I più sottili (1,2,3) servono per linee di contorno e ritocchi.
I medi (dal 4 al 18) si usano per tutte le tecniche più diffuse (acquarelli e tempere).
I più grossi (ne esistono fino alla misura 26) vengono utilizzati per lavori di grandi dimensioni.
I pennelli tondi di buona qualità (i migliori sono quelli di pelo di martora,ma sono discretamente buoni anche quelli di vaio),hanno forma affusolata,che termina con una punta sottile.Sono assai flessibili ed elastici e premendoli sulla superficie,si ha l’impressione di un leggero rimbalzo.
Anche i pennelli piatti si trovano in martora o vaio;hanno punta quadra o leggermente arrotondata e il loro rendimento è ovviamente diverso da quelli a punta tonda.
In generale sono più adatti a stendere la china o il colore,in modo uniforme su superfici ampie.
Naturalmente è solo l’esperienza che potrà insegnare in quali casi preferire i pennelli tondi a quelli piatti,a seconda della propria mano e dal risultato che si vuole ottenere.
Per quanto riguarda l’utilizzo del pennello con la china,il risultato di un buon lavoro appare quasi sempre fluido e molto morbido.
Utilizzata per diversi lavori di grafica,l’accoppiata pennello-china è principalmente utilizzata per il Fumetto.
In questo particolare contesto (trattandosi di lavori in bianco e nero o mezzitoni),i risultati di questa tecnica possono trasmettere diverse sensazioni visive.
Morbidezza,fluidità,calore e “pienezza” sono solitamente le impressioni più comunicate da un buon uso della china utilizzata con il pennello.
Usando la metafora musicale,il “suono” di questa tecnica potrebbe essere identificata come un buon Rithm & Blues o un allegro Country.
Qualche esempio:
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"Vivo tra lo Stato Sovrano della Realtà e la Repubblica Popolare del Sogno..."