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San Francesco

Ultimo Aggiornamento: 18/06/2011 01:47
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15/06/2011 15:36
 
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Renato Zero e San Francesco
www.repubblica.it/persone/2011/06/15/news/renato_zero-1...

Uno squarcio intervista a Renato Zero sul suo legame con San Francesco (nel link l'articolo completo)

Maestro Renato Zero, ma cosa c'entra lei con un santo come San Francesco?
"C'entro, c'entro. Francesco è il santo di tutti, quindi anche il mio. E' il santo che, attraverso le sue opere e le sue scelte esistenziali - rivoluzionarie e per non pochi a volte incomprensibili - ha condotto la sua vita sulle orme di Gesù Cristo, di Dio Padre, pur provenendo da famiglia benestante, pur avendo vissuto pienamente le passioni e gli entusiasmi tipici della gioventù. Un esempio forse unico nel suo genere, eternamente attuale, che colpisce credenti, non credenti, laici, fedeli cattolici, seguaci di altre religioni. Un santo che più si conosce e più si ama".


Come spiega tanto interesse intorno a un santo che, in fondo, è vissuto oltre 800 anni fa? Una figura che ogni anno attira milioni e milioni di persone a pregare sulla sua tomba di Assisi...
"Non ho ricette, né spiegazioni. Dico semplicemente che San Francesco è un vero patrimonio universale per tanti motivi. Forse perché ha sempre parlato al cuore di tutti, senza problemi e senza perplessità. Da sempre è stato un esempio per generazioni di credenti e non credenti, trasparente, genuino, mettendo la sua vita al servizio di tutti. E per questo milioni e milioni di persone ogni anno si inginocchiano e si fermano in personale meditazione sulla sua tomba. Come, altrettanti milioni e milioni di persone, credenti e non credenti, hanno fatto anche con Giovanni Paolo II. Non una coincidenza casuale, ma un dato di fatto che ha preso forma intorno due figure, Francesco d'Assisi e Karol Wojtyla molto, molto simili".

Lei, quindi, sostiene che tra il Poverello e il primo Papa venuto dall'Est esisterebbe un legame assai stretto?
"Certamente. Tra i due c'è tanta affinità, pur essendo vissuti in epoche assai lontane tra loro. Entrambi insegnano a pregare, ad amare Cristo, Dio, la Madonna ed i grandi santi della Chiesa. E nello stesso momento sono capaci di sentire cosa batte nei cuori di tutti noi. Parlano, tutti e due, dei bisogni generali, ma anche dei problemi dei singoli, senza dimenticarsi dei grandi problemi dell'umanità, la pace, la fratellanza, la condanna delle violenze e delle guerre. Per non parlare dell'ambiente, della natura. Se milioni di persone si muovono seguendo i loro insegnamenti un motivo ci sarà. Karol Wojtyla lo aveva capito benissimo. Non a caso da pontefice è stato ben sei volte in pellegrinaggio ad Assisi per pregare sulla tomba di Francesco, in nome del quale nel 1986 indisse la storica giornata di preghiera interreligiosa, uno dei grandi capolavori del suo pontificato".

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