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Era in coma da lunedì. L'ospedale di Firenze sporge denuncia
Omeopata toglie l'insulina
Ragazza muore a 16 anni
Affetta da diabete, si sarebbe rivolta a una dottoressa di Udine che le avrebbe cambiato la terapia
FIRENZE — Tredici giorni senza insulina. Troppi anche per una ragazzina forte e combattiva come lei, con una voglia straordinaria di vivere, uscire con le amiche, fare sport. È morta a 16 anni appena compiuti, dopo un giorno e mezzo di agonia all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Era in coma da lunedì pomeriggio a causa di una cura completamente sbagliata prescritta da una omeopata, una dottoressa di Udine che le ha sospeso l'insulina. Un errore incomprensibile, ancora da chiarire e sul quale indaga la magistratura dopo una denuncia presentata dall'ospedale alla procura fiorentina.
Uno sbaglio madornale, se confermato, che nessun medico tradizionale e nessun omeopata commetterebbe in quelle condizioni e con quel tipo di soggetto. La ragazzina è arrivata al Meyer lunedì pomeriggio in coma profondo. Si era sentita male a casa, dieci giorni dopo l'interruzione della terapia. «Su quel medico non diciamo niente, parleremo più avanti. Speriamo soltanto che ci sia un'inchiesta, vogliamo giustizia», dice adesso la madre, che assieme al padre e alla nonna ha atteso fino all'ultimo nella saletta di attesa di rianimazione sperando in un miracolo. Sonia Toni è la dottoressa responsabile del centro di diabetologia pediatrica del Meyer. Ha curato Alessandra. Adesso piange.
«Stava molto bene e la terapia aveva dato ottimi risultati — racconta —. All'ospedale era arrivata nel luglio dello scorso anno. Era dimagrita, si sentiva stanca, beveva molto. I classici sintomi del diabete all'esordio». I medici diagnosticano alla ragazzina una forma di diabete mellito di tipo I. L'insulina è inevitabile, dalle 3 alle 5 dosi il giorno. All'inizio, come tutti i suoi coetanei, la ragazzina dimostra insofferenza alla cura. Poi, grazie ai medici e agli infermieri che le stanno sempre vicino, sembra abituarsi, è serena. «Una volta curato il diabete non è una malattia ma una condizione di vita che ci accompagna e bisogna accettarla — dice la dottoressa Toni — e lei lo aveva capito, seguiva la cura e stava benissimo ». Che cosa sia successo dopo è ancora un mistero. Pare ci siano state due visite, con altrettanti medici omeopati. Il primo, un uomo che esercita a Bologna, avrebbe consigliato ai genitori di portare la ragazza da una specialista di Udine. E qui la terapia insulinica è stata sospesa. Dieci giorni senza iniezioni. La ragazzina sembra felice, i genitori sperano. Poi, improvviso, il coma e la morte.
Marco Gasperetti
14 maggio 2008