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Il perdono

Ultimo Aggiornamento: 04/10/2023 10:47
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20/09/2023 08:08


Ultima osservazione: non sempre il perdono è verso una persona che stimiamo e a cui vogliamo bene. Questo riferito a chi ha scritto che se è vero perdono si ristabilisce la stima e l'affetto come prima. O no?


Stima e affetto vanno un po' per conto loro basta pensare ai figli adulti per capire che saremmo in grado di perdonare loro quasi tutto, di provare affetto incondizionato pur vedendo l'eventuale assenza di buone qualità in loro che si traduce nella scarsa stima.
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20/09/2023 08:15

Sì Trale, anche questo è vero.
Io intendo dire che può capitare di essere nella condizione di perdonare anche degli sconosciuti, gente con cui non si ha una relazione.
Un esempio piccolo: la padrona distratta il cui cane morde senza grandi conseguenze se non un certo spavento la gamba di tuo figlio piccolo.
Esempio più importante: Carlo Castagna.



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20/09/2023 11:05

Re: Re: Re:
Rakosi89 (fHdd221213), 19/09/2023 19:08:

Però tecnicamente il vero perdono sarebbe proprio quello che tu definisci oblio, proprio per questo dico che è molto difficile...

Se si arriva all' indifferenza o all' allontanamento tra le due persone significa che non c'è stato... perché in pratica si è lavorato per se stessi, per non stare più male per una situazione o un evento, ma non per il rapporto se poi l'artefice viene visto in maniera distaccata...
Perdonare invece dovrebbe significare che la stima, l' affetto e la fiducia verso l'altro dovrebbero tornare gli stessi piano piano... per me purtroppo è impossibile, non riuscirei anche volendo...



Perché tecnicamente il perdono sarebbe l'oblio secondo te?
Se dimentico, se rimuovo un ricordo, cosa perdono?
Questo è un punto in cui si "inciampa" spesso. Il perdono, che è donare, concedere qualcosa, necessita di sapere bene cosa si sta perdonando. Non di dimenticarlo.
Forse ti riferisci all'effetto dell'oblio che prevede una sorta di lasciare/lasciarsi andare? Ma è uno stato d'essere legato alla dimenticanza, non al perdono.
Io abbino il perdono invece ad uno stato di pace. Con noi stessi e con chi ci ha feriti. Vedere quella persona, sapere cosa ha fatto e provare un senso di pace.
E, lo ribadisco, non significa riprendere lo stesso tipo di rapporto come se niente fosse accaduto. A volte il rapporto continua, in maniera diversa, altre volte è proprio necessario interromperlo.




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20/09/2023 11:07

La fine del fim Proposta indecente:

Forgive not forget.



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Re:
Tony59 (6BID221203), 19/09/2023 19:59:

Non vorrei andare off-topic.
Se ho dei dubbi sull'insegnamento cristiano, è nel fatto di pensare, spesso, che Quel Giovane ci prendesse anche un po' in giro. Certi discorsi sul perdono, come anche su amare il proprio nemico, equivalgono a prove eccezionali di forza o abilità. Sarebbe come mi venisse richiesto di saper fare eccezionali acrobazie.

Il perdono non lo trovo impossibile; non però facile né applicabile con tutti.



Non credo che "quel giovane" ci prendesse in giro.
Credo tuttavia che sia stato un grande esempio e un grande ottimista. Riusciva a fare cose per noi incredibili. E non mi riferisco alla questione miracoli. Mi riferisco appunto al saper davvero perdonare, forse perché sapeva amare andando oltre, anche il proprio nemico. Tuttavia il suo ottimismo gli ha fatto dare per scontato che se ci riusciva lui, potevamo riuscirci anche noi. Non eravamo e non siamo così avanti.
A proposito dell'amare il proprio nemico, secondo studi religiosi, a quel tempo bastava essere diverso, anche solo di provenienza, per essere "nemico". Quindi nei suoi discorsi, nei suoi tentativi di insegnamento, credo intendesse molto di più del proprio nemico. Anche oggi è fin troppo facile considerare qualcuno nemico. Come allora basta una diversa provenienza o una diversa ideologia.
Non è cambiato nulla in pratica. Ripeto: è stato un grande ottimista.😏


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20/09/2023 11:19

Re:
LaPeppa (V7fd221203), 19/09/2023 22:59:



@masquerade
Cosa intendi col perdono cristiano? In cosa lo differenzi dal percorso che hai in testa?



La prassi predicata. Siamo cristiani, dobbiamo perdonare, perché Gesù perdonava.
E' qualcosa che sento dire spesso, ma che in realtà non porta da nessuna parte, perché si riferisce appunto ad un perdono immediato, automatico. Un predicare bene e poi razzolar male.


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20/09/2023 11:19

@Rakosi, in quel caso è estremamente difficile. Io non so se ci riuscirei. Già mi è difficile farlo con chi mi mostra calore e dolore.
[Modificato da Black Ink 20/09/2023 11:19]
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20/09/2023 11:24

Re:
Rakosi89 (fHdd221213), 20/09/2023 08:03:

però quello che intendevo è che, se l'altra persona non è pentita e magari si sente anche soddisfatta del suo comportamento, renderà tutto più difficile...



Difficilmente le persone si pentono. Quindi sì, è più difficile.


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20/09/2023 11:42

So che sono esperienze difficili da raccontare, ma che ne dite di provare a condividere storie, momenti in cui abbiamo perdonato o abbiamo provato a perdonare ma non ci siamo riusciti?

Inizio io.
Non sono mai stata vendicativa, ma non basta non esserlo per perdonare ed io ho imparato a farlo in realtà da poco più di dieci anni.
Per la serie niente accade per caso, in un momento "tragico" in cui mi era stato fatto di tutto e stavo malissimo, rientra prepotentemente nella mia vita una ex grande amica che era sparita all'improvviso dopo avermi gettato addosso l'inverosimile.
Oggi questo fenomeno si chiamerebbe ghosting. Per dirla alla vecchia maniera "Ma che fine hai fatto?"
L'avevo "rimossa", quasi dimenticata. Ecco l'oblio di cui parlavo prima. Eppure quando lei mi ha cercata io ho avvertito una sensazione di rifiuto, di mandarla via. Non la volevo e cercavo di sfuggirle. Perché non l'avevo perdonata e la ferita era ancora "viva".
Lei però non si è arresa.
E oggi ne sono felice, perché è stato bello ritrovarci, consapevoli entrambe che non siamo più le stesse persone e che niente è stato cancellato. Mi ha spiegato molte cose sul perché si sia comportata così. Non tutte. Le altre le ho capite io perché non era pronta lei a parlarne. E mi ha chiesto scusa.
La ferita si è cicatrizzata. Effetto del perdono. E quando lo provi quell'effetto, ti piace così tanto che capisci che ne hai bisogno in primis tu stesso perché stai finalmente bene, in pace.
Grazie a lei ho applicato questa metodica anche alle situazioni attuali che mi stavano facendo molto male. Lì non c'è stata alcuna richiesta di scusa. Anzi! Anche tentativi di colpire ancora. Ma grazie al perdono, la situazione si è esaurita. E so per certo che aver perdonato queste persone a loro ha dato molto fastidio. Problemi loro.
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20/09/2023 12:36

Nel mio caso si tratta di un perdono complicato. Mio padre.
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20/09/2023 13:00

Come diceva Peppa si può "capire" perché una persona agisce in un certo modo e perdonarla nel senso che non si pensa più con rabbia verso questa persona e non le si attribuiscono colpe. Un genitore è un essere umano che può avere fragilità o patologie di qualsiasi tipo e per queste ragioni non essere un buon genitore, essere incapace di amare, eccetera. Quando si diventa adulti ci si scontra inevitabilmente col fatto che i propri genitori non sono dei supereroi perfetti che ci si immaginava da bambini. E poi c'è anche chi già da bambino ha subito l'assenza reale o metaforica di uno o entrambi i genitori. Ma in qualsiasi caso, ad un certo punto elabori ciò che riguarda la tua infanzia, accetti la tua famiglia di origine per quello che è e comprendi ciò che hanno fatto i tuoi genitori anche sbagliando. Perdonare poi non significa riuscire a ristabilire un rapporto, a maggior ragione se il rapporto non c'è mai stato. Non so se mi sono spiegata.
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20/09/2023 13:20

Per quanto mi riguarda sì, e condivido tutto. È un percorso che richiede tempo, soprattutto se il problema è sorto nell'infanzia.
[Modificato da Black Ink 20/09/2023 13:21]
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20/09/2023 13:42

Re: Re:
Masquerade (fnuj230103), 20/09/2023 11:19:



La prassi predicata. Siamo cristiani, dobbiamo perdonare, perché Gesù perdonava.
E' qualcosa che sento dire spesso, ma che in realtà non porta da nessuna parte, perché si riferisce appunto ad un perdono immediato, automatico. Un predicare bene e poi razzolar male.



Ma è un sentito dire falso.
Non è vero che il perdono sia obbligatorio. Né tantomeno che Gesù si aspettasse da noi di riuscire ad amare come Lui. Proprio perché ben ci conosce e ci ama.
Sono un po' sorpresa perché di solito sei molto informata, vai a cercare e leggere. In questo caso ciò che scrivi è basato su un sentito dire o meglio su una serie di cantilene superficiali e piuttosto popolari sul cristianesimo.
È più interessante di così.


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20/09/2023 13:47

Re: Re: Re:
LaPeppa (V7fd221203), 20/09/2023 13:42:

Ma è un sentito dire falso.
Non è vero che il perdono sia obbligatorio. Né tantomeno che Gesù si aspettasse da noi di riuscire ad amare come Lui. Proprio perché ben ci conosce e ci ama.
Sono un po' sorpresa perché di solito sei molto informata, vai a cercare e leggere. In questo caso ciò che scrivi è basato su un sentito dire o meglio su una serie di cantilene superficiali e piuttosto popolari sul cristianesimo.
È più interessante di così.




Nel vangelo secondo Luca, Gesù invita a perdonare sempre il fratello che pecca contro di noi e che si pente: anche se dovesse peccare sette volte al giorno, se ogni volta si pente bisogna perdonarlo ogni volta.

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
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20/09/2023 13:51

Black Ink (wZlz230414), 20/09/2023 13:20:

Per quanto mi riguarda sì, e condivido tutto. È un percorso che richiede tempo, soprattutto se il problema è sorto nell'infanzia.

Ci vuole tempo. Vero.
Ma l'ho già scritto una volta: non è mai troppo presto per decidere di stare bene.

Non forzarti BlackInk, né in un senso né nell' altro.
Cioè né sforzandoti di perdonare perché hai deciso di farlo e quindi agire in modo "giusto".
Né rimanendo attaccato al rancore o al dolore perché è troppo grande quello che ha fatto.

Nel mio caso ci sono cicli: anch'io ho qualcosina da perdonare a mio papà e mi accorgo che non riusciamo ad affrontare tutto assieme.
Lui si rifiuta di accettare la mia versione dei fatti ma non perché la mia sia quella giusta, semplicemente che io l' abbia vissuta così.
Questo non mi ha mai portata a chiudere i contatti, gli voglio bene e forse proprio per questo non dimentico.


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20/09/2023 18:27

Re: Re: Re:
LaPeppa (V7fd221203), 20/09/2023 13:42:

Ma è un sentito dire falso.
Non è vero che il perdono sia obbligatorio. Né tantomeno che Gesù si aspettasse da noi di riuscire ad amare come Lui. Proprio perché ben ci conosce e ci ama.
Sono un po' sorpresa perché di solito sei molto informata, vai a cercare e leggere. In questo caso ciò che scrivi è basato su un sentito dire o meglio su una serie di cantilene superficiali e piuttosto popolari sul cristianesimo.
È più interessante di così.



Sono sicura che sia più interessante di così. E anche che sia molto diverso dalle prediche ecclesiastiche che si ricevono al riguardo.
Parlo per me e solo per me sia ben chiaro. Ho ricevuto un'educazione cristiana e quel sentito dire di cui parli è una prassi ecclesiastica. Molto bella in teoria. Molto più complessa nella pratica. Ma questo l'ho capito solo in seguito.
Se il mio scherzare su Gesù (riferito all'ottimismo) ti ha turbata, me ne dispiace. Ma seppur scherzando, ho detto ciò che realmente penso. Lui era troppo avanti per noi che siamo ancora fermi a quei tempi più di quanto pensiamo.
Lui sapeva perdonare e amare. Noi ci possiamo solo provare.
E quando sento qualcuno dire io perdono perché sono cristiano non ci credo.
Non è facile essere colpiti e perdonare all'istante. Tranne se non sei Gesù.
Ma io parlo da donna di poca fede.




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20/09/2023 18:34

@Peppa, è una continua lotta interna. Lasciare andare credo sia esattamente la chiave. Grazie per il consiglio. 🙂
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20/09/2023 18:35

Re:
Black Ink (wZlz230414), 20/09/2023 12:36:

Nel mio caso si tratta di un perdono complicato. Mio padre.



Il più delle volte il perdono più grande lo si applica ai genitori. E più è grande, più è complicato.
E anzi è proprio il più difficile.
La mia amica era solo un modo per imparare, per iniziare a perdonare. C'erano, ci sono e ci saranno perdoni più grandi, più importanti da "donare".
Io ho perdonato anche i miei genitori.
Spero possa riuscirci anche tu.

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20/09/2023 21:01

Masquerade ha ragione secondo me quando parla di una sorta di allenamento. Si può mettere in pratica quotidianamente. Con piccoli perdoni, e soprattutto vedendo gli effetti che hanno, si allarga la capacità, sempre a nostra discrezione. Spesso ci si rende conto anche quanto noi in prima persona veniamo perdonati.

@masquerade
No grazie, non mi hai turbata. E perché?
Mi dispiace sinceramente che tu sia rimasta imbrigliata in quella che tu chiami prassi ecclesiastica.
Io non ho ricevuto una classica educazione cristiana e sono arrivata ad un avvicinamento in età adulta.
Non ho su di me quel peso che so esistere e che tanti cristiani da sempre sentono.
Gesù non era troppo avanti, era ben consapevole dei nostri limiti. C'è scritto anche nel Vangelo, il Suo non è un insegnamento che condanna ma che giustifica, con un significato un po' diverso da quello di "trovare una scusa". Sempre secondo il Vangelo, lascia lo Spirito Santo che è il nostro avvocato difensore: quello che ci permette di accettare i nostri limiti, di accoglierci, di perdonarci.
Perché è vero che un nodo importante è quello del perdono dei genitori. Ma sospetto che come per l'Amore se non si parte da se stessi sarà sempre un faticoso esercizio che spesso lascia rancorosi, tutto il contrario di quanto sarebbe auspicabile.
Chi dice "perdono perché sono cristiano" non so cosa intenda. Ci sono persone, tante, che prendono la religione come un piatto pronto: facile e veloce, così non ci penso più. Può andare bene all' inizio, poi se vuoi nutrirti bene e per il tuo bene, impari a far da mangiare.
Pensa ad una vita di piatti pronti: poca salute e della cucina e del cibo non ci capirai mai nulla.

@blackInk
Spero che ti sia utile: non è quasi mai un fatto personale. Chi ti fa del male, intendo.
In bocca al lupo.


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21/09/2023 00:51

@Peppa, scusami, non ho capito. In che senso non è un fatto personale?
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21/09/2023 08:18

Non è "quasi" mai un fatto personale. Anche io non comprendo appieno il senso della frase. Per quanto mi riguarda: amici o amiche maldestri ritengo che siano stati perfino inconsapevoli di aver fatto del male. Dei miei genitori posso dire che mio padre era una persona anaffettiva, profondamente concentrata su se stessa e sui suoi bisogni che non era in grado di fare il genitore. Non posso fargliene una colpa perché ho capito. Mia madre aveva tutti gli strumenti emotivi per essere un buon genitore ma è rimasta intrappolata in una visione di sé stessa vittima del marito, della sua famiglia di origine, perfino di noi figli che le impedivamo di vivere la sua vita. Sono stata colpevolizzata da lei di essere stata la causa della sua depressione, dei suoi problemi lavorativi, eccetera. Direi che per mia madre è sempre stato un fatto personale. Forse lo è ancora adesso perché lei non ha mai fatto una analisi di sé. Io l'ho fatta e ne sono felice perché ho più strumenti per affrontare le sfide emotive di ogni giorno.
[Modificato da Trale 21/09/2023 08:20]
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21/09/2023 08:35

Ok, provo a spiegare quale sia il mio sentire.

Trale parla di maldestrezza. Sì, c'è anche quella.

Mi è capitato che mi abbiano fatto male. Di solito chi è più vicino è anche chi causa il dolore maggiore.
Partendo dal distacco, oltre a vedere e comprendere l'umana fragilità, la natura propria di quella persona (vedi la storiella della rana e dello scorpione) sono arrivata alla conclusione che non è che quella persona ce l' abbia con me.
Io sono lì in mezzo ed il male che mi fa è un danno collaterale del suo malessere, del suo disagio. Sono poche le persone e le situazioni in cui vogliono volontariamente eliminare te e proprio te e si accaniscono.

La relazione genitori - figli è una prova tosta perché spesso i figli demoliscono le apparenti sicurezze di un genitore e riescono ad arrivare al cuore della vulnerabilità di una persona adulta. Chi ha gli strumenti, una certa lucidità e la volontà di amare riesce bene o male a vedere questa dinamica, altri genitori si accaniscono sui figli perché è come se vedessero la volontà dei figli di fargli male.

In generale gli altri mettono in luce le nostre fragilità, i nostri punti deboli. Nostri personali.
La lotta spesso è tutta interiore. Gli altri, una volta visti per ciò che sono, vengono messi nella condizione di non nuocere più.
Scusate, è un discorso ampio e c'è sicuramente chi lo spiega molto meglio di me.


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21/09/2023 09:12

Sì ti sei spiegata benissimo, concordo anche. Per quanto mi riguarda, non chiamo "perdono" il percorso di consapevolezza che ho fatto. Perché non è proprio perdono, è accettazione di ciò che mi è successo, accettazione di non poter tornare indietro per vivere una infanzia diversa, accettazione di genitori dei quali mi vergognavo quando ero bambina (che brutta cosa eh?). Quando ho accettato tutto questo da adulta, ho anche capito il perché era successo. Cosa potevo pretendere da due persone poco più che ventenni nate da genitori che ne venivano da un altro mondo nonché dalla guerra? Capire loro mi è servito per capire gli altri e anche per vivere bene. Adesso vivo bene e per me vivere bene significa non avere questioni emotive in sospeso con qualcuno. Questo non significa che tra me e mia madre c'è un rapporto bellissimo come succede nei film quando genitori e figli si abbracciano e si perdonano e dal quel momento sono tutti felici e contenti. Se non c'è mai stato un rapporto del genere, non mi sento di costruirlo ora. Per me è già molto avere un rapporto sereno e se non ho voglia di vederla, non la vedo, punto. Amici maldestri e/o opportunisti, so già che sono tali, se mi cercano e mi avanza tempo li prendo per ciò che sono, sennò a dopo. Ho accettato che l'affetto nei confronti degli amici deve essere misurato. Se si dà loro disponibilità e affetto, li do mette in imbarazzo, si domandano il perché sei buona con loro, hanno paura che vuoi qualcosa in cambio. Non so se è il modo migliore per affrontare le relazioni con gli altri ma ho imparato a "buttarmi" un po' meno e a restare di un piano più superficiale. Scusate ho divagato un bel po' 😂
21/09/2023 11:00





it's funny that way, you can get used
To the tears and the pain
What a child will believe
You never loved me
You can't hurt me now
I got away from you, I never thought I would
You can't make me cry, you once had the power
I never felt so good about myself
Seems like yesterday
I lay down next to your boots and I prayed
For your anger to end
Oh Father I have sinned
You can't hurt me now
I got away from you, I never thought I would
You can't make me cry, you once had the power
I never felt so good about myself
Oh Father you never wanted to live that way
You never wanted to hurt me
Why am I running away
Oh Father you never wanted to live that way
You never wanted to hurt me
Why am I running away
Maybe someday
When I look back I'll be able to say
You didn't mean to be cruel
Somebody hurt you too
You can't hurt me now
I got away from you, I never thought I would
You can't make me cry, you once had the power
I never felt so good about myself
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21/09/2023 18:28

@Peppa grazie per aver spiegato. È chiaro ora.
Sicuramente si è vittime di sé stessi.
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