Non disprezzare

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merinze
00sabato 4 aprile 2009 19:09
Non disprezzare il poco, il meno, il non abbastanza
L’umile, il non visto, il fioco, il silenzioso
Perché quando saranno passati amori e battaglie
Nell’ultimo camminare, nella spoglia stanza

Non resteranno il fuoco e il sublime, il trionfo e la fanfara
Ma braci, un sorso d’acqua, una parola sussurrata, una nota
Il poco, il meno il non abbastanza

(S.Benni)
_Francis_
00sabato 4 aprile 2009 22:39
Il Grande Bastardo appare per lo più come variazione nell'intensità della luce,un calo improvviso, o un lampo, o la comparsa su un muro dell'ombra di qualcosa che non esiste.
Altre volte è avvertibile sotto forma di silenzio tra una nota e l'altra.
Sovente si mostra sotto forma di cane volpino che porta sul volto una maschera di stregone Moche, oppure sotto forma di piccolo idolo azteco con testa di cane.
Altre volte come il dio ridente Anuman, o come verbljud, occhio-di-gatto o domovoj.
Talora come gigantesco drago volante, soffiando fuoco dalla bocca, o come l'animale preistorico detto diplodoco, pesante decine di tonnellate e con un lunghissimo collo terminante in una piccola testa, cappello e occhiali neri.
O sotto forma di attrice del cinema, donna cannone, trapezista, spogliarellista, bambina bionda, vecchia iraconda.
Sotto forma di pallone da calcio luminescente.
Stronzo volante di dimensione variabile, anche oltre i venti metri.
Vecchio con barba grigia, comico albanese, mendicante, pittore pazzo.
Sotto forma del signor Jefferson.
A volte come il raggio di luce che verso le sette di un'alba di primavera risveglia due bambini in due punti diversi del mondo. Tirando una linea tra i due punti e calcolando la metà esatta non si ottiene nulla.

Il Grande Bastardo aveva due discepoli: Pantamelo e Algopedante.
A volte appariva all'uno nelle sembianze dell'altro.
A volte appariva in tutte e due le sembianze, con gran confusione di Pantamelo e Algopedante, che chiesero al Grande Bastardo di smetterla di prendere il loro aspetto.
Il Grande Bastardo disse: "Promesso!".
Purtroppo, il giorno che lo chiesero, sia Pantamelo che Algopedante erano il Grande Bastardo e tutto proseguì come prima.
merinze
00domenica 5 aprile 2009 15:43
Regolamento unico e segreto
del Campionato Mondiale di Pallastrada
Il campionato viene giocato ogni quattro anni da otto squadre di tutto il mondo che si affrontano a eliminazione diretta secondo il regolamento internazionale, e cioè:

1) Le squadre sono di cinque giocatori senza limiti di età, sesso, razza e specie animale.

2) Il campo di gioco può essere di qualsiasi fondo e materiale a eccezione dell’erba morbida, deve avere almeno una parte in ghiaia, almeno un ostacolo quale un albero o un macigno, una pendenza fino al venti per cento, almeno una pozzanghera fangosa e non deve essere recintato, ma possibilmente situato in zona dove il pallone, uscendo, abbia a rotolare per diversi chilometri.

3) Le porte sono delimitate da due sassi, o barattoli, o indumenti, e devono misurare sei passi del portiere. È però ammesso che il portiere restringa la porta, se non si fa scoprire, e che parimenti l’attaccante avversario la allarghi di nascosto fino a un massimo di venti metri. La traversa è immaginaria e corrisponde all’altezza a cui il portiere riesce a sputare.

4) La palla deve essere stata rattoppata almeno tre volte, deve essere o molto più gonfia o molto meno gonfia del normale, e possedere un adeguato numero di protuberanze che rendano il rimbalzo infido.

5) Ai giocatori è vietato indossare parastinchi o altre protezioni per le gambe.

6) Ogni squadra dovrà indossare un oggetto o un indumento dello stesso colore (sciarpa, elmo, berretto, calzerotto, stella da sceriffo) mentre è proibito avere maglia e pantaloncini uguali.

7) Sono ammessi gli sgambetti, il cianchetto, la gambarola, il ganascio, il pestone, il costolino, il raspasega, il poppe, il toccaballe, il calcinculo, il blondin, l’attaccabretella, il placcaggio, il ponte, la cravatta, il sandwich, l’entrata a slitta, l’entrata a zappa, il baghigno, la cornata, il triplo Mandelbaum, il colpo dell’aragosta, lo strazzabregh, il cuccio, il papa, lo squartarau, la trampolina e il morsgotto. Sono proibiti i colpi non dianzi citati e le armi di ogni genere.

8) Nel caso la palla finisca giù per una scarpata in mare o in altra provincia, la partita deve riprendere entro due ore, o sarà ritenuto valido il risultato conseguito prima dell’interruzione.

9) Nel caso in cui un cane o un neonato o un cieco o altro perturbatore entri in campo intralciando o azzannando la palla, egli sarà considerato a tutti gli effetti parte del gioco, a meno che non si dimostri che è stato addestrato da una delle squadre.

10) Il passaggio di biciclette, auto, moto e camion non interrompe il gioco, fatta eccezione per le ambulanze e i carri funebri.

11) Per poter svolgere il campionato nei due sacri giorni come è sempre stato, gli incontri mondiali avranno una durata fissa di ottantasette minuti divisi in due tempi.

12) La regola segreta 12, se applicata, abolisce tutte le precedenti.

13) È permessa la sostituzione di un giocatore solo quando i lividi e le croste occupino più del sessanta per cento delle gambe.

14) Si possono sostituire tutti i giocatori indicati nella lista di convocazione tranne il capitano. I nuovi giocatori dovranno però essere elementi notoriamente degni dello spirito della pallastrada.

Si raccomanda la massima puntualità e l’assoluta segretezza. Vi aspettiamo, ragazzi!

_Francis_
00lunedì 6 aprile 2009 19:27
Lucio Lucertola festeggiò il suo settantesimo compleanno svegliandosi
merinze
00lunedì 6 aprile 2009 19:46
Ci fu una grande battaglia di idee e alla fine non ci furono né vincitori, né vinti, né idee.
_Francis_
00lunedì 6 aprile 2009 22:58
Al bar Sport non si mangia quasi mai. C'è una bacheca con delle paste, ma è puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi d'artigianato. Sono lì da anni, tanto che i clienti abituali, ormai, le conoscono una per una. Entrando dicono: "La meringa è un po' sciupata, oggi. Sarà il caldo". Oppure: "È ora di dar la polvere al krapfen". Solo, qualche volta, il cliente occasionale osa avvicinarsi al sacrario. Una volta, ad esempio, entrò un rappresentante di Milano. Aprì la bacheca e si mise in bocca una pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di quella bellissima granella in duralluminio che sola contraddistingue la pasta veramente cattiva. Subito nel bar si sparse la voce: "Hanno mangiato la Luisona!".
La Luisona era la decana delle paste, e si trovava nella bacheca dal 1959. Guardando il colore della sua crema i vecchi riuscivano a trarre le previsioni del tempo. La sua scomparsa fu un colpo durissimo per tutti. Il rappresentante fu invitato a uscire nel generale disprezzo. Nessuno lo toccò, perché il suo gesto malvagio conteneva già in sé la più tremenda delle punizioni. Infatti fu trovato appena un'ora dopo, nella toilette di un autogrill di Modena, in preda ad atroci dolori. La Luisona si era vendicata.

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