TEX 705-706-706 La maschera di cera

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BertAdams
00sabato 6 luglio 2019 13:03
TEX 705-706-706 La maschera di cera
Trovato e acquistato il nuovo inedito e già sfogliato.
Parto dal fondo, rispetto al mio solito.
Bella copertina del solito ottimo Villa.
Disegni di Benevento strani per Tex ma di mio gradimento. Di solito preferisco disegnatori più “puliti”, invece stavolta, specie nelle prime tavole immerse nella nebbia, sembra quasi di vedere all’opera gli impressionisti.
Uno dei nuovi acquisti più originali, dal mio punto di vista, e forse per questo sono così ben disposto. Non il solito clone, eppure i disegni mi sembrano proprio adatto a Tex. Non mi ha convinto però la rappresentazione
SPOILER
dello scimmione
FINE SPOILER
Belle le due donne presenti.
Veniamo a Boselli. Ormai ogni suo racconto è molto prevedibile. Primo albo di “avvicinamento”. Leggibile con un po’ di sforzo per l’eccesso di parole. Alcuni dialoghi assolutamente improbabili, e anche più, in bocca a Tex e Carson e anche questo tipico di Borden.
E ancora una volta uno sceriffo che dà sui nervi. Ste grandi città hanno tutti uomini della legge integerrimi ma spocchiosi mi verrebbe da dire.
Di misterioso tutto sommato c’è poco e devo dire che ho trovato somiglianze con due storie con cattive celebri, Chinatown e ala maschera di ferro (qui anche nello stesso titolo).
Vedremo se riuscirà a smentire le mi previsioni...
BertAdams
00sabato 6 luglio 2019 20:45
p.s. Ci sono diverse cose che non mi tornano, sia nella trama che nel comportamento dei pards... mi immagino che alcune si chiariranno nel proseguo... prima di parlarne aspetto lascio il tempo anche ai pochi interessati di leggere l'albo...
Myra Solano
00martedì 9 luglio 2019 10:25
Faccio già un po' di confusione tra questa storia e quella letta pochi mesi fa, ambientata a New York. 🤔

Ritroviamo il caro vecchio Mac Parland, presentatoci nel n. 31 come il capo degli agenti di Pinkerton, qui come capo della sezione occidentale dell’agenzia Pinkerton. Se la memoria non mi inganna, il suo nome di battesimo non era noto, tanto che Tex e Carson lo hanno sempre chiamato per cognome. In attesa che in un prossimo episodio ci venga narrata la storia della sua vita, magari in un intreccio con l’agentessa Kate Warne che debutterà sulla serie Tex Willer, qui ce ne viene svelato il nome.
Per gli amanti del mistero metto lo spoiler
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Il buon Mac Parland sembra avere qui la stessa funzione che Pat rivestiva nella storia a New York, ossia solleticare i vecchi lettori. Dopodiché passa la palla al vero coprotagonista della storia ossia lo sceriffo Billy Rowland, altro personaggio realmente esistito (come lo sceriffo di New York) e altro spaccapalle di prima categoria del quale, chissà come mai, il Curatore pensa che ci dovrebbe interessare che ha debellato Los Angeles dalla minaccia delle "bande di desperados delle Cahuenga Hills" (pag. 37).
Buona parte dei dialoghi sono dedicati a una specie di gioco delle parti tra lo sceriffo e i due pards, il primo desideroso di sapere perché i due satanassi sono a Los Angeles (e forse di capire perché dell’esistenza di questa “losca organizzazione criminale” lui non si è mai accorto), i secondi vincolati dal segreto imposto da Mac Parland e intenti a non scoprire troppo presto le loro carte.
In mezzo ci stiamo noi lettori, che ci sorbiamo una bella dose di pesantezza e di salamelecchi.

Una cosa è chiara alla sceriffo quasi subito, o almeno dopo un pranzo teso a "rinsaldare un legame" - come dice lui - ossia l’osservazione che si sente autorizzato a fare a Tex, riguardo a Carson e davanti a lui:
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Così ecco il nostro buon Carson che, reduce dalla versione del "gentiluomo" secondo Boselli, vista nel recente Texone, ritorna repentinamente alla versione newyorkese di vecchietto in preda ai "bollori", molto vicina a quella nizziana (e non solo per questo).

La "maschera di cera" o Mister Doom (il duo musicale o il Dottor Destino?), che fa un'entrata in scena degna di
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teoricamente dovrebbe celare
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Los Angeles non offre la varietà di New York, per cui agli amanti delle chicche storiche toccherà accontentarsi "solo" della "cassaforte Chubbs di Birmingham a tripla combinazione", del quartiere di Bunker Hill e di un abbozzo di autopsia, il tutto reso efficacemente attraverso i disegni di Michele Benevento. Nei confronti del suo lavoro provo le stesse sensazioni descritte da Bert, per quanto a volte trovi fastidioso tutto quel nero.
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E il nostro Tex? Per gran parte dell’albo fa l’investigatore, quindi parla molto, anche per dare modo al Curatore di presentare tutti gli altri personaggi.
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In sintesi: “L’ombra del maestro” in formato ridotto e senza effetti speciali.
BertAdams
00martedì 9 luglio 2019 13:29
Re:
Myra Solano, 09/07/2019 10.25:


E il nostro Tex? Per gran parte dell’albo fa l’investigatore, quindi parla molto, anche per dare modo al Curatore di presentare tutti gli altri personaggi.
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La scena sotto spoiler riportata da Myra è una delle più assurde sceneggiate da Borden
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Bill Pelton
00mercoledì 17 luglio 2019 19:47
Ci ho messo un po' prima di decidermi a scrivere qualcosa.
In parte perché condivido pressoché tutto quello che hanno scritto Bert e Myra, in parte perché le storie di Boselli stanno diventando talmente letargiche da togliere qualsiasi stimolo, anche in negativo.

In generale posso dire che si confermano i difetti degli ultimi anni: scrittura pesante, dialoghi straripanti ma per nulla brillanti, con descrizioni su descrizioni di quanto le immagini già mostrano, come se i disegni fossero una presenza superflua e non parte essenziale della narrazione.

Un semplice esempio. Nelle primissime pagine si vede un guardiano che soffia intensamente dentro un fischietto con un'eloquente onomatopea: "FIIIII".
Nella vignetta dopo, un tipo in fuga pensa "Questa non ci voleva! Il guardiano notturno ha dato l'allarme!"
Per la mia modestissima opinione di non addetto ai lavori, "Questa non ci voleva!" sarebbe stato più che sufficiente, dato che il resto appariva più che evidente a qualsiasi lettore normodotato.
Ecco, l'albo è letteralmente pieno di queste descrizioni ridondanti e, per quanto mi riguarda, insopportabilmente pallose. Una volta erano appannaggio di Nizzi, poi ci si è messo Faraci e ora è arrivato anche Boselli, la cui auto-curatela evidentemente non gli giova affatto.

Niente da aggiungere a quanto già ben detto da chi mi ha preceduto, quindi. Peccato che si finisca per ripetere sempre le stesse cose, ma questa è la situazione.

Alcune cose che mi hanno particolarmente colpito (in negativo):

- Che questa sia la storia che vede la comparsa della figlia di Satania lo si sa da tempo, quindi mantenere la "suspance" per un intero albo risulta esercizio sterile.
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- Tex che pensa "Mi sembra di uscir matto!". Che fulgido esempio di linguaggio bonelliano! Mi vengono i brividi al pensiero che fra qualche anno potremmo leggere dialoghi tipo "Ehi, bro, stai sciallo!" [SM=x74987]

- La sequenza di Gombo citata a pag. 109, ovviamente "corretta" dall'ineffabile Curatore, perché
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- Tutta la sequenza
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Come chiosa alla recente presenza di sceriffi rompicoglioni nelle grandi città, trovo che questo sia però meno irritante del capo della polizia di New York, dato che quest'ultimo tratta Tex e Carson come due fastidiosi intralci per quasi tutta la storia e in certi momenti addirittura li irride, mortificandone il carisma. Questo, più giustamente, li vede come due piantagrane, ma di fatto ne subisce l'iniziativa e si trova costretto a collaborare con loro. Quindi, da questo punto di vista rientriamo nelle regole classiche del rapporto fra Tex e gli sceriffi. Peccato che Boselli abbia sviluppato un innato talento nel rendere i suoi personaggi letteralmente insopportabili.

Disegni. Non mi hanno esaltato, soprattutto i pards. Mi sembra uno stile più adatto ad altri generi che non al Western. Vedremo come andranno nel prosieguo.
BertAdams
00giovedì 18 luglio 2019 10:11
Che poi la faccenda è ancor più strana.
Per quale motivo ripresentare, quasi pari pari, la scena di tanti anni fa?
Si dovrebbe pensare
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Ma la ciliegina sulla torta l'ha fornita lo stesso autore su TWF. Alla ridicola critica che uno scimmione nel 2019 ci sta male (e perchè poi?), ha ribattuto alla sua maniera. Eh no. Lo scimmione di GLB e Galep era assurdo già negli anni '50 perché per come è stato rappresentato non esiste in natura [SM=x74992] , mentre lui ha inserito nientepopodimenoché un orango gigante del Borneo che ora forse è estinto, mentre nell'ottocento faceva bella mostra di se nelle foreste indonesiane. Sti cazzi.
Quindi la sua riproposta ha la funzione di correggere quei discoli degli autori originari che scrivevano senza sapere nulla, mentre lui di documenta e fa i compiti a casa.
Forse sarebbe utile ricordagli che quelle ingenue storie del primo Tex sono così scoppiettanti che me ne sbatto di queste sottigliezze, quando invece la sua precisa ricostruzione è inserita in un racconto palloso e insulso.
Ormai non lo ferma più nessuno...
BertAdams
00lunedì 19 agosto 2019 10:25
Mentre sono ancora a secco del Color, per la prima volta infatti ho dovuto chiedere all’edicolante sprovvisto di farmi avere l’albo anche se so che probabilmente mi farò del male, sono invece riuscito a leggere la seconda parte di questa storia.
E devo riconoscere che dopo un primo albo molto criticabile, questo invece è davvero altro.
Non che tutto sia riuscito alla perfezione. Trovo tuttavia che i lati positivi siano sufficienti a nascondere le magagne che ci sono.
Si, perché stavolta Boselli si ricorda di essere uno sceneggiatore di un fumetto avventuroso e di avvenimenti che mantengono alta l’attenzione ne mette davvero tanti. Forse anche troppi.
Però in un periodo di magra come questa per me va bene.
Un racconto molto salgariano direi. E la cosa non credo sarebbe dispiaciuta a GLB.
Molta azione e un po’ meno di discorsi e l’anatroccolo Mauro torna a diventare, se non uno splendido cigno, almeno uno sceneggiatore degno di questo nome.
Se solo avesse tolto tutta la fuffa seminata in varie parti soprattutto del primo albo, parlerei di un bel Tex.
Mi sa che mi tocca accontentarmi.
Il fatto più positivo è che la trama è schietta. Niente lungaggini. Tex e Carson sono, mi si consenta il termine, sul pezzo.
E il finale è perfetto per insinuare interesse per il proseguo.
Quindi in attesa che si scopra chi effettivamente è la figlia della celeberrima Satania, mistero che non mi impedisce di certo di dormire la notte, la mia speranza è che il terzo capitolo sia in crescendo. Così fosse sarebbe la prima volta da fin troppo tempo che mi dovrei congratulare con Borden. Staremo a vedere.
In quanto ai disegni, a me Benevento continua a piacere piuttosto ed anzichenò. Talvolta pare impreciso, Sembra che non finisca davvero il lavoro, però ha qualcosa che mi intriga.
Copertina di Villa carina, ma la prossima direi che è molto più riuscita.
Bill Pelton
00mercoledì 21 agosto 2019 08:04
Visto? Appena tornato Nizzi e già rivalutiamo Boselli. Il buon Mauro non poteva fare scelta migliore. [SM=x74933] [SM=x74933] [SM=x74933] [SM=x74933]
Scherzi a parte, direi che concordo su tutto, tranne il disegnatore che continua a non esaltarmi, benché sia indubbiamente valido. Per stile e genere di inquadrature lo vedrei meglio su altre testate più "contemporanee", ma non dico nemmeno che sia inguardabile. Sarebbe ingeneroso.

Per il resto, è proprio come dice Bert.
L'inizio dell'albo risente purtroppo ancora dell'influsso del precedente. La dottoressa risulta fin troppo svenevole e stereotipata (quindi suscitando i legittimi sospetti del lettore, oltre che dello stesso Tex) e le chiacchiere inutili continuano a scorrere a fiumi. Il tormentone del "vetturino eroe" mi ha letteralmente preso le palle, tanto per dire. Per non parlare delle disquisizioni zoologiche.
Però poi la storia prende il sopravvento e tutto si scioglie un po'. Resta sempre l'impianto da storia "gialla", che però si fonde bene con qualcosa di più avventuroso ed esotico. Credo che Bert ci abbia azzeccato citando Salgari ed essendo quest'ultimo una delle primarie fonti d'ispirazione per GLB, va da sé che la direzione è quella giusta.
Il ritmo aumenta, i dialoghi migliorano (!) e ci regalano pure diversi momenti gustosi.
Ottimo il climax che culmina con la comparsa dell'antagonista, attesa per ben due albi. Chi sarà? La sua identità non è per nulla scontata e di questo va dato atto allo sceneggiatore.
Insomma, stavolta le premesse ci sono e mi aspetto un terzo albo all'altezza.
Juan Galvez
00mercoledì 28 agosto 2019 19:20
Re:
Non mi avrete, saltato a pie' pari.

V.

Bill Pelton
00mercoledì 28 agosto 2019 20:58
Ogni tanto qualcuna può ancora imbroccarla, eh. [SM=x74932]
BertAdams
00sabato 7 settembre 2019 19:22
Giunto alla fine, posso dirlo.
Se l'idea iniziale mi aveva lasciato molto dubbioso, ora che ho letto l'atto conclusivo, mi devo ricredere.
Non è il caso di stappare lo champagne, né di gridare al miracolo, sebbene già solo il fatto che la storia sia solida e piacevole, è già una notizia.
Se Boselli non avesse voluto strafare, eccedendo in spiegazionismi superflui e colpi di scena continui, anche tenendo conto che le briciole seminate avevano già fatto capire chi fosse la figlia di Satania a tutti, ecco allora si sarebbe stata da ricordare.
Comunque era da tempo che non leggevo Boselli sacramentando ogni due pagine e anzi divertendomi per qualche tratto.
Sarebbe bello sperare che sia un sintomo di ripresa dopo un lungo periodo di appannamento. Però meglio state coi piedi per terra.

Invece Benevento mi sembra andato un po' calando. Verso la fine mi è sembrato più approssimativo. Sempre positivo, ma da rivedere in futuro.

Ottima copertina di Villa.
Myra Solano
00martedì 10 settembre 2019 11:25
Re:
BertAdams, 07/09/2019 19.22:


Comunque era da tempo che non leggevo Boselli sacramentando ogni due pagine e anzi divertendomi per qualche tratto.



Il fatto da rimarcare è questo. Da tempo, le storie del Curatore le leggo con un sentimento simile a quello che mi animava quando leggevo il Nizzi post crisi, ossia mi accontento se ciò che leggo non mi fa arrabbiare (troppo).

Venendo a questa terza e conclusiva parte, concordo con quanto scritto da Bert.
Il secondo albo mi aveva piacevolmente sorpreso ed è un peccato che invece questo terzo albo sia infarcito di balloon sovradimensionati pieni di spiegazioni, controspiegazioni e pensieri a gogò, che appesantiscono non poco il racconto. Ma immagino che l'obiettivo fosse quello solito, ossia dimostrare il funzionamento di tutto l'impianto sin nei minimi particolari, senza dare adito a possibili contestazioni da parte dei lettori, ma anzi raccogliendone il plauso.
A mio parere è una lettura che porta allo sfinimento, ma non dubito che molti abbiano apprezzato lo stile di sceneggiatura del Curatore.

Tex mi ha ricordato un Nero Wolfe senza la panza che a più riprese impugna la Colt trasformandosi nel baldanzoso Archie Goodwin, affiancato da Carson e dallo sceriffo alternativamente in funzione “Watson”.
Tanto per dire che l'eloquio di Tex non è quasi mai quello diretto, tagliente e senza troppi fronzoli che tutti amiamo. Ma qualche buona battuta del Boselli del tempo che fu c'è e, per l'appunto, vediamo di accontentarci.
E lasciamoci alle spalle qualche espressione/situazione irritante tipo …
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Non trovo molto azzeccato il finale ...
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Mi sembra poi un po' tirata per i capelli la spiegazione dell'improvviso votarsi al male della cattiva...
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Benevento non mi era dispiaciuto nei due albi precedenti, ma in questo è calato veramente molto. In alcuni primi piani - veramente pessimi - e in diverse tavole deve essergli scappato il pennino. Un lavoro non solo approssimativo, ma forse anche affrettato.

Alla fine, un paio di cose le avevo azzeccate. Preparatevi alla prossima evasione. 🤗

BertAdams
00martedì 10 settembre 2019 14:37
E' sembrato anche a me che Boselli abbia voluto dimostrare che tutto aveva un senso e una logica, anche a costo di rendere pesante la lettura.
Non essendo un amante dei gialli, di solito presto davvero poca attenzione ai particolari alla "Holmes", bastandomi che non ci siano svarioni troppo evidenti, ma al nostro piace ammirarsi allo specchio e auto-compiacersi.

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Su Benevento ho come la sensazione che sia stato "costretto" a concludere il più velocemente possibile. Chissà, è possibile che non ci fossero storie pronte (vedasi il cartonato) e pur di uscire sia stato necessario mettere fretta al disegnatore.
Si perché tra i primi due albi e questo vi è una differenza che scorgerebbe anche un lettore distratto.
Ma magari mi sbaglio...
Myra Solano
00mercoledì 11 settembre 2019 11:40
Re:
BertAdams, 10/09/2019 14.37:


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Può darsi che abbia ragione tu o può darsi che, dopo una sequela di agguati/sparatorie/congetture/blablabla, il Curatore sia arrivato corto nel finale (come spesso gli capita) e abbia pensato di risolvere in quel modo. Diciamo che ho sentito puzza di soluzione alla Nizzi e la ferita è ancora aperta😉.






BertAdams
00mercoledì 11 settembre 2019 13:41
Re: Re:
Myra Solano, 11/09/2019 11.40:



Può darsi che abbia ragione tu o può darsi che, dopo una sequela di agguati/sparatorie/congetture/blablabla, il Curatore sia arrivato corto nel finale (come spesso gli capita) e abbia pensato di risolvere in quel modo. Diciamo che ho sentito puzza di soluzione alla Nizzi e la ferita è ancora aperta😉.









[SM=x74995] [SM=x74995] [SM=x74933] [SM=x74933]
Bill Pelton
00sabato 14 settembre 2019 17:10
Dico anch'io la mia, che sarà ben poco originale.
Bert e Myra hanno centrato praticamente tutti i punti salienti, ma il mio giudizio finale non è positivo come il loro, soprattutto quello di Bert, risultando una sostanziale delusione rispetto alle illusioni (infondate) suscitate dall'albo precedente.
Questo terzo albo è uno sfrancicamento di palle indescrivibile, testimonianza dell'ormai irreversibile involuzione della scrittura boselliana, capace di rovinare anche una storia che poggiava su premesse dignitose e che una mano diversa avrebbe meglio valorizzato.
Il vero titolo dell'albo è: "Ora vi spiego per filo e per segno quanto sono stato figo a far tornare Satania (e che magnifico espediente ho usato, frutto esclusivo della mia geniale mente superiore)".
A livello narrativo siamo più o meno a livello terra. 110 pagine dove i personaggi si parlano addosso per cercare (inutilmente) di sviare il lettore, con un "colpo di scena" finale che avrebbe potuto essere carino se non fosse completamente fine a sé stesso.
Di base questo albo è
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Meglio che il curatore torni sul giovane Willer e lasci la serie regolare a qualcuno più fresco e motivato, che poi dovrebbe essere il primo dovere di qualsiasi curatore degno di tale nome.
Confermo il giudizio non esaltante su Benevento, che però non mi era piaciuto troppo fin dall'inizio, quindi si tratta di un giudizio sicuramente poco obiettivo.

PS. Dimenticavo: concordo pienamente con Myra circa
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