Comunicato stampa.

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Carca
00venerdì 18 aprile 2003 16:23
CHarlie ha dato disponibilità x la creazione del comunicato stampa, abbiamo bisogno di molte informazioni x essere il + professionali e convincenti possibile.
Dateci una mano a trovarne e inseritele in questo thread così potremo metterel insieme senza xdere in giro x il forum.
Nn date niente x scontato, ogni virgola utile inseritela, meglio ripete una nozione ke dimenticarsela.

Grazie ragazzi
Carca
00sabato 19 aprile 2003 01:15
Secondo Asaps e Sicurstrada, nel 1997 gli incidenti a “due ruote” hanno provocato 1.614 morti e 79.490 feriti, di cui rispettivamente 701 e 52.187 ciclomotoristi.
leonepavia
00sabato 19 aprile 2003 09:33
Motocicliste.net è molto attento alla sicurezza

controllate a questo indirizzo http://www.motocicliste.net/legge/strade.asp
potrebbe esserci qualcosa di utile alla causa.
Carca
00mercoledì 23 aprile 2003 17:47
Le strade italiane sono fra le più insicure d’Europa, per automobilisti, motociclisti e pedoni.

(nel 2001: 9.000 morti, 20.000 disabili gravi, 300.000 feriti, 21 miliardi di euro la spesa sanitaria; fra i 14 ed i 35 anni l’incidente stradale è la prima causa di morte). Ma la drammaticità di questi dati, per giunta sottostimati e con un trend in aumento, non rendono minimamente l’idea dell’enorme numero di persone che contemporaneamente ne sono coinvolti (familiari, amici ecc.).

Questi dati sono ancora più inquietanti se pensiamo che le “società” che hanno il controllo della rete stradale ed autostradale, mantengono e peggio ancora costruiscono nuove strade killer, infischiandosene delle osservazioni acquisite anche grazie alle competizioni, da medici, ingegneri e piloti, dei progressi della tecnologia e delle proteste (purtroppo ancora sporadiche) di automobilisti e motociclisti (tutti contribuenti, almeno da vivi!)

La realtà in fatto di sicurezza è questa:

le auto hanno una tecnologia moderna (cinture, air-bag ecc)

Le moto e l’abbigliamento (casco, paraschiena, tuta, ecc) hanno una tecnologia moderna

Le strade e le autostrade vengono costruite con gli stessi criteri di 50 anni fa

(anche se tasse e pedaggi sono aggiornatissimi!).

Chi mantiene e costruisce le strade con criteri del 1950 è corresponsabile delle conseguenze della maggior parte degli incidenti. Esistono norme CEE che impongono criteri di sicurezza per gli elettrodomestici e per i giocattoli ma non per le strade. Principi quali: risparmio durante la costruzione, subappalti, impiego di infrastrutture “superate” soffocano i più elementari criteri di ricerca di sicurezza.
Carca
00mercoledì 23 aprile 2003 17:49
Questo invece è ciò che accade sulle strade:

Nel tratto di s.s. Cassia, tra S. Quirico d’Orcia e Radicofani,(una sintesi di pericoli artificiali rimasti tali e quali dall’epoca delle mille miglia) due ragazzi hanno perso la vita perché, in seguito ad una banale scivolata con la moto, hanno urtato il palo metallico di un segnale di pericolo generico posto proprio sulla via di fuga (l’unico pericolo era il palo, oltre c’era il campo con il grano).

Ancora un esempio

L’incidente avvenuto il 6 Ottobre sulla A1 in prossimità di Chiusi, in cui ha perso la vita Maria Bisceglia, ingegnere e collaudatrice della Ducati Motors deve far riflettere sui vari fattori:

La caduta è stata provocata da un’auto pirata (che purtroppo non è stata ancora rintracciata)(ma quante ce ne sono!!!)

Mentre le lesioni sono state provocate da un guard-rail superato, senza protezione inferiore.

Si spera almeno che la società autostrade non abbia preteso il pedaggio per il tratto percorso!
Carca
00domenica 27 aprile 2003 11:51
Comunicato stampa del 2002
Vogliamo strade più sicure!



Le strade italiane sono fra le più insicure d’Europa, per automobilisti, motociclisti e pedoni.

(nel 2001: 9.000 morti, 20.000 disabili gravi, 300.000 feriti, 21 miliardi di euro la spesa sanitaria; fra i 14 ed i 35 anni l’incidente stradale è la prima causa di morte). Ma la drammaticità di questi dati, per giunta sottostimati e con un trend in aumento, non rendono minimamente l’idea dell’enorme numero di persone che contemporaneamente ne sono coinvolti (familiari, amici ecc.).

Questi dati sono ancora più inquietanti se pensiamo che le “società” che hanno il controllo della rete stradale ed autostradale, mantengono e peggio ancora costruiscono nuove strade killer, infischiandosene delle osservazioni acquisite anche grazie alle competizioni, da medici, ingegneri e piloti, dei progressi della tecnologia e delle proteste (purtroppo ancora sporadiche) di automobilisti e motociclisti (tutti contribuenti, almeno da vivi!)

La realtà in fatto di sicurezza è questa:

le auto hanno una tecnologia moderna (cinture, air-bag ecc)

Le moto e l’abbigliamento (casco, paraschiena, tuta, ecc) hanno una tecnologia moderna

Le strade e le autostrade vengono costruite con gli stessi criteri di 50 anni fa

(anche se tasse e pedaggi sono aggiornatissimi!).

Chi mantiene e costruisce le strade con criteri del 1950 è corresponsabile delle conseguenze della maggior parte degli incidenti. Esistono norme CEE che impongono criteri di sicurezza per gli elettrodomestici e per i giocattoli ma non per le strade. Principi quali: risparmio durante la costruzione, subappalti, impiego di infrastrutture “superate” soffocano i più elementari criteri di ricerca di sicurezza.

Cosa possiamo fare per convincere i nostri politici che la prevenzione degli incidenti (con i corsi di guida sicura, utilizzando anche i circuiti) e delle loro conseguenze (che dipendono molto dalla modernità delle strade) danno il risparmio più efficace oltre che più civile?

E’legittimo pretendere delle strade moderne: inutile dire “frasi di circostanza” dopo un incidente che poteva essere evitato almeno nelle conseguenze (questo principio è generale: L’incidente aereo di Linate, la scuola che crolla perché non a norma, i 9.000 morti all’anno sulle strade testimoniano quante vittime sono conseguenza di superficialità, bustarelle, strutture“non a norma”che ancora oggi superano tutti i controlli). Un esempio da seguire: gli autodromi.

Se negli anni 70-80, non ci fossero state persone convinte di poter migliorare la sicurezza negli autodromi ancora ci sarebbero i circuiti cittadini, con tante vittime ed altrettante parole di circostanza! La Prevenzione, l’eliminazione degli ostacoli fissi (guard-rail, muretti, pali metallici) a favore degli spazi di fuga, ha reso il fattore velocità molto meno importante come rischio: sembra un miracolo! Invece è il risultato dell’impegno di ricercatori (medici, ingegneri, ditte di auto, moto, abbigliamento) ma anche di Piloti (Quelli che andavano più forte, fra cui Franco Uncini) che già da allora protestavano, manifestavano addirittura boicottavano i circuiti più pericolosi (il campione è quello che ha la tecnica migliore, non quello che ignora i rischi o ha la testa più dura) ed i risultati sono sorprendenti: Durante il Motomondiale 2002 ci sono state 634 cadute, a velocità elevata, o elevatissima (oltre i 200km/h) senza conseguenze, questo è ciò che permette la tecnologia.

Questo invece è ciò che accade sulle strade:

Nel tratto di s.s. Cassia, tra S. Quirico d’Orcia e Radicofani,(una sintesi di pericoli artificiali rimasti tali e quali dall’epoca delle mille miglia) due ragazzi hanno perso la vita perché, in seguito ad una banale scivolata con la moto, hanno urtato il palo metallico di un segnale di pericolo generico posto proprio sulla via di fuga (l’unico pericolo era il palo, oltre c’era il campo con il grano).

Ancora un esempio

L’incidente avvenuto il 6 Ottobre sulla A1 in prossimità di Chiusi, in cui ha perso la vita Maria Bisceglia, ingegnere e collaudatrice della Ducati Motors deve far riflettere sui vari fattori:

La caduta è stata provocata da un’auto pirata (che purtroppo non è stata ancora rintracciata)(ma quante ce ne sono!!!)

Mentre le lesioni sono state provocate da un guard-rail superato, senza protezione inferiore.

Si spera almeno che la società autostrade non abbia preteso il pedaggio per il tratto percorso!



Tutti gli utenti della strada, pedoni, automobilisti e soprattutto motociclisti che trovano insidie assurde ad ogni chilometro (io ne percorro 20.000 all’anno con la moto e 30.000 con l’auto, ma c’è chi ne percorre di più) sono invitati a farsi sentire, scrivere (anche alla magistratura), protestare per dei diritti “vitali”.



Vieni a Roma Mercoledì 13 Novembre, in Piazza Montecitorio alle ore 15.00

ci sarà una imponente manifestazione organizzata dalla “Associazione Vittime della Strada”.

In pratica i Componenti di questa Associazione spendono soldi e tempo perché ad altri non accada quello che è successo a loro! Credo che sia più che meritevole l’aiuto di tutti.

La manifestazione sarà seguita, dalle principali riviste automobilistiche e motociclistiche.



Venite a Roma, passate parola, fate sentire la vostra voce!





Un caloroso saluto e ricordiamoci di…

1) 1) mantenere la distanza di sicurezza

2) 2) pretenderla da chi ci segue

3) 3) portare le gomme in temperatura !





Marco Guidarini,

medico chirurgo

spec. in Ortopedia e Traumatologia (Siena 118)

preparatore di educazione stradale F.M.I.

Clooney
00lunedì 28 aprile 2003 16:38
Teniamo a mente che la maggior parte della gente considera i motociclisti come pazzi che scambiano la strada per una pista. Se parliamo di MotoGP e gomme da scaldare, tutti penseranno (a torto) che vogliamo togliere i GR solo per poter rendere le strade più simili alle piste. Secondo me dovremmo porre l'accento sul fatto che le moto (e tutte le 2 ruote) sono principalmente un mezzo di trasporto e che i guardrail minacciano la sicurezza di tutti, dallo smanettone col CBR al liceale con lo scooter. Che ne dite?
Carca
00lunedì 28 aprile 2003 16:44
No Clonney, secondo me, l'esempio sulla sicurezza sui circuiti deve far capire ke nn ci vuole un enorme sforzo x cambiare la situazione.
Ki pensa cazzate su di noi nn ci interessa, in genere sono gli stronzi ke ti tagliano la strada a pensare ke, come dici tu, siamo dei moscerini.... loro nn fanno testo.

Pensiamo ai nostri pensieri, quelli degli altri se li tengano.
Clooney
00lunedì 28 aprile 2003 17:16
Riportando l'esempio dei circuiti rischiamo di estremizzare il concetto di sicurezza: non possiamo rendere le strade sicure come i circuiti per il semplice fatto che hanno funzioni e struttura troppo diversi. Sui circuiti al posto dei GR ci sono le vie di fuga, sulle strade tutto ciò è irrealizzabile dato che macherebbe lo spazio. Inoltre il GR sono essenziali per la sicurezza degli automobilisti e non possono essere semplicemente "tolti" ma andrebbero adattati per non nuocere ai chi viaggia su 2 ruote.
Inoltre non possiamo ignorare chi pensa male dei motociclisti: sono la maggioranza e parlano così solo per ignoranza sull'argomento. Il nostro compito è convincerli, informandoli, che il pericolo GR non riguarda solo il motociclisti, ma anche i loro figli quando vanno a scuola con il motorino.
Carca
00lunedì 28 aprile 2003 17:45
Gabriele i guard rail esistono eccome in pista, guarda bene.
Noi dobbiamo protestare ed imboccare la gente, è ovvio ke nessuno costruirà mai vie di fuga sulle strade ma basterebbe eliminare i paletti indicanti una curva pericolosa (dalla curva stessa) x averne a disposizione.
Quel paletto va messo prima della curva, poti dove sono ora, determinano un enorme pericolo, in assenza di quelli di sarebbero dei campi o dei Guard rail.

L'esempio del circuito serve proprio a togliere la parola a colori ke dicono "andate piano", in pista vanno forte e nn si fanno male, questo significa ke SI PUO' fare qualcosa.
Clooney
00lunedì 28 aprile 2003 17:53
Infatti, i GR in pista ci sono, ma non a 30 cm dalla carreggiata in curva. Noi non vogliamo (e non possiamo) far somigliare le strade alle piste, vogliamo solo che al posto dei maledetti paletti ci sia un'altra striscia di metallo (che ti frantuma le ossa, ma almeno ti lascia la le gambe attaccate al resto del corpo).
Carca
00lunedì 28 aprile 2003 17:58
Gabriele a volte ho l'impressione ke tu stia dalla parte degli automobilisti leggitimandoli a certi pensieri.
Siamo motociclisti e dobbiamo pensare ed agire come tali.
Se stiamo a vedere i pensieri degli altri ce ne restiamo qui in quanto dobbiamo semplicemente andare a passo d'uomo x nn cadere.
Clooney
00lunedì 28 aprile 2003 19:16
Re:

Scritto da: Carca 28/04/2003 17.58
Gabriele a volte ho l'impressione ke tu stia dalla parte degli automobilisti leggitimandoli a certi pensieri.



Leggi qui.
Clooney
00lunedì 28 aprile 2003 19:25
Cmq è inaccettabile che lo stato ignori completamente i motociclisti: le strade, l'asfalto, la segnaletica...tutto è visto nell'ottica delle auto. Vorrei vedere se a portare il casco fossero i figli di chi le progetta le strade...
Carca
00martedì 29 aprile 2003 01:01
Clooney, nn voglio andare oltre al tuo pensiero xè comincio a nn capirlo ma ti assicuro ke i morti valgono + delle malignità degli automobilisti (nn tutti).

Il fatto ke nn siano ancora stati presi dei provvedimenti vuol solo dire ke lo stato se ne fotte... nient'altro.
Carca
00sabato 3 maggio 2003 01:16
"In Italia – spiega Galliano – è impossibile anche una semplice catalogazione degli incidenti in base alla cilindrata dei veicoli coinvolti: finora si distingue solo tra ciclomotori e motocicli. Così, non sapremo mai se una motocicletta uscita di strada era “125” o “1200”. E si tratta di due mezzi con grandissime differenze. In Gran Bretagna, ad esempio, esiste un modulo sintetico, di una sola pagina, che la polizia stradale è tenuta a riempire, con tutte le voci relative alle caratteristiche del veicolo".

Carca
00sabato 3 maggio 2003 01:20

"Noi sappiamo che il mezzo incide solo nell’uno per cento dei casi – dice Giovanni Moscato, responsabile delle relazioni istituzionali della Piaggio –. Ma i dati dell’Istat sono assolutamente insufficienti in questo campo". "Vogliamo un “data base” europeo sugli incidenti dei mezzi a due ruote – spiega Galliano – che risolva il problema dell’attuale disarmonia della fonti. Così si potranno prendere le contromisure necessarie per ciascuno dei fattori critici.




Il mondo delle due ruote è ormai una realtà di massa in tutta Europa, specie dopo il boom degli scooter all’inizio degli anni Novanta. E il fenomeno appare particolarmente importante in Italia, grazie al clima che permette l’uso dei motorini per gran parte dell’anno e grazie (si fa per dire) al traffico congestionato e caotico di molte città, contro cui i mezzi a due ruote sembrano spesso la migliore soluzione. Non stupisce quindi che nel 1998 siano stati venduti 693.492 ciclomotori, di cui 652.836 scooter (dati provvisori). In Italia circolano 6,5 milioni di ciclomotori (fino a 50 cc di cilindrata); 2,5 milioni di scooter e motocicli di cilindrate superiori.
Altrettanto “normale” è la quantità di incidenti che li riguardano, come anticipato nel primo capitolo. Il bilancio del 1997, secondo Sicurstrada e Asaps, è stato di 1.614 morti e 79.490 feriti, rispettivamente il 26 e il 29 per cento del totale (il dato comprende anche le biciclette). La ricerca delle due organizzazioni va anche più nel dettaglio. Dei 1.614 morti, 701 erano ciclomotoristi, così come 52.187 feriti (il 66% di quelli totale per i veicoli a due ruote). C’è un dato, dicono gli autori di questa ricerca, che evidenzia la tendenza generalizzata a violare il divieto del trasporto del secondo passeggero sui ciclomotori: dei 701 morti di questa categoria di veicoli, 83 erano “trasportati” (7.431 tra i feriti).



L'articolo completo a questo indirizzo http://www.eurispes.it/Eurispes/lamiere9/4par2.htm
Carca
00sabato 3 maggio 2003 01:24
Pagina con tabelle secondo me molto utile a definire i problemi di "strutture" stradali.
http://www.eurispes.it/Eurispes/lamiere9/1par7.htm

Consiglio di leggere attentamente le percentuali e i numeri delle tabelle.
Carca
00sabato 3 maggio 2003 01:31
L'osservatorio Stradale di Reggio Emilia dichiara queste cifre:
1 morto x incidente stradale ogni 40 minuti
1 ferito " " " 2 minuti
1 incidente " " 13 secondi
Carca
00sabato 3 maggio 2003 01:36
Gli incidenti stradali rappresentano un problema di assoluta priorità per la sanità pubblica: questi eventi sono alla base di circa 8 mila morti ogni anno solo in Italia, a cui si aggiungono 20 mila invalidi, 170 mila ricoveri ospedalieri e 600 mila interventi di pronto soccorso. Così agli enormi costi umani e sociali si aggiungono quelli economici, che si stima sfiorino la considerevole cifra di 60 mila miliardi di lire annui (Statistiche degli incidenti stradali Istat Aci. 2000).

Il secondo programma europeo per la sicurezza stradale promosso dalla Commissione Europea prevede una riduzione delle vittime degli incidenti stradali del 40 per cento entro il 2010. A questo proposito nel nostro paese è stato elaborato il Piano nazionale per la sicurezza stradale, istituito dalla Legge 144 del 17/7/1999, finalizzato a creare le condizioni per una mobilità sicura e sostenibile, riducendo il numero delle vittime e i costi sostenuti dallo Stato.

Praticamente, in Italia, recepire le indicazioni del programma europeo, significa ridurre il numero delle vittime degli incidenti stradali di 2700 morti e di 120 mila feriti all’anno. In questo modo il costo degli incidenti stradali si ridurrebbe di circa 12 mila miliardi all’anno, rispetto alle condizioni attuali e di 24 mila miliardi all’anno rispetto ai livelli che sarebbero raggiunti se continuasse la tendenza attuale.


Carca
00sabato 3 maggio 2003 01:54
In questa pagina ci sono le tabelle sul pericolo di incidente e di "MORTE" nelle strade + pericolose nel territorio modenese.
Com'è possibile ke si traccino delle cifre in questo senso senza ke nessuno se ne prenda la responsabilità ?
Ma scusate... ma allora la 626 sul lavoro l'hanno creata x fare delle multe ? X quale Cristo lo STATO non deve, come noi, tenere conto della sicurezza e della prevenzione ? [SM=x127652]




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[Modificato da Carca 03/05/2003 1.55]

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