Riporto qua l'intervista a Paolo Bolognesi che mi ha fatto rivenire in mente alcuni libri che avevo letto sulla banda della Magliana, su Fiorvanti, e uno scritto dalla Mambro.
Ora ariverà unsorriso a farne una questione politica difendendo a spada tratta gente che la politica l'ha portata ai minimi termini, ma in realtà io volevo parlare di quanto dichiara Cossiga riguardo l'innocenza degli unici tre condannati: Giusva Fiorvanti, Francesca Mambro, e Luigi Ciavardini. Beh, forse lui lo dice perchè lo sa per certo, ma anche a non avere accesso a informazioni riservate è evidente che sti tre con la strage non c'entrano niente.
Tutte le accuse rivolte a Fioravanti e la Mambro si basano sulla testimonianza di un tizio (figura di secondo piano della banda della Magliana) che ha dichiarato che uno o due giorni dopo la strage Fiorvanti si sarebbe presentato a casa sua chiedendo documenti falsi per lui e la sua compagna e avrebbe detto 'Hai sentito che botto?'. Questi sono in galera (correggo: in galera ci sarebbero lo stesso) per questo formidabile indizio.
Ora, fa caldo, e magair uno non ha volgia di far sti discorsi, e a me per primo in fondo non me ne frega un cazzo, ma quel Fioravanti lì aveva destato il mio interesse per la sua curiosa intrepetazione del movimento nero che lo ha portato a seccare più camerate che compagni, e lo faceva assomigliare molto di più ad un anarchico di inizio secolo scorso che a un camerata. Chissà se qualcuno glielo ha mai detto?
Sono anche interessanti due passaggi della difesa dei due Bonnie e Clyde che rispondono al giudice il quale gli domanda eventuali alibi che loro da latitanti facevano di tutto per non farsi notare ed è quindi difficile per loro procuralo. Inoltre fanno presente che avendo già subito nuemrosi ergastoli per cose che hanno ammesso non avrebbero motivo di mentire al rigurado, visto che la loro situazione giudiziari non cambierebbe.
C'è da dire a riguardo molto altro, ma non voglio tediarvi oltre.