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Agguato a Belpietro

Ultimo Aggiornamento: 13/04/2011 00:13
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03/10/2010 11:41
 
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e adesso il ministro Maroni vuole mettere il bavaglio alla Rete

Nella grande incertezza delle indagini, il capo Viminale su una cosa non ha dubbi. Il colpevole è internet. "Qui - dice il ministro - si leggono accuse che possono dare a qualche mente malata lo spunto ad agire”
Le indagini sul presunto attentato al direttore di Libero, Maurizio Belpietro, sono appena cominciate ma il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha individuato almeno un mandante: internet. Qui, ha spiegato Maroni, “si leggono accuse che possono dare a qualche mente malata lo spunto ad agire”. Nel Palazzo la rete è vista come un bombarolo anarchico irriducibile da catturare e imbavagliare. Soprattutto per gli esponenti del Pdl. I due video diffusi ieri, che riprendono Silvio Berlusconi mentre racconta una barzelletta su Rosy Bindi con bestemmia e, l’altro, mentre attacca la magistratura con un gruppo di sconosciuti sotto Palazzo Grazioli, sono arrivati alla conoscenza di tutti proprio grazie a internet.

A ogni petardo che esplode (come quello lanciato poche settimane fa a Torino sul palco della festa del Pd) c’è qualcuno che punta il dito contro la troppa libertà di internet. Quando, il 13 dicembre 2009, il premier venne colpito dalla statuetta del Duomo scagliata da Massimo Tartaglia, Maroni propose una legge per “sanzionare chi supera determinati limiti” in rete. Mentre il presidente del Senato, Renato Schifani, sentenziò: “Facebook è più pericoloso dei gruppi extraparlamentari degli anni 70”. Sul social network, a dire della seconda carica dello Stato, “si leggono dei veri e propri inni all’istigazione alla violenza. Negli anni 70, che pure furono pericolosi, non c’erano questi momenti aggregativi, che ci sono su questi siti. Così si rischia di autoalimentare l’odio che alligna in alcune frange”.

Ed è vero: su Facebook le persone si aggregano. In gruppi. Che si condividono, sottoscrivono, commentano. Ma quelli che inneggiano all’odio vengono chiusi da Palo Alto (Usa, California), sede della società. E a cercare segnali di odio contro il direttore di Libero, su Facebook non si trova granché. Anzi. A fronte di 188 persone del gruppo “infiliamo un budello di maiale in testa a Belpietro” e 172 iscritte a “Belpietro non è una bella persona”, ce ne sono oltre 4mila a sostegno di “Maurizio Belpietro”. Sì, c’è un gruppo che si chiama “Kill Belpietro”, fino a ieri aveva appena 35 iscritti (oggi 90) e la fondatrice, una ragazza laureata a pieni voti, ha spiegato di averlo intitolato così in riferimento a Kill Bill, il film di Quentin Tarantino.

Il quotidiano Libero, stamani, ha dedicato 15 pagine al presunto attentato di giovedì sera e una di queste ai “dietrologi scatenati sul web”, scrive il giornale. “Per i dipietristi l’attentato è una ‘bufala per auemntare i consensi’” e riporta quanto scrive il sito Futuro e Libertà, fondazione che fa riferimento a Gianfranco Fini. Per loro, scrive Libero, è “colpa di Silvio”. Futuro e Libertà è una rivista, ovviamente, on line.

Ma Belpietro non è l’unico giornalista noto che sui social network ha qualche “nemico” virtuale. Marco Travaglio, ad esempio, ha oltre 9mila persone che tra lui e una gallina preferiscono la seconda. Mentre in 194 a Vittorio Feltri, direttore de Il Giornale, preferiscono un water. I politici, ovviamente, sono un altro discorso. Antonio Di Pietro ha 20mila persone che preferiscono a lui una capra, mentre gli iscritti al gruppo “Odio Silvio Berlusconi” sono 1088. “Uccidiamo Berlusconi” è stato chiuso e, oggi, si trovano solo gruppi a favore del premier: “Uccidiamo tutti tranne Berlusconi”, “Perfavore non uccidiamo Berlusconi” e “Non odiare Silvio”. Quest’ultimo creato da un consigliere regionale della Campania, Ermanno Russo, eletto nelle file del Pdl, come gesto di “solidarietà al presidente del Consiglio”.

Eppure il premier ha più volte detto che internet va limitato. Troppa libertà. Dieci giorni prima di essere aggredito a Milano, disse: “A gennaio l’Italia presiederà il G8. In quell’occasione porteremo al tavolo dei grandi una proposta di regolamentazione di internet, visto che manca in questo settore una regolamentazione uniforme”. Tempo due settimane e al Consiglio dei Ministri arrivò un disegno di legge: oltre che per l’istigazione a delinquere, un sito internet potrà essere interdetto dall’autorità giudiziaria in caso di reato di sostituzione di persona, prevedeva la bozza in cui si affermava che le norme di procedura penale sui sequestri e le confische sono ”compatibili” con le attività illecite commesse via internet.

“L’autorità giudiziaria – è scritto nella bozza – quando procede per i delitti di sostituzione di persona e istigazione a delinquere commessi per via telematica – ove non sia possibile impedire altrimenti che il reato venga portato a ulteriori conseguenze – dispone con decreto motivato l’interdizione dell’accesso al dominio internet attraverso il quale la condotta criminosa viene consumata. L’interdizione può avere una durata non superiore a 30 giorni” che può essere prolungata di altri 30 giorni in caso di mancata ottemperanza del provvedimento. Il Consiglio dei ministri rimandò la discussione e ancora deve riprenderla, ma a ogni occasione, come quella di ieri, viene rispolverata e aggiornata.

Mettere un bavaglio a Facebook e, magari, alla rete, è uno dei desiderata della maggioranza. Ma proprio ieri dalla Cassazione è arrivata l’ennesima conferma che la rete deve rimanere libera. I giudici dell’alta corte, infatti, hanno stabilito che internet “non può essere assimilato alla carta” stampata, “il direttore di un giornale on-line non è responsabile dei contenuti diffamatori pubblicati sul sito”. Pensare che il ddl intercettazioni del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, prevedeva la rettifica persino sui blog con multe fino a 12.500 euro e altri bavagli vari. Il ddl, come disse il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, è finito su un binario morto, ma la volontà rimane quella di limitare internet. E il “possibile ritorno degli anni di piombo”, ipotizzato da Maroni oggi, potrebbe renderlo necessario.



www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/02/agguato-a-belpietro-e-adesso-il-ministro-maroni-vuole-mettere-il-bavaglio-alla-ret...
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THE NUMBER OF THE BEAST
<< Ma guai a voi terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore
sapendo che gli resta poco tempo... Chi ha l'intelligenza calcoli in numero della bestia
essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei. >>
Sono rimasto solo e la mia mente è vuota
Ho bisogno di tempo per farmi tornare in mente i ricordi
Quello che ho visto
Questa notte è stato reale e non solo fantasia
Proprio quello che ho visto nei miei vecchi sogni era
Il riflesso della mia mente pervertita
Perché nei miei sogni vedo sempre la faccia maligna che mi torce la mente
E mi porta alla disperazione
La notte è nera e non mi vuole trattenere
Perché guardo proprio qualcuno che mi sta osservando
Nella nebbia figure scure si muovono e si intrecciano
Tutto questo è la realtà o qualche specie di inferno
666 il Numero della Bestia
L'inferno e il fuoco sono generati per essere sprigionati
Le torce fiammeggiano e canti sacri vengono innalzati
Come iniziano ad urlare, le mani si alzano al cielo
Nella notte i fuochi bruciano luminosi
Il rito è iniziato, il lavoro di Satana è compiuto
666 il Numero della Bestia
Il sacrificio continuerà stanotte
Questo non può andare oltre, devo avvisare la legge
Questo è vero o è solo qualche folle sogno
Mi sento attirato dal canto maligno dell'orda
Sembra che mi stanno ipnotizzano... non posso evitare i loro occhi
666 il Numero della Bestia
666 quello per me e per te
Sto andando a casa, ma ritornerò qui
Possederò il tuo corpo e ti brucerò
Io ho il fuoco e ho la forza
Ho la potenza per attuare la mia maledizione

I buoni vannoinvece ioche sonovado dove voglio

Errare è umano, perseverare è cattolico

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03/10/2010 11:43
 
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sapendo che gli resta poco tempo... Chi ha l'intelligenza calcoli in numero della bestia
essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei. >>
Sono rimasto solo e la mia mente è vuota
Ho bisogno di tempo per farmi tornare in mente i ricordi
Quello che ho visto
Questa notte è stato reale e non solo fantasia
Proprio quello che ho visto nei miei vecchi sogni era
Il riflesso della mia mente pervertita
Perché nei miei sogni vedo sempre la faccia maligna che mi torce la mente
E mi porta alla disperazione
La notte è nera e non mi vuole trattenere
Perché guardo proprio qualcuno che mi sta osservando
Nella nebbia figure scure si muovono e si intrecciano
Tutto questo è la realtà o qualche specie di inferno
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L'inferno e il fuoco sono generati per essere sprigionati
Le torce fiammeggiano e canti sacri vengono innalzati
Come iniziano ad urlare, le mani si alzano al cielo
Nella notte i fuochi bruciano luminosi
Il rito è iniziato, il lavoro di Satana è compiuto
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Questo non può andare oltre, devo avvisare la legge
Questo è vero o è solo qualche folle sogno
Mi sento attirato dal canto maligno dell'orda
Sembra che mi stanno ipnotizzano... non posso evitare i loro occhi
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Sto andando a casa, ma ritornerò qui
Possederò il tuo corpo e ti brucerò
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03/10/2010 12:12
 
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Re:

Deve esserci pur sempre una colpa, soprattutto se di qualcun altro!
La teoria del capro espiatorio si avvantaggia ancora delle farneticazioni del nostro ineffabile ministro dell'interno.
Proprio lui, rappresentante di un leghismo secessionista, rivoluzionario, razzista, becero, violento, un movimento formato su solide basi d'ignorante cafoneria e di stupidità liturgica padana.
Quando riuscirema a liberarci anche di questa concimaia stupida ed arrogante?

Hasta la victoria.

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03/10/2010 12:22
 
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La libertà dell'informazione in un paese è direttamente proporzionale alla democrazia del paese stesso.
Internet è informazione libera. Internet fa paura a questa gente.
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03/10/2010 19:14
 
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Re:
666, 03/10/2010 11.43:







Ecco perchè il governo ha ottenuto la fiducia!!!
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03/10/2010 23:06
 
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Come dicevo quest'attentato mi pare strano.
Ora esce fuori che sto misterioso attentatore non è stato ripreso dalle diverse telecamere nella via, e a vederlo è solo il caposcorta che ha esploso i colpi.
C'è da dire che il medesimo caposcorta già nel '95 fu l'unico testimone di un presunto attentato sventato da lui a 'D'Amato, allora a capo del pool di mani pulite.
La cosa all'agente valse una promozione, ma le indagini non portarono a nulla.
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03/10/2010 23:35
 
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E aggiungo che D' Ambrosio, il magistrato protetto dallo zelante poliziotto, non ha mai creduto all' ipotesi di attentato del 1995 ai suoi danni e da come ha commentato l' episodio odierno neppure è tanto convinto di quello ai danni di Belpietro. Nell' uno e nell' altro caso c' è solo la testimonianza del poliziotto.
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03/10/2010 23:46
 
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Esatto: D'Ambrosio, non D'amato.
Vediamo cosa ci vorranno raccontare di tutto ciò.
Piaceva così tanto a sta banda la storiella dell'uomo cattivo con la pistola..
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05/10/2010 21:31
 
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Re: Re:
Hasta la victoria, 03/10/2010 12.12:



Quando riuscirema a liberarci anche di questa concimaia stupida ed arrogante?

Hasta la victoria.




speriamo che non gli dicano che la crescita della lega è dovuta per buona parte dal voto di elettori che votavano a sinistra.

ma hastina è un novello donchisciotte che va in giro col suo bravo ronzinate... e siccome non se lo caga nessuno altro non trova da fare che prendersela con Blu

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Sono eretico, ironico e autoironico, ateo, dissacrante, cinico, odioso. Inutile cercare in me qualcosa di apprezzabile. Meglio evitarmi.
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05/10/2010 23:36
 
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“Porco, maiale”:
Belpietro riceve una lettera di insulti a casa


Una lettera contenente insulti è stata recapitata a casa del direttore di Libero, Maurizio Belpietro. E’ stato lui stesso a consegnarla agli uomini della scorta al rientro a casa, nel pomeriggio.

Secondo quanto si è appreso, la lettera contiene vari insulti, ma nessun accenno all’episodio della settimana scorsa, quando Belpietro ha subito un tentativo di aggressione, assieme agli uomini della sua scorta, sul pianerottolo di casa.

La lettera è stata mostrata a Belpietro dalla moglie, una volta che il direttore è rientrato a casa. Lui l’ha poi consegnata agli uomini della scorta che hanno fatto intervenire la Digos che ora ha al vaglio il contenuto e provvederà a far eseguire sulla missiva stessa dei rilievi scientifici.

Secondo quanto riferito, nel testo, tra gli insulti, ricorrono le parole “porco e maiale” nonché un generico augurio di morte. La lettera, che non contiene firme o rivendicazioni di nessun tipo, è stata scritta con un pc ed è arrivata per posta ordinaria, con timbro di Peschiera Borromeo.

Secondo indiscrezioni, il testo riportava una frase a metà tra la minaccia e l’augurio auspicando per il direttore ”una brutta fine”. Nelle righe successive le frasi assumevano il tono della minaccia anche nei confronti dei famigliari, replicando gli stessi minacciosi auguri di morte anche alla ”tua stirpe”.

Per il direttore di Libero non sarebbe una novità ricevere minacce o lettere di insulti, ma a quest’ultimo episodio si è data particolare attenzione perché si colloca immediatamente dopo la presunta incursione nel palazzo dove risiede di uno sconosciuto armato.
L’unica differenza sostanziale tra la lettera ricevuta oggi e le svariate altre che hanno raggiunto il direttore del quotidiano milanese è che questa è stata recapitata a casa mentre, di solito, tutte le altre missive venivano inviate alla sede di “Libero”.

Fonte: blitzquotidiano
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05/10/2010 23:41
 
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Re: Re:
Neongenesis, 03/10/2010 19.14:






Ecco perchè il governo ha ottenuto la fiducia!!!



... dovevano saperlo che li avresti smascherati...


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Attentato a Belpietro
la procura: non ci fu

I pm milanesi Pomarici e Pradella chiedono l'archiviazione dell'inchiesta sul caposcorta di Belpietro che sparò il primo ottobre 2010 contro un presunto attentatore. Attentato non fu, sostiene la procura


La procura di Milano, con i pm Ferdinando Pomarici e Grazia Pradella, ha chiesto al gip di archiviare l'inchiesta per tentato omicidio nei confronti di Alessandro Mastore, il poliziotto caposcorta del direttore del quotidiano Libero, Maurizio Belpietro, nei confronti del quale era stato ipotizzato un attentato la sera del primo ottobre 2010, nello stabile dove abita, nel centro di Milano.

La tesi della Procura è che le indagini portino "ragionevolmente" ad escludere che ci fosse un piano preordinato di attentato alla vita di Belpietro. I pm escludono anche che ci siano motivi per dubitare delle parole del poliziotto, che quella sera sparò tre colpi, probabilmente dopo avere visto una persona che a causa della sorpresa scappò: forse un ladro, comunque non un attentatore.

A far propendere per questa ipotesi, oltre al racconto del poliziotto, anche delle argomentazioni logiche: è apparso inverosimile alla procura che l'eventuale attentatore non avesse complici, che non fosse in possesso di un'arma funzionante. Inoltre l'inchiesta ha accertato che non vi erano particolari ragioni per prendere di mira Belpietro. Tuttavia, i pm ritengono che qualcuno fosse effettivamente nelle scale dell'abitazione del giornalista perché, spiegano, "non ci sono ragioni per dubitarlo".

Fonte: Repubblica
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