tornare nel mondo del reale


Palazzo- farone

"Ma guarda quello! Ma hai visto che roba?" cerco di bisbigliare alla mia amica Lucrezia, detta Crazy.
"Di cosa stai parlando, Dani? Hai già le allucinazione da alcol?"
Ecco io sono Daniela, ho bevuto troppo, perché ancora non riesco a credere di essere all'esclusiva festa di carnevale di Palazzo Marin della Frontaia affacciato sul Canal Grande.
La festa impazza dentro e fuori, ma qui é più esclusiva che mai.
Butto giù un'altra coppa di champagne a cui segue un minitramezzino imbottito di mousse di salmone e non so che altri ingredienti paradisiaci.
Ma eccolo che lo vedo di nuovo. Strattono Crazy, sputacchio un po' di tramezzino cercando di parlarle. Fallisco miseramente, e lui sparisce dietro ad una colonna.
Questo pane mi ha completamente impastato la bocca, mi ci vuole per forza un'altra di quelle coppe di bollicine.
Chissà cosa sono questo bastoncini impanati. Potrebbero essere degli stick di mozzarella. Non c'è nessuno a cui chiedere, per cui non mi rimane altro che assaggiare.
Oh dio! Mi pare di andare a fuoco!
"Ma sei scema, Dani? Tieni bevi questo."
Un altro bicchiere di champagne.
"Cos'ho mangiato?"
"Hai mangiato lo scherzo di carnevale del padrone di casa. Lo fa tutti gli anni. È una tempura di Wasabi che si mangiano solo gli sprovveduti la prima volta che vengono alla festa."
"Cioé io" borbotto dopo aver svuotato un calice che passava di lì su un vassoio.
"Raddrizzati la parrucca, che sei una Marilyn sghemba. Sarai mica già ubriaca?"
"Figurati! Io? L'alcol lo reggo benissimo!" dichiaro con in mano un altra coppa vuota. Non so perché ma sulle esse la lingua mi batteva un troppo sui denti, come se sul palato ci fosse un cavernoso ostacolo. Ma certamente Crazy non se n'é accorta, tanto che se ne va, lasciandomi in balia di questo vortice di camerieri che continuano a prendermi le coppe vuote obbligandomi ad agguantarne un'altra piena per darmi un tono in mezzo a questi sconosciuti.
Mi volto e me lo trovo di fianco quello schianto di maschio a torso nudo travestito da faraone. Abbasso timidamente lo sguardo e vedo che ha delle cosce di tutto rispetto. Chissà cosa nasconde sotto a quel gonnellino striminzito?
Lo fisso e lui ricambia.
Restituisco il mio bicchiere e ne prendo due, così attacco bottone offrendogliene uno.
"Prego"
"Grazie" è molto educato il ragazzo, ma la conversazione muore lì.
Ci riprovo.
"Bello il suo costume da faraone, molto azzeccato"
"Non sono un faraone, ma uno schiavo del faraone"
"Che fortuna! Allora non c'è nessuna faraona in vista!"
Non posso aver detto una cosa del genere.
La cosa grave é che sto vivendo uno sdoppiamento della mia persona, e mi vedo da fuori. Sono assolutamente ridicola e imbarazzante, ma tutto questo mi fa ridere come non mai. Mi viene un vero e proprio attacco di ridarola e non riesco a trattenermi.
Spruzzo champagne su tutti quelli che mi circondano, vacillo sui miei tacchi e credo di avere la parrucca sottobraccio.
"Apprezzo molto la battuta, signorina. Ma adesso per cortesia mi segua, sono della security: le sbronze moleste non sono apprezzate dal padrone di casa."
Che peccato! E io che gli avrei devoluto la mia fagiana o la mia faraona, al momento mi sfugge.
Mentre ci penso mi ritrovo nella calle spintonata dalla folla di carnevale.
Fa lo stesso, dai, festeggio qui.


Finestra zappa

Ho sbagliato tutto!
Ho letto faraone invece di farone!

Non fa nulla Rabe...😂

Ah ma farone nom era un faraone sbagliato???

E che sarebbe un farone?

Mi riferivo a Farone di Meaux😂

Però scrivete anche voi qualche storiella, così mi svago

La doccia era necessaria dopo tutto quel sudore ed il lavoro a contatto con la terra.
Mentre si frizionava i capelli con l'asciugamano, dalla finestra tenuta aperta per il caldo ammirava ciò che aveva realizzato: un piccolo orto, reso ancora più bello dalle piante fiorite che lo delimitavano.

Col sorriso sulle labbra per la soddisfazione, scoppiò a ridere al pensiero di quante volte suo padre le aveva detto: "Non hai le mani buone neppure a tenere una zappa!".

Ecco papà, avevi ragione ma te l'ho fatta! Guarda qua che piccolo capolavoro 🙂

Infarto - Volpe

Il sole sorge alle spalle della baita, scavalcando una cima rocciosa.
Dal camino esce fumo. Di fianco alla stufa un vecchio osserva dalla finestra la luce che passo a passo si fa strada.
Si infila il giaccone e si siede sulla rozza veranda. Osserva l'illuminarsi delle montagne di fronte a lui, bevendo un caffè nelle tazza grande che gli hanno regalato i nipoti. Una certa tristezza gli vela gli occhi. È consapevole che forse sarà l'ultima primavera che potrà passare in baita da solo. I suoi figli insistono a dire che é troppo vecchio per stare a 2.000 m isolato dal mondo, ma lui ritiene che é meglio che essere isolati nel mondo. Per come la vede lui, per i vecchi non c'é più posto in questa società. La gran parte dei suoi amici sono morti, come anche sua moglie. I suoi figli, con tutto l'amore che prova per loro, lo vogliono controllare per qualsiasi cosa. I vicini di casa nemmeno li vede più. Andare ai giardinetti lo intristisce, visto che basta salutare un bambino per sembrare un pedofilo. Ha anche provato a passare del tempo in parrocchia, ma i volontari trattano tutti i vecchi come se fossero rincoglioniti, facendo vedere sempre gli stessi film di Bud Spencer e Terence Hill dopo aver giocato delle improbabili partite di scopa. Le sue coetanee vedove poi sono insopportabili. Il loro passatempo preferito é fare inverosimili proposte di matrimonio con il pretesto di farsi compagnia. Figurarsi se si mette in casa una di queste fastidiose e insistenti vecchiette, quando sa per certo che sono solo a caccia della reversibile, visto che lui di anni ne ha già 88.
Comunque sia, lui nella sua baita ai margini del bosco si trova bene. È da otto anni almeno che ha rinunciato a passarci l'inverno, perché effettivamente era troppo pesante per lui, ma primavera, estate e autunno lassù non se li fa levare da nessuno.
Ai margini della radura vede il suo nuovo amico o forse un'amica: non é ancora riuscito a capirlo. È una meravigliosa volpe che da qualche giorno si avvicina sempre più. Ogni giorno lui le lascia un bocconcino di prosciutto sui gradini della veranda.
I primi giorni la volpe lo osservava e appena il vecchio rientrava, velocissima si prendeva il cibo. Adesso si avvicina cauta anche alla presenza del vecchio per mangiarsi quella prelibatezza.
Quando mette la zampa sul primo gradino il vecchio trattiene il fiato pur di non spaventarla e si accontenta di osservarla, anche se desidererebbe affondare la mano nel pelo ruvido. Anche stamattina appena preso il boccone la volpe si allontana e si infila nel bosco sempre nello stesso posto vicino ad un tronco ricoperto di muschio.
Oggi però il vecchio ha deciso di seguirla, per vedere se trova la sua tana. È un po' come se volesse ricambiare una visita di cortesia.
Così si avvia appoggiandosi al suo bastone.
Nel suo bosco si sente perfettamente a proprio agio. Il fruscio dei rami, i delicati giochi di luce sul terreno morbido, gli arabeschi delle radici che interrompono il sentiero, tutto lo riempie di serenità e pace. Altroché vita nella civiltà. Il vecchio studia ogni arbusto, valuta quanti mirtilli potrà raccogliere quest'estate, verifica anche che i suoi posti buoni da funghi siano intatti pronti a trattenere l'umidità necessaria.
Alza gli occhi al cielo per bearsi dei rami che si cullano al vento strusciandosi l'uno contro l'altro. Proprio in quel momento un dolore atroce, come una cintura di fuoco, gli stringe il petto. Gli cedono le gambe e si ritrova sdraiato a contorcersi fra muschio e foglie cadute. Gli deve essere chiaro che é un infarto, un infarto letale, così si lascia andare e si riempie fin dove può polmoni dell'aria speziata del terreno. Qualcosa di umido e caldo gli tocca la mano, gira gli occhi. È la volpe che per la prima volta si lascia toccare e il suo pelo non é affatto ruvido, ma soffice come la nuvole che si porta via l'anima del vecchio.
La volpe rimane ancora un momento di fianco a quello che avanza del vecchio e poi si allontana nel bosco con il suo passo leggero.

senape - scandalo

Luisa, Claudia e Angela erano al bar insieme sparlando come loro solito dei loro partner e problemi amorosi.
Angela era l'unica single, attualmente frequentava un uomo sposato.Non era la prima volta.
Ultimamente aveva mille paure.


Mille dubbi, mille incertezze... Per quanto le sue amiche la sostenessero aveva sempre gli stessi problemi.
Luisa ad una certa...scocciata raccontò loro una parabola sentita la domenica precedente in chiesa : «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami»


Ecco Angela tu sei proprio così nelle relazioni parti con un granello e tanto entusiasmo per finire nonostante le mille menate a costruirti un albero dove dimorano tanti uccelli...e uno scandalo dietro l'altro.



Amaranto- vento

Complimenti Norge, hai una bella fantasia 😂