Beppe Grillo e il V-day

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koala3
00lunedì 10 settembre 2007 12:40
Ero fuori casa e non ho potuto seguire l'iniziativa.
Qualche parere?
Carlo Maria
00lunedì 10 settembre 2007 13:36
A dire il vero non ho firmato.
Beppuzzo è mitico, molte sue gag mi divertono assai e, nei confini del suo ruolo di comico ha pregi indubbi se comparato con molti dei suoi colleghi ma la sua proposta di legge mi convince assai poco, è sterile e discutibile anche nell'applicazione e nelle conseguenze. Condivido che i condannati in via definitiva debbano pagare per i propri reati (devo verificare, ma mi pare che anche lui faccia parte della categoria e dunque sarebbe ineleggibile in base alla stessa logica), però chi ha pagato dev'esser trattato come cittadino italiano a tutti gli effetti. Il fatto che molti dei politici presenti in parlamento non abbiano pagato per i propri crimini perchè cavilli, prescrizioni o depenalizzazione dei reati in questione ha fatto sì che non pagassero è una vergogna; Beppe Grillo non ha però mi pare precisato che un uomo restituito alla società riacquisti i propri diritti di eleggibilità. Non si possono creare classi di merito. Una persona può aver rapinato per bisogno, un'altra esser stata corrotta per avidità, un'altra aver avuto rapporti mafiosi: non sono delitti equiparati a livello giuridico, non dovrebbero esserlo nemmeno in altri campi. A livello teorico, pour parler, meriterebbe quanto meno un distinguo: un Visco condannato in via definitiva per abuso edilizio è una cosa; un Andreotti per vent'anni connivente coi boss mafiosi e invischiato in ogni grande dramma italico ma impunibile perchè il reato è in prescrizione è un uomo che non deve rappresentare in nessun modo gli italiani. Diciamo che corruzione, concussione, omicidio e connivenza mafiosa dovrebbero esser valutati con un diverso metro, rispetto a reati minori.
Secondo punto: i due mandati. E' una bella cosa, piace alle masse l'idea che i governanti non si arricchiscano troppo. Però una classe politica va formata e servono davvero anni e anni. Non si può diventare politici da un giorno all'altro e la dimostrazione più lampante è secondo me proprio sotto ai nostri occhi, con i "giovincelli" di 55-70 anni che ora ci governano ed erano le seconde-terze schiere di partito prima di Tangentopoli, di colpo assurte a ruoli di primo piano. Sono inadeguati (non che i predecessori...) e scialbi. Vero è però anche che in questo modo abbiamo politici sempre più vecchi e attaccati alla loro poltrona, gente che è capace di non far cadere il governo magari solo perchè fa il conto dei giorni che le manca prima di ottenere la pensione da parlamentare.
Sull'eleggibilità diretta del rappresentante da parte del cittadino e non del partito, invece, ancora sto riflettendo. Non ne ho compreso appieno i meccanismi, lo ammetto. [SM=x74997]
micruo
00lunedì 10 settembre 2007 18:01
Non entro nel merito, sono un po' incasinato e non ho avuto modo di leggere fino in fondo la proposta. Così, ad occhio, credo sia molto buona: altrimenti non si spiegherebbe la completa mancanza di copertura mediatica data all'evento :)
Ci fanno sorbire servizi di dieci minuti perché il papa parla a piazza S.Pietro (lo fa tutte le domeniche mattina, non vedo perché mi devi scassare le palle ogni settimana: non possono fare un riassunto mensile^ Tanto dice sempre le stesse cose), e nessuno pensa di mandare una telecamera in piazza a Bologna dove ci sono cinquantamila persone?
koala3
00martedì 11 settembre 2007 11:20
Re:
micruo, 10/09/2007 18.01:

Non entro nel merito, sono un po' incasinato e non ho avuto modo di leggere fino in fondo la proposta. Così, ad occhio, credo sia molto buona: altrimenti non si spiegherebbe la completa mancanza di copertura mediatica data all'evento :)
Ci fanno sorbire servizi di dieci minuti perché il papa parla a piazza S.Pietro (lo fa tutte le domeniche mattina, non vedo perché mi devi scassare le palle ogni settimana: non possono fare un riassunto mensile^ Tanto dice sempre le stesse cose), e nessuno pensa di mandare una telecamera in piazza a Bologna dove ci sono cinquantamila persone?


E' una cosa che ho notato subito anch'io.
Ma parlerei più di copertura televisiva mancata che di copertura mediatica. Su Internet in particolare ha avuto molto risalto. Ed è significativo vedere una prima o seconda notizia con approfondimenti ricchi online (ma in parte anche su molti quotidiani) e il quasi silenzio dei Tg nazionali. Per non parlare di come sono stati fatti nei Tg i pochi accenni alla cosa (un patetico servizio sui personaggi celebri e la politica mandato dal Tg5, che accostava Grillo tanto a Moretti quanto a Jerry Scotti era da denuncia, roba da prendere i giornalisti e radiarli dall'albo a vita).
Insomma una circostanza che oltre a ribadire lo stato dell'informazione in Italia sottolinea come Internet (pur col pressappochismo e le insidie del mezzo) sia per ora un po' più ricco ed ampio rispetto all'offerta del mezzo televisivo, quantomeno.


Carlo Maria
00martedì 11 settembre 2007 11:43
Re: Re:
koala3, 11/09/2007 11.20:


E' una cosa che ho notato subito anch'io.
Ma parlerei più di copertura televisiva mancata che di copertura mediatica. Su Internet in particolare ha avuto molto risalto. Ed è significativo vedere una prima o seconda notizia con approfondimenti ricchi online (ma in parte anche su molti quotidiani) e il quasi silenzio dei Tg nazionali. Per non parlare di come sono stati fatti nei Tg i pochi accenni alla cosa (un patetico servizio sui personaggi celebri e la politica mandato dal Tg5, che accostava Grillo tanto a Moretti quanto a Jerry Scotti era da denuncia, roba da prendere i giornalisti e radiarli dall'albo a vita).
Insomma una circostanza che oltre a ribadire lo stato dell'informazione in Italia sottolinea come Internet (pur col pressappochismo e le insidie del mezzo) sia per ora un po' più ricco ed ampio rispetto all'offerta del mezzo televisivo, quantomeno.






Se è per questo anche su internet i vari portali, fra un gossip e l'altro, hanno parlato per lo più con critiche della manifestazione di grillo.
Si sono citati i pareri di disapprovazione di Casini (ha definito vergognosi i fischi alla memoria di Biagi espressi dalla piazza di Bologna) e di altri esponenti del nostro Parlamento.
A difendere l'operato del comico ci pensano il suo stesso blog ed i siti alternativi che spesso già in passato gli hanno manifestato appoggio. Però un portale, ha una visibilità di diecimila volte superiore.
L'assenza completa dai tg è stata plateale, mi chiedo però se rimarcare questo dettaglio non vi conduca a trarre come conseguenza che per questo motivo allora la manifestazione di grillo avesse uno scopo pregevole e da appoggiare. La forma era condivisibile, la sostanza è migliorabile, imo.
micruo
00mercoledì 12 settembre 2007 12:55
Cerco di spiegarmi meglio, Carlo: io, per principio, non sono d'accordo con nessuno. Non ho mai avuto una tessera di partito, nemmeno nel mio periodo di massimo impegno politico, proprio perché ci sono sempre dei distinguo anche sostanziali che mi differenziano dal "pensiero" di qualcun altro. Questo è considerato un male, da un certo punto di vista, ma io lo considero il mio sacrosanto dovere (non diritto) di esercitare il mio senso critico.
Quindi, è chiaro che ci saranno una serie di cose nel Grillo-pensiero che non mi trovano d'accordo. Ad esempio, è ovvio che la sua posizione possa essere interpretata in senso qualinquistico : "sono tutti una merda, quindi uno vale l'altro, quindi Bertinotti non è meglio di Borghezio" (possa essere interpretata non vuol dire necessariamente che sia così).
Però... sì, il solo fatto che l'apparato mediatico (tendo a non inserire Internet in tale apparato, Raffaella, è un mio modo di vedere le cose che non ha basi "scientifiche" ma tant'è) abbia volutamente ignorato l'evento, per come funziona in Italia l'apparato stesso è una garanzia sufficiente a lasciarmi pensare che ci siano molto di buono nell'iniziativa. Per capirci, se qualcuno litiga con Borghezio, io sono automaticamente portato a pensare che abbia ragione :) In linea del tutto teorica, potrebbe anche darsi che sia uno di quei casi in cui, per la legge dei grandi numeri, Borghezio dica una cosa intelligente, ma ciò non toglie che le probabilità sono nettamente a suo sfavore.
Non mi pare un atteggiamento superficiale: succede lo stesso con Internet (in tv non si perde occasione di attaccarlo, se non fosse che lo conosco bene, mi piacerebbe solo per questo) e per migliaia di altri argomenti.
Il nemico del mio nemico è mio amico.
ozymandias
00mercoledì 12 settembre 2007 13:04
Re:
Carlo Maria, 10/09/2007 13.36:

Il fatto che molti dei politici presenti in parlamento non abbiano pagato per i propri crimini perchè cavilli, prescrizioni o depenalizzazione dei reati in questione ha fatto sì che non pagassero è una vergogna; Beppe Grillo non ha però mi pare precisato che un uomo restituito alla società riacquisti i propri diritti di eleggibilità. Non si possono creare classi di merito. Una persona può aver rapinato per bisogno, un'altra esser stata corrotta per avidità, un'altra aver avuto rapporti mafiosi: non sono delitti equiparati a livello giuridico, non dovrebbero esserlo nemmeno in altri campi.[SM=x74997]



Invece è una questione di principio.

Se per fare dei lavori pubblici ho bisogno di periti, ingegneri, architetti (gente che ha una QUALIFICA per fare il proprio lavoro), analogamente per fare politica ho bisogno di gente che sia incensurata per rappresentarne molta altra.

I confini poi possiamo allargarli, ma di base non mi sembra castrante chiedere l'onestà come visto di ingresso al parlamento.
ozymandias
00mercoledì 12 settembre 2007 13:10
Qui proprio nessun dubbio
Carlo Maria, 10/09/2007 13.36:


Sull'eleggibilità diretta del rappresentante da parte del cittadino e non del partito, invece, ancora sto riflettendo. Non ne ho compreso appieno i meccanismi, lo ammetto. [SM=x74997]



Ma l'ultima volta sei stato a votare? [SM=x74880]

Legge 2005: sia per la Camera, sia per il Senato, il metodo di voto consiste nell'apporre una croce solo sopra il simbolo di un partito. Non è prevista la possibilità di scrivere una preferenza all'interno di un partito in quanto le liste sono bloccate e i seggi destinati ad ogni partito sono assegnati ai candidati secondo l'ordine con il quale compaiono in lista, così come stabilito in sede di presentazione delle liste stesse.

Praticamente sono i partiti a priori a decidere chi viene eletto all'interno della lista, con una graduatoria fatta secondo i loro porci comodi.




koala3
00mercoledì 12 settembre 2007 15:44
Uno spunto di riflessione, da sottoporre poi ad ulteriori analisi, è l'articolo pubblicato oggi da Eugenio Scalfari.


L'invasione barbarica di Grillo

di EUGENIO SCALFARI

HO VOLUTO aspettare qualche giorno prima di scrivere su Beppe Grillo e sul "grillismo". Ho letto le cronache, i commenti, le domande e le risposte. Ed ho riflettuto e ricordato. Infatti il fenomeno della piazza Maggiore di Bologna non è affatto una novità. In Italia c'è una lunga tradizione di "tribuni" e capi-popolo, un germe che ha messo radici da secoli e che rimane una latenza costante nell'"humus" anarcoide e individualista della nostra gente.

Quel filone - per fortuna - è mescolato con molti altri elementi: la nostra è una gente laboriosa, paziente, capace di adattamenti impensabili, generosa. Ad una cosa non si è mai adattata: a pensare e a comportarsi come partecipe d'una comunità, d'una struttura sociale con leggi e regole da rispettare anche quando sembrano danneggiare il proprio particolare interesse.

L'anarco-individualismo è un virus che corre sotto traccia ma spesso emerge ed esplode in superficie. I suoi avversari sono inevitabilmente sempre gli stessi: il potere costituito e il potere immaginato, quelli che fanno le leggi e quelli che le propongono e le attuano. L'anarco-sindacalismo è per definizione il nemico dell'autorità. Può rappresentare una necessaria valvola di sfogo quando provoca l'insorgenza contro regimi autoritari e dittatoriali (ma avviene di rado); ma diventa anacronistico in regimi di diffusa democrazia dove esistono forme di opposizione e di denuncia più efficaci e molto più civili di quella di radunarsi o marciare dietro cartelli con su scritto "Vaffanculo".

Non sono affatto d'accordo su quanti dicono che il "Vaffa-day" è solo un dettaglio folcloristico dovuto alla dimensione comica del primo attore. La forma - specie nella vita pubblica - è sostanza e chi inneggia al "Vaffanculo" partecipa consapevolmente a quelle invasioni barbariche che connotano gran parte della nostra mediocre e inselvaggita attualità.

* * *

È vero che la classe dirigente nella sua interezza ha reso plausibili anche le critiche più radicali. Soprattutto quella di non aver fornito alla società un esempio e un punto di riferimento capace di orientare il pubblico verso la ricerca del bene comune e della felicità propria e altrui.

Ho letto il commento di Fausto Bertinotti al raduno dei "grillisti" e ai tavoli per la raccolta della firme sotto la proposta di legge sponsorizzata da Grillo. Bertinotti ha sempre privilegiato la società rispetto alle istituzioni, la piazza rispetto al governo. Ma tenendo fisso il criterio dell'insostituibilità dei partiti, che lui vede come laboratori ideologici specializzati nella cultura dell'ossimoro. Che però volesse cavalcare il "grillismo" - sia pure con tutti i distinguo - questa è un'assoluta novità. Bertinotti esalta "l'esistente" affermando che è inutile polemizzare con esso. Fossero vivi i fratelli Rosselli ed Ernesto Rossi, avrebbero di che rispondergli su questo delicatissimo argomento.

All'entusiasmo "grillista" di Di Pietro non c'è invece da far caso. L'ex sostituto procuratore di Milano confonde - e non è la prima volta - Mani pulite con il giustizialismo di piazza e non si accorge che così facendo fa un pessimo servizio alla lotta che il Tribunale di Milano impegnò nel '92 contro la pubblica corruttela e contro i corruttori, i concussori, i corrotti che erano diventati da singoli casi giudiziari reati di massa pervadendo e deformando l'intero sistema degli appalti e insidiando le basi stesse della democrazia.

Ma Di Pietro, si sa, non va per il sottile. Non c'è andato neppure nella scelta dei candidati del suo partito, come purtroppo si è visto. Cerca sgabelli sui quali salire. Ma Grillo - questo è certo - non è sgabello se non di se stesso, come mezzo secolo fa capitò a Guglielmo Giannini: quando il suo "Uomo qualunque" mandò in Parlamento trenta deputati furono in molti a tentar di mettervi le mani sopra, la Dc, i liberali, i monarchici. Non ci riuscirono e ben presto tutto si ruppe in tanti pezzetti.

* * *

Movimenti d'opinione di natura antipolitica, come quello di cui stiamo discutendo, e rompono dal seno della società e poi declinano rapidamente. La politica non è un'invenzione di qualche mente corrotta o malata, ma una categoria della vita associata. Il governo della "polis", cioè della città, cioè dello Stato. L'antipolitica pretende di abbattere la divisione tra governo e governati instaurando il governo assembleare. L'"agorà". La piazza. L'equivalente del blog di Internet. Infatti la vera novità del "grillismo" è l'uso della Rete per scopi di appuntamento politico (o antipolitico).

Ma nella Rete si vede più che mai il carattere personalizzato dell'"agorà"; di ogni "agorà". Da quella di Cola di Rienzo a quella di Masaniello, da quella di Savonarola a quella di Camillo Desmoulins. Il blog ha infatti un'intestazione ed è l'intestatario che indica la via, che formula gli slogan, che produce gli spot. E' lui insomma il padrone di casa che guida e domina l'assemblea.

In realtà il governo assembleare è sempre stato una tappa, l'anticamera delle dittature. La storia ne fornisce una serie infinita di conferme senza eccezione alcuna. Proprio per questo quando vedo prender corpo un movimento del tipo del "grillismo" mi viene la pelle d'oca; ci vedo dietro l'ombra del "law & order" nei suoi aspetti più ripugnanti; ci vedo dietro la dittatura.

Non inganni lo slogan "né di destra né di sinistra". Si tratta infatti di uno slogan della peggiore destra, quella populista, demagogica, qualunquista che cerca un capo in grado di de-responsabilizzarla.

Il più vivo desiderio delle masse, cioè dell'individuo ridotto a folla e a massa, è di essere de-responsabilizzato. Vuole questo. Vuole pensare e prendersi cura della propria felicità delegando ad altri il compito di pensare e decidere per tutti. Delega in bianco, semmai con una scadenza. Ma le scadenze, si sa, sono scritte con inchiostri molto leggeri che si cancellano in breve tempo. Il potere, una volta conquistato, ha mille modi per perpetuarsi.

L'antipolitica è sempre servita a questo: piazza pulita per il futuro dittatore. Che non sarà certo uno come Grillo. Il dittatore quelli come Grillo li premiano e poi li mettono in galera. E' sempre andata così.

* * *

Spero che molti abbiano letto il discorso pronunciato da David Grossman all'apertura del Festival della letteratura a Berlino, che Repubblica ha pubblicato nel numero di mercoledì 5 settembre. E' un testo di grande significato e di grande stile e mi permetto di raccomandarne la lettura ed anche la rilettura perché merita d'esser meditato e possibilmente trasformato in propria sostanza.

Mi spiace rimescolare l'alta prosa di Grossman a questioni tanto più mediocri e volgari come il raduno dei sostenitori di "Vaffa". Ma quel pensiero e il testo che lo contiene toccano tra le tante altre cose anche il tema della riduzione dell'individuo a massa, lo schiacciamento dell'individuo, il suo divenire succube di slogan inventati per imporli a lui che inconsapevolmente li adotta e se ne compiace.

Quel tema è l'aspetto drammatico della civiltà di massa, della società di massa e dei "mass media" che ne diffondono l'immagine sovrapponendola all'immagine individuale. Un aspetto al quale è difficilissimo sottrarsi perché ci invade e ci pervade quasi in ogni istante della nostra esistenza. La modernità porta con sé questo virus micidiale: la riduzione dell'individuo a massa, materiale malleabile e plasmabile, materia per mani forti e dure. La massa riporta gli adulti all'infanzia e alla sua plasmabilità. Alla sua manipolazione. Questo - in mezzo a molte virtù innovative - è il delitto della modernità, il virus dal quale bisogna guardarsi e contro il quale bisogna mobilitare tutti gli anticorpi di cui disponiamo.

Ma ascoltiamo Grossman.

"Ci fa comodo, quando si parla di responsabilità personale, far parte d'una massa indistinta, priva di volto, d'identità e all'apparenza libera da oneri e colpe. Probabilmente è questa la grande domanda che l'uomo moderno deve porsi: in quale situazione, in quale momento io divento massa?"

"Ci sono definizioni diverse per il processo con il quale un individuo si confonde nella massa o accetta di consegnarle parti di sé. Io ho l'impressione che ci trasformiamo in massa nel momento in cui rinunciamo a pensare, a elaborare le cose secondo un nostro lessico e accettiamo automaticamente e senza critiche espressioni terminologiche e un linguaggio dettatoci da altri".

"I valori e gli orizzonti del nostro mondo e il linguaggio che lo domina sono dettati in gran parte da ciò che noi chiamiamo "mass media". Ma siamo davvero consapevoli del significato di questa espressione? Ci rendiamo conto che gran parte di essi trasformano i loro utenti in massa? E lo fanno con prepotenza e cinismo, utilizzando un linguaggio povero e volgare, trasformando problemi politici e morali complessi con semplicismo e falsa virtù, creando intorno a noi un'atmosfera di prostituzione spirituale ed emotiva che ci irretisce rendendo "kitsch" tutto ciò che tocchiamo: le guerre, la morte, l'amore, l'intimità. In molti modi, palesi o nascosti, liberano l'individuo da ciò di cui lui è ansioso di liberarsi: la responsabilità verso gli altri per le conseguenze delle sue azioni ed omissioni. E' questo il messaggio dei "mass media": un ricambio rapido, tanto che talvolta sembra che non siano le informazioni ad essere significative ma il ritmo con cui si susseguono, la cadenza nevrotica, avida, commerciale, seduttrice che creano. Secondo lo spirito del tempo il messaggio è lo "zapping"".

Mi perdonerete, cari lettori, la citazione forse è troppo lunga, ma questo brano del discorso di Grossman è così attuale al nostro tema che credo ne sia l'indispensabile compimento. Egli inoltre addossa una parte rilevante di quanto accade nello schiacciamento dell'individuo sulla massa ai mezzi di comunicazione, al loro funzionamento che ormai ha preso la mano a quasi tutti quelli che operano in quel settore, al "sistema" che tutti insieme hanno costituito, dove la moneta cattiva scaccia la buona e la concorrenza paradossalmente funziona più per peggiorare il prodotto che per migliorarlo.

Chi che come me ha dedicato una parte della vita ai giornali ed ha vissuto da giornalista tra i giornalisti conosce bene questa realtà ed anche l'estrema difficoltà di sottrarvisi. Eppure è uno sforzo che a questo punto occorre fare. Ne verrebbe un forte miglioramento alla qualità della vita pubblica, una vera e non fittizia attenzione alla moralità e anche la gratificazione d'aver innovato un modo di comunicare in direzione contraria ai "Vaffa" che ormai ci serrano da ogni parte trasformando il linguaggio in un dialetto da taverna.

* * *

Mi resta ancora da esaminare i tre quesiti proposti ai tavoli delle firme da Beppe Grillo. Molti che hanno firmato distinguono infatti la firma di quei quesiti dall'adesione al "grillismo".

La distinzione è assolutamente legittima: si può firmare anche valutando il movimento dei "Vaffa" per ciò che è. Ma esaminiamoli nella sostanza quei tre quesiti.

Il primo stabilisce che tutti i cittadini che concorrono a cariche elettive debbano essere scelti attraverso elezioni primarie preliminari. Questo principio mi sembra meritevole di essere accolto. Il Partito democratico, tanto per dire, ha deciso di farlo proprio. Tutto sta a come saranno organizzate queste primarie. Grillo per esempio ha definito una "mascalzonata" l'esclusione di Pannella e di Di Pietro dalle candidature per la leadership del Pd, ignorando che entrambi fanno parte di altri partiti e anzi li guidano e non hanno accettato di abbandonarli all'atto della candidatura. Come se un nostro condomino, invocando questa qualifica, pretendesse di decidere assieme a noi e ai nostri figli questioni strettamente familiari. Dov'è la logica?

Il secondo quesito vieta ai membri del Parlamento di farne parte per più di due legislature. Questo divieto è una pura sciocchezza. Ci obbligherebbe a rinunciare ad esperienze talvolta preziose. Forse anche a molti vizi acquisiti durante l'esercizio del mandato. Ma quei vizi non possono essere presupposti e affidati all'automatismo di una norma. Spetta agli elettori discernere tra vizi e virtù e decidere del loro voto. Per di più una norma automatica del genere sarebbe incostituzionale perché priverebbe l'elettore di una sua essenziale facoltà che è quella di poter votare per chi gli pare. Che cosa sarebbe successo per esempio se nei primi anni Cinquanta fosse stato impedito agli elettori democristiani di votare una terza volta per De Gasperi, a quelli comunisti per Togliatti, ai socialisti per Nenni e ai repubblicani per Pacciardi o La Malfa?

Il terzo quesito - impedire ai condannati fin dal primo grado di giurisdizione di far parte del Parlamento - sembra a prima vista ineccepibile. Per tutti i reati? E fin dal primo grado di giurisdizione? La presunzione d'innocenza è un principio sancito dalla nostra Costituzione; per modificarlo ci vuole una legge costituzionale, non basta una legge ordinaria. I reati d'opinione andrebbero sanzionati come gli altri? Quando Gramsci, Pertini, Saragat, Pajetta, furono arrestati io credo che gli elettori di quei partiti li avrebbero votati e mandati in Parlamento se un Parlamento elettivo fosse ancora esistito e se quei partiti non fossero stati sciolti d'imperio. Personalmente ho fatto un'esperienza in qualche modo consimile: entrai alla Camera dei deputati nel 1968 sull'onda dello scandalo Sifar-De Lorenzo nonostante o proprio perché ero stato condannato in primo grado dal tribunale di Roma. Lo ricordo perché è un piccolissimo esempio di una proposta aberrante.

Questioni complesse - ha scritto il Grossman sopracitato - quando sono semplificate sopprimono la responsabilità personale dell'individuo e ottundono le sue capacità critiche. Ma è proprio a quelle capacità che è affidato il nostro futuro.
Carlo Maria
00giovedì 13 settembre 2007 00:09
Dopo aver precisato ad ozy che in effetti non avevo fatto mente locale e collegato quindi la terza proposta di Grillo al suo reale significato, riguardo gli altri 2 punti del V-Day mi ritrovo in piena sintonia quindi con quanto scritto da Scalfari e riportato da Raffina.
Fog
00giovedì 13 settembre 2007 19:32
Condivido buona parte delle ragioni di malcontento di cui Grillo si fa interprete, mi trovo meno in sintonia con le risposte che cerca di offrire. Sono inoltre infastidito dal fatto che a interpretare un umore diffuso tra la gente, umore che grosso modo è anche mio, sia un attore comico non so quanto credibile.
Intollerabile oltre ogni immaginazione l'etichetta "populista" che in molti -e tra questi molti fin troppi schierati "a sinistra"- pretendono di appiccicare agli argomenti ed alle proteste. Che saranno anche populiste, ma che esprimono un malessere vero fondato su fatti reali. Grillo occupa evidentemente uno spazio che non gli compete, ma la responsabilità è solo dello scandaloso ceto politico italiano e della vergognosa corruzione che esso incarna sia in forma esplicita sia in quella più subdola ma non per questo meno grave della compiacenza verso i propri bacini elettorali. Non in nome di una legittima tutela quanto di scambio di favori teso a perpetrare reciproci vantaggi a scapito di tutti gli altri.

Non è folle sostenere che di solito ai "grillismi" fanno seguito i fascismi ma, detto con grande franchezza, sarà ogni giorno più arduo spiegare alla gente che praticamente mai gli "uomini del destino" hanno saputo fare meglio dello sfascio che intendevano arrestare. Ed onestamente è proprio difficile convincersi che vi sia qualcosa di peggio che la cloaca attuale.
micruo
00venerdì 14 settembre 2007 11:44
Il direttore di Repubblica è di norma persona dai giudizi equilibrati... ma rimane comunque, come purtroppo la totalità del giornalismo italiano, uno "di parte". Cioé, uno che quando gli toccano i propri interessi personali, non è in condizione di ricordare che il suo compito di giornalista dovrebbe venire prima di ogni interesse.
Per cui, anch'egli, come pressoché tutti i politici, di cui alla fine Scalfari fa parte, si sente chiamato direttamente in causa, e reagisce di conseguenza.
Io sono di sinistra da una vita, e oggi non sento che nessuno dei partiti mi rappresenta nemmeno in parte, compreso Rifondazione che continuo a votare giusto per non scadere nel qualunquismo del "tanto fanno schifo tutti". Dato che questi signori decidono della mia vita, e mi pare che stanno decidendo estremamente male a tutti i livelli, mi pare più che ragionevole sollevare il problema. Che lo faccia un comico, per rispondere a Fog con cui per il resto mi trovo d'accordo, non mi dà fastidio più di tanto, nella società occidentale il comico ha sempre rappresentato una sorta di figura moralizzatrice (basta ricordare l'Aristofane delle "Nuvole", per fare un esempio) e, anche se ovviamente adesso Grillo travalica i suoi "compiti", questo non fa altro che rendere più evidente il vuoto assoluto che esiste al giorno d'oggi.
Mi preoccupa al contrario che le reazioni da parte dei cittadini siano comunque troppo contenute: alla fine degli anni '70, la risposta è stata il terrorismo, ovviamente una risposta che non condivido. Ma questa inerzia sotto un certo punto di vista mi preoccupa ancora di più
Morello
00venerdì 14 settembre 2007 17:45
rispondo senza aver letto gli altri, per non esserne influenzato.

il V-Day di Beppe Grillo mi ha messo in allarme. Mi ha messo in allarme perchè sposo quasi totalmente quello che ha detto. e ci sono rimasto di sasso. che io, con un back ground politico, mi debba rivolgere ad un comico per avere le risposte che cerco, lo trovo una cosa da gelare il sangue. è il trionfo dell'anti politica. è un pancho pardi girotondino con gli spettacoli che fanno ridere. di masanielli che smouvono le masse la storia ne è piena. che si muova la cosidetta "società civile" mi fa vomitare. masse agitate, senza costrutto, masse che si agitano perchè hanno mal di pancia. masse pronte a seguire un qualsiasi capopopolo, un "uomo forte" che si prenda la briga di sobillare. forse esagero, ma è preoccupante per la tenuta della democrazia. la deriva reazionaria che può prendere la situazione mi allarma. c'è un vuoto assoluto politico e di potere. berlusconi che si presenta all'adunanza di forza nuova la celio è il fischio del treno che parte. forse sto esagerando, ma non mi sento tranquillo per niente. le caste stanno riprendendo il loro potere, i poteri forti economici fanno il bello ed il cattivo tempo. il malcontento dilaga. e nessuno è in grado di risolvere la situazione. lo stato è sparito, le istituzioni latitano.

ps: trovo commovente la storia degli esami di accesso all'università: si scoprono truccati solo ora? un mio coetaneo, diplomato all'odontotecnico nel 1990 si è sentito chiedere 25 milioni con assoluta tranquillità nella segreteria diuna di queste università. 17 anni fa.

però in compenso che la benzina te la fanno pagare un occhio, che ci sono speculazioni evidente sul mangiare passano miseramente in secondo piano dietro la spy story della formula uno.....
Morello
00venerdì 14 settembre 2007 17:48
ho letto adesso quanto scritto da Giuseppe e da Michele.
sono disorientato (e spaventato) dalle coincidenze nelle nostre vedute.
Carlo Maria
00lunedì 17 settembre 2007 19:25
Beppe voleva davvero mostrare il malcontento popolare alla nostra terribile classe politica o più opportunisticamente (come credo) saggiare il suo consenso sul territorio per valutare se ci fosse la possibilità di scendere in campo?
Alla luce di ciò, la vostra idea sulla manifestazione va rivista?
ozymandias
00lunedì 17 settembre 2007 23:39
Re:
Carlo Maria, 17/09/2007 19.25:

Beppe voleva davvero mostrare il malcontento popolare alla nostra terribile classe politica o più opportunisticamente (come credo) saggiare il suo consenso sul territorio per valutare se ci fosse la possibilità di scendere in campo?



Credi male.

Carlo Maria
00lunedì 17 settembre 2007 23:48
Quindi a tuo avviso questa è la naturale conseguenza dell'espressione popolare del V-day?
Il malcontento manifestato si incarna istituzionalmente e diviene attivismo?
Carlo Maria
00martedì 18 settembre 2007 00:03
Questo è quello che dice Beppe sul suo blog:

E adesso? Dopo il V-day?
La parola è ai cittadini. Ogni Meetup, ogni gruppo può, se vuole, trasformarsi in lista civica per le amministrazioni comunali.
I cittadini devono entrare in politica direttamente. Per la loro tutela e per quella dei loro figli.
I Comuni decidono della vita quotidiana di ognuno di noi.
Possono avvelenarci con un inceneritore o avviare la raccolta differenziata. Fare parchi per i bambini o porti per gli speculatori. Costruire parcheggi o asili. Privatizzare l’acqua o mantenerla sotto il loro controllo.
Dai Comuni si deve ripartire a fare politica con le liste civiche.
Le liste che aderiranno ai requisiti che pubblicherò sul blog tra qualche giorno avranno la certificazione di trasparenza “beppegrillo.it”. Tra i requisiti ci saranno, ad esempio, il non essere iscritti a partiti ed essere incensurati.
Le liste potranno comunque chiamarsi come gli pare ed essere autonome nella loro azione. Ci potranno anche essere più liste in una stessa città.
Le liste certificate saranno pubblicizzate dal blog e messe in condizione di scambiarsi informazioni e esperienze attraverso una piattaforma comune on-line che sarà messa a disposizione, sempre attraverso il blog.
Io non parteciperò a nessuna manifestazione nei prossimi mesi. Non sto promuovendo la presentazione di nessuna lista civica, né locale, né nazionale.
La loro voce i partecipanti del V-day non la prestano a nessuno. Sono i megafoni di sé stessi. I cittadini che si fanno politica.
Per le liste civiche rimanete sintonizzati sul blog. Stay tuned.


Le parole sono chiare, non traspare affatto una sua voglia di scendere in politica ma solo afferma di appoggiare con un simbolico certificato le liste civiche che rispondano a determinati requisiti.
Però non so... sinceramente ho il timore che possa fare quel passo e sarebbe imo contraddittorio con quanto fino ad ora affermato.
I giornali hanno riportato la notizia in modo erroneo (e ti pareva), parlando di politica attiva e pronosticato una discesa in campo con tanto di interviste a suoi presunti sostenitori, suddivisi fra dubbiosi, ottimisti e non.
koala3
00martedì 18 settembre 2007 16:42
Beh, possiamo dire che adesso il silenzio televisivo sul caso Grillo è stato definitivamente rotto (ora se ne parla continuamente). Peccato che la faccenda venga raccontata in termini circensi e palesemente denigratori. O meglio, solo in termini circensi e denigratori.
micruo
00martedì 18 settembre 2007 20:34
Re:
koala3, 18/09/2007 16.42:

Beh, possiamo dire che adesso il silenzio televisivo sul caso Grillo è stato definitivamente rotto (ora se ne parla continuamente). Peccato che la faccenda venga raccontata in termini circensi e palesemente denigratori. O meglio, solo in termini circensi e denigratori.


Peccato? Sarei rimasto davvero esterefatto se fosse accaduto il contrario...


Carlo Maria
00martedì 18 settembre 2007 23:51
A tal proposito, i commenti di Prodi da Vespa li definirei assolutamente illuminanti e fuorvianti. Ritengo in effetti che abbia letto solo i giornali e non abbia visitato il suo blog per esprimere tale concetto.
Sì, anch'io penso che Beppuzzo sia solleticato da una discesa in campo (l'ho detto ieri), però Prodi ha letteralmente rigirato la frittata e laddove io ho detto "credo" lui ha dichiarato "è così" e ciò non corrisponde a verità.
micruo
00mercoledì 19 settembre 2007 18:57
Da Repubblica:
Decisamente contrario al tono usato dal comico genovese anche il direttore del Tg2 Mauro Mazza che, in un editoriale video, si è domandato "cosa accadrebbe se un mattino qualcuno ascoltati quegli insulti contro tizio e contro caio premesse il grilletto?"

"Va avanti a colpi di insulti personali, accuse terribili, male parole", ha esordito il direttore del Tg2 in chiusura della pagina dedicata all'antipolitica nell'edizione delle 13. "E' il fenomeno Beppe Grillo, non a caso esploso con un colossale 'vaffa' con molti destinatari. Neoqualunquismo hanno detto in tanti, forse anche per esorcizzare il pericolo. Ma cosa accaddrebbe - si è poi chiesto Mazza - se un giorno all'improvviso un pazzo, uno squilibrato sentendo quelle accuse premesse il grilletto? Cosa succederebbe se la farsa si trasformasse in tragedia?"


Ha ragione: uno di questi ci vado io, ma non gli sparo, non ne vale la pena... :)
Stiamo peggiorando, in un paese civile, a una cosa del genere farebbe seguito la richiesta immediata delle dimissioni del giornalista (giornalista, poi...)

Ripeto: non so se e quanto Grillo abbia ragione, ma la veemenza (e la pretestuosità ) degli attacchi contro di lui mi lasciano pensare che dia abbastanza fastidio

ddvd
00mercoledì 19 settembre 2007 23:08
Chiunque, qualunque cosa, oggi, faccia ondeggiare, seppur in termini blandi, lo status quo politico, viene inesorabilmente attaccato come un rovesciatore "nichilista" - e "populista", nel caso. Ma la realtà è che tutti coloro che "attaccano", in realtà "difendono" un interesse comune. Quello di una posizione di privilegio basata sull'anti-politica vera e propria. Sull'anti-sociale. Sul quale, si fonda e si perpetua da secoli il potere della prevaricazione.
Sashimi
00sabato 22 settembre 2007 22:15
Astio, livore, condanne unanimi del mondo politico da ogni schieramento, servizi televisivi a senso quasi unico, opinioni giornalistiche che quando sono blande lo indicano come vuoto populista e rivoluzionario fuori tempo, se sono solo "medie" come irresponsabile sobillatore delle masse e sicuro prodromo alla dittatura. Una solo cosa non si puo' dire: che non lo ritengano degno di attenzione.
koala3
00lunedì 24 settembre 2007 15:13
Ho saputo (solo in ritardo) che santoro ha dedicato tutta la sua prima puntata di Annozero a Grillo.
L'avrei visto, pur non amando Santoro. Qualcuno ha avuto modo di seguirlo?
Carlo Maria
00lunedì 24 settembre 2007 21:29
Parzialmente. Condivido, anche a me Santoro non piace, mi sta proprio sulle palle. Egocentrico e presuntuoso, è riuscito anche l'altra sera a fare dell'autocommiserazione comparandosi a Grillo e sottolineando che lui paga da una vita le sue posizioni.
A me confesso che sarebbe piaciuto di più vedere Mentana, che mi pare d'aver capito abbia trasmesso tutto il filmato di Grillo con un giorno d'anticipo su Santoro. Chissà cos'avrà detto l'ex direttore del tg5, che taglio avrà dato?
Juan Galvez
00domenica 30 settembre 2007 15:49
Re:
In ritardo - ma oggi ho infine una mezza giornata di permesso dall'ospedale - dico succintamente la mia.

Al di là di quelli che possano essere gli intenti personali di Grillo, oggi l'ex Topo Galileo è l'unico in Italia a fare politica. Politica, non antipolitica come vorrebbero far credere le merde che della (sotto)politica hanno fatto una professione parassitaria, e dell'antipolitica - antipolitica nei fatti - una prassi costante. Sarò d'accordo con la metà forse di quello che dice, ma è il solo a fare proposte politiche: gli altri abbaiano o sparano cazzate; e questo quando ancora va bene, e non aprono bocca vomitando puttanate ancora più rotonde i Bossi, gli Storace, i D'Alema o i Diliberto di turno. Ed è colpa solo ed esclusivamente delle merde, che occupano l'intero arco ex costituzionale e non solo, se a fare politica è oggi un comico (televisivo?): se esistessero politici che avessero anche solo un'idea vaghissima del loro lavoro, i Grillo non avrebbero ragione di esistere.

V.

Sashimi
00domenica 30 settembre 2007 19:02
Juan Galvez, 9/30/2007 3:49 PM:

In ritardo - ma oggi ho infine una mezza giornata di permesso dall'ospedale - dico succintamente la mia.



Ehila' [SM=x74931]

Quel che a me colpisce, in generale, e' la sensazione che davvero i media tradizionali non siano minimamente in grado di comprendere il linguaggio di Grillo: noi che la rete la "frequentiamo" da un po' di anni possiamo essere d'accordo o meno con quel che dice, ma non fatichiamo a comprenderlo.

I politici sono invece lontanissimi, quasi tutti, dal decodificare il suo linguaggio. E i giornalisti della carta stampata e della tv, ma anche quelli che su internet scrivono come se fosse stampa, e' come se fossero rimasti indietro di milioni di anni.

Come se, per l'appunto, usassero un linguaggio completamente diverso dal suo. Un linguaggio che sa di vecchio. Non lo capiscono, non lo capiscono, e per attaccarlo non trovano di meglio che buttarla sulla solita rissa verbale, sulla gazzarra da talk show gossiparo, sul prendere mezza frase, senza nemmeno capire quando ironizza o quando fa sul serio, e dire che e' violento! offende i malati di alzhaimer! (questa e' veramente la piu' ridicola di tutte [SM=x74954])! e se uno spara dopo averlo sentito? eh ora fa pace con Mastella! eh ma chi si crede di essere?! eh ma e' un comico ah ah ah siamo alla frutta! eh ma ce l'ha su con noi giornalisti!

Come sempre, come sono stati abituati a fare, come i vecchi caporedattori hanno indottrinato i nuovi a fare.

Perche' mi rifiuto di credere che nelle redazioni i giornalisti siano tutti cosi', ci sara' di sicuro qualcuno che Grillo lo capisce benissimo e anche per criticarlo saprebbe usare ben altro stile. Ma si sa che le linee editoriali si decidono in alto e altrove.

Il fatto del comico, poi, sai che scandalo... come se non fosse la prima volta che qualcuno di estraneo alla politica "scende in campo". Mr B. non se lo ricorda nessuno? Anche all'epoca c'era chi diceva che con la politica non c'entrava nulla: 13 anni dopo si puo' ben parlare di cantonata storica. E non a caso B. e' stato fra i pochi a parlare pochissimo, quasi per nulla di Grillo.


Sash
koala33
00venerdì 5 ottobre 2007 12:20
Questa mattina sotto il palazzo dove lavoro (che è pure sede Udeur)una marea di giornalisti e fotografi, ma pare che il nostro non si sia fatto prendere.
Ieri non ho visto Annozero, però deve essere stato... interessante...
[SM=x74936]
Carlo Maria
00venerdì 5 ottobre 2007 16:06
sic! Ignoranza crassa! Da qualche giorno sono veramente fra le nuvole e non ho idea di cosa tu stia parlando!
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