La Merda

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ZAK007.
00domenica 4 maggio 2014 22:58
Monologo Teatrale


Un palco vuoto,una sola luce a illuminare una donna completamente nuda seduta su una sedia.
Questa la scenografia essenziale dello spettacolo teatrale “La Merda”,monologo scritto da Cristian Ceresoli,opera prima di un “decalogo del Disgusto” in via di progettazione.
Nei tre tempi (Le Cosce - Il Cazzo - La Fama) la protagonista Silvia Gallerano racconta di se stessa e del suo percorso forzato per diventare “una Donna Nuova”.
Ci racconta del suo corpo sbagliato,della sofferenza e delle insicurezze,del suo essere pronta a qualsiasi cosa pur di entrare a far parte del mondo dello spettacolo e della terrificante alienazione che lo show business produce su chi lo rincorre.
Lo racconta attraverso una mimica facciale a volte distorta e caricaturale,lo racconta attraverso la modulazione cangiante delle sue parole..e lo racconta con una intensità e una forza disarmanti.
Racconta di se stessa,Silvia..ma racconta anche di noi stessi e di una società culturalmente in declino.

Quel senso di smarrimento iniziale,di accettazione che diventata abitudine,si trasforma durante lo spettacolo; l’assuefazione si muta in rabbia,in ribellione interiore per poi concretizzarsi in una follia senza più freno. Un percorso duro e senza soste lungo le macerie di una cultura morta e in via di disfacimento.

C’è molto della nostra società in questo percorso;la Resistenza storica che ha perso le sue fondamenta,il maschilismo dominante,l’abitudine ai compromessi pur di arrivare agli scopi,la televisione e il suo venefico influsso sulle menti.
Tutto questo a rivelare un profondo disprezzo per una società senza più vergogna che ha svenduto i propri valori etici e morali per una comoda finzione di benessere.





La nudità della protagonista appare come l’evidente rappresentazione della vulnerabilità totale di questa donna.
Il monologo è forte,a tratti estremo,manifesto di denuncia sprezzante verso un contesto socio-culturale ormai dissolto e sostituito da una terrificante omologazione.
E il finale con l’inno nazionale cantato in maniera distorta (quasi come quello americano eseguito da Jimi Hendrix),fa da chiusura a una narrazione cruda e suggestiva.
Silvia Gallerano è bravissima..il testo è attuale e coinvolgente.
Fa venire i brividi..il groppo in gola..un sorriso amaro..e colpisce cuore e anima.
Se vi capita a tiro,vedetevelo di brutto.



[SM=x2320233]





=omegabible=
00martedì 6 maggio 2014 21:17

Grazie ZAK di averlo postato!!! Interpretazione superba,da Oscar direi,con una mimica esaltata dal nudo!!!
Da non dimenticare!!!

[SM=j3770597]

[SM=g1652060]
Orchidea
00giovedì 8 maggio 2014 14:01
un water era meglio di una sedia [SM=g1686164]
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