La vede più o meno come me
Cara (…),
Ciascuno di noi ha difficoltà a convivere con il proprio corpo ma pochi hanno il coraggio di manometterlo, di cercare nel falso un rifugio e un antidoto al veleno del vero.
Tu, che sei stata una specie di divinità simbolica e pagana di questo Paese, hai trovato la forza e ci hai provato, forse senza capire che avresti fatto il lifting a un pezzo della nostra storia collettiva prima ancora che a te stessa. Hai sbagliato?
Donne e uomini, giovani e vecchi, siamo tutti comete, milioni di Pinocchio in cerca di un Geppetto che ci tolga i nei e le macchie della vecchiaia, che modelli mani e glutei, nasi e labbra.
Ebbene, è inutile negare che questa domanda di bellezza, questo bisogno legittimo e diffuso, di cambiare se stessi, ha dei rischi. Vale la pena correrli?
Tutti capiscono che il narcisismo può essere amore, anche nella forma della chirurgia estetica, ma pochi sanno cosa significa fare investimenti narcisistici sul proprio corpo, truccarlo, manipolarlo senza ritorno. C’è un limite che non bisogna superare?
E perché l’umanità che abbatte montagne, costruisce canali disegna autostrade, irriga deserti, prosciuga paludi, interra porti desertifica foreste e scala il cielo, non deve spianare anche le rughe, riempire o svuotare un seno, rimodellare i corpi?
Cara (…), l’occhio è molto più veloce e diretto dell’intelligenza e la gente ormai si fida solo di quello che vede. Permettimi di fotografarti, di narrare la tua avventura, di fermare nelle immagini la manipolazione di se stessi.
Solo davanti alla verità delle foto spariscono i ragionamenti, non c e più bibliografia, non ci sono più dibattiti e non valgono più i distinguo. Tu puoi mostrarci dove porta l’ambizione, che tutti coltivano, di sostituirci alla natura. Oliviero Toscani