7 giornata serie A

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parrino76
00domenica 16 ottobre 2005 08:13
anticipi

Siena Udinese 2-3
Juventus Messina 1-0
parrino76
00domenica 16 ottobre 2005 08:15
Di Michele gioca la tripla: 2-3
L'Udinese si impone a Siena con una tripletta dell'attaccante, ma rischia di subire la rimonta, quando Chiesa e un'autorete di Bertotto riportano in partita i toscani. Espulso Obodo
David Di Michele, 29 anni, autore di 3 gol . AnsaSIENA, 15 ottobre 2005 - E alla fine l'Udinese supera il Siena, nel confronto diretto e in classifica. I friulani si impongo al Franchi per 3-2, grazie a una tripletta di Di Michele, al rientro dal 1' dopo un lungo infortunio. E a questo punto sono 6 i gol fatti (e due reti subite) dal rientro di Iaquinta, in attesa della sfida Champions di martedì contro i tedeschi del Werder Brema. Mentre il Siena per la settima volta consecutiva segna e subisce gol: 14 le reti fatte, 14 quelle subite. Con Chiesa che raggiunge Montella a quota 133, e dunque in vetta alla classifica dei bomber in attività più prolifici.
De Canio all'inizio preferisce Marazzina a Bogdani a far coppia con Chiesa, mentre Cosmi conferma l'undici preannunciato. Timido e incerto nella prima mezz'ora, evanescente dopo la doppietta firmata da Di Michele al 26' e 31' del primo tempo, il Siena non riusce ad abbozzare una reazione degna di tal nome. E poi Di Michele sembra chiudere definitivamente il conto, siglando il tris dopo 25 secondi dall'inizio della ripresa. La vittoria dei friulani fin qui non fa una grinza, legittimata da un primo tempo praticamente perfetto. Prima frazione invece da dimenticare per i toscani, zavorrati in particolare da una difesa che non ne ha azzeccata una.
Di ben altra suspence il secondo temppo: prima Di Michele regala all'Udinese l'illusione di una vittoria già conquistata, poi Chiesa e Bogdani (ma l'autorete è di Bertotto) riaprono il match, portando la partita sul 2-3 al minuto 22 della ripresa. La gara non conosce tregua, il ritmo si impenna, le emozioni fioccano. Saltano equilibri e distanze (talora anche i nervi, alla fine saranno sette i giocatori ammonitie uno espulso), il Siena si lancia in avanti a testa bassa. Succede veramente di tutto, anche che Obodo colpisca un barelliere entrato per soccorrerlo (almeno questo appare dalle immagini confuse e concitate) e per questo Tagliavento, a un passo dal punto dove si svolge l'episodio, lo allontani dal campo. Poi si sono altri sei minuti (di recupero) che vanno ad aggiungersi al forcing finale dei padroni di casa, ma il risultato non cambia più.
parrino76
00domenica 16 ottobre 2005 08:17
Ale, il settebello della Juve
La capolista coglie il settimo successo consecutivo in campionato grazie a una prodezza del capitano, che si conferma in grande forma. Messina solido, ma poco incisivo
La gioia di Alessandro Del Piero, 30 anni. Afp TORINO, 15 ottobre 2005 - E' una Juventus settebellezze. I bianconeri continuano la loro marcia da primato: le vittorie consecutive in questo inizio di campionato diventano sette, l'ultima vittima è il Messina. Ed il settebello è una carta giocata dalla Vecchia Signora tante volte, quasi sempre con successo: Alessandro Del Piero. Proprio lui, il capitano e il simbolo juventino, dato tante, troppe volte per finito, ma sempre capace di resuscitare. E di fare la differenza. Dopo l'exploit con la Nazionale, migliore in campo contro la Moldova, Pinturicchio si ripete contro i siciliani, tirando fuori dal cilindro un gol vecchia maniera: dribbling ubriacante su due difensori giallorossi (alla faccia di chi diceva che non saltava più l'uomo) e destro calibrato sul secondo palo. Applausi. Quelli del Delli Alpi, che non gli sono mai mancati, nemmeno nei momenti difficili, ed è ieri e non preistoria, e quelli di Capello, che vuole vincere sempre e forse non stravederà per Ale, ma quando lo vede al meglio lo fa giocare, eccome.
Capello sorprende tutti una volta di più: Pessotto preferito a Blasi, inventato proprio da lui terzino destro, a centrocampo fuori Camoranesi, tra i più in forma, e dentro Mutu, a sinistra, con Nedved dirottato sulla fascia destra. In avanti Ibrahimovic recupera e Don Fabio decide che non è il caso di farne a meno, a far coppia con il ritrovato Del Piero c'è dunque lo svedese e non Trezeguet, in panchina. Mutti stringe le maglie difensive: fiducia a Cristante al centro della difesa e al rientrante Zanchi (dopo la sospensione cautelare per doping) a centrocampo, schierato da diga frangiflutti.
La Juve prende subito in mano le redini del gioco, ma il centrocampo folto del Messina, che abbandona in avanti il generoso Zampagna, imbriglia spesso e volentieri la manovra bianconera. In assenza di Vieira, la Juve prova a sfondare sulle fasce, con i guizzi di Mutu e le percussioni di Nedved. Ma le azioni salienti dei padroni di casa sono firmate Del Piero: prima il suo sinistro finisce appena a lato, poi il suo destro gonfia le rete e vale l'1-0.
Nella ripresa il copione non cambia: Juve in avanti, Messina bravo a chiudersi, ma poco incisivo in fase di ripartenza. Nedved, la solita dinamo inesauribile, e Ibrahimovic, a caccia del primo gol in campionato, provano a raddoppiare, ma i loro tentativi sono sventati da un ottimo Storari. Mutti prova a mischiare le carte inserendo Di Napoli come spalla di Zampagna, il suo Messina è solido e indomito, ma non fa male alla blindatissima difesa bianconera se non grazie ad una sciagurata capocciata di Thuram che sfiora l'autorete. La Juve colpisce un palo con Trezeguet nel finale, non incanta, ma non trema, a farlo semmai devono essere le sue avversarie nella corsa al tricolore: questa Juve settebellezze fa paura.
parrino76
00domenica 16 ottobre 2005 20:25
Il Parma non sa vincere
I ducali in vantaggio sul Treviso con Simplicio vengono raggiunti nel secondo tempo da un colpo di testa di Fava. Dopo 7 mesi si è rivisto Marchionni
Fava stacca più in alto di tutti e pareggia. AnsaPARMA, 16 ottobre 2005 - Il Parma non riesce proprio a vincere. La protesta dei tifosi emiliani, che all’inizio della partita per 20 minuti sono rimasti spalle al terreno di gioco in segno di disapprovazione verso la squadra, continua anche dopo il fischio finale di Giannoccaro di Lecce. Gli applausi sono solo per Marco Marchionni, rientrato in campo dopo 7 mesi per il grave infortunio al ginocchio e autore di un’ottima prestazione.
Ma andiamo con ordine. Beretta rivoluziona la formazione, complice l’infortunio do Bonera nel riscaldamento e mette in campo un 3-4-1-2 con Grella dietro Corradi e Dedic. Il Treviso risponde con un 3-5-2 collaudato e con Antonio Filippini preferito al gemello Emanuele, e Gallo e Dossena a inventare. E la squadra di Ezio Rossi parte bene e confeziona delle buone trame, e soprattutto è capace di spingere sulla destra, con Filippini e Galeoto. Pasquale deve fare un gran lavoro per tamponarli. Il Parma invece sembra frastornato e incapace di reagire al momento negativo e alla pressione dei tifosi. E invece, grazie soprattutto al gran lavoro e al gioco di sponda di Corradi che tiene sulle sue spalle tutto il peso dell’attacco ducale, il Parma va in gol proprio nel momento migliore del Treviso (34’). Proprio su una sponda dell’ex laziale, Pasquale di piatto serve un pallone d’oro per Simplicio che deve solo spingere di testa in rete. Il Treviso reagisce subito, e sfiora più volte il pari con Pinga, Dossena e Fava, ma soprattutto con Cottafava che si trova con il pallone tra i piedi e a porta vuota spara fuori.
La ripresa inizia ancora con il Treviso che spinge alla ricerca del pareggio, ma è solo con l’ingresso di Reginaldo al 15’ che la squadra di Ezio Rossi appare più motivata. Pinga infatti gioca sulla trequarti dietro al duo formato da Fava e dal brasiliano. Beretta risponde con Bresciano che aggiunge quantità al centrocampo ducale. Ma la mossa non lo aiuta: proprio dopo pochi minuti, al 22’, su azione di calcio d’angolo, stacco perfetto di Dino Fava che di testa batte Bucci, colpevole di un'uscita a vuoto. Il Parma accusa il colpo, ed è il Treviso che potrebbe addirittura dilagare ancora con Reginaldo e con Fava. I due tecnici cambiano ancora: si rivedono infatti Beghetto (entrato al posto di Fava), e soprattutto Marchionni che rileva Paolo Cannavaro. L’ala del Parma mancava dai campi da 7 mesi, reduce da un grave infortunio al ginocchio. Ed è lui l’unico che prova ancora a inventare per i suoi. Alcune ottime discese sulla destra sono il segno che il giocatore è completamente recuperato. Nel finale le formazioni sembrano accontentarsi del pari. per il Treviso è un punto d’oro, per il Parma un po’ meno. E Beretta rischia ancora la panchina.
parrino76
00domenica 16 ottobre 2005 20:27
La Reggina affonda il Lecce
Partita perfetta dei calabresi, che stendono il Lecce con due splendidi gol. Apre Tedesco al 7', chiude Cozza al 13' della ripresa. Salentini irriconoscibili rispetto a 15 giorni fa: deludono Vucinic e Konan
Tedesco, 29 anni, festeggia il gol dell'1-0. ApREGGIO CALABRIA, 16 ottobre 2005 - In due settimane può cambiare tutto. Prima della sosta la Reggina, sconfitta a San Siro e sprofondata in zona B, era un’incompiuta con poche certezze, specie in attacco. Il Lecce? Una squadra divertente, risollevata dal cambio di allenatore seguito dalla larga vittoria sul Cagliari.
Due settimane, appunto. Il tempo di capovolgere risultati e stati d’animo: la Reggina ha trovato l’equilibrio e la condizione dei suoi uomini migliori. Il Lecce si è perso, rinnegando la formula delle tre mezze punte dietro Vucinic dopo appena 13 minuti di gioco al Granillo, il tempo necessario alla Reggina per mettere il muso davanti. Il gol di Tedesco è il manifesto del gregariato. Il mediano di sostanza si trasforma in fantasista dai piedi finissimi: tre difensori saltati come paletti e sinistro da 28 metri sotto la traversa. Un gioiello alla Cozza, più che alla Tedesco. Il vantaggio non è casuale: la Reggina gioca di prima, due tocchi al massimo, e trova sempre il corridoio libero per la conclusione (il tiro al bersaglio è di Vigiani e Cozza).
Del Lecce ammirato due settimane fa contro il Cagliari non è rimasta traccia: aggredito e stretto in un angolo, il centrocampo salentino si fa saltare ripetutamente, e produce in 30 minuti solo la conclusione di Pinardi (alta sulla traversa). Merito del tecnico dei calabresi, Walter Mazzarri, che piazza Biondini regista di destra e Cannarsa in difesa, regalando spazi a Pinardi, ma i fatti dimostrano che si tratta di un rischio calcolato. Più che con gli esterni, il Lecce potrebbe però aprire una breccia al centro, come dimostra l’unica palla decente servita a Vucinic (da Ledesma) e vanificata dal controllo infelice del montenegrino.
Dalla panchina Baldini chiede alle sue tre mezze punte di tagliare e scambiarsi le posizioni, ma è in difesa che i salentini fanno acqua. Al 7’ della ripresa Mesto lavora un pallone sulla destra, poi serve Cozza, che ha tutto il tempo per prendere la mira e infilare l’angolino alla destra di Sicignano: un colpo di biliardo perfetto. Con l’inserimento di Angelo per Vucinic, il Lecce recupera un uomo a centrocampo, fa girare meglio il pallone, ma proprio non ce la fa a sfondare la linea dei 16 metri. Pinardi poi complica le cose, facendosi espellere a 20 minuti dalla fine per doppia ammonizione. La partita finisce qui, e per la squadra di Mazzarri amministrare il 2-0 è una questione puramente formale. L’ingresso in campo di Amoruso (la prima punta tanto attesa a Reggio) ha l’effetto di una pacca sulle spalle dell’allievo: questa Reggina che migliora giorno dopo giorno sente di poter dare ancora di più.
parrino76
00domenica 16 ottobre 2005 20:29
La Roma sprofonda a Empoli
I giallorossi, lenti, spuntati e senza idee, sono sconfitti 1-0 dai toscani ridotti in 10 dopo 27 (espulso Lucchini)'. Decide Tavano, al quinto gol in campionato
Francesco Tavano, 26 anni, 5 gol. AnsaEMPOLI (Fi), 16 ottobre 2005 - La sconfitta (0-1 a Empoli, la seconda consecutiva) le polemiche, i petardi di frustrazione dei tifosi. Scene già viste da tanto, troppo tempo, in casa Roma. Da un anno a questa parte, per lo meno. Cambiano gli allenatori - da Voller, se non vogliamo considerare Prandelli, a Spalletti, sono quattro in dodici mesi - ma i risultati, e il gioco, restano gli stessi. E nella casa di cui sopra scricchiolano le fondamenta, se è vero che la questione-Cassano è riesplosa in tutto il suo fragore e la squadra non risponde ai comandi dell'allenatore. E' vero che tre mesi sono pochi per modellare una squadra a propria immagine e somiglianza, ma la Roma vista a Empoli non ha davvero nulla dell'Udinese frizzante e incisiva disegnata da Spalletti nei suoi tre anni in Friuli. Ed è questo - il poco tempo trascorso dall'insediamento del tecnico toscano sulla panchina romanista - l'unico motivo di consolazione per i tifosi giallorossi, costretti a sorbirsi l'ennesima, scialba prestazione dei propri beniamini: lenti, spuntati, a tratti disorientati. I numeri sono impietosi: in sette partite di campionato, per quattro volte la Roma è rimasta senza gol, e mai ha segnato in trasferta.
Quella del primo tempo a Empoli è formazione sterile, senza altre idee che le percussioni palla al piede di Totti e qualche volata sulla sinistra di Chivu, che però mai riesce a piazzare un cross decente, forse per la desuetudine al ruolo. Nonda, unica punta, si muove ma non viene mai servito a tempo, marcato com'è, oltre che dai difensori avversari, anche da Mancini e Taddei, che gli si schiacciano addosso. Totti, l'unico in grado di cambiar ritmo alla manovra, fa il regista, la mezzapunta e l'attaccante: troppo anche per un simile fuoriclasse, soprattutto se assistito zero dai latitanti compagni. Perrotta è solo in panchina, così mancano i suoi inserimenti; Dacourt, schierato al suo posto, dà ragione a chi lo considera un ex giocatore.
La squadra di Somma (3 vittorie e un pareggio nelle ultime 4 partite dopo 3 sconfitte iniziali) merita solo applausi: ha Riganò a mezzo servizio dopo una settimana senza allenamenti per un infortunio muscolare, perde dopo 27' Lucchini per un'affrettata espulsione per fallo su Taddei, si difende senza nemmeno soffrire troppo e punge in contropiede grazie alla velocità di Vannucchi e Tavano.
Nella ripresa i romani sono più vivi, e d'altra parte ci vuole poco. Taddei e Mancini riescono finalmente a fare quello che Spalletti gli chiede, i cross dal fondo, ma Nonda è sempre in ritardo e Montella, incredibilmente, gira al largo dal suo terreno di caccia, l'area di rigore. L'Empoli si difende affannandosi il giusto, Bonetto e Buscè presidiano benissimo le fasce di competenza, Almiron e Ficini fanno diga a metà campo. La fase d'attacco è affidata a due giocatori, Vannucchi e Tavano, e tanto basta: dopo un quarto d'ora dall'inizio della ripresa, il primo va via palla al piede fino al limite dell'area avversaria, inseguito invano da due avversari, e serve di precisione Tavano, che, sullo scatto, piazza di precisione la palla sul palo lungo alla sinistra di Curci. E' il quinto gol in campionato dell'attaccante napoletano, decisivo come gli altri prima.
Preso il gol, la Roma si trascina in avanti per contratto: fantasia di un ragioniere e velocità di un bradipo, gli uomini di Spalletti buttano palloni in mezzo senza costrutto, facendo fare un figurone a Coda e Pratali. Finisce con Bovo (!) che è il più pericoloso dei suoi, Almiron che maradoneggia in avanti e sfiora il raddoppio, giocatore più avanzato di una squadra senza più punte, e i soliti imbecilli che lanciano petardi per urlare la loro rabbia contro squadra e società. Sembra un incubo; se lo è, è lo stesso dell'anno scorso.
parrino76
00domenica 16 ottobre 2005 20:30
Lazio premiata nel finale
Una rete di Zauri al 37' della ripresa premia l'atteggiamento dei biancocelesti, che non brillano ma inseguono la vittoria più di una Fiorentina troppo rinunciataria
Luciano Zauri segna il decisivo 1-0. Grazia NeriROMA, 16 ottobre 2005 - La Lazio soffre e vince. Il successo contro la Fiorentina porta la firma di un gregario, seppur di lusso, come Zauri, emblema di una squadra che fa del gruppo, del cuore, gettato spesso e volentieri oltre l'ostacolo la sua arma migliore. La vittoria arriva anche per le parate nel finale su Bojinov e Toni dell'eterno Peruzzi, ed è il viatico migliore per il derby capitolino di domenica prossima.
Rossi rilancia dal 1' Cesar, che dopo l'infortunio torna padrone della fascia sinistra di centrocampo, e Cribari, chiamato a dare stabilità ad una difesa non sempre irreprensibile. Dovrebbe fargli posto Stendardo, così dicono le formazioni annunciate, ma all'ultimo istante rimane fuori Siviglia per un problema al polpaccio. Prandelli dà fiducia a Gamberini al centro della difesa, preferito ancora a Dainelli, ed a Pasqual sulla corsia mancina: gli lascia il posto Jorgensen, provato dalle fatiche con la Danimarca.
Nel primo tempo la Lazio tiene le redini del gioco grazie ad un Liverani particolarmente ispirato dalla 100ª presenza in maglia Lazio: è lui il direttore d'orchestra biancoceleste, sempre pronto a lanciare negli spazi il rapidissimo Rocchi, una zanzara fastidiosa per la difesa viola. Proprio su quest'asse arriva il primo pericolo per Frey, bravo a respingere il sinistro dell'attaccante ex Empoli. Il portiere viola si ripeterà nel finale di tempo su un destro potente di Behrami dal limite dell'area. E la Fiorentina? Tiene il campo, ma non fa male alla retroguardia laziale, puntellata da Cribari, elegante ed autorevole. I toscani pagano la cattiva giornata di Fiore, che forse soffre il ritorno all'Olimpico da ex (viene omaggiato dai tifosi biancocelesti) e non entra in partita.
Nella ripresa Prandelli corre ai ripari: fuori Pazzini, poco assistito, e dentro Jorgensen per aumentare la pressione sulle fasce, Fiore trequartista dietro Toni, ora unica punta. La Fiorentina, bella addormentata nel primo tempo, prova a svegliarsi, ma proprio non ci riesce, nonostante un buon Jorgensen. Il migliore dei viola è Frey, ancora bravo a chiudere la porta a Rocchi. Ma La Lazio, che pure rispetto al primo tempo ha rallentato i ritmi, complice il calo di Liverani, che ha finito la benzina, vede premiati i propri sforzi con il protagonista meno atteso, Zauri. Negli ultimi minuti le occasioni fioccano da entrambe le parti, con Frey e Peruzzi che respingono gli assalti alle rispettive porte e la Fiorentina che deve recitare il mea culpa per un atteggiamento troppo rinunciatario. L'esultanza da finale di Champions League dei laziali, Rossi in testa, fa capire che questa Lazio è un gruppo compatto e determinato: per un gioco scintillante ci sarà tempo, per scalare la classifica basta e avanza già questo.
parrino76
00domenica 16 ottobre 2005 20:32
Palermo-Chievo, pari con beffa
I rosanero, in gol in avvio con Corini, trovano il 2-2 al 92' con Caracciolo dopo avere sofferto per tutto il match gli ospiti, trascinati da una doppietta di Amauri
Il primo dei gol di Amauri, 25 anni. AnsaPALERMO, 16 ottobre 2005 - Rocambolesco pareggio tra Palermo e Chievo coi padroni di casa che in pieno recupero salvano l'imbattibilità casalinga stagionale (ultima sconfitta a marzo, 1-5 con l'Udinese). Nel primo tempo i rosanero passano in vantaggio al 15' su rigore con Corini. Immediata la reazione ospite con Amauri che al 18' pareggia e al 39', dal dischetto, sigla la rete del vantaggio. Nella ripresa è un monologo per il Palermo, ma gli ospiti sono perfetti nel chiudere ogni spazio fino al 47' quando, alla prima azione da gol, Caracciolo riesce ad andare a segno e fissare il punteggio sul 2-2.
In avvio il Palermo, che rinuncia a Gonzalez in favore di Bonanni, parte bene. Al 3' gol annullato a Makinwa per fallo su Fontana e al 15' vantaggio dei rosanero con Corini che su rigore, concesso per una plateale trattenuta su Caracciolo, spiazza il portiere dei veneti. La reazione del Chievo è immediata e al 18' c'è il pareggio: gran cross da destra di Obinna, Amauri anticipa Zaccardo e di testa trafigge Santoni in uscita.
Il nigeriano Obinna è scatenato, ogni volta che tocca palla semina il panico nella difesa avversaria. Al 38' ruba palla a Biava, si invola sul fondo e Santoni in uscita lo aggancia: rigore e Amauri trasforma per il 2-1; prima del riposo, col Palermo in manifesta difficoltà, traversa di Franceschini a portiere batturo.
La ripresa vede Del Neri inserire Pepe e Brienza e assumere un assetto decisamente più spregiudicato. Il controllo del gioco passa completamente ai siciliani che però non riescono mai a rendersi pericolosi, un po' per proprio demerito e molto per bravura dell'undici di Pillon che chiude ogni spazio. Quando i veneti, in attesa del posticipo, si sentono già al terzo posto in classifica arriva la beffa: al 47' torre di Pepe verso Corini il quale dal limite dell'area imbecca Caracciolo che, in pieno recupero, mette in gol da pochi metri.
Il Chievo è scosso, ma a perdere la testa è Biava che per un fallaccio rimedia il cartellino rosso. Il Palermo pure in 10 prova a fareil colpaccio, ma non c'è tempo e finisce con un punto per parte. La prende con filosofia Amauri, uno dei protagonisti assoluti: "Sicuramente c'è del rammarico, ma sapevamo di giocare su un campo difficile e contro una grande squadra. Siamo sulla strada giusta, speriamo di correre sempre così. La mia prova? Quest'estate, anziché andare in vacanza, ho lavorato e ora raccolgo i frutti".
parrino76
00domenica 16 ottobre 2005 20:34
Cinquina Inter senza Adriano
L'attaccante, rientrato dal Brasile, va ad allenarsi mentre Materazzi, Cruz, Cambiasso, Cordoba e Recoba sotterrano un Livorno rivoluzionato: 5-0 il finale. Espulso Coco
L'abbraccio fra Cruz, Recoba e Materazzi. AfpMILANO, 16 ottobre 2005 - Per una volta manca Adriano. Per una volta l'nter non soffre. Anzi passeggia. Chiuso il primo tempo sul 2-0 e la gara al 16' della ripresa (5-0 il finale), contro il Livorno ne approfitta per prendersi una domenica da ricordare. Per il punteggio, perchè regala a Mancini la centesima vittoria in A da tecnico, perché è tornato in campo Burdisso (al 18' s.t.), perché ha dominato in lungo e in largo grazie a una condotta inappuntabile in ogni fase della gara. Certo le difficoltà dell'avversaria e la puntualità con cui sono arrivati i gol ha spianato la strada ai nerazzurri, ma la squadra di Mancini è stata per una volta abile a semplificarsi la vita.
Nell'Inter priva di Adriano, mandato ad allenarsi appena atterrato dal Brasile, anche Martins deve dare forfeit all'ultimo, fermato da un problema a un ginocchio. Mancini schiera dunque Recoba-Cruz davanti, ma soprattutto preferisce Ze Maria sulla destra al posto di Figo, con Favalli in campo e Wome in panca. Novità anche sul fronte opposto, sotto agli occhi tristi di Lucarelli in tribuna per squalifica: confermato il trio difensivo, in mezzo manca Passoni, mentre Colucci e Lazetic giocano fra le linee, a far da raccordo fra l'unica punta Bakayoko e il resto della squadra. Poi nella ripresa Donadoni fa dietro front, immettendo Palladino al posto di Lazetic, tornando dunque al più collaudato 3-5-2. Ma ormai l'Inter veleggia sul 2-0, la frittata è fatta.
E' infatti nel primo tempo che la squadra nerazzurra costruisce la vittoria, grazie a una gara accorta e intensa, ma soprattutto determinata e volitiva. Un'Inter concentrata e attenta fino alla fine, mai "seduta" nonostante un vantaggio più che invidiabile, è merce da leccarsi i baffi per Mancini, cospicua consolazione di fronte ai guai brasiliani. Oltre alla considerazione - non da poco - che anche sul piano tecnico la squadra ha fatto vedere buone cose, al di là della raffica di gol. Dal canto suo Livorno è stato ben poca cosa, mostrando da subito un passo e una testa diversa, forse spaesato dall'improvviso cambio di modulo.
Così passano solo 11 minuti e Materazzi porta in vantaggio i padroni di casa, Cruz regala il raddoppio su assist di Favalli al 19', ma Toldo in porta dimostra di non aver perso l'antica sicurezza, mentre mai si era visto un Solari così lucido e presente. Ad inizio ripresa Donadoni gioca la carta-Palladino, ma ormai è tardi, complice tre episodi in sei minuti: al 2' Coco commette fallo da dietro su Ze Maria al limite e viene espulso. Al 4' trova gloria l'inesauribile, onnipresente Cambiasso, che realizza il 3-0, mentre al 6' è Cordoba a firmare il poker su assist di Materazzi. E' finita? No, c'è ancora spazio per il primo gol in campionato di Recoba, che infila Amelia al 16'. La gara finisce qui, l'imperforabilità casalinga dell'Inter si allunga a 723 minuti.
parrino76
00domenica 16 ottobre 2005 20:36
Ascoli troppo Tosto per la Samp
Ai blucerchiati non basta Bonazzoli, capocannoniere del campionato con 7 reti: una doppietta del difensore lancia l'Ascoli. Un razzo ferisce una tifosa doriana
L'esultanza di Vittorio Tosto, 31 anni. ApASCOLI, 16 ottobre 2005 - Può non bastare far bella mostra in attacco del capocannoniere del campionato, se poi contro ti gioca un difensore che pur non chiamandosi Maldini pesca dal cilindro una doppietta mai vista: per informazioni chiedere alla Sampdoria, cui non è bastato il 7° centro di Bonazzoli in campionato per uscire almeno con un punto dal Del Duca di Ascoli.

Sulla bilancia del risultato pesa infatti ben di più l’uno-due di Tosto (due stagioni con la maglia della Samp per lui), che dà ai suoi il secondo successo casalingo consecutivo, dopo il 3-1 al Parma: allargando lo sguardo all'intero campionato fanno 8 punti e l'imbattibilità interna. Come dire che il duo Giampaolo-Silva, con già 9 punti in tutto in cascina, ne ha ben donde di sorridere, mentre la Samp di Novellino rimane zavorrata a quota 12.
E' arrivato improvviso il vantaggio dell'Ascoli, quando stava per chiudersi un primo tempo privo di grandi emozioni: la cosa più bella l'aveva appena fatta Flachi, una gran girata al volo dal limite su cross dalla destra di Gasbarroni, respinta con i pugni da Coppola. Ma sul ribaltamento di fronte Tosto, dopo una bella difesa della palla di Fini servito da Parola, entrava in area dal vertice sinistro e s'inventava una conclusione di destro che anche grazie alla deviazione di Zenoni spiazzava Antonioli.
Da centravanti di razza il momentaneo pareggio di Bonazzoli, dopo 10' delle ripresa: cross di Gasbarroni dalla destra e il capocannoniere del campionato sbucava nell'area piccola proprio in mezzo a Domizzi e Cudini, la coppia centrale dell'Ascoli, per insaccare di destro. E una ventina di minuti più tardi, proprio quando le squadre sembravano rifiatare, è arrivata l'altra firma di Tosto, un bel colpo di testa su punizione dalla destra di Cariello.
Fissato così il 2-1, neanche una Samp a quattro punte (Bonazzoli, Flachi, Kutuzov e Borriello) riusciva a creare grossi pericoli a Coppola e a cambiare il destino del match: peccato davvero dover però annotare in cronaca, a triplice fischio già messo da Saccanti, un razzo lanciato verso il settore dei tifosi ospiti che ha reso necessario l'intervento di un'ambulanza. Una donna è stata colpita all'occhio e portata fuori in ospedale. Secondo quanto ha riferito il questore di Ascoli Piceno non è in pericolo di vita; sarebbe stata colpita di striscio al volto e avrebbe riportato lesioni leggere. Nel frattempo è stato trovato e repertato il tubo, lungo circa 30 cm, con cui è stato sparato il razzo, partito proprio dal centro della curva sud.

È stato intanto chiesto al gestore della banca dati l'elenco delle persone (quasi tutti abbonati) presenti in quel settore, che può ospitare fino a 5.000 tifosi. Si sta inoltre cercando, nelle registrazioni, il fotogramma che ha immortalato il momento in cui il razzo è stato lanciato.
parrino76
00lunedì 17 ottobre 2005 07:13
Il Milan non molla la Juve
Bastano 26 secondi a Gilardino per condizionare la partita del Cagliari. Ci pensa poi Shevchenko a chiudere il conto firmando il 2-0. Inzaghi in campo negli ultimi minuti
Festa Milan dopo il gol del 2-0 di Shevchenko. ApCAGLIARI, 16 ottobre 2005 - Ventisei secondi per fare a pezzi due settimane di progetti e tattiche. Come a Gelsenkirchen contro lo Schalke 04, al Milan bastano infatti poche battute per costringere il Cagliari alla rincorsa. A metterla dentro è Gilardino. Siamo ai limiti del "gollonzo". Ma sia ben chiaro, solo per merito della difesa sarda, capace, con quattro elementi davanti a Carini, di farsi gabbare dall'attaccante rossonero.
Nel tiepido catino del Sant'Elia c'è da dire che il Cagliari non si scioglie del tutto. Pur senza un'idea precisa di gioco si riorganizza creando piccoli problemi al Milan, soprattutto nel reparto difensivo, dove l'assenza di Nesta pesa, anche se l'esperienza di Costacurta è un valore aggiunto innegabile. I punti di riferimento dei sardi sono Suazo ed Esposito. La gazzella e il folletto ci provano a infastidire il reparto arretrato davanti a Dida, ma manca la necessaria lucidità per colpire a fondo. Soprattutto sulla fascia sinistra del Milan, dove Serginho difensore, recupera molti palloni e guadagna applausi.
La partita è inevitabilmente condizionata dal gol di Gila. Il Cagliari attacca, si scopre e offre il fianco. Ma a un morbido Milan che fa poco movimento e che non brilla in un settore, il centrocampo, dove Vogel gioca al posto di Pirlo e Rui Costa, al posto di Kakà, fatica a entrare in partita. I rossoblu, nonostante tutto, giocano con ordine senza perdere la testa, ma spesso confusi nello spessore innegabile del possesso di palla rossonero. Movimento che ipnotizza anche per la sua imprevedibilità. Chiedere a Carini che vede tardi la sventola di Sheva dalla distanza: la palla gli schizza sulla mano ed è 2-0. Ballardini corre ai ripari correggendo a centrocampo: fuori Abeijon (che protesta con veemenza per la sostituzione) e Conticchio per Langella e Cossu.
Non sono cambi che fanno la rivoluzione. Ne risulta che nella ripresa il furore del Cagliari sia piuttosto fumoso, mentre al Milan non resta che controllare la partita senza forzare, conservando energie utile in vista del Psv. Dopo l'ingresso di Pisano per Lopez, Ancelotti, forse per regalare un po' di brio alla squadra, toglie Rui Costa, spento e spaesato, per Kakà che manca subito il 3-0. A ritmo ridotto, spezzato raramente dai guizzi di Esposito, arriva infine il momento di Marek Jankulovski (per Gilardino) e Filippo Inzaghi (fuori Sheva), redivivi e attesi. Utili nel rutilante turnover, fondamentale in un Milan che non ha ancora raggiunto il top e che resta a 5 lunghezze dalla Juventus. Avrà ragione Ancelotti a chiedersi dove potrà arrivare quando sarà tornato vero Milan.
parrino76
00lunedì 17 ottobre 2005 07:14
Siena Udinese 2-3
Juventus Messina 1-0
Ascoli Sampdoria 2-1
Empoli Roma 1-0
Inter Livorno 5-0
Lazio Fiorentina 1-0
Palermo Chievo 2-2
Parma Treviso 1-1
Reggina Lecce 2-0
Cagliari Milan 0-2



parrino76
00lunedì 17 ottobre 2005 07:16
Pt G V N P GC VC NC PC GF VF NF PF RF RS

Juventus 21 7 7 0 0 4 4 0 0 3 3 0 0 13 2
Milan 16 7 5 1 1 3 3 0 0 4 2 1 1 13 5
Inter 15 7 5 0 2 4 4 0 0 3 1 0 2 15 5
Fiorentina 13 7 4 1 2 3 3 0 0 4 1 1 2 14 10
Lazio 13 7 4 1 2 4 4 0 0 3 0 1 2 10 9
Sampdoria 12 7 4 0 3 3 2 0 1 4 2 0 2 14 10
Palermo 12 7 3 3 1 4 2 2 0 3 1 1 1 13 12
Udinese 12 7 4 0 3 3 2 0 1 4 2 0 2 10 9
Chievo 11 7 3 2 2 3 1 1 1 4 2 1 1 8 6
Livorno 11 7 3 2 2 3 2 1 0 4 1 1 2 7 9
Siena 10 7 3 1 3 4 2 0 2 3 1 1 1 14 14
Empoli 10 7 3 1 3 4 3 0 1 3 0 1 2 7 9
Ascoli 9 7 2 3 2 4 2 2 0 3 0 1 2 8 8
Roma 8 7 2 2 3 3 1 0 2 4 1 2 1 9 6
Reggina 6 7 2 0 5 4 2 0 2 3 0 0 3 8 12
Parma 5 7 1 2 4 4 1 2 1 3 0 0 3 6 12
Lecce 4 7 1 1 5 3 1 1 1 4 0 0 4 5 11
Messina 3 7 0 3 4 3 0 2 1 4 0 1 3 6 13
Cagliari 3 7 0 3 4 4 0 3 1 3 0 0 3 4 12
Treviso 2 7 0 2 5 3 0 0 3 4 0 2 2 2 12

Legenda
Pt Punti
G Giocate
V Vinte
N Nulle
P Perse
GC Giocate in casa
VC Vinte in casa
NC Nulle in casa
PC Perse in casa
GF Giocate fuori casa
VF Vinte fuori casa
NF Nulle fuori casa
PF Perse fuori casa
RF Reti realizzate
RS Reti subite

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