Carissimi,
nella lettera ai Romani, dove si parla della giustificazione per fede, S. Paolo, nel capitolo secondo, pone l’accento sulle opere e accenna al giudizio dei pagani che non hanno avuto cognizione della Legge né cognizione della fede in Cristo.
Siccome ne stavate parlando, volevo evidenziare che la salvezza per chi non ha avuto occasione di poter credere in Cristo come lo abbiamo avuto noi, è preso in considerazione anche dalla Scrittura stessa e non è semplicemente una pia riflessione di qualcuno.
Ecco cosa si afferma in merito al destino eterno tanto dei non credenti che dei Giudei:
Romani 2,4 : O ti prendi gioco della ricchezza della sua bontà, della sua tolleranza e della sua pazienza, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione? 5Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, 6il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere: 7la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere di bene cercano gloria, onore e incorruttibilità; 8sdegno ed ira contro coloro che per ribellione resistono alla verità e obbediscono all'ingiustizia. 9 Tribolazione e angoscia per ogni uomo che opera il male, per il Giudeo prima e poi per il Greco; 10 gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo prima e poi per il Greco, 11perché presso Dio non c'è parzialità.
12Tutti quelli che hanno peccato senza la legge, periranno anche senza la legge; quanti invece hanno peccato sotto la legge, saranno giudicati con la legge. 13Perché non coloro che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono in pratica la legge saranno giustificati. 14Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; 15essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono. 16Così avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.
Naturalmente occorre tener presente che nessun uomo è senza peccato, e tutti, chi più chi meno abbiamo trasgredito i comandi di Dio. Dobbiamo allora ritenere che nessuno si possa salvare tra i pagani che si sono sforzati di seguire la legge naturale del loro cuore?
Sono convinto che per ciascun uomo Cristo Giudice riservi una delle quattro condizioni prospettate in Luca 12,44 ss :
- il posto tra i fedeli,
- punizione rigorosa tra gli infedeli,
- oppure:
47 Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.
Le parole finali di questa citazione pongono in evidenza che il giudizio sarà commisurato alle opportunità offerto a ciascuno nella vita e perciò il premio o la pena sarà anche proporzionale a quanto a ciascuno è stato dato. Ciò risponde anche alla domanda circa l’esempio addotto sulle esperienze vissute da due bambini in condizioni differenti di vita, di cultura, di condizionamenti sociali ecc.
Nelle parole di Gesù inoltre vi sono prospettati il Paradiso, l’inferno e il Purgatorio. Quest’ultimo non viene chiamato in tal modo ma di fatto Cristo indica una condizione che non è né un premio immediato, né un eterno e irreversibile castigo ma che prevede MOLTE O POCHE PERCOSSE: il termine Purgatorio descrive in modo semplice e chiaro in una sola parola, la condizione che molti dovranno sperimentare dopo la propria morte e che Cristo indicava metaforicamente con delle PERCOSSE.
Da notare soprattutto che questo non avverrà durante la vita terrena del servo; Gesù infatti precisa che ciò avverrà al ritorno del Padrone, cosa che potrebbe essere intesa anche come incontro col proprio Signore nel giudizio particolare e non necessariamente in quello universale: si tratta in ogni caso di uno stato di purificazione temporanea in cui il servo parzialmente osservante, non del tutto fedele, dovrà rendersi presentabile davanti allo splendore della Gloria e della Bellezza di Dio, così come pure ricorda S.Paolo dicendo che "nessuno senza la santificazione vedrà mai il Signore".
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate a proposito di questa riflessione sul testo di Luca 12,44ss
Per quanto riguarda l'inferno, la Scrittura è molto esplicita e solo interpretazioni devianti possono farle dire che non esista o che alla fine tutti saranno salvati come in un amnistia generale. Parole come quelle di Cristo in cui dice che: chi avrà bestemmato contro lo Spirito Santo non sarà mai perdonato nè nella vita presente nè in quella futura" dovrebbero far molto riflettere. Preghiamo per tutti, anche per quanti non sanno quello che fanno, implorando la misericordia di Dio per noi e per quanti non si rendono conto della gravità del peccato.
Con affetto