Sonno record: del ghiro il più lungo, delle rondini il più "alto"

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lella84
00domenica 6 aprile 2008 22:49



Ci sono i dormiglioni e gli insonni, sempre vigili sia di giorno che di notte. Nella classifica dei più sonnolenti, però, a vincere sono le star del letargo come ghiri, marmotte e pipistrelli, che nei Paesi più freddi del Nord Europa passano anche sei mesi a ronfare.

Il più "alto" e il più "profondo" - Il premio per il sonno più originale spetta invece alle rondoni: gli uccelli migratori pare che riposino, volando in aria, a diecimila metri di altezza. Campioni di stranezze anche i capodogli, capaci di fare sonnellini a mille metri di profondità.

L'adattamento all'ambiente - "Negli animali i ritmi di sonno e veglia sono condizionati da diversi parametri - spiega Fulvio Fraticelli, direttore scientifico del Bioparco di Roma - prevalentemente in funzione di altri bisogni. In particolare, negli animali selvatici tutto è legato alla ricerca di cibo. Un esempio evidente è quello del gatto di casa, che dorme per il 90% del tempo, a differenza di quello che sta fuori, che deve andare a caccia perché senza prede rimane a stomaco vuoto."

Chi cade in letargo - Per l'esperto gli animali più dormiglioni sono "quelli che vanno in letargo, come pipistrelli, ghiri e marmotte che abbassano il consumo del 'motore' per superare la brutta stagione. Si va dai 2-3 mesi nel Mediterraneo ai 6 mesi nel Nord Europa".

Questione di temperatura - E quale meccanismo scatta per gli animali che vanno in letargo? "L'animale omeotermo, in grado di mantenere costante la temperatura corporea - precisa Fraticelli - diventa eterotermo, quando la temperatura del corpo è condizionata dall'ambiente esterno. Classici eterotermi sono rettili, anfibi e pesci". Il sonno del letargo insomma equivale ad un risparmio energetico. Falso mito è invece che anche gli orsi vadano in letargo, mentre in realtà "dormono dopo una grande scorpacciata e durante il sonno usano queste scorte di grasso. La loro temperatura corporea però non cambia".

Rondoni spericolati - C'è poi chi preferisce dormire sonni "tranquilli" stando a grandi altezze oppure a forti profondità marine. "I rondoni, quelli neri che abitano anche in città - afferma Fraticelli - di notte spariscono, si posano solo per covare le uova. Si sa molto poco su di loro: l'ipotesi è che per dormire vadano sempre in gruppo molto in alto, sopra i diecimila metri, per evitare le perturbazioni. Ad una temperatura bassa riducono il metabolismo per superare il freddo e dalla conformazione delle ali si è visto che in volo faticano di meno".

Merluzzo ibernato - Altra specie originale è quella dei capodogli, che schiacciano un sonnellino anche a mille metri di profondità. Intanto una ricerca ha mostrato che il merluzzo antartico per sopravvivere si "iberna" durante l'inverno, riducendo crescita e metabolismo.

Pettirosso infaticabile - Non sempre poi il ritmo notte-giorno è scontato: se, ad esempio, si vive in città si sfrutta la luce artificiale. "Molti piccoli uccelli dormono di notte e sono attivi di giorno - afferma Fraticelli - come il pettirosso, che però in città con i lampioni può cacciare bacche e insetti anche di notte".

Il ritmo luce-buio - La luce conta, infatti gli uccelli migrano a Nord per avere più ore di sole, più tempo per accudire i piccoli e quindi maggiori possibilità di sopravvivenza. "C'è anche un piccolo uccello, il piovanello dalla pancia nera, che va a nidificare nella tundra artica, con luce ininterrotta d'estate. Nel periodo in cui accudisce i piccoli - dice l'esperto - e per circa un mese è sempre vigile".

Scimpanzé diurni come gli umani - Ma grandi attività per gli animali si osservano spesso anche di notte. "Per questo d'estate abbiamo organizzato visite notturne al Bioparco - conclude Fraticelli - dove in piena attività ci sono felini, erbivori come zebre e antilopi, che mangiano sempre, fino agli orsi. Gli scimpanzé invece dormono, in questo sono molto simili agli umani".
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