Ennesima dichiarazione shock di Bertinotti (la Sinistra Europea, Sezione Italiana)

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2, 3
.Lev.
00lunedì 20 marzo 2006 22:17
ARTICOLO TRATTO DA ILTEMPO.IT

L’ANNUNCIO. VENGONO MESSI IN DISCUSSIONE ALTRI
FONDAMENTI DELLA TEORIA E DELLE PRATICHE COMUNISTE
Bertinotti: basta con le classi
mettiamo al centro la persona
Il segretario: Rifondazione sparirà,
entreremo nel Partito della sinistra europea
20/3/2006
Riccardo Barenghi




Fausto Bertinotti, leader
di Rifondazione comunista
SPECIALE POLITICA
ROMA. «Dopo le elezioni politiche, proprio subito dopo, avvieremo la fase costituente della Sezione italiana del Partito della sinistra europea». Il nome è un po' lungo, troppo per stare in una scheda elettorale e anche per avere quella forza di impatto mediatico indispensabile ai giorni nostri. Ma la notizia non è il nome, uno più sintetico si troverà, la notizia è che subito dopo il voto e con il nuovo governo (possibilmente quello di Prodi) appena nato, Rifondazione comunista non sarà più lei. O meglio sarà una sorta di corrente dentro questo nuovo partito o soggetto politico o Sezione italiana (allusione alla vecchia Internazionale comunista) o chiamatelo come volete. E non è azzardato prevedere che quando torneremo a votare per le amministrative o per le politiche non troveremo sulla scheda il suo nome, il suo aggettivo (comunista) e la sua falce e martello ma qualcos'altro.

«Questa è la svolta della svolte», ci dice Fausto Bertinotti quando ormai è sera. «Le altre - racconta - sono state la rottura con lo stalinismo (Livorno, gennaio 2001, settantesimo anniversario della nascita del Pci), la scelta della non violenza (2003) e adesso questa». Nel frattempo c'è stata ovviamente quella (databile al congresso di Venezia nel 2005) che ha portato il partito di Bertinotti nel centrosinistra, nell'Unione e che, se tutto andrà bene, lo porterà al governo tra poche settimane.

Il cambio
Ma la svolta di ieri - alla manifestazione romana in cui sono stati presentati i candidati del Prc - è più svolta delle altre non solo perché prelude a un cambio di nome ma proprio perché mette in discussione altri fondamenti della teoria e delle pratiche comuniste. Tanto che il segretario di Rifondazione non ha nessun problema a dire che «dobbiamo a mettere al centro non più il lavoro ma i lavoratori», che si deve sostituire il concetto di «classe con quello di persona», che «abbiamo bisogno di una forte ipotesi revisionistica, ovvero ripensare tutto l'impianto culturale della nostra storia». Non a caso cita il Concilio Vaticano II «quando fece scandalo il fatto che la Chiesa per la prima volta nella sua dottrina utilizzasse il termine popolo». E se non ce ne fosse abbastanza, Bertinotti aggiunge che «nella nostra storia troppo spesso l'uguaglianza ha fatto premio sulla libertà». E invece, spiega, «la nuova cultura politica di questo partito della sinistra europea deve saper conciliare le due cose molto di più e meglio di quanto in passato abbia fatto il movimento operaio. La libertà della persona non è una concessione all'avversario ma un concetto fondamentale per qualsiasi sinistra moderna».

La persona
Una sinistra che «dovrà magari recuperare il Marx della critica allo sfruttamento e all'alienazione che negli ultimi venticinque anni è stato rimosso», ma che poi dovrà «oltrepassarlo. E immettere dentro si sé elementi nuovi, la comunità, la persona, la libertà appunto». Se non è una fuoriuscita dal comunismo poco ci manca (questione di tempo), non a caso Bertinotti cita modelli come la Linkespartei tedesca, partito nato dalla confluenza degli ex comunisti della Germania est (la Pds), di una costola dell'Ig-metal (la nostra Fiom) e di quei socialdemocratici più radicali che hanno seguito Oskar Lafontaine. «Io mi rendo conto che il mio Partito, Rifondazione comunista, non basta. E allora mi apro al meticciato con associazioni, movimenti, persone che in questi anni si sono appunto mosse a sinistra, contro la guerra, contro il liberismo, sull'ambiente, sui diritti civili, ma che in un partito che si chiama comunista non entrerebbero mai. E allora sono io che mi dichiaro disposto a entrare in un nuovo soggetto politico, un partito che si dia l'obiettivo di creare una Sinistra alternativa europea». Naturalmente, il leader del Prc ci tiene a sottolineare che la sua «svolta delle svolte» non è una svolta a destra. «Anzi, semmai il contrario. Oggi si discute del Partito democratico, ipotesi che mi trova in dissenso ma di cui riconosco il fascino perché la crisi della politica è così grave che la ricerca del nuovo è molto forte: dunque è un'idea suggestiva, non è un bidone. Ma proprio per questo penso che ci sia bisogno di un'operazione analoga a sinistra. Analoga ma alternativa».

La Costituente
La scommessa non è irrilevante, anche perché mentre Rifondazione, le associazioni, i movimenti, la stessa Fiom (il suo segretario Gianni Rinaldini è infatti intervenuto all'assemblea di ieri) daranno vita alla Costituente del nuovo partito, il vecchio partito e i suo annessi saranno impegnati in una sfida di un certo peso. Quella del governo, ammesso che le elezioni vadano bene per l'Unione. «Tanto più - dice Bertinotti - dobbiamo riuscirci. Riuscire cioè a dotarci di una nuova armatura teorica, culturale, politica che ci consenta di guardare non solo al domani ma anche al dopo. Per la sinistra il governo è un passaggio difficile, potremmo definirlo una traversata nel deserto. Più acqua ci portiamo dietro, meglio la facciamo».

[Modificato da .Lev. 23/03/2006 15.07]

Pertinax
00lunedì 20 marzo 2006 22:23
cosi non và però... posta anche la dichiarazione di bertinotti altrimenti la sezione diventa una tribuna politica dell'AMR [SM=x751526]
Pius Augustus
00lunedì 20 marzo 2006 22:28
Sinceramente non mi pare una tragedia,pensiamo ai contenuti non ai simboli.
Pertinax
00lunedì 20 marzo 2006 22:29
grazie tu non sei comunista nemmeno con il binocolo [SM=x751525] [SM=x751525] [SM=x751525]
Pius Augustus
00lunedì 20 marzo 2006 22:38
Re:

Scritto da: Pertinax 20/03/2006 22.29
grazie tu non sei comunista nemmeno con il binocolo [SM=x751525] [SM=x751525] [SM=x751525]



è vero... [SM=x751529] però non condividi? così togli al nano e ai suoi l'arma del maccartismo no? bisogna vedere se poi si riesce a mantenere lo spirito...comunque non ne sono certo,non deve significare abiurare ma evolversi senza rinnegare il passato.
Lux-86
00lunedì 20 marzo 2006 22:43
l'idea di bertinotti è ambiziosa, anche se in effetti svuoterebbe completamente l'ideologia del partito.
Pertinax
00lunedì 20 marzo 2006 22:44
abiurare il comunismo per berlusconi è un assurdità, berlusconi è un anomalia storica, un male passeggiero fortunatamente.

sulla questione dell'evoluzione delle dottrine sono profondamente combattuto e se posso dirlo... confuso! senza dubbio le metodologie di lotta si devono evolvere, si devono evolvere perchè è il proletariato ad evolversi, il padrone si evolve, tutto è in una continua ed incontrollabile evoluzione, pensare ad un modus operandi immutabile nei minimi termini è sbagliato e produce il nulla più assoluto, lunghissime discussioni su cosa è stato fatto di buono e cosa è stato fatto di sbaggliato, mai che si parlasse di cosa si potrebbe fare ed in che modo, non so se mi spiego. lo stesso Marx ci fornisce gli strumenti per elaborare la nuova teoria, se non ci riusciamo il fallimento siamo noi stessi comunisti.

su bertinotti... lo giudichero quando verra a milano a fare comizio, ha una sola possibilità per convincermi a votare PRC anziche PDCI.

[Modificato da Pertinax 20/03/2006 22.45]

Pius Augustus
00lunedì 20 marzo 2006 22:46
Re:

Scritto da: Pertinax 20/03/2006 22.44
abiurare il comunismo per berlusconi è un assurdità, berlusconi è un anomalia storica, un male passeggiero fortunatamente.

sulla questione dell'evoluzione delle dottrine sono profondamente combattuto e se posso dirlo... confuso! senza dubbio le metodologie di lotta si devono evolvere, si devono evolvere perchè è il proletariato ad evolversi, il padrone si evolve, tutto è in una continua ed incontrollabile evoluzione, pensare ad un modus operandi immutabile nei minimi termini è sbagliato e produce il nulla più assoluto, lunghissime discussioni su cosa è stato fatto di buono e cosa è stato fatto di sbaggliato, mai che si parlasse di cosa si potrebbe fare ed in che modo, non so se mi spiego. lo stesso Marx ci fornisce gli strumenti per elaborare la nuova teoria, se non ci riusciamo il fallimento siamo noi stessi comunisti.

su bertinotti... lo giudichero quando verra a milano a fare comizio, ha una sola possibilità per convincermi a votare PRC anziche PDCI.

[Modificato da Pertinax 20/03/2006 22.45]




Sono daccordo con te;adesso è prematuro comunque.
Pertinax
00lunedì 20 marzo 2006 22:51
prematuro, non penso, almeno non del tutto... stiamo vivendo esattamente nelle condizioni che marx pronosticava per una buona riuscita del'emancipazione, serve solo la scintilla democratica che infiammi il proletariato, che lo risvegli dal torpore mentale in cui è incatenato.
Matteo Bonaparte
00lunedì 20 marzo 2006 22:54
Re:

Scritto da: Pertinax 20/03/2006 22.44
abiurare il comunismo per berlusconi è un assurdità, berlusconi è un anomalia storica, un male passeggiero fortunatamente.

sulla questione dell'evoluzione delle dottrine sono profondamente combattuto e se posso dirlo... confuso! senza dubbio le metodologie di lotta si devono evolvere, si devono evolvere perchè è il proletariato ad evolversi, il padrone si evolve, tutto è in una continua ed incontrollabile evoluzione, pensare ad un modus operandi immutabile nei minimi termini è sbagliato e produce il nulla più assoluto, lunghissime discussioni su cosa è stato fatto di buono e cosa è stato fatto di sbaggliato, mai che si parlasse di cosa si potrebbe fare ed in che modo, non so se mi spiego. lo stesso Marx ci fornisce gli strumenti per elaborare la nuova teoria, se non ci riusciamo il fallimento siamo noi stessi comunisti.

su bertinotti... lo giudichero quando verra a milano a fare comizio, ha una sola possibilità per convincermi a votare PRC anziche PDCI.

[Modificato da Pertinax 20/03/2006 22.45]




quand'è che viene a milano?

comunque non mi piace per niente questa idea della sostituzione del simbolo
Pertinax
00lunedì 20 marzo 2006 22:56
il 2 aprile

cmq io del simbolo me ne FOTTO ALLA GRANDE, certo un pò di nostalgija ma niente di più.
Lux-86
00lunedì 20 marzo 2006 22:58
l'ideologia comunista si fonda sul materialismo dialettico, quindi sul continuo movimento fluido delle idee e delle ideologie stesse che pongono continuamente le condizioni per superarsi. Lo stesso Marx accusava gli altri filosofi di voler cambiare il mondo con le idee piuttosto che con la pratica, che poi per lui si risolve nella prassi rivoluzionaria, quinid volersi fissare sull'ideologia comunista e pretendere di cambiare il mondo con idee che non rispondono più alla realtà attuale sarebbe un tradimento dello stesso comunismo.

Sempre ammesso che tali idee non rispondnao più alla realtà.
Pertinax
00lunedì 20 marzo 2006 23:03
quoto assolutamente
Matteo Bonaparte
00lunedì 20 marzo 2006 23:11



.Lev.
00martedì 21 marzo 2006 08:29

cosi non và però... posta anche la dichiarazione di bertinotti altrimenti la sezione diventa una tribuna politica dell'AMR




[SM=x751534] non è un comunicato dell'AMR (c'è pure quello se vuoi lo posto :D)
è l'intervista rilasciata da bertinotti al iltempo, l'hanno riportata anche la repubblica, il mattino, il corriere...

[Modificato da .Lev. 21/03/2006 8.31]

wild§live®
00martedì 21 marzo 2006 09:33
una domanda uno che vota comunista perchè dovrebbe preferire PRC al PDCI? oppure perchè viceversa?

grazie
-Kaname-chan
00martedì 21 marzo 2006 16:52
Re:

Scritto da: wild§live® 21/03/2006 9.33
una domanda uno che vota comunista perchè dovrebbe preferire PRC al PDCI? oppure perchè viceversa?

grazie



Dalle mie impressioni il PdCI è la parte dogmatica il PRC invece quella "libertaria" no global. Lo dimostrano anche gli intellettuali comunisti (come l'astrofisica Margherita Hack o l'archeologo Mario Torelli e altri) che hanno aderito al partito di Diliberto e non a quello di Bertinotti
Pertinax
00martedì 21 marzo 2006 17:00
Re:

Scritto da: .Lev. 21/03/2006 8.29

cosi non và però... posta anche la dichiarazione di bertinotti altrimenti la sezione diventa una tribuna politica dell'AMR




[SM=x751534] non è un comunicato dell'AMR (c'è pure quello se vuoi lo posto :D)
è l'intervista rilasciata da bertinotti al iltempo, l'hanno riportata anche la repubblica, il mattino, il corriere...

[Modificato da .Lev. 21/03/2006 8.31]




scusa ho fatto confusione! [SM=x751525] [SM=x751525] [SM=x751525] poco prima avevo letto la dichiarazione del segretario del prc ligure sullo stesso argomento [SM=x751526]


COMUNICATO STAMPA



Le dichiarazioni del segretario nazionale del mio partito pubblicate ieri da La Stampa sono inaccettabili nel merito e nel metodo.



Nel merito, perchè mirano a liquidare ogni residuo carattere di Rifondazione come partito legato alla difesa degli interessi sociali popolari in una prospettiva di emancipazione sociale. Nel metodo, perché è l’ennesimo “strappo” di Bertinotti avvenuto fuori da ogni discussione democratica dentro il partito e dentro invece a una logica di gestione via fax.



Mesi fa tutti ci scandalizzammo perché Rutelli criticava l’egualitarismo, oggi dobbiamo ascoltare il nostro segretario nazionale esprimere fini distinguo tra libertà e uguaglianza (che in sostanza legittimano quelle critiche) e persino esortare alla sostituzione del concetto di classe sociale con quello di persona. Si ricorda Bertinotti che quando cominciarono a chiamare i servizi sociali “servizi alla persona” iniziò anche il tentativo di smantellarli? E i sindacati? Sono organizzazioni di classe: li sciogliamo per sostituirli con dei consultori?



E’ necessario aprire immediatamente la discussione dentro il Prc, attraverso la convocazione di un congresso straordinario dopo le elezioni del 9 aprile. In Liguria, all’ultimo congresso, Bertinotti non ha raggiunto neanche il 50%. Qui si gioca quindi una partita importante per tutto il Prc e per lo scenario politico nazionale. Ma la difesa di un partito di classe in una fase di attacco ai diritti sociali e di precipitazione delle condizioni di vita non riguarda solo gli iscritti al Prc ma tutti coloro che sono sottoposti a questo attacco e a questa precipitazione: lavoratori, pensionati, disoccupati, immigrati, cioè simpatizzanti, elettori, base sociale del nostro partito. Anche a loro chiediamo di combattere questa battaglia.



Marco Veruggio - Segr. Reg. Prc-Se Liguria

Coord. Reg. Progetto Comunista – Sinistra Prc

Pertinax
00martedì 21 marzo 2006 17:07
Re:

Scritto da: wild§live® 21/03/2006 9.33
una domanda uno che vota comunista perchè dovrebbe preferire PRC al PDCI? oppure perchè viceversa?

grazie



ti ha risposto la compagna kaname, lev potra darti altri chiarimenti [SM=x751526]
cane...sciolto
00martedì 21 marzo 2006 17:10
Ma certo, non esistono più le classi, siamo tutti uguali...
non ci sono più gli operai, i muratori, la manovalanza... siamo tutti ingegneri.... ma fatemi il piacere!!
Tutta la sinistra ha un programma che si discosta talmente poco, da quello presentato dalla destra, che puntano solo sulla persona, per farsi riconoscere, dio come sono caduti in basso. [SM=x751531] Non parlano di contenuti, rimangono nel vago (dico la sinix) gli slogan che usano, possono benissimo stare sotto il faccione di Berlusconi, per farsi riconoscere dalla destra, puntano alla persona, non al programma politico, ed hai contenuti di esso... dio che tristezza!! [SM=x751531] [SM=x751556]
Pertinax
00martedì 21 marzo 2006 17:41
La novità della Sinistra Europea. La sinistra fa una svolta a sinistra
di Rina Gagliardi

Da quando, tanti anni fa, il gruppo dirigente del Pci varò la svolta della Bolognina, sulla nozione di svolta è scesa un’aura sinistra. Anzi, di destra. Come se ogni svolta degna di questo nome non potesse che favorire la liquidazione di un patrimonio, o i peggiori “pentitismi” politici e ideali. Ma, se invece che sui simboli o sul “suono” delle parole, provassimo a concentrarci sulla sostanza? Scopriremmo che nella realtà politica - come nella vita - ci sono le svolte cattive e quelle buone, le svolte moderate e quelle radicali: in breve, che ci sono le svolte di destra e le svolte di sinistra. Le prime sono per lo più deprecabili, le seconde, all’opposto, sono spesso necessarie - se si hanno davvero come stella polare la trasformazione sociale, il mutamento effettivo dei rapporti di forza, la crescita della partecipazione di massa alla politica.
Stiamo parlando di noi, naturalmente, e della decisione di dar vita, subito dopo le elezioni, ad un nuovo soggetto politico: la Sinistra Europea, Sezione Italiana. Una bella e folta assemblea, che si è tenuta a Roma lo scorso weekend, ha assunto questo impegno, a conclusione di un confronto molto ricco. Ecco, finalmente, un fatto nuovo a sinistra. Ecco una svolta possibile per la sinistra radicale, e per la sinistra tout court. Nei prossimi mesi, non ci sarà, sulla scena della politica italiana, soltanto il progetto del Partito Democratico, sbocco “obbligato” del cammino cominciato nell’89, incarnazione logica di una soggettività e di una collocazione neocentriste. Ci sarà una nuova forza della sinistra, che assume nella sua nascita - nel suo pur articolato Dna - l’orizzonte dell’alternativa di sistema. L’opzione di una società socialista per il ventunesimo secolo.

***
Significa, questa nascita, che qualcuno e qualcosa muore, come spesso succede nell’atto del nascere? Significa, come hanno scritto autorevoli giornali, che Rifondazione comunista è destinata a “sciogliersi” o ad “esser sciolta” quasi d’autorità? O che, al contrario, una miriade di intellettuali, di sindacalisti, di operatori della cultura, di pacifisti, di esponenti dei movimenti è pronto a sua volta a sciogliersi nelle fila del Prc? No, nient’affatto. Questo tipo di letture, per altro simmetriche l’una all’altra, sono mosse, più che da cattiva fede, dalla persistenza (quella sì, durissima a morire) degli schemi tradizionali del far politica - e forse anche dal bisogno di semplificare un processo complesso, nutrito di nuove coerenze, vecchie certezze, paradigmi. La vera scommessa è in fondo questa: esporsi all’innovazione, quasi senza rete, forse perfino “rivedere e revisonare”, per restituire all’opposizione anticapitalistica attualità piena, respiro strategico, linfa vitale.
Certo, la tradizione recita che, in politica, ci si può unire soltanto attraverso la “fusione” organica delle identità - a vantaggio, in genere, del più forte e del più organizzato. Certo, l’esperienza del passato ci ha trasmesso pratiche di mediazioni estenuanti e, soprattutto, di mutazioni quasi soltanto nominalistiche, tra battaglie altrettanto estenuanti sulla “sovranità”.
Questa volta, però, ci sia concesso di tentare un’altra strada, un’altra metodologia, un’altra modalità, che abbiamo sussunte, in gran parte, dalla lezione dei movimenti di questi anni. In che cosa consistono? Nella pari dignità “assoluta” delle diverse soggettività che partecipano a questa impresa. Nella pratica della contaminazione reciproca, dell’incontro e del confronto permanente con l’altro. Nella costruzione di un’unità politica e ideale che rispetta la ricchezza del molteplice e rompe (per usare le parole di Lidia Menapace) con il dominio monocratico dell’Uno, simbolo, a sua volta, di una politica in fondo patriarcale, un po’ guerresca e “militarizzata”. In questo processo, che non per caso fa sua una scelta radicale nonviolenta, nessuno si scioglie e nessuno rinuncia ad essere se stesso. E si può pensare che un partito come il Prc, con la sua storia e i suoi vissuti così intensi, possa diventare come un cono di gelato, scioglibile a seconda della temperatura? O che la categoria fondativa di classe possa esser archiviata, in una fase storica come questa, che ci parla quasi quotidianamente di un durissimo scontro di classe in corso nel mondo? Invece, si può e si deve pensare che tutti - tutti insieme - cominciano un’altra storia della sinistra. Provano e riprovano. A farne, da capo, una cosa grande, in sintonia con l’Europa e con le speranze dei movimenti.
21 marzo 2006

beh fondamentalmente sono più che daccordo, ma ho bisogno di IMPORTANTI chiarimenti.
.Lev.
00martedì 21 marzo 2006 19:07
Sinteticamente si potrebbe dire che il PDCI rappresenta la corrente vetero-piciista, Rifondazione Comunista quella ingraiana. I due partiti si divisero sul sostegno al primo governo Prodi, ma grosse differenze politiche non ce ne sono. I primi si fanno apertamente eredi del togliattismo, i secondi lo applicano nei fatti pur non ammettendolo.
Il PRC però a differenza del PDCI, proprio per queste sue caratteristiche, ha accumulato in questi anni un voto in genere più estremo, un voto di protesta a tutto. Ciò spiega anche la cresscita continua delle opposizioni all'interno di questo partito.
Di conseguenza nel momento in cui il partito entra nel governo e addirittura attua un operazione revisionista che lo pone politicamente più a destra dei Comunisti Italiani, sorgono i problemi di convivenza che si stanno manifestando in questi mesi con una crisi così profonda da non avere pari nella storia del PRC.
Oggi come oggi le differenze tra PDCI e PRC sono pressocchè nulle. Entrambi con l'UNIONe, entrambi nel futuro Governo, solo che rifondaizione rappresenta un embrione di quanto nel prossimo futuro vedremo accadere a sinistra: da un lato il soggetto della Sinistra Europea, a mò di Izquierda Unida, dall'altro un soggetto comunista d'opposizione sul modello dei partiti trotskisti francesi, tanto per fare un esempio.
Lux-86
00martedì 21 marzo 2006 19:36
Re:

Scritto da: .Lev. 21/03/2006 19.07
Il PRC però a differenza del PDCI, proprio per queste sue caratteristiche, ha accumulato in questi anni un voto in genere più estremo, un voto di protesta a tutto. Ciò spiega anche la cresscita continua delle opposizioni all'interno di questo partito.



a causa di ciò mi viene sempre da fare un feroce paragone ad una cloaca.
credo che il PRC a causa di queste sue tendenze contrastanti sia stia avviando ad altre scissioni, come quella che portò alla nascita del PdCI
Pertinax
00martedì 21 marzo 2006 19:47
il paragone è feroce se fatto in senso dispregiativo, ma se nella cloaca finisce tutto ciò che non è acciettato da questo sistema marcio e mercificato, se ci finiscono dentro gli emarginati, i deboli e gli oppressi diventa senza dubbio un apprezzamento senza pari. io per esempio voto (forse) PRC perchè sono comunista certo ma anche perchè fondamentalmente questo sistema politico lo vedo per quello chè è, un oligarchia, una dittatura dei ricchi sui proletari, una mistificazione continua della realta che si basa sull'ingoranza generale, sullo sfruttamento del lavoro altrui. detto questo o voto PRC (o PDCI) o non voto o mi impegno a fondare un movimento democratico rivoluzionario.
-Kaname-chan
00martedì 21 marzo 2006 21:28
Re:

Scritto da: .Lev. 20/03/2006 22.17










Il cambio
Ma la svolta di ieri - alla manifestazione romana in cui sono stati presentati i candidati del Prc - è più svolta delle altre non solo perché prelude a un cambio di nome ma proprio perché mette in discussione altri fondamenti della teoria e delle pratiche comuniste. Tanto che il segretario di Rifondazione non ha nessun problema a dire che «dobbiamo mettere al centro non più il lavoro ma i lavoratori», che si deve sostituire il concetto di «classe con quello di persona», che «abbiamo bisogno di una forte ipotesi revisionistica, ovvero ripensare tutto l'impianto culturale della nostra storia».

CUT

Bertinotti aggiunge che «nella nostra storia troppo spesso l'uguaglianza ha fatto premio sulla libertà». E invece, spiega, «la nuova cultura politica di questo partito della sinistra europea deve saper conciliare le due cose molto di più e meglio di quanto in passato abbia fatto il movimento operaio. La libertà della persona non è una concessione all'avversario ma un concetto fondamentale per qualsiasi sinistra moderna».






Chi l'avrebbe mai detto? Da un astratto concetto di classe e bene comune alla centralità dell'individuo, quasi quasi lo voto... [SM=x751545] [SM=x751545]

[SM=x751605]
.Lev.
00martedì 21 marzo 2006 21:43
Appunto la negazione dell'esistenza di classi è il tramonto del PRC. Se non esistono le classi, questo partito comunista a che serve? chi difende? diventa un partito, direbbe il professor sartori, "piglia tutto", senza un bagaglio ideologico definito, con un elettorato non più di classe, ma di "opinione".
Pertinax
00martedì 21 marzo 2006 21:59
se si abbandonassero le classi perchè le classi cosi definite non esistono più? è il discorso che facevamo l'altra volta se ricordi... la classe lavoratrice giusto? bene è una sola stando a quel che dicevi e va dagli immigrati clandestini alle commesse dei negozzi, quindi non capisco dove risieda il problema principale. la classe operaia propiamente detta conta poche centinaia di migliaia di persone, forse supera il milione ma forse... i lavoratori sfruttati oggi sono tantissimi non solo gli operai o i contadini come un tempo, queti ultimi praticamente non esistono più e anzi l'esempio è calzante, che senso a basare la lotta nel XXI secolo su delle classi che non corrispondo più alla divisione del proletariato attuale? non pensi che ci sia una necessita di basare la lotta sulle persone che compongono in realta una unica e grande classe contrapposta ai capitalisti ed ai borghesi?
Pius Augustus
00martedì 21 marzo 2006 22:07
Pertinax per te chi sono oggi i "borghesi"?
Pertinax
00martedì 21 marzo 2006 22:35
la popolazione che gode dello status di medio-alta
rikycccp.17
00mercoledì 22 marzo 2006 07:12
Re:

Scritto da: .Lev. 21/03/2006 21.43
Appunto la negazione dell'esistenza di classi è il tramonto del PRC. Se non esistono le classi, questo partito comunista a che serve? chi difende? diventa un partito, direbbe il professor sartori, "piglia tutto", senza un bagaglio ideologico definito, con un elettorato non più di classe, ma di "opinione".



Straquoto, l'ennesima svolta del dottor faustus per eliminare quanto di comunista è rimasto in rifondazione, è partito tutto dall'antistalinismo (nel 2001 non c'era nulla in rifondazione che si richiamasse a stalin), la non violenza, l'espulsione di ferrando, e ora quest'ennesima svolta, mi sorprende che compagni come pertinax vedano in modo positivo questa involuzione, che svuota rifondazione del suo bagaglio culturale; come al solito si è partiti dalla critica a stalin, poi a lenin e infine si è rinnegato marx... [SM=x751531]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 23:44.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com