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FROM HELL

Ultimo Aggiornamento: 03/11/2010 21:21
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03/11/2010 21:21
 
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Di Alan Moore e Eddie Cambpell
16 capitoli, 5 volumi

11, 36 e 12, 39 euro

Magic Press

“Si può dire che la storia possieda un’architettura, Hinton?”

“E’ una possibilità grandiosa e terribile.”

Sotto questo contesto va collocato uno dei capolavori massimi del fumetto, della letteratura, di Alan Moore: From Hell. È la storia romanzata di Jack the ripper, il killer che sconvolse Londra alla fine del Diciannovesimo secolo. Alan Moore, che per chi non lo sapesse è uno dei migliori fumettisti esistenti al mondo, ha eseguito una ricerca meticolosa, ricostruendo una Londra vera, terribile, deflagrata dalla povertà, dall’abominio, dalla morte, dall’indifferenza. La soluzione proposta da Moore è quella che più probabilmente si avvicina alla verità, ossia quella del complotto ordito dalla Regina per salvare la Corona, minacciata da una discendenza proletaria e cattolica. Se la mente era la Regina, il braccio era la Massoneria, di cui William Gull faceva parte. È una teoria che si ispira principalmente al lavoro svolto da Stephen Kinight, e dal suo libro Jack the Ripper – the final solution. Come dimostra la monumentale Appendice finale, Moore si è documentato su tutto e tutti prima di imbattersi nella scrittura. Ma From Hell non è semplicemente il resoconto di quei fatti, non è solo cronaca e teoria. Moore ha composto un’opera di ampio respiro, lunga e particolare, mai noiosa, forte, violenta, filosofica, poetica, spudorata, rivelatrice. Per questo considero From Hell il miglior lavoro svolto da Moore, perché ha una visione totale dell’umanità e della Storia. Al centro di tutto è la Storia, che, come suggerisce l’epigrafe iniziale, avrebbe un’architettura propria…

ARCHITETTURE

L’architettura è alla base di tutto. L’architettura di Londra, composta di monumenti grandiosi e spaventosi al tempo stesso, va a formare l’epidermide della Storia, la sua spina dorsale, la sua struttura intrinseca. Come è dichiarato palesemente nel capitolo 4, ci sono simboli nell’architettura inglese che contengono qualcosa di più profondo. Non è una semplice espressione artistica, ma un collegamento con l’ombra eterna del Male dell’uomo, una fitta rete che va a contenere storie e Storia, una culla eterea. È approfondito in maniera particolare il lavoro svolto da Hawksmoore, architetto “pagano”, maledetto, una sorta di profeta che ha sempre lavorato alle spalle di altri, nonché padre di Christchurch, una chiesa presente nel quartiere di Spitafield, in Dorset Street. A proposito è necessario ricordare un passo che ritrae Gull e l’amico Hinton visitarla e discutere di essa: Hinton “E’ buio.” Gull “Hawksmoore tagliava le pietre in modo che trasmettessero l’ombra, una caratteristica del gotico, sebbene le influenze di Hawksmoore fossero in qualche modo… più antiche”. Gà s’intuisce il tono dell’opera di Moore. Andando avanti nella conversazione troviamo un passo interessantissimo: Gull “Hawksmoore assistette Wren [architetto che diede vita alla chiesa di St. Paul, nda] nella costruzione di St. Paul. Chi lo sa cosa fu sua idea? Quelle menti, Hinton, diedero forma all’infinità stessa.” Hinton “Sapete, Gull, ciò mi fa rammentare alcune teorie di cui mi ha parlato mio figlio Howard, per le quali il tempo è un’illusione dell’uomo e che tutti i tempi co-esistono nella straordinaria totalità dell’eternità.”[1] C’è un evidente legame fra l’architettura (che in quanto arte è eterna) e il tempo. Dunque il Tempo stesso potrebbe avere un’architettura. Ogni evento, ogni individuo, ogni singola azione è inevitabilmente collegata ad a qualcos’altro di più grande, che lo comprende al tempo stesso: un’architettura temporale.

MALE

Partendo da questo presupposto Moore ipotizza l’esistenza di un’architettura temporale del Male, che appare come una sorta di cappa sotto cui si muovono gli insignificanti esseri umani. È qui che assume maggior significato il ruolo di Gull e delle sue azioni: egli è il male. Compie quelle azioni terribili perché è nella sua natura di essere umano. L’autore sottolinea marcatamente il senso di paradosso che si viene a creare nella sua opera: tutti raccapricciano per le azioni di Jack lo Squartatore, ma rimangono impassibili di fronte all’orrore quotidiano che hanno davanti agli occhi costantemente. La morte è una presenza incessante, ignorata perennemente. A meno che non avvenga violentemente, e non sia causata dall’indifferenza della gente. Qui trovano senso le parole di Gull stesso: “un giorno l’uomo, voltandosi indietro, dirà che io sono stato il precursore del Ventesimo secolo”. È una frase densa di significato, che nella riduzione cinematografica perde senso e collocazione. Il Novecento sarà il secolo in cui il Male regnerà in maniera assoluta, attraverso gli orrori delle due guerre mondiali, dell’olocausto, della bomba atomica, dei genocidi, della guerra fredda, delle ideologie estremizzate. Dal punto di vista storiografico le radici delle due Guerre Mondiali si rilevano nell’imperialismo sfrenato dell’Ottocento. In maniera più romanzata Moore teorizza l’inevitabilità degli eventi, a causa dell’essenza stessa dell’uomo. È emblematica una sequenza: due persone fanno sesso, la donna sta gemendo, le immagini mostrano poi una chiesa da cui comincia a sgorgare sangue, un mare di sangue[2]. Le due persone sarebbero i genitori di Adolf Hitler, i quali presumibilmente concepirono il figlio proprio nel periodo in cui avvenivano i delitti di Whitechapel.

Mi vengono in mente le parole di Pacino in L’avvocato del diavolo: “Chi sano di mente può negare che il Ventesimo secolo è appartenuto a me”. È Satana a parlare.

STILI

Il disegno di Cambpell non attenua questo pessimismo cosmico. È un tratto secco, maledettamente reale, a tratti fastidioso, ma necessariamente in linea con il tono dell’opera. La sceneggiatura di Moore è impeccabile: credibile dal punto di vista del linguaggio, affascinante nel suo elargire teorie e concetti di profondo retroterra culturale. Si parla di William Blake, Hobbes, di architettura, di Storia, di politica. Nonostante le bellissime invenzioni teoriche, Moore considera il tutto una semplice opera d’intrattenimento, o ancora, un metodo per gettare nuova luce su delitti ancora irrisolti. Basti pensare alla dedica iniziale dello stesso Moore:

“Questo libro è dedicato a Polly Nichols, Annie Chapman, Liz Stride, Kate Eddowes e Mary Jannet Kelly.

Voi e il vostro decesso: di queste cose sole siamo certi.

Buonanotte signore.”

From hell ha il peso di un romanzo, può competere con qualsiasi capolavoro della letteratura contemporanea e non. Ma essendo un fumetto è stato per lo più snobbato.

FROM HELL AL CINEMA

Il fumetto di Moore ha avuto una trasposizione cinematografica, diretta dai fratelli Hughes, con Johnny Depp, Heather Graham e un grande Ian Holm. In America ha mantenuto il titolo fondamentale di From Hell, in Italia è diventato La vera storia di Jack lo squartatore. Pur essendo un bellissimo film, i fratelli Hughes si sono allontanati molto dalla materia narrativa del testo originale, prendendo le adeguate distanze. Sono chiare scelte commerciali, inevitabili per un fumetto di questa portata. Innanzitutto nel lavoro di Alan Moore l’assassino è immediatamente svelato, anzi la storia ruota completamente intorno a lui. Nel film l’identità di Jack si scopre unicamente nel finale, come thriller insegna. Nel fumetto l’ispettore Abberline è un uomo di mezza età, basso, sovrappeso e sposato, ed è aiutato nel finale da un certo Lees, che sostiene avere poteri di premonizione. Nel film le due persone sono accorpate in una, un bel Johnny Depp, drogato, con poteri simili a quelli di Lees ma con l’intelligenza di Abberline.

Nella pellicola alcune sequenze sono assolutamente identiche a quelle del fumetto, ma i significati profondi dell’origine cartacea sono pressoché assenti. I riferimenti all’architettura, alla filosofia massonica, al male come Dio del Ventesimo secolo non esistono. Avrebbe avuto lo stesso successo con questi elementi?

Andrea Fontana



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THE NUMBER OF THE BEAST
<< Ma guai a voi terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore
sapendo che gli resta poco tempo... Chi ha l'intelligenza calcoli in numero della bestia
essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei. >>
Sono rimasto solo e la mia mente è vuota
Ho bisogno di tempo per farmi tornare in mente i ricordi
Quello che ho visto
Questa notte è stato reale e non solo fantasia
Proprio quello che ho visto nei miei vecchi sogni era
Il riflesso della mia mente pervertita
Perché nei miei sogni vedo sempre la faccia maligna che mi torce la mente
E mi porta alla disperazione
La notte è nera e non mi vuole trattenere
Perché guardo proprio qualcuno che mi sta osservando
Nella nebbia figure scure si muovono e si intrecciano
Tutto questo è la realtà o qualche specie di inferno
666 il Numero della Bestia
L'inferno e il fuoco sono generati per essere sprigionati
Le torce fiammeggiano e canti sacri vengono innalzati
Come iniziano ad urlare, le mani si alzano al cielo
Nella notte i fuochi bruciano luminosi
Il rito è iniziato, il lavoro di Satana è compiuto
666 il Numero della Bestia
Il sacrificio continuerà stanotte
Questo non può andare oltre, devo avvisare la legge
Questo è vero o è solo qualche folle sogno
Mi sento attirato dal canto maligno dell'orda
Sembra che mi stanno ipnotizzano... non posso evitare i loro occhi
666 il Numero della Bestia
666 quello per me e per te
Sto andando a casa, ma ritornerò qui
Possederò il tuo corpo e ti brucerò
Io ho il fuoco e ho la forza
Ho la potenza per attuare la mia maledizione

I buoni vannoinvece ioche sonovado dove voglio

Errare è umano, perseverare è cattolico

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