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Ipotesi moratoria di un anno sul "nucleare" (per affossare il referendum ?)

Ultimo Aggiornamento: 22/03/2011 23:52
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22/03/2011 23:52
 
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Ipotesi moratoria di un anno
Romani cerca una via d'uscita

Il provvedimento sarà discusso dal Consiglio dei ministri di domani. Stop quindi al decreto per l'individuazione dei siti dove costruire le nuove centrali. Di Pietro: "Impossibile fermare il referendum"

ROMA - Una moratoria di un anno sul nucleare in Italia. Il governo cerca così di correre ai ripari dopo il calo di consensi e i malumori creati nell'opinione pubblica dalla tenacia con cui in un primo momento la maggioranza ha ribadito la volonta di riportare l'energia nucleare in Italia malgrado la catastrofe giapponese. La decisione sarà discussa dal Consiglio dei ministri domani sulla base di una proposta presentata dei ministri dello Sviluppo economico Paolo Romani e dell'Ambiente Stefania Perstigiacomo. Ad annunciare la marcia indietro è stato lo stesso ministro Romani riferendo oggi pomeriggio alla Commissione Ambiente e Attività Produttive del Senato.

Oltre alla crescente opposizione popolare, il ritorno al nucleare rischiava di impantanarsi anche nelle secche parlamentari. Proprio oggi la Commissione Affari costituzionali del Senato ha evitato di esprimere infatti il proprio parere alla Commissione Industria sul decreto legislativo che disciplina la localizzazione degli impianti per la produzione di energia nucleare. La votazione sul parere del relatore è finita 9 a 9, e quindi è stato respinto. In precedenza era stato respinto (anche questa votazione è finita in parità) anche un emendamento del Pd che rendeva obbligatorio e vincolante il parere delle Regioni sulla localizzazione dei siti nucleari.

Stando alle indiscrezioni quella di domani a Palazzo Chigi dovrebbe limitarsi ad essere una semplice "comunicazione", una sorta di presa d'atto da parte del governo della necessità di una pausa di riflessione che non inciderebbe assolutamente sullo svolgimento del referendum e neppure sul percorso parlamentare dei provvedimenti collegati al ritorno delle centrali atomiche. A dettare la linea della moratoria sarebbe stato però Berlusconi in persona, preoccupato dai sondaggi. Con l'escamotage della comunicazione il governo si tiene quindi le mani libere per un intervento più deciso nel caso la tensione per l'allarme giapponese torni alto, minacciando di far raggiungere al referendum un quorum altrimenti impensabile e decisamente temuto dal premier anche in chiave legittimo impedimento. Al momento la crisi libica sta paradossalmente dando un grande aiuto all'esecutivo, relegando le notizie da Fukushima in coda a tg e giornali.

Se a ridosso della scadenza elettorale l'attenzione per le vicende nucleari giapponesi dovesse tornare alta, minacciando di dare corpo anche al movimento per l'abrogazione del legittimo impedimento, il governo non esiterebbe quindi a dare sostanza legislativa alla moratoria facendo saltare il traino rappresentato dalla consultazione sull'atomo. Un'operazione realizzabile in tempi strettissimi visto che l'opposizione non potrebbe certo esimersi dall'appoggiarla. In caso contrario Palazzo Chigi accetterebbe probabilmente il rischio di un referendum che molto difficilmente sarà in grado di mobilitare il 50% degli elettori.

"Comunque vada sarà un pasticcio, ma anche il funerale del nucleare", commenta il senatore del Pd Francesco Ferrante. "E' impensabile - osserva - che tra un anno, quando tutto il mondo avrà fatto un passo indietro sull'energia atomica l'Italia decida di andare avanti in perfetta solitudine".

L'annuncio di Romani ha fatto scattare subito anche la reazione dell'Idv. "Non può esserci moratoria che tenga e che possa fermare il referendum - dice Antonio Di Pietro - perché delle due l'una: o il governo cancella la norma che consente la costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano o la mantiene. Ma la moratoria di un anno è un chiaro raggiro che serve a scavallare la data del referendum. Insomma, l'unico vero scopo del governo è quello di fermare il temuto verdetto dei cittadini. L'Italia dei Valori, promotrice del quesito referendario, andrà avanti con la sua battaglia contro quest'energia obsoleta, dannosa per la salute e per il territorio che riempie solo le tasche delle solite lobby economiche".

Critico anche il giudizio del Comitato 'Vota Sì per fermare il nucleare'. "Governo senza pudore - denunciano i responsabili - Questa moratoria è solo una presa in giro. Vogliono chiudere la bocca agli italiani perché sanno che dalle urne del referendum verrà fuori una sonora bocciatura del loro folle progetto nucleare".

Fonte: Repubblica
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