Altro racconto

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Mr Weiss
00martedì 20 ottobre 2009 17:35
Prima parte





La signora Marta era già a letto quando arrivò il marito che si era attardato in salotto a guardare un film, e poi si era addormentato sulla poltrona. Era una cosa che irritava Marta; faceva parte di quella catena di montaggio di piccoli rancori e gesti quotidiani che caratterizzava il suo matrimonio ventennale.
Ormai l’uomo che le si stava sdraiando accanto era un parente, un fratello di quelli con cui non si smette un attimo di battibeccare, però quella sera Marta si sentiva diversa, non le andava di dormire. Si girò verso Luigi che aveva già chiuso gli occhi. Gli avrebbe voluto parlare, ma lui si stava già addormentando. Allungò un piede e gli tocco la caviglia distrattamente per vedere di svegliarlo, ma quello iniziava pure a respirare pesantemente. Continuò a muovere il piede sul polpaccio di lui, ma proprio non si svegliava.


Luigi quella sera si era addormentato sulla poltrona come gli succedeva ogni tanto. Gli dispiacque non aver visto la fine del film e si chiedeva come Bruce Willis avesse salvato il Mondo quella volta.
Con questi pensieri andò a letto, trovò Marta che già dormiva e pensò che gli sarebbe piaciuto trovarla una volta sveglia per far quattro chicchere. Sto pensiero gli montò nella testa mentre si stendeva, si rigirava su un lato e chiudeva gli occhi: vivere insieme e non parlarsi mai.
Certo non è che non si parlassero, ma Mario aveva in mente due parole in tranquillità, se non proprio da coppia da amici.
Rimuginava su sta cosa che gli si faceva sempre più ovattata in testa per il sonno che avanzava quando si sentì toccare la gamba da qualcosa di freddo, ben presto si rese conto che era il piede di lei. Si interrogò sul gesto, si rispose che si muoveva nel sonno. Il piede iniziò a strusciarsi, e lui non sapendo cosa fare fece finta di dormire.



Marta Continuava a muovere il piede su e giù per quella gamba, e quando si rese conto che si stava eccitando ragionò sulla stranezza del fatto. Quando poi non ragionò più, agguantò il marito per una spalla, lo girò supino e gli montò sopra.


Luigi aprì gli occhi e vide sua moglie indemoniata su di lui che si strusciava sul suo basso ventre. Si rese conto al contatto che lo aveva già duro, e ora che la cosa gli fu chiara al di là di ogni ragionevole dubbio fece anche lui la sua parte.



Luca era davanti al computer, e impartiva ordini ai suoi soldati di Travian quando sentì degli strani rumori venire dalla stanza dei genitori.. Smise di digitare e tese ancor più l’orecchio. Altri due colpi secchi. Rimase ancora un attimo lì seduto -anni di Studio Aperto lo avevano terrorizzato- poi prese la mazza da baseball che teneva attaccata alla parete come ornamento e uscì guardingo dalla stanza.
Si avvicinò alla porta chiusa dei suo rasentando il muro del corridoio buio con la mazza stretta tra le due mani. Una volta che vi fu avanti poggiò prudente l’orecchio all’anta, senti la madre gemere, e immaginandosela imbavagliata e sofferente si preparò a far irruzione nella camera con la mazza, i suoi sedici anni di età e sessanta chili scarsi di peso, e tutto il suo coraggio e la sua paura, per fronteggiare i due rumeni violenti e ubriachi che si immaginava lì dentro.
@Mimmi the Maneater@
00martedì 20 ottobre 2009 17:56
aspetto il resto, impaziente [SM=g7346]
Mr Weiss
00sabato 7 novembre 2009 15:05
Seconda parte
Dove eravamo arrivati? Ah sì, avevamo lasciato Luca con la mazza da baseball serrata nelle mani fuori dalla porta dei suoi in una posa che ricordava molto un battitore di baseball, appunto.
Stava per catapultarsi dentro quando si accorse che i lamenti della madre erano troppo cadenzati.
Avvicinò l’orecchio alla porta e si accorse che i gemiti erano cadenzati in crescendo. Si allontano immediatamente come se quell’uscio fosse fatto della materia più schifosa di sto Mondo e si affretto ad allontanarsi, ma purtroppo per lui non fece in tempo a sottrarsi all’ultimo lungo, soddisfatto gemito.
Tornò verso la sua stanza gobbo con la mazza che gli penzolava dalla mano. Ora pareva un uomo di Neanderthal con la clava a seguito.

Marta alla mattina si svegliò che albeggiava. Era ancora abbracciata al marito, e questo le sembrò ancor più strano che averci fatto l’amore la sera prima. Pensò di alzarsi e fagli trovare una ricca colazione pronta sul tavolo.
Mentre pensava tutto ciò gli si incuneò ancor più tra le braccia e si riaddormentò. §Si risvegliò che il Luigi non era più nel letto. Si sentì a disagio lì da sola, si alzò e lo trovò in cucina insieme ad una ricca colazione pronta per lei.

Quella mattina Luca si svegliò con una sensazione di estraneità addosso. Fissò a lungo il soffitto della camera prima di alzarsi da letto. Quando poi entrò in cucina il disagio aumentò.
I suoi genitori gli rivolgevano sorrisi offrendogli biscotti, marmellate, cappuccini, e tutto quel che cera in quel tavolo imbandito. Noto anche che spesso si guardavano negli occhi!
Non mangiò quasi nulla per la fretta di fuggire via. Preparò in fretta lo zaino (cosa che non faceva mai alla sera) e uscì dalla porta lasciandosi dietro un ciao.
Per le scale vari umori turbinavano in lui, ma all’ultima rampa di scale prevalse una sorta di divertimento: lui ancora non aveva fatto sesso e i suoi genitori lo facevano ancora! Ci avrebbe potuto scrivere un libro e diventar famoso. Ridacchiando tra se e se proseguì per la scuola, incrociò casualmente Elena e la salutò distrattamente tutto preso da queste sue elucubrazioni.


Elena: cosa possiam dire di Elena? Lei quella mattina non aveva trovato i genitori sorridenti in cucina. Si Uscivano di casa per andare a lavorare prima che lei si svegliasse, e si stavano separando. Il padre viveva ancora con loro perché stava cercando una casa ad un affitto accessibile e ancora non l’aveva trovata, ma era questione di poco e se ne sarebbe andato.
Elenca ci soffriva, e si sentiva autorizzata ad essere perfida, come con quel brufoloso Luca lì, che tutte le volte che la salutava sembrava dovesse affrontare un Grizly . A lei questo divertiva, e lo metteva ulteriormente a disagio ogni volta che poteva con un disinteresse e disinvoltura tale che sembrava casuale, non voluto.. ma perché quella mattina non l’aveva salutata appena senza neanche accorgersi di lei? Si ritrovò a rincorrerlo chiamandolo.


Una Strana giornata davvero per Luca: prima i genitori che si riscoprono innamorati, e ora Elena che non lo aveva mai calcolato se non per denigrarlo gli correva dietro.
Dimmi, disse Luca.
Si trovarono fianco a fianco entrambi imbarazzati, poi Elena si invento un ‘hai visto cos’ha fatto Manuel..’
Continuarono a parlare di discorsi terzi fino a che arrivarono all’angolo prima della scuola. Lì Elena si congedò frettolosamente, svoltò e corse dalle sue amiche.
Naturale, pensò Luca. Non si può compromettere con uno sfigato come me
Mr Weiss
00mercoledì 20 gennaio 2010 22:52
Non mi son dimenticato di sta storiella, e da che l'ho iniziata ho in mente la fine, ma finchè per campare dovrò lavorare (temo per sempre, e mi suona peggio di un ergastolo!) la scrittura ne verrà meno, capperini!

Voi potrete sempre dire che ve n'eravate dimenticati senza alcuna fatica, e come darvi torto. Io personalmente amerei essere dimenticato di sovente e in alcuni casi permanentemente, ma per i miei raccontini preferirei un trattamento diverso, ben svincolato da me che una volta scritti non li possiedo più.
@Mimmi the Maneater@
00giovedì 21 gennaio 2010 09:58
Mr Weiss, 20/01/2010 22.52:


Voi potrete sempre dire che ve n'eravate dimenticati senza alcuna fatica, e come darvi torto. Io personalmente amerei essere dimenticato di sovente e in alcuni casi permanentemente, ma per i miei raccontini preferirei un trattamento diverso, ben svincolato da me che una volta scritti non li possiedo più.




mi inchino [SM=g7479]
Neongenesis
00giovedì 21 gennaio 2010 12:02


Io mi prostro
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