E va bene! Credo mi tocchi rispondere a Simon
. E stavolta sono io a sperare che nessuno si senta offeso.
Simon ha ragione a dire che da questa discussione dobbiamo estrapolare coloro che fanno i musicisti. Non e' di loro che stiamo parlando.
La musica e' qualcosa che assume i significati piu' svariati per le persone.
Generalmente ci si avvicina ad essa da adolescenti. Ci sono progammi televisivi e radiofonici, riviste, siti, persone piu' grandi che ne parlano o che si dilettano a suonare. Un mondo affascinante, una nuova dimensione della nostra sfera personale.
Per qualche anno quella musica che fa' da colonna sonora ai nostri primi amori, alle prove di responsabilita' che con l'avvicinarsi della maggiore eta' incombono, alle storie di amicizia che formano il nostro carattere, alla nostre esperienze di viaggi, vacanze, e cosi' via, si imprime dentro di noi e verra', nell'inconscio, continuamente associata a questo periodo della nostra vita.
Credo si possa definire "identita' musicale collettiva generazionale".
Questa identita' e' presente in tutti (escluse poche persone che per aridita' d'animo o per condizioni precarie non si sono curate troppo della musica)
Se una ragazza degli anni 60 piangeva ascoltando "Girl" e probabile che pianga ancora quando ascolta questo pezzo.
Bene, quanto detto sopra non ha molto a che fare con la musica. La musica e' un arte e pertanto necessita di educazione e maturazione.
Coloro i quali non anno mai badato eccessivamente alle acconciature dei loro beniamini, al tasso di trasgressione o di fascino (parlando di donne), ai testi o al messaggio politico, alle mode ed agli scoop, ebbene forse costoro si saranno maggiormente fatti coinvolgere dal fascino dei suoni e delle note, nonche' di quella incredibile varieta' di sensazioni che la musica e in grado di evocare. Avranno di conseguenza esplorato in fondo (piu' o meno) l'universo musicale e probabilmente anche capito che non c'e' una musica per ogni tempo, ma che la musica e' una sola entita' che viaggia, eterna (beata lei) nel tempo, accompagnando le storie dell'uomo.
Molti, passata la loro adolescenza, quindi la loro "esperienza" pseudo-musicale, non trovano piu' ragioni valide per continuare a "perder tempo" con la musica, anche se talvolta credono di aver conosciuto la "vera" musica (ma non c'e' n'e' una falsa).
I veri (pochi) amanti della buona musica continueranno imperterriti a "sprecare" tempo e denaro per ascoltare l'aria intorno a loro. Sono dei folli? forse. Ma per questo vi rimando alla discussione su "A cosa serve la musica".
[Modificato da mariusko 16/11/2005 23.56]