Happy Funeral

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ZAK007.
00lunedì 7 febbraio 2011 22:45

1

Fu un gran bel funerale il mio.
Chiesa semi-piena,facce contrite dal dolore,molti piangevano,altri contenevano le emozioni fissando la bara davanti all’altare.
C’era un sacco di gente,anzi per la verità c’era più gente di quanto mi aspettassi.Alcuni neppure li conoscevo,o forse li avevo dimenticati.C’era persino il mio professore di storia alle scuole superiori che,chissà come,aveva ricevuto la triste notizia e si era presentato a rendermi l’ultimo saluto.Chi l’avrebbe mai detto?
Comunque,oltre a un piccolo gruppo di sconosciuti o dimenticati che fossero,c’erano tutti quelli che dovevano esserci;C’erano mio fratello e mia sorella,c’era il gruppo di parentame vario che si vede durante le feste comandate o nei momenti topici (parti,matrimoni o funerali),c’erano quei pochi ma veri amici,c’era addirittura il mio editore e poi..c’era lei.
Lisa,l’unica donna che io avessi amato veramente nei 45 anni della mia esistenza.

Ora vi starete chiedendo:ma chi diavolo è che sta raccontando il proprio funerale?E come diamine fa ad essere lì a fare la cronaca del triste evento se è morto?Rimedio subito.
Mi chiamo Piero Lanzi,forse avrete letto uno dei tre libri che ho pubblicato,ma se non li avete letti non importa,non vi siete persi chissà quale capolavoro.
Nell’esatto momento in cui ho lasciato questa valle di lacrime,la mia forma fisica si è tramutata in una sorta di ectoplasma etereo e svolazzante;in pratica sono spirito.
Sì,lo so..è un fenomeno assolutamente poco originale (banale direi),ma questo è quanto e se volete prendervela con qualcuno per questo inflazionato clichè,non guardate me..io non c’entro.
Dal momento della mia dipartita fino ad ora ho visto tutto,come in un film di serie B.Medici dispiaciuti per non essere riusciti ad evitare la mia morte,familiari affranti al mio capezzale,visi sorpresi e increduli di conoscenti che ricevono la notizia,espressione corrucciata e bestemmie del mio editore e..il triste pianto di Lisa.
Com’è successo,vi chiedete?
Niente di straordinario;mi recavo in visita a un amico,percorrendo la statale in bicicletta,quando ecco che dalla corsia opposta alla mia,un camion che trasportava pesche mi centra in pieno facendo scempio del mio fragile corpicino indifeso.
Ricordo che l’ultima immagine che ho visto da “vivo” era una pesca che rotolava vicino alla mia testa;la mia bocca sussurrava:”Merda!Che botta!Che cazzo di botta!”,mentre la mia mente pensava:”C’è una pesca..guarda..una pesca che rotola”.
Mah!Misteri del pensiero durante il trapasso.
Comunque non c’era niente da fare e infatti non ce l’ho fatta.
L’ambulanza ci mise un’eternità ad arrivare e,nonostante la corsa verso l’ospedale,ero messo troppo male per nutrire una seppur minima speranza di salvezza.
L’impatto con il camion mi aveva frantumato un po’ ovunque,ma fu il trauma cranico a farmi mettere la firma sul registro delle uscite definitive.
Ma non sentivo niente.Ne fisicamente ne emotivamente.
Guardavo dall’alto i camici verdi in sala operatoria che si affannavano intorno a ciò che restava del mio corpo..sudavano e sbuffavano cercando di fare chissà quale miracolo.
Ricordo che pensavo a un articolo che avevo letto,nel quale si diceva che dopo la morte il cervello continua a funzionare per alcuni minuti.Forse era quello che stava accadendo a me?
Ma non era così.Restai presente (se così possiamo dire) ben oltre la linea piatta che dichiarava il mio decesso,quindi non era una questione di attività extra-cerebrale.Era qualcos’altro che sfugge alla mia comprensione,e in fondo..chi se ne frega.E’ semplicemente un fenomeno che assunse le vesti di un dato di fatto.Ero morto..ma restavo ancora lì,nel presente,come un fantasma che non trova la via.
Il chirurgo sudò sette camicie,lo devo ammettere..non si diede per vinto fino all’ultimo,ma ero troppo scassato per poter essere riparato;dopo 4 ore di speranze in un miracolo,anche quei maestri del bisturi dovettero dichiarsi sconfitti.
Mi osservai per un attimo..disteso sul lettino..nudo e attraversato da decine di tubi e tubicini.
Non provavo niente di particolare,a parte una lievissima sensazione di dispiacere..ma era leggerissima..come ala di farfalla..come una debolissima voce lontana.
Sorrisi al me stesso corporale e mi sollevai in aria.


2

Mio fratello non piangeva..lui non era uno di quelli che si lasciavano andare alla commozione,non lo era mai stato neppure alla morte dei nostri genitori.Lui forse preferiva sfogare il dolore,appartato..solo con se stesso..quasi come se il mostrare il suo vero stato d’animo,fosse una dichiarazione di debolezza.
Mia sorella,al contrario,era un torrente di lacrime.
Disperata e affranta,sfogava la sua pena piangendo a dirotto.Non mi stupiva.
Mi amava come fosse sempre stata una seconda madre..e lo era stata.

La cerimonia stava per cominciare e così tutti si incamminarono dal piazzale verso l’interno della chiesa.
Osservandoli dall’alto,come fossi stato un commentatore sportivo,scrutavo e conteggiavo il numero di presenti come fossero giocatori di calcio.Ne contai circa una cinquantina.Però..niente male.
Attraversai la navata centrale a bassa quota e mi misi spalle all’altare per osservarli prendere posto.
Le “agognate” prime file spettavano ovviamente alla famiglia e al parentame generico.
I famosi zii e prozii che neanche sai di avere,che spuntano fuori in quel tipo di occasioni.
Li ho sempre osservati..anche in altri funerali;sono rari quelli che mostrano dispiacere vero tra le pieghe del viso.Gli altri sembrano un po’ manichini..sguardi fissi,persi nel vuoto..sono presenti ma non sono collegati.Forse sono in standbay.
Le seconde file sono riservate agli amici e conoscenti più vicini.
Sorrido vedendo che c’erano quasi tutti quelli che avrei voluto ci fossero;il Babe con il proverbiale stuzzicadenti tra le labbra (qualcuno diceva che fosse una sua estensione corporea)..Roby,con il quale avevo preso le mie prime sbronze serie a 16 anni..la Gabry,la mia cotta adolescenziale più importante e le prime esperienze (che la Gabry,c’ha due tettone!)..c’è persino Manuel,il mio vicino di casa di quando ero piccolo..l’avevo rivisto qualche mese prima e ci si era ripromessi di andare a bere qualcosa insieme..beh,peccato..spiacente,Manuelito.
A guardare bene quel gruppetto di amici,c’erano qualcosa come 25 anni della mia vita.
C’erano anche due o tre amici conosciuti sui Forum..mi sorprese vederli lì,ma mi faceva piacere.
Le file retrostanti sono per i conoscenti comuni e per gli amici più recenti.
Mi sono trasferito da alcuni anni in questo piccolo paese della bergamasca e nonostante tutto continuavano a chiamarmi “el dutùr milanes”.
Gente che ha vissuto con la Terra da generazioni..contadini..con tutti i loro pregi e difetti.Mi sorprende il loro numero,non pensavo che venissero.
Che ci volete fare?..Sarà colpa del mio fascino di gentiluomo.

Lisa è seduta in seconda fila..dal lato sinistro..è quasi sul bordo della panca,mi sembra proprio un uccellino smarrito.
Osserva un punto indistinto sul marmo mentre silenziosamente le lacrime le inondano il viso.
Ha la pena nel profondo del cuore e cerca di trattenersi..ma non ci riesce.
Beh,sarò sincero;se il vedere il mio corpo morto non mi aveva destato alcuna emozione,vedere il viso di Lisa cosi triste mi fece effetto.
Ho amato Lisa di un amore vero e incondizionato..e anche lei lo aveva fatto..abbiamo vissuto anni di magia vera..poi si è rotto qualcosa.
Poco tempo prima dell’incidente,stavamo cercando di tornare vicini..l’ottimismo mi faceva pensare che avremmo anche potuto farcela..ma poi il fato,travestito da camion per il trasporto delle pesche,ha posto fine ai miei romantici desideri.
La cerimonia comincia..vado a sdraiarmi svolazzante da qualche parte.

(fine prima parte)

ZAK007.
00martedì 8 febbraio 2011 23:43

3

Ripenso a un episodio di quando ero bambino.
All’età di 7 anni,un pomeriggio d’estate,camminavo sul lungo fiume in una località turistica.
Sul marciapiede opposto al mio,camminavano altri villeggianti,in attesa dell’ora dell’aperitivo,e tra le loro gambe passeggianti,un cane si aggirava annusando il terreno.
Un cane di razza,un cocker color marrone,col pelo un po’ opaco e l’aria di uno che si è perso ma pare averla presa con filosofia.
Ricordo che pensai:”se potessi tenerlo lo chiamerei Cesare”.
Non so perché mi venne in mente proprio quel nome,so solo che non ebbi il tempo di rifletterci perché il rumore di un forte impatto mi fece sobbalzare di paura.
Il cocker,avventuratosi verso la strada per seguire qualche aroma gradevole,era stato centrato in pieno da un’automobile.Il conducente espresse il suo rammarico con un vaffanculo dotato di un discreto numero di decibel,poi scese dalla macchina e controllò i danni al suo preziosissimo paraurti,e infine prese il corpo del cane (non so se ancora vivo o meno) e lo gettò oltre la balaustra del ponte,nel fiume.
Nel fare tutto questo,nonostante il mio shock infantile l’abbia percepito come un “filmato” al rallentatore,sarà durata circa 10 secondi e nessuno dei presenti ebbe niente da dire.Solo alcuni si concessero il lusso di uno sguardo di disapprovazione muta.
Cesare andava a spasso..Cesare ha avuto un incidente..Cesare viene buttato sulle rocce del fiume..buttato come fosse spazzatura..un involucro senza valore..una vita senza importanza.
Io restai con gli occhi spalancati e la bocca aperta..non riuscivo a dire nulla..non riuscivo a gridare ciò che in quel momento mi riempiva l’anima..continuavo a chiedermi..Perché?

Già..perché?
Perché è così la vita?..Perché è il destino?..Perché le cose capitano?..
Non mi son mai dato una risposta soddisfacente a questo quesito;so però che quel giorno cambiarono delle cose in me.
Avevo capito finalmente di cosa parlavano gli adulti quando pronunciavano quella parola..morte.
E ovviamente:nuovo concetto=nuove domande in merito,quindi decisi di andare da mio padre per formulare quella più importante di tutte.
Un giorno lo trovai in veranda,stava arrotolandosi una sigaretta mentre aspettavamo di cenare.Lo raggiunsi,mi sedetti sulle sue ginocchia e chiesi:
-”Papà..quando si muore si può tornare?
Mio padre,capii subito il motivo della mia domanda.Aveva saputo che io avevo assistito all’incidente e aveva compreso quanto io ne fossi turbato.
-”Sai,piccolo”- mi disse -”è una domanda difficile.Stai pensando al cagnolino?”-
-”Sì”- risposi io rivedendo la scena col pensiero -”Perché l’hanno buttato via?
-”L’ha buttato perché..”-
Si prese un secondo per evitare di dire le parole esatte che aveva sulla punta della lingua,poi disse:-”Hai ragione..non è una bella scena..quell’uomo ha sbagliato..a volte si fanno sbagli.”-
Restai in silenzio.Quella risposta non mi soddisfaceva in pieno..non aveva risposto alla domanda principale.
-“Sai,a volte la scintilla si spegne.”- disse lui carezzandomi il capo.
-”La scintilla?”- feci io seriamente interessato all’argomento.
-“E’ come se dentro di noi ci fosse una scintilla che luccica durante la nostra vita.”-
-”Anche dentro ai cani?”-
-”Certo.Dentro tutti gli esseri viventi.A volte succede che la scintilla si spegne..a volte succede perché ha brillato per tantissimo tempo..oppure per un banale incidente.”-
-”E poi?Che succede alla scintilla?”- chiesi io curioso.
-”Beh..dipende.Alcuni dicono che volano verso il cielo..altri dicono che si spostano verso altre persone per rafforzare la luce di altre scintille..in realtà nessuno lo sa davvero.”-
Non ero completamente convinto di quella spiegazione,ma l’idea della scintilla che usciva da un corpo per andare altrove,mi piaceva.Rendeva l’idea della morte meno brutta e senza speranza.
Non ho mai più scordato l’episodio del povero cane investito..e neppure quella prima spiegazione sulla morte che mi diede mio padre.
Furono entrambe fondamentali durante la mia crescita;la prima forse sviluppò il mio smisurato amore per i cani (ne ho sempre avuti molti).La seconda rese la mia infanzia meno legata al concetto di morte come fine di ogni cosa..idea che fino ad oggi (seppur slegato da qualsiasi religione) ho sempre mantenuto.

(continua)

ZAK007.
00mercoledì 9 febbraio 2011 00:29

4

E così ci siamo.
La cerimonia volge al termine.I tizi con i cestini di vimini stanno finendo di girare tra i banchi in cerca di offerte.
Questa è una cosa che mi ha sempre dato fastidio;avere degli sconosciuti attorno che,in un momento così intimamente doloroso,vengono a chiederti soldi.Li avrei cacciati a calci in culo,ma mi limitavo sempre a lanciargli brevi ma intense occhiataccie che comunque avevano il medesimo significato:Sparisci!
L’omelia è finita.Dai banchi si alzano coloro che porteranno la mia bara verso il carro funebre:mio fratello,il Babe,il Roby e il mio editore.
Tutti seri..tutti compìti..sembran fatti di cera.La solita atmosfera triste.anche se nessuno piange più..tranne Lisa.
Vorrei sbracciarmi ma non ho braccia..per la verità non ho corpo..mi “sento” ma non ho presenza..per quanto ne so,potrei davvero essere una minuscola scintilla svolazzante.
Cazzo,papà!Forse avevi proprio ragione tu?…Sorrido..o almeno penso di sorridere.
Fuori la giornata è primaverile,ottima per un funerale..di sicuro meno pesante di una piovosa giornata invernale.
Al cimitero mi hanno dato un posto carino;un piacevole angolino su cui un pino proietta l’ombra per tutto il pomeriggio.Ho sempre amato l’ombra.Non che mi sarà di un’utilità pratica,ma resta sempre una cosa piacevole.
Calano il mio nuovo giaciglio di legno nella fossa.Poi c’è il momento dell’ultimo saluto,quello in cui si butta una manciata di terra nella buca.Mi è sempre piaciuto anche se forse sa un po’ di coreografico..l’ho sempre considerato l’unico gesto vero per dare l’ultimo saluto a una persona amata.
Quasi tutti fanno la fila per gettare quella manciata di terra sul mio nuovo giaciglio eterno.
Lisa mi butta una rosa..Dio..quanto l’ho amata..
Restano lì per qualche minuto..le campane rintoccano..gli uccellini cinguettano..una lieve brezza sfiora la vegetazione..il sole è caldo e confortevole..tutto perfetto.
Beh,certo..io non ne posso più godere appieno ma,mi pare un ottimo set per la mia uscita di scena.
Gli addetti cominciano a usare le pale per riempire la buca e i presenti si avviano all’uscita,con passi lenti manco avessero i piedi di piombo.
Strette di mano..abbracci..condoglianze..siamo quasi alla fine.
Il parentame si muove compatto verso le auto;sono diretti a casa mia per dare le ultime parole di conforto a mio fratello e mia sorella.
I conoscenti si riuniscono brevemente per le ultime parole di rito:”peccato,era giovane”..”era una brava persona”..”io li ho letti i suoi libri”..
Il mio editore sale in auto con il classico viso che esprime pensieri contrastanti:”Guadagnerò qualcosa dalla sua prematura scomparsa?” e “Chissà se ha finito l’ultimo manoscritto che doveva consegnare?”.
Un gruppo si sposta verso le panchine.
Sono gli amici.
Il Babe,il Roby,la Gabry,Manuel..e Lisa.

(continua)

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