Conflitto di interessi

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Blumare369
00mercoledì 6 ottobre 2010 18:36
No, no! non di Berlusconi
La nostra società si basa su un'aconomia occidentale che fa perno sul profitto.

Il profitto stimola i capitali ad impiegarsi in attività redditizie che alla fine producono benefici a caduta. Ciascuno acquista beni coi proventi del proprio lavoro, che ha prodotto a sua volta beni o servizi.

Insomma: un circolo virtuoso.

Abbiamo visto negli scorsi decenni la caduta rovinosa dei regimi comunisti che avevano distrutto enormi ricchezze per sostenere economie assistenziali e strutture militari.
Perfino Fidel ha recentemente sconfessato la validità delle economie comuniste che (parole sue) non sono più valide per la nazione cubana.

Mi chiedo se un ipotetico professore di materie economiche in istituti di ragioneria, che professa con forza la validità del comunismo, possa essere credibile come formatore di allievi che opereranno in una economia di mercato. Non farà costui prevalere il proprio atteggiamento ideologico sull'interesse dei propri allievi? Non favorirà quegli allievi che mostrano ostilità verso l'economia dove poi opereranno? Ovvero, la preparazione che un professore comunista da ai propri allievi è o no in conflitto intellettuale fra ciò che insegna e ciò che sente dentro di se?

Non sarà che costui opererà una marcata discriminazione fra allievi orientati a sinistra, che favorirà e quelli orientati a destra, che segherà?

Ecco! io mi pongo queste domande...
Hasta la victoria
00mercoledì 6 ottobre 2010 21:00
Re: No, no! non di Berlusconi
Blumare369, 06/10/2010 18.36:

La nostra società si basa su un'aconomia occidentale che fa perno sul profitto.

Il profitto stimola i capitali ad impiegarsi in attività redditizie che alla fine producono benefici a caduta. Ciascuno acquista beni coi proventi del proprio lavoro, che ha prodotto a sua volta beni o servizi.

Insomma: un circolo virtuoso.

Abbiamo visto negli scorsi decenni la caduta rovinosa dei regimi comunisti che avevano distrutto enormi ricchezze per sostenere economie assistenziali e strutture militari.
Perfino Fidel ha recentemente sconfessato la validità delle economie comuniste che (parole sue) non sono più valide per la nazione cubana.

Mi chiedo se un ipotetico professore di materie economiche in istituti di ragioneria, che professa con forza la validità del comunismo, possa essere credibile come formatore di allievi che opereranno in una economia di mercato. Non farà costui prevalere il proprio atteggiamento ideologico sull'interesse dei propri allievi? Non favorirà quegli allievi che mostrano ostilità verso l'economia dove poi opereranno? Ovvero, la preparazione che un professore comunista da ai propri allievi è o no in conflitto intellettuale fra ciò che insegna e ciò che sente dentro di se?

Non sarà che costui opererà una marcata discriminazione fra allievi orientati a sinistra, che favorirà e quelli orientati a destra, che segherà?

Ecco! io mi pongo queste domande...



Non sono professore in materie economiche, ma semplicemente di lettere.

Per tua opportuna conoscenza le lettere non sono comunque quelle che si scrivono ed affrancandole si spediscono.


Blumare369
00mercoledì 6 ottobre 2010 21:25
Re: Re: No, no! non di Berlusconi
Hasta la victoria, 06/10/2010 21.00:



Non sono professore in materie economiche, ma semplicemente di lettere.

Per tua opportuna conoscenza le lettere non sono comunque quelle che si scrivono ed affrancandole si spediscono.





ma figurati te cosa credevo che fossero le lettere... c'è sempre da imparare!


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