Mi son permessa di reimpostare il racconto, per facilitare la lettura
Io, Cane poliziotto
Fare il poliziotto è sempre stato il mio sogno, c’ero destinato fin da cucciolo, ed è bello. E' bello perché il mio sogno era esattamente quello che mi sarebbe sicuramente capitato. Non è da tutti desiderare quel che certamente sarà tuo. In genere si desidera quel che non si può avere!
Iniziai l’addestramento ad Albenga. Io ero nato a Imperia, ma la scuola lì non c’era: era ad Alberga, così è lì che crebbi. In quella bella scuola nel verde.
Per quel che riguarda noi cani non è importante dove sei nato, ma quando. Nessuno chiede al tuo accompagnatore ?Dov’è nato?’ Gli chiedono tutti ‘Quanto ha?’ Che poi che cazzo gliene frega? Se mi passate l’espressione.
Ma torniamo alla scuola, io ero il migliore, ero fortissimo. Trovavo in meno di un minuto un mezzo grammo di cocaina in un campo così grande che un uomo ci si sarebbe perso. Io trovavo il mezzo pezzo, lo portavo al mio conduttore e.. lui me lo faceva annusare di nuovo. Capii troppo presto che ordine e disordine vanno a braccetto. Tra l’altro sospetto anche che il grammo doveva essere uno e che ne arrivava mezzo perché l’altro mezzo se l’era già pippato il mio conduttore. Era troppo contento di far quell’esercizio. Alle volte dava l’impressione che si sarebbe lanciato alla ricerca dell’altro mezzo grammo con me, e l’avrebbe trovato prima lui!
Comunque non fu sempre così, fu anche peggio. Una volta mi infiltrai in una banda di narcotrafficanti internazionali con il mio padrone. Lui faceva il contatto con la mala locale, e io il suo inseparabile cane. Lui fingeva, io meno. Non trovavo affatto difficile fare il cane del mio conduttore, ero perfettamente nella parte. Poi un giorno il bosso decise di dare un pacco da consegnare carico di coca al conduttore e chiese me come garanzia. Lui sarebbe andato, io sarei restato. Lui andò, io rimasi. Tre mesi di baldoria. Ero il cane del boss, che è anche meglio dell’essere la ragazza del boss.
Intanto non rischi di essere scaricato per un eventuale sostituto, (i cani non si cambiano. Chiunque ha un cane è pronto a giurare sulla bibbia che quello è il miglior cane del mondo), poi non ti fa seguire per vedere dove vai, (e puoi andare a far pipì tranquillo) e infine non vuol far l’amore con te, e questo a me dava un enorme sollievo: il cane del boss, servito e riverito.
Carezze e coccole da tutto il clan.
I delinquenti più efferati della Brianza mi trattavano come un pupo, mi chiamavano Il Pupo. Dopo tre mesi tornò quel caga cazzo di conduttore con tutti i suoi amici, e arrestarono tutti. Non scorderò mai gli occhi del boss quando capì che ero un infiltrato. Da allora non son più lo stesso cane.
Soprattutto non son lo stesso cane da quando, poi ci infiltrammo in una organizzazione clandestina di lotte tra cani. Io sono un povero cane lupo, mi trovai a fronteggiare pit bul, rotweiler, cani corsi, e una quantità di razze a me sconosciute che la volta che mi andò meglio mi strapparono la coda! Fu allora che capii che ero la parte sacrificabile della coppia. Il mio conduttore mi lascia dal boss, (cosa che viceversa il boss non avrebbe mai fatto) e si mette al sicuro. Il mio conduttore si infiltra in un’organizzazione di lotta clandestina, e tocca lottare a me. Mi domandai cosa sarebbe capitato se si fosse infiltrato in un giro di ladri d’organi. Beh, se non altro la coda non me l’avrebbero potuta prendere, non ce l’avevo più!
Decisi di farla finita.
Un giorno eravamo all’aeroporto per una difficile missione, bisognava trovare una bomba ad orologeria su un aereo e pareva che ci fossero rimasti pochi minuti per farlo. La trovai in tempo e feci anche in tempo a metterla in tasca al mio conduttore.
Quando uscimmo e lui esplose tutti pensarono che stesse tentando di allontanare la bomba dalla gente. Io pensai che erano finiti i miei guai.
Da lì a poco venni pensionato e adottato da un ex detenuto che partecipava a un programma di rinserimento. Ora vivo con lui. Facciamo una vita modesta, ma stiamo bene insieme. Usciamo, facciamo le passeggiate. Lui mi chiede solo di non sporcare in casa, e io non gli chiedo niente.
Lui mi chiama Il Pupo, io lo chiamo boss.