Re:
Carlo Maria, 18/06/2020 17:48:
Onestamente condivido i pareri già espressi: te la devi sentire, in primis. Quando m'iscrissi all'università nel 1997 non avevo voglia, non ero organizzato, ero immaturo e ho cincischiato per ben 6 anni all'università senza raggiungere la laurea.
Quando mi ci sono riavvicinato, è stata tutta un'altra musica e in tre anni netti ho finito la triennale.
Io credo che l'età che hai raggiunto ora ti possa far maggiormente apprezzare lo studio universitario, se il tuo interesse è concreto, perché alcune delle distrazioni dei vent'anni non le hai più (e non parlo delle compagne di classe, quanto più del fatto che all'epoca potesse o meno essere la prima volta che ci si allontanava da casa e ci si gestiva lo studio in autonomia).
Sapere che tu abbia 12 esami da fare significa secondo me pochino: QUALI ESAMI sono?
Uno dei fattori centrali, infatti, che mi ha fatto propendere per il mio secondo tentativo è stata la lettura del percorso di studi, con tutta la lista degli esami da sostenere: non più tutti "Diritto di", ma un mix molto equilibrato e interessante di storia, sociologia, diritto, psicologia, servizio sociale, economia. Tu hai già idea di quali materie dovrai affrontare?
Inoltre, quali elementi ti hanno fatto patire Economia? C'è la possibilità che tu debba confrontartici anche qui?
Ti faccio un esempio: se avessi saputo che Biella era una sede distaccata dell'Università degli Studi di Torino, forse non mi ci sarei iscritto, visto che avevo ricordi PESSIMI della segreteria e della burocrazia (mentre invece a Pavia mi ero trovato meglio).
Altro aspetto: quali aspettative poni nella tua seconda vita universitaria? Cambiare la tua vita lavorativa, mi par di capire. Se così è, questo è uno stimolo davvero forte, che nel mio caso è stato decisivo.
Tornare sui libri non è uno scherzo: nel mio caso erano passati otto anni dall'ultima volta che l'avevo fatto e riprendere (specialmente partendo da un libro pessimo, di quelli che ti trovi ad affrontare quando un professore ti propina un testo che ha scritto lui) è stato difficile. Il primo voto fu un'insufficienza, che io contestai e che mi fu corretta in sufficienza striminzita... che però mi gasò tantissimo. Da lì in poi, andai migliorando.
Se ti va una chiacchierata, ti passo il mio cel!
A latere: non sei mai troppo vecchio per le studentesse odierne.
Tu Economia l'avevi finita? Era triennale, quadriennale o quinquennale?
No, era quadriennale, avevo mollato quando mi mancavano 6 esami, era una battaglia ogni santo esame, io volevo fare lettere o storia, poi sono stato praticamente costretto a fare economia, a causa di una domanda fatta a mio nome, da mio padre, per una questione lavorativa sua, che poi mi ha portato a due condanne in sede civile e ad una in penale per appropriazione indebita e truffa, poi risolta con assoluzione per non aver commesso il fatto quando ho preso in mano io insieme a un amico avvocato il processo, mi hanno anche sbattuto sulla Nuova Sardegna come truffatore, questo è uno dei motivi dell'odio per la facoltà. Poi anche alle superiori il diritto era una materia che odiavo, mentre amavo la storia e la letteratura. Non riuscivo più nemmeno ad aprire un libro senza vomitare e ho iniziato a lavorare, questo mi ha portato ad altra merda, ma te la risparmio.
Nonostante questo alcune materie come Merceologia, Politica Economica, Geografia economica e storia economica mi avevano appassionato molto. Dopo aver dato per 8 volte l'esame di Statistica stavo per gettare la spugna, poi ho scoperto una cosa strana, non avevo mai guardato i compiti corretti prima dell'ottava volta, per un segno riportato male mi erano stati tolti 15 punti, tutto il resto del compito era perfetto, c'erano anche le dimostrazioni delle formule e avevo sbagliato solo riportando un segno. Da quel momento il mio percorso universitario era ormai morto, la nona volta ho preso 27 senza nemmeno ripassare, iscrivendomi per inerzia. Poi ho avuto grossi problemi in Diritto Pubblico, dove avevo rifiutato un 20 la prima volta, col professore che alla seconda volta mi ha voluto interrogare personalmente per sbattermi fuori, e alla terza volta mi ha dato un 18, di nuovo mi ha voluto interrogare lui e nonostante mi avesse chiamato l'assistente mi ha bloccato, stessa manfrina in diritto del lavoro, voto rifiutato, sbattuto fuori, e lo ho passato iscrivendomi a un appello per caso, scoprendo che il titolare di cattedra non c'era, dopo due anni che non lo guardavo neanche quell'esame, chiaramente lo ho passato. Non riuscivo più a credere alla realtà, non mi capacitavo che potessero succedere certe cose. Pensa che mi sentivo una merda a non passare Statistica tutte quelle volte, e ai due esami di Diritto di cui parlavo mi presentavo come agnello sacrificale, ero disperato.
Sugli esami che devo dare ce ne sono due di diritto (tributario e bancario) uno di matematica finanziaria, e gli altri tra economia e marketing, gli esami storico geografici li ho già dati, e gli unici con risultati decenti, erano materie che amavo dopotutto.
Lo stimolo dettato dal lavoro c'è, ma non penso sarà quello decisivo, quello di cui ho paura è che la nausea ricominci al primo problema, basterebbe poco ormai a farmi rivivere il panico e la sensazione di essere inadeguato. Ho vissuto anni di merda, sia prima che dopo, e non vorrei vederli apparire davanti agli occhi.
Le studentesse odierne temo non amino più i cupi e ombrosi supereroi Miller style, o i riflessivi detective Marlowe style
, sono più per i metro-sexual coreani
Mi è partito l'invio, comunque la situazione è questa senza nasconderti nulla e con il massimo della sincerità possibile, a parte la storia del Miller style, che è lontana dalla mia persona, sono più un romantico della golden age.
Gracias amigo.
PS la chiaccherata telefonica la possiamo fare in qualunque momento, a prescindere da questa scelta.