Reborn(NWP)

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=Phoenix=
00venerdì 31 marzo 2006 23:12
New York, 31, 03, 05

Il lancio di una moneta…

Così imprevedibile da diventare affascinante. Su una monetina hai circa il cinquanta per cento delle possibilità di vincere. Logicamente hai anche il cinquanta per cento di perdere. Ma a Garet Jax, l’uomo fortunato, non era mai accaduto. Ora se ne stava lì, sdraiato su un divano, a fissare senza vedere un programma alla tv. Doveva essere un documentario, parlava di cose varie in modo scientifico. In quel momento però a Garet Jax non interessava. In quel momento pensava, gli ricordava quando qualche giorno fa si era rifugiato in questo stesso appartamento per soffrire la morte del padre. L’appartamento segnava ancora le tracce della sua ira, distruttiva e furiosa. Molti vetri erano stati puliti, doveva ringraziare Elaine per questo, ma alcuni restavano imperterriti sul pavimento come a ricordargli quei giorni di depressione. Quella sua proprietà era piccola, dal fuori neanche sembrava la casa di un miliardario, così modesta, così umile. L’unica cosa che segnava l’appartenenza di quella casa all’uomo fortunato, se non un quadrifoglio verde sulla maniglia. Un segno strano, quasi indistinguibile per un occhio poco allenato, in fondo era proprio quello che voleva. Nessuno sapeva che era lì, neanche sua madre, neanche Elaine.

GJ si alzò per dirigersi in cucina, aveva fame. Lo fece lentamente, non c’era motivo che lo spingeva a sbrigarsi. I suoi movimenti non erano neanche intenzionali, lo faceva solo per la volontà del suo cervello e per abitudine. Si fece un panino mentre si beveva una birra appena tirata fuori dal frigo, un pasto frugale e veloce, la sua unica intenzione era far smettere lo stimolo della fame. Prese a mangiare il panino e se lo portò insieme alla birra sul divano della camera da pranzo. In quei momenti sembrava proprio una di quelle persone che tanto odiava, un vero americano. Non uno di quelli che onorano la bandiera, che si arruolano nell’esercito, che difendono l’onore della patria. No, uno di quelli che vivono la loro esistenza nell’inutilità, guardando una televisione blanda e ripetitiva, esprimendo un ipocrisia pari solo alla loro inutilità. Poteva succedere una qualsiasi cosa, che loro non facevano altro che ignorarla o, al massimo, provare un minimo interesso finto. E lui se ne stava lì, con la stessa inutilità, con la stessa ipocrisia. Aveva problemi con Elaine, con mia madre, con me stesso. E ciononostante Garet Jax se ne stava lì, sdraiato sul divano, senza far nulla per riparare questi problemi. In questi giorni lui non era l’uomo fortunato. Era semplicemente un uomo, come ogni essere vivente, e in questo modo stava consumando la sua esistenza. A GJ dava fastidio questo pensiero, ma non potè fare a meno di considerarlo come reale. Ma la cosa che gli dava fastidio era un'altra.

La cosa che dava fastidio a Garet Jax era la sua dipendenza da un’altra cosa. Nell’ultima telefonata con la madre aveva scoperto che suo padre aveva scommesso sulla vittoria di un suo titolo massimo entro la fine dell’anno. Questa scommessa l’aveva tenuto in vita e anche in quel momento era l’unico motivo che lo convinceva ad andare avanti. La personalità di GJ era divisa in due. Poteva lasciare tutto e infrangere la scommessa del padre, diventando così dipendente solo da se stesso, come poteva continuare a vivere una vita solo inseguendo un ideale, una cosa che odiava. Eppure, a queste domande non aveva risposta.

In quel momento, un telefono squillo, distogliendo Garet dai suoi pensieri tetri. Non si dovette neanche alzare, aveva sistemato il telefono vicino al suo divano. Fece cadere la cornetta e se la mise vicino l’orecchio. La voce che ne uscì era di Elaine. Garet non sapeva come la sua ragazza fosse venuta a conoscenza della sua posizione, pensava che dopo lo scorso show era riuscito a seminarla spegnendo il cellulare e non facendosi vedere. Eppure, era riuscita comunque a sapere dov’era… e ora a GJ spettava parlarci un'altra volta.

GJ: Pronto?

E:Garet sei tu?

GJ: Ancora qui, anche se non so per quanto.

E:Amore, in questi giorni sei strano, so che ti è successo, ma noi ci siamo spiegati, abbiamo parlato, non ricordi?

Quando Garet era uscito dalla sua precedente depressione, qualche giorno prima, aveva parlato con Elaine. Il risultato era stato tante lacrime e una riappacificazione. Almeno questo è quello che Elaine doveva aver pensato. Invece GJ era del tutto estraneo a qualsiasi sensazione, ormai aveva tagliato fuori ogni altro sentimento, rifugiandosi ancora una volta in quell’angusta casa.

GJ: Non ti preoccupare, ricordo tutto.

E: Va bene, e allora, perché ti sei nascosto in quella casa? Sei ritornato lì ancora una volta. Ti devo ripetere che non ti puoi nascondere dai problemi, che non puoi rimanere a essere solo. Io sono per te amore, io vivo per te.

GJ: Anche io ti amo, eppure dovresti dimenticarti di me. Io non posso tenerti, soffro, non so neanche se riuscirò a vivere ancora per molto. Quindi ti consiglio di dimenticarmi, scordami, ti prego.

E: Sai che non ci riuscirò mai, non posso dimenticarti. Ma dov’è finito il vecchio Garet Jax, sempre ottimista, sempre felice. Il vecchio Garet Jax che era contento di vivere, che si fidava di sé, che si amava, che desiderava vivere solo anche per un'altra scommessa.

GJ: Quel Garet Jax è morto, ora esisto solo io. Un’anima solitaria, costantemente in pena.

E: No, non è possibile. Dentro di te continua ancora a vivere Garet Jax, il Garet Jax che amo. Poi, anche se non pensassi a me, c’è sempre il tuo lavoro. Il wrestling, i tuoi fans, le cinture che tanto agogni. Non sono più nulla per te?

GJ: Ho capito da molto che non ho speranze di vincere qualsiasi cosa che superi un titolo di ben poco rilievo. Già il mio Hardcore title in WBFF l’ho vinto solo per pura fortuna…

E: Esatto, questo è il Garet Jax che amo. Il Garet Jax che vive di pura fortuna, che considera il caso come punto di forza. È un dono raro, e tu ne hai il privilegio di possederlo.

GJ: Eppure in questi giorni non mi sembra che sia molto fortunato…

E: Solo perché ti è morto tuo padre dici? Bhè, pensa ad una cosa. Probabilmente era giunto il suo tempo, mai sentito il proverbio latino “Levis est fortuna; cito reposcit quod dedit”? La fortuna si è ripresa tutto ciò che gli ha donato. Questo succederà anche a te, quindi dovrai continuare a vivere al secondo, devi pensare che la fortuna è instabile. E non puoi continuare a vivere in questo modo, ti provocherà solo sofferenze. Goditi la tua fortuna, Garet Jax. Io ora ti saluto, sperando in un tuo rinsavimento.

GJ: Ciao, amore, lo spero anche io.

“Mi dovevo godere la mia fortuna. Elaine aveva ragione. E soprattutto, non potevo continuare a vivere in questa maniera, mio padre non l’avrebbe voluto. Non avrebbe voluto neanche che io dipendessi dalla sua scommessa, sarebbe stato solo nocivo per me. Dovevo continuare a vivere, per me, per Elaine, per il mio onore, per i miei fans. E tutto questo mi avrebbe permesso di vincere...Garet Jax era rinato. Ed anche la sua fortuna..."

[Modificato da =Phoenix= 01/04/2006 12.34]

vd2
00sabato 1 aprile 2006 02:00
, al massimo, provare un minimo interesso finto. E lui se ne stava lì, con la stessa inutilità, con la stessa ipocrisia. Aveva problemi con Elaine, con mia madre, con me stesso



e da quando garet ha problemi co tu madre federi [SM=x837072]: [SM=x837067]:

no cmq spot veramente bello,sai che mi piace un sacco come scrivi,solo una cosa...come mai hai abbandonato la scrittura inprima persona [SM=x837072]: l'hai usata solo alla fine,stai cambiando e passando alla 3 persona o un eccezione [SM=x837072]:
cell in the hell
00sabato 1 aprile 2006 12:07
Re:

Scritto da: vd2 01/04/2006 2.00
, al massimo, provare un minimo interesso finto. E lui se ne stava lì, con la stessa inutilità, con la stessa ipocrisia. Aveva problemi con Elaine, con mia madre, con me stesso



e da quando garet ha problemi co tu madre federi [SM=x837072]: [SM=x837067]:

no cmq spot veramente bello,sai che mi piace un sacco come scrivi,solo una cosa...come mai hai abbandonato la scrittura inprima persona [SM=x837072]: l'hai usata solo alla fine,stai cambiando e passando alla 3 persona o un eccezione [SM=x837072]:



io gli avevo consigliato la terza persona perché l'85% degli handlers la utilizza, poi è molto più semplice mettere un narratore onniscente piuttosto che il personaggio con una propria visione incompleta.

Parlando in prima persona tu sai solo quello che hai visto, in terza persona puoi aggiungere cose che in prima persona non puoi sapere.

Antologia rules. [SM=x837069]:

edit: uno spot moooooolto bello. :Sm1:

[Modificato da cell in the hell 01/04/2006 12.10]

=Phoenix=
00sabato 1 aprile 2006 12:26
Re: Re:

Scritto da: cell in the hell 01/04/2006 12.07


io gli avevo consigliato la terza persona perché l'85% degli handlers la utilizza, poi è molto più semplice mettere un narratore onniscente piuttosto che il personaggio con una propria visione incompleta.

Parlando in prima persona tu sai solo quello che hai visto, in terza persona puoi aggiungere cose che in prima persona non puoi sapere.

Antologia rules. [SM=x837069]:

edit: uno spot moooooolto bello. :Sm1:

[Modificato da cell in the hell 01/04/2006 12.10]




è colpa del mio semplice rincretinimento totale per gli errori idiotiXDXDXD
=Phoenix=
00sabato 1 aprile 2006 15:04
Ho letto lo spot del mio probabile avversario, preacher. Diciamo che contro di lui ho le stesse speranze che avrebbe uno dell'area 51 contro Travis Pain :stifferia
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