Aragoste e astici maltrattati, blitz della Lav

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!Serenella!
00venerdì 4 gennaio 2008 17:09
Quaranta denunce contro supermercati e negozi che li esponevano vivi sul ghiaccio e con le chele legate.
«E' maltrattamento di animali, punibile con pene fino a un anno e mezzo di carcere.»


MILANO - Quaranta controlli e quaranta denunce per maltrattamento nei confronti di animali destinati alla vendita. La Lega antivivisezione (Lav) ha inviato i propri attivisti in supermercati e punti vendita di decine di città italiane per verificare in quali condizioni vengano esposti al pubblico aragoste, astici e altri crostacei che, secondo molti, devono essere cucinati ancora vivi affinché vivi affinché sia garantita la massima freschezza delle pietanze. Ma la loro presentazione nei banchi delle pescherie sul ghiaccio o con le chele legate va contro le indicazioni ministeriali di evitare inutili sofferenze agli animali destinati alla macellazione e al consumo alimentare.

CARCERE E MULTE SALATE - La Lav ricorda che il ministero della Salute, attraverso il proprio Centro di referenza nazionale per il benessere degli animali, ha pubblicato un documento intitolato «Sofferenza di aragoste e astici vivi con chele legate e su letto di ghiaccio durante la fase di commercializzazione», nel quale si sottolinea proprio come la consuetudine di offrire al pubblico crostacei ancora vivi (o semivivi) sia in realtà una pratica alquanto crudele. E proprio per contrastarla è stato deciso il blitz, da cui sono scaturite le denunce per violazione dell’articolo 544 ter del codice penale, quello appunto che punisce il maltrattamento di animali e che prevede sanzioni fino ad un anno di reclusione o fino a 15mila euro.

IL DOCUMENTO DEL MINISTERO - Il documento tecnico-scientifco del Ministero della Salute afferma infatti che «il posizionamento degli animali sul ghiaccio, anche se avvolti in sacchetti a tenuta, è assolutamente inappropriato sia come metodo anestetico che come metodi di stoccaggio, in quanto il contatto diretto con il ghiaccio determina asimmetria della perfrigerazione, sbalzo improvviso di temperatura, shock ipoosmotico da acqua di scioglimento o da condensa, ipossia e stress anaerobico». A proposito di esposizione alla luce diretta e intensa, come spesso succede, il parere medico scientifico parla di «condizione generatrice di stress che riduce inoltre i tassi di sopravvivenza». Per ciò che riguarda la legatura prolungata delle chele afferma che «determina atrofia muscolare e inibizione dell’alimentazione se naturale e causa la ben più importante interferenza con i comportamenti di minaccia/difesa, l’applicazione della banda in animali freschi di muta può distorcere e indebolire le chele». Problemi sempre sottovalutati nella convinzione che tanto questi animali sono comunque destinati a morire. Ma proprio per questo, visto che il loro destino è segnato, tanto vale che il passaggio dalla vita alla morte avvenga nel modo più indolore e rapido possibile. La Lav sul proprio sito Internet propone in ogni caso un menù natalizio completamente vegetariano finalizzato proprio ad evitare sacrifici di animali.

«MERCATO IN CRESCITA» - «L’autorevolezza e l’ufficialità della fonte di questo parere tecnico-scientifico - commenta Gianluca Felicetti, presidente della Lav - ci consentiranno di ottenere sanzioni a favore degli animali e di mettere al bando questa pratica crudele tanto quanto la cottura delle aragoste vive in acqua bollente. Dal 2000 ad oggi il mercato delle aragoste in Italia è cresciuto nonostante il prezzo proibitivo: a fronte delle 123 tonnellate di aragoste pescate in Italia nel 2000 si è passati alle 311 tonnellate del 2005, mentre le importazioni sono passate dalle 1.272 tonnellate del 2000 alle 1.589 tonnellate del 2006. E il consumo di questi crostacei tende ad aumentare proprio in occasione delle festività natalizie, sempre più spinte a celebrare i consumi anziché l’importanza della vita, a qualunque specie vivente appartenga».

IL PARERE DEL VETERINARIO - Dello stesso tenore il parere espresso dal dott. Enrico Moriconi, medico veterinario di sanità pubblica e presidente dell’Associazione Veterinaria per i Diritti degli Animali, secondo il quale «si può affermare senza tema di smentite che le aragoste mantenute sul ghiaccio sono in uno stato malessere e stress e pertanto chi li sottopone a tali condizioni causa loro una sofferenza punibile ai sensi della legge 189\04 (…). Se si analizza con lo stesso metro di giudizio il sistema di uccisione per immersione in acqua bollente, è ugualmente chiaro che il metodo è sicuramente doloroso perché la coagulazione delle proteine non avviene immediatamente a tutti i livelli e il danno provocato dal calore, cioè dall’acqua bollente, induce un dolore molto intenso (…) si deve affermare che si tratta di maltrattamento sia il mantenimento sul ghiaccio delle aragoste sia la loro soppressione tramite immersione in acqua bollente».

I PRECEDENTI - La recente giurisprudenza di merito ha già confermato tale assunto con diverse pronunce, tra cui il Tribunale di Vicenza (24 aprile 2006) che ha emanato un decreto penale di condanna ad un ristoratore reo di aver maltratto gli astici, o la stessa Procura di Milano (6 novembre 2006) che ha emanato un decreto penale di condanna contro un ristoratore milanese. E alcuni Comuni, per esempio Roma, hanno espressamente vietato questa pratica nei propri Regolamenti per la tutela degli animali. Fonte
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