28 Dicembre Festa dei Santi Innocenti -Bambini - Martiri

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Caterina63
00venerdì 28 dicembre 2012 23:39

SS. Innocenti, martiri - Storia e spiegazione della liturgia

Storia
Oggi si commemorano i bambini piccoli uccisi da Erode, durante la triste "strage degli Innocenti"

L'origine di questa festa è molto antica.

Compare già nel calendario cartaginese del IV secolo e cent'anni più tardi a Roma nel Sacramentario Leoniano, in cui però aveva un'impronta di letizia (come ora). Più tardi, l'influsso gallicano v'impose le note di lutto e di penitenza che si riscontravano fino alla riforma liturgica e che son conservate nella forma extraordinaria del Rito Romano.



Secondo alcune simpatiche consuetudini medioevali, si celebrava in questa ricorrenza la festa dei "pueri" di coro e del servizio all'altare (oggi chiamati chierichetti).
Tra le curiose manifestazioni ricordiamo quella di far scendere, durante il canto dei Vespri, i canonici dai loro stalli al canto del versetto "Deposuit potentes de sede et exaltavit humiles" del Magnificat. Da quel momento i fanciulli, rivestiti delle insegne dei canonici, dirigevano tutto l'uffìcio del giorno.

La riforma tridentina, pur non volendo accentuare il carattere folcloristico che questo giorno ha avuto nel corso della Storia, ha voluto mantenere questa celebrazione, elevata al grado di festa (doppia di II classe con ottava semplice) da S. Pio V, e vicinissima alla festività natalizia, collocando le innocenti vittime tra i "comites Christi", per circondare la culla di Gesù Bambino dello stuolo grazioso di piccoli fanciulli, rivestiti delle candide vesti dell'innocenza, piccola avanguardia dell'esercito di martiri che testimonieranno col sangue la loro appartenenza a Cristo.

Regola liturgiche
Quando la festa non cade di domenica, si usano i paramenti violacei in segno di lutto, e si omettono il Gloria e l'Alleluia, "perchè il trionfo degli Innocenti non fu subito completo, avendo dovuto attendere nel Limbo il Salvatore, che loro aprisse la porte del cielo.

Se cade di domenica, invece che è la commemorazione settimanale della Risurrezione e perciò il coronamento del trionfo degli Innocenti, si usa il rosso dei Martiri e l'ufficiatura diventa regolare." (Callewaert).
L'Ottava è celebrata con segni di gioia perchè simbolo del compimento della grazia nella beata visione di Dio.

tratto e rielagorato da
SantieBeati.it di P. Bargellini
e da "Messale Romano Quotidiano", ed. Paoline 1954


Festa dei Santi Innocenti Martiri

Ex ore infantium, Deus, et lactentium, perfecisti laudem

 


"Su ogni bambino c’è il riverbero del bambino di Betlemme.
Ogni bambino chiede il nostro amore. Pensiamo pertanto in questa notte in modo particolare anche a quei bambini ai quali è rifiutato l’amore dei genitori. Ai bambini di strada che non hanno il dono di un focolare domestico.
Ai bambini che vengono brutalmente usati come soldati e resi strumenti della violenza, invece di poter essere portatori della riconciliazione e della pace.
Ai bambini che mediante l’industria della pornografia e di tutte le altre forme abominevoli di abuso vengono feriti fin nel profondo della loro anima"

(Benedetto XVI, omelia della S. Messa nella Notte di Natale 2008)


Caterina63
00venerdì 28 dicembre 2012 23:48

La festa dei SS. Innocenti martiri nelle antiche tradizioni liturgiche europee

 
 
 
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Il 28 dicembre la Chiesa celebra la Festa dei Santi Innocenti. 
Questo giorno è legato ad una bella tradizione liturgica molto antica che interessava gran parte dell'Europa occidentale fino in Inghilterra : l'elezione dell'Episcopellus ( v.filmato ) per l'officiatura del Vespro.
In alcune cattedrali la cerimonia avveniva nel giorno della festa di S. Nicola, patrono dei bambini, per terminare il 28 dicembre mentre in altre località europee il "regno episcopale" del vescovo-bambino era circoscritto alla sola giornata della festa dei Santi Innocenti.

Anche in Sicilia, come in Spagna, si faceva la strana e singolare cerimonia dell'Episcopello nel quale un chierichetto veniva investito scherzosamente da vescovo ed officiava i Vespri nelle Cattedrale...il tutto simboleggiava la gloria dei fanciulli che innocentemente persero la vita al tempo di Erode Antipa e riprendendo il passo del Magnificat: "ha rovesciato i potenti dai troni ha innalzato gli umili"...!!! 
I vecchi Sacerdoti di un tempo ricordavano che i loro confratelli Canonici nel giorno della festa dei Santi Innocenti lasciavano il loro stallo ai ministranti che, persino rivestiti delle insegne, officiavano vespro. 
Dal XIX secolo in avanti, tali usanze abbiano cominciato a decadere fin quando, negli anni Sessanta, le ultime isole di "resistenza" hanno capitolato. 

Il filmato (cliccate qui) si riferisce all’apostolato liturgico-musicale promosso dal Collegio Internazionale di Chavagnes en Paillers. 

In quella stupenda scuola cattolica viene rispettata l’antica usanza inglese, che risale al XII secolo, di eleggere ogni anno, il 6 dicembre festa di San Nicola ( ecco perché cantano l’Inno Iste Confessor ) , tra i coristi di cattedrali, università e chiese parrocchiali di grandi dimensioni .
Enrico VIII nel 1542 abolì quell'antica tradizione che  fu fatta rivivere durante il breve regno di Maria la Cattolica. 

Oltre alle celebrazioni " in coro "  il vescovo-bambino officiava alcuni servizi specifici stabilendo dei decreti e degli obblighi per gli  altri coristi (di solito mangiare di più e lavorare di meno ...) 
Quella tradizione era molto amata dagli inglesi  e veniva praticata in tutte le cattedrali.
Talvolta  il “regno episcopale” del vescovo-ragazzo iniziava il 6 dicembre ed aveva termine proprio nella festa del 28 dicembre dopo che aver predicato durante la S.Messa.

I suoi compagni di studio in segno di affettuosa riconoscenza gli davano un'offerta. 

Come molte tradizioni simili nel Medioevo e nel Rinascimento, quella del vescovo-bambino ha avuto lo scopo di insegnare ai bambini la dignità dell' alto ufficio sacerdotale ed in particolare l'importanza del ruolo del vescovo nella Chiesa.
Dimostra anche a coloro che hanno autorità  un avvertimento che mai dovrebbero dimenticare : di non  aggrapparsi giammai agli onori terreni. 

Il regno simbolico del Vescovo ragazzo dura solo un giorno, ma è significativo . 
Dopo aver officiato le sue funzioni liturgiche con grande dignità, presiede la cena comunitaria benedicendo la tavola.  

Mons. Jean-Baptiste ha poi decretato alla comunità di andare a dormire più tardi dopo la proiezione di un  film per tutti gli alunni mentre il Cappellano e i gli Insegnanti  puliscono umilmente  i tavoli e spazzano il pavimento.

[SM=g1740738]


Caterina63
00domenica 30 dicembre 2012 13:56

FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA DI NAZARET

BENEDETTO XVI

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 30 dicembre 2012
 

(Video)

 

Cari fratelli e sorelle!

Oggi è la festa della Santa Famiglia di Nazaret. Nella liturgia il brano del Vangelo di Luca ci presenta la Vergine Maria e san Giuseppe che, fedeli alla tradizione, salgono a Gerusalemme per la Pasqua insieme con Gesù dodicenne. La prima volta in cui Gesù era entrato nel Tempio del Signore era stata quaranta giorni dopo la sua nascita, quando i suoi genitori avevano offerto per lui «una coppia di tortore o di giovani colombi» (Lc 2,24), cioè il sacrificio dei poveri. «Luca, il cui intero Vangelo è pervaso da una teologia dei poveri e della povertà, fa capire … che la famiglia di Gesù era annoverata tra i poveri di Israele; ci fa capire che proprio tra loro poteva maturare l’adempimento della promessa» (L’infanzia di Gesù, 96). Gesù oggi è di nuovo nel Tempio, ma questa volta ha un ruolo differente, che lo coinvolge in prima persona. Egli compie, con Maria e Giuseppe, il pellegrinaggio a Gerusalemme secondo quanto prescrive la Legge (cfr Es 23,17; 34,23ss), anche se non aveva ancora compiuto il tredicesimo anno di età: un segno della profonda religiosità della Santa Famiglia. Quando, però, i suoi genitori ripartono per Nazaret, avviene qualcosa di inaspettato: Egli, senza dire nulla, rimane nella Città. Per tre giorni Maria e Giuseppe lo cercano e lo ritrovano nel Tempio, a colloquio con i maestri della Legge (cfr Lc 2,46-47); e quando gli chiedono spiegazioni, Gesù risponde che non devono meravigliarsi, perché quello è il suo posto, quella è la sua casa, presso il Padre, che è Dio (cfr L’infanzia di Gesù, 143). «Egli – scrive Origene – professa di essere nel tempio di suo Padre, quel Padre che ha rivelato a noi e del quale ha detto di essere Figlio» (Omelie sul Vangelo di Luca, 18, 5).

La preoccupazione di Maria e Giuseppe per Gesù è la stessa di ogni genitore che educa un figlio, lo introduce alla vita e alla comprensione della realtà. Oggi pertanto è doverosa una speciale preghiera al Signore per tutte le famiglie del mondo. Imitando la santa Famiglia di Nazaret, i genitori si preoccupino seriamente della crescita e dell’educazione dei propri figli, perché maturino come uomini responsabili e onesti cittadini, senza dimenticare mai che la fede è un dono prezioso da alimentare nei propri figli anche con l’esempio personale. [SM=g1740733]

Nello stesso tempo preghiamo perché ogni bambino venga accolto come dono di Dio, sia sostenuto dall’amore del padre e della madre, per poter crescere come il Signore Gesù «in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Lc 2,52). L’amore, la fedeltà e la dedizione di Maria e Giuseppe siano di esempio per tutti gli sposi cristiani, che non sono gli amici o i padroni della vita dei loro figli, ma i custodi di questo dono incomparabile di Dio.

Il silenzio di Giuseppe, uomo giusto (cfr Mt 1,19), e l’esempio di Maria, che custodiva ogni cosa nel suo cuore (cfr Lc 2,51), ci facciano entrare nel mistero pieno di fede e di umanità della Santa Famiglia. Auguro a tutte le famiglie cristiane di vivere alla presenza di Dio con lo stesso amore e con la stessa gioia della famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe.


Dopo l'Angelus:


Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in modo speciale le famiglie. Saluto i giovani dei vicariati di Tirano e Grosio, in Valtellina, e quelli delle comunità pastorali di Besana Brianza e Triuggio; come pure i Religiosi Mercedari con un gruppo di ministranti, e gli amici e i volontari della «Fraterna Domus» di Roma. A tutti auguro una buona domenica e una fine d’anno nella luce e nella pace del Signore. Buona domenica!

 





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