Addio a Osamu Dezaki, regista di Lady Oscar

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Mr Weiss
00lunedì 18 aprile 2011 14:21
Il regista giapponese è morto a Tokyo all’età di 67 anni per le complicazioni di un tumore ai polmoni. Il suo nome è una parte della storia degli ‘anime’ giapponesi, con i cartoni universalmente conosciuti come “Remì” (1977), tratto dal romanzo “Senza famiglia” di Hector Malot, e “Lady Oscar” (1979), ma solo a partire dal 19° episodio in poi, e Arsenio Lupin III.
Nato a Tokyo il 18 novembre 1943, dopo il diploma presso il liceo Kitazono, Dezaki entrò nella Mushi Productions di Osamu Tezuka dove si formò come disegnatore e direttore dell’animazione di alcuni episodi delle serie “Astro Boy” (1963), “Kimba il leone bianco” (1965) e “Monkey” (1967). Il suo lavoro si distingue per uno stile caratterizzato da inquadrature “oblique” ed angolate dal basso, storie particolari, permeate da un nichilismo di fondo.
E’ stato anche il primo regista a sperimentare l’animazione digitale generata da un computer in una scena panoramica nella serie “Golgo 13″.
“Rocky Joe” è stato un cult per i ragazzi degli anni Settanta, i quali si rividero particolarmente in quell’orfano che, per riscattare la propria esistenza, vuole diventare un campione della boxe.
Poi Dezaki fondò la famosissima Madhouse, e diventando uno dei più importanti registi della Tokyo Movie Shinsha, avversaria della Toei. Usando diversi pseudonimi è passato da una serie animata all’altra: dallo spokon “Jenny la tennista” (1973) allo storyboard de “Il tulipano nero” (1975) di Masaaki Osumi e Yoshiyuki Tomino – lavoro che poi replicherà anche per la nuova serie di “Astro Boy” (1980) e per una versione della Fox di Peter Pan dal titolo “Peter Pan and the Pirates” (1990) -, da “Giatrus il primo uomo” (1974) a “Le avventure di Gamba” (1975), passando per “Le più belle favole del mondo” (1976), “Capitan Jet” (1977) e “L’isola del tesoro” (1978)
A cavallo fra gli Anni Ottanta e Novanta, si trasferì negli Usa, insegnando tecnica dell’animazione alla Fox, realizzando serie tv e pellicole per un gusto più adulto come: gli “SF Space Adventure Cobra” (1982) e “The Mighty Orbots” (1984) e i suriraa “Golgo 13″ (1993, molto amato da Quentin Tarantino) e “Golgo 13 – Queen Bee” (1993).
Tornato in Giappone, lavorò in collaborazione con la Tezuka Production, dove è stato regista di “Lupin III”, e poi ha realizzato la serie “Caro fratello” (1991) e i film “Black Jack – La sindrome di Moria” (1996), “Sword for Truth” (1990), “Mad Bull 34″ (1996), “Air” (2005) e “Clannad” (2007).

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