cercando il Corpo del Signore Gesù

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claudio.41
00martedì 30 agosto 2005 21:37




Dissero due angeli alla Maddalena : " donna, perchè piangi".

"Perchè hanno tolto il corpo del mio Signore,e non sò dove lo hanno messo", rispose lei.

era andata alla tomba , da sola, per onorare il Maestro ormai morto, mai , avrebbe immaginato di trovarLO vivo.

Non si lasciò distrarre dalla visione degli angeli, no, lei era immersa nel suo dolore per non aver trovato il corpo di Gesù e la tomba , vuota.

Ecco che Gesù ( non riconosciuto da lei ), si presentò, e disse :"Donna, perchè piangi?- Chi cerchi? ".

Maddalena credette si trattasse dell'ortolano e rispose: " signore, se tu lo hai portato via, dimmi dove lo hai deposto e io lo prenderò ", non disse altro. Qualcuno lo ha portato da un altra parte, lei, da sola, lo riprenderà e lo metterà al posto.

Davanti a tanta devozione sincera, il Signore si fece conoscere , chiamandola per nome. "Maria". Bastò. Lei non ebbe bisogno di altra prova. " Rabbonì " ( che significa Maestro ), gli disse. DicendoGLI così, si prostrò ai Suoi piedi, ma Gesù le disse : " Non toccarmi, perchè non sono ancora salito al Padre mio ".

Queste parole hanno un significato : che nella resurrezione non possiamo tenere le relazioni di prima, ma che, ogni volta , dobbiamo prima ascendere al Padre, e poi avere relazioni, anche coi più intimi. difatti, è ben altra la vita della resurrezione per cui impariamo a vivere il " d'ora in avanti " , come dice paolo ( 2 corinzi 5:16-17 ). La devozione di lei, portò a nuova relazione. A lei che aveva mostrato tanta devozione al corpo, il Signore dette una commissione che è profetica della relazione degli eletti al Corpo, cioè al nuovo Corpo che il Padre prepara, il Corpo di Cristo, la Chiesa, ossa delle Sue ossa e carne della Sua carne.

Gesù le disse : " Ma và ai Miei fratelli e dì loro che io salgo al Padre mio e Padre vostro, al DIO mio e DIO vostro ". A Maddalena che cercava con infinito amore e devozione il corpo, pronta a quasiasi sacrificio, fù dato il messaggio per il Corpo, cioè per la Chiesa.

Riflessione: hanno tolto quel corpo, e non si sà dove è stato deposto. Dove è , quale è la Chiesa che LUI edifica e contro cui le porte dell'infero non potranno prevalere? Dove, chi è il corpo di LUI, in tanta confusione?

La risposta è : non chiederlo agli uomini , alle sette, perchè sarai ancora più confuso, ma, fermati con amore , devozione e cordoglio, vicino al sepolcro di cristo e ti verrà detto da LUI stesso, per mezzo dello Spirito Santo, dov'è il Corpo , in parte formato, in parte formantesi. Lo saprai dopo che LUI ti avrà chiamato per nome, se tu conosci la voce del Buon Pastore. ti verrà data la commissione da annunciare ai tuoi fratelli. Tu li conoscerai i tuoi fratelli. Dirai loro che il signore è salito in alto dove deve seguirLO il cuore e lo sguardo nostro, salito al Padre Suo e nostro, all'IDDIO Suo e IDDIO nostro.

Lettore, dov'è il Corpo? Vana domanda se la fai agli uomini e non al Signore stesso.

Lui ti farà conoscere il Suo Corpo, la Chiesa e ti legherà ad esso. Lui unisce ossa ad ossa, edifica la Chiesa, il Corpo , a Suo Corpo. Maddalena andò e annunciò. Aveva visto, udito il Signore, e il messaggio di lei profetizza chi sono quelli che cercano, in Gesù, il Corpo, e non fanno altro pianto e cordoglio se non perchè vedono che hanno tolto il Corpo e non si fermano finchè non hanno avuto rivelato il Signore nella resurrezione, udito il messaggio: " Padre - DIO "; conoscere da ora in avanti che il Padre di Gesù è anche nostro Padre, che DIO di Gesù è , per la resurrezione, anche nostro DIO.

[Modificato da claudio.41 11/06/2006 21.45]

claudio.41
00giovedì 1 settembre 2005 22:29
EFESINI 4 :12-16 ( 2° parte de : il Corpo di Cristo )
nel capitolo quarto della lettera di Paolo ai credenti di Efeso si legge ( versi 12-16 ) che il punto centrale è che la Chiesa arrivi all'unità, cioè ad essere Corpo di Cristo.

Bisogna capire che il Signore ci vuole uniti per diventare Uno in Cristo, Suo Corpo unico . " C'è una sola speranza, una sola vocazione " e cioè, il piano di DIO per la Chiesa è uno solo. Non ci sono eccezioni che alcuni possano fermarsi e accontentarsi di essere perdonati. Se siamo Chiesa di Cristo, si deve seguire, portati da LUI, tutto il corso che è assegnato, linea dopo linea e mai dire : "basta", perchè , fermarsi significa andare indietro. Non si può alterare la nostra vocazione, eccetto che il perderla. Con Gesù abbiamo tutto o nulla. Questa verità è importante conoscerla per essere pieni del timore e amore di DIO, e ubbidire continuamente agli inviti delicati dello Spirito santo, per cui, conoscendo il signore, dobbiamo seguitare a conoscerLO di più, e chi è santo ed è giusto ( giustificato ) diventi ancora più santo e più giusto. O si cresce o si và indietro.

La lettera continua a parlarci di unità: Unico Signore, Una fede, Un battesimo, benchè ci siano doni speciali e gradi diversi di fede, come c'è il battesimo in acqua, battesimo di spirito santo e battesimo di sofferenze. Unità si riferisce al piano ultimo e non ai mezzi per raggiungerla. La lettera , al verso 7, così si esprime: " salito in alto, eggli ha portato con sè dei prigionieri e ha fatto dei doni agli uomini". Quali? Due grandi doni sono già stati fatti : Gesù Salvatore e il dono dell'altro Consolatore, lo Spirito Santo. I doni che LUI ha dato dopo il battesimo con lo Spirito Santo , sono speciali Ministeri. da notare che quì, agli Efesini, non vengono ripetute le parole di Atti 1.Il Signore disse ai discepoli che sarebbero stati Suoi testimoni, cioè, avrebbero testimoniato in modo da attirare l'attenzione su di LUI, ma in Efesini 4, non è ripetuta la parola "testimonianza". Il comando di testimoniare rimane sempre, però vi è una luce sul lavoro che il signore , per lo Spirito santo, farà, andrà compiendo nei testimoni stessi per portarli a tre grandi linee : "perfetta adunata"- " opera del ministerio" e , come ultimo, la " edificazione del Corpo di Cristo". Queste tre linee non si raggiungono con la semplice testimonianza, pur importante che essa sia, nè, si raggiungono con le buone intenzioni dei testimoni ( mettendosi essi assieme, ragionando e ragionare ). l'unità , perfetta unione, opera del ministerio, e infine la formazione del Corpo di cristo si raggiunge per una via sola, cioè, a mezzo dei doni dati dall' asceso Signore.

Egli stesso ha dato: " gli uni come Apostoli, altri come Profeti, altri Evangelisti, altri Pastori, altri dottori " ( verso 11 ). Và da sè che devono essere ministeri autentici, dati dall'alto e sostenuti dallo Spirito Santo. A mezzo di essi , si arriva alla edificazione del Corpo.

Con la parola " Corpo di Cristo", inizia l'ammaestramento al capitolo 4° ( Corpo Unico ) e con la stessa parola si chiude il verso 12. Lo scopo ultimo è l'edificare il Corpo, e ci vogliono gli edificatori.

Nel Salmo 127 è scritto che vano è lo sforzo degli edificatori ( ammesso che siano tali, che, cioè, abbiano ricevuto i doni ), se non vi è Colui che è Capo edificatore. Cioè, non è in ssibilità di alcun servo di usare il dono e i doni che il Signore gli ha dato, tranne che il Signore stesso, volta per volta, non dia la forza e la capacità di esercitarlo. I morti non possono edificare e gli edificatori sono persone resuscitate e che hanno la vita nascosta in Cristo, in alto; possono edificare solo quando Cristo, che è la vita loro, si manifesta in essi e , si intende, per lo Spirito Santo per avere una manifestazione che glorifica Gesù , non l'uomo. E' grande privilegio ma altresì , grande responsabilità avere ricevuto dei doni e , specie, di edificare.

Leggiamo i versi da 14 a 16. Un esame dei versi suddetti rivela un passato, prima che la Chiesa sia divenuta Corpo, e che è errore far credere ai membri di una chiesa che essi sono corpo di Cristo se ancora non sono " Corpo" di fatto. Nel piano di DIO, la Chiesa è Corpo di Cristo. Che per fede si chiamino le cose che ancora non sono , col nome che saranno, piace a DIO, ma chi si ferma , senza possederle, vive in illusione.

Corpo di Cristo siamo,( se siamo chiamati a esser Corpo ) in fede, ma sarà attuato. Il Corpo di Lui è formato quando il signore avrà lavorato in ciascuno di noi, portandoci da statura a statura, a diventarlo di fatto. Perchè il Corpo di Cristo è più che semplici testimoni, benchè siano anche testimoni. Esso è una estensione di LUI, di Gesù stesso.

come LUI in questo mondo, ai giorni della Sua umiliazione , così il Suo Corpo . Questo apre i nostri occhi e mente a capire e vedere ciò che è scritto in Romani 8:19, che il mondo creato geme e travaglia aspettando la manifestazione dei figlioli di DIO, cioè, di vedere Gesù in noi, vederLO davvero e non nelle sette ed argomenti che confondono e lasciano il cuore freddo e le menti confuse. Vi sono dei mali , avanti esser Corpo , che sono indirettamente elencati nelle parole dei versi 13 e seguenti della stessa lettera.

vedremo anche questo....

[Modificato da claudio.41 07/10/2005 22.56]

claudio.41
00sabato 3 settembre 2005 21:56
Efesini 4:13-16 ( terza parte del Corpo di Cristo )
..." Fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di DIO, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo; affinchè non siamo più come bambini sballottati e portati quà e la da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l'astuzia loro nelle arti seduttrici dell'errore, ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso Colui che è il Capo, cioè Cristo."

Rileggiamoli e meditiamoli, questi versi , per confessare che nelle condizioni citate dall'apostolo ci siamo trovati noi stessi e forse ci siamo ancora. Meditiamoli bene, perchè essi descrivono le condizioni che precedono la formazione del Corpo e , la presenza di tali condizioni, avverte che ancora non siamo Corpo di Cristo.

In ogni tempo ci sono stati individui che sono stati edificati a Corpo di Cristo. Questo lavoro di edificare a Corpo SUO, è iniziato subito dopo la discesa dello Spirito Santo nella Chiesa.

sono SUA Chiesa, quelli che si fanno edificare a Corpo. Il Corpo di Cristo non è ancora completo ma, in ogni epoca della dispensazione Cristiana, il Signore ha avuto persone che, prima di passare da questa vita sono pervenute ad essere Corpo di Cristo. C'è una grande famiglia nel cielo e sulla terra, la comunione dei Santi, il Corpo di Cristo che è in formazione continua.

Discordie nella fede;confusioni nella conoscenza del Figliolo di DIO; l'uomo non simmetrico, non maturo; bambini facili ad essere ingannati o trasportati da ogni vento di dottrina, vittime della baratteria, commercialismo degli uomini, astuzie, arteficio e inganni. Nessuno, se savio, cioè teme DIO, si ritenga immune da tali pericoli. La protezione è nel Signore,. Non nel ripetere meccanicamente le parole " il Signore, il Signore". Se amiamo LUI, ubbidiamo ai Suoi comandi che Egli dà a mezzo dello Spirito Santo.


Gesù ha detto che se riceviamo quelli che LUI manda, riceviamo LUI.

Siamo invitati a metterci sotto i Ministeri dati dall'Alto, e abbandonare certe idee nostre e nostri programmi, se davvero vogliamo essere e rimanere la Chiesa di LUI, ricordando che vi è una sola vocazione ed un solo metodo nelle cose del cielo. tutto deve essere secondo l'ordine del santuario, come mostrato sul monte,allora , ciò che fù mostrato a Mosè, ora è ciò che viene mostrato alla Chiesa, a mezzo dei servi, specie i profeti. I mali può rimediarli solo il Ministero di cui in Efesini 4:11-14.

Che noi stiamo per molto nelle condizioni di "bambini", i fatti lo provano e la Scrittura ce ne da degli esempi. Basti vedere le condizioni "carnali" in cui si trovava la chiesa di Corinto, anche se i membri di essa erano la Chiesa, in fede, ma non ancora di fatto. Sono rari quelli che sanno distinguere le zizzanie e dipendono dal Signore e non da forze umane per rimuoverle. Non tutti conoscono gli insidiatori; i bambini, gli immaturi, gli agnelli, non sanno distinguere voci da voci. Si parla di quelli che davvero sono popolo di DIO, ma non ancora maturi. tutti, chi prima e chi dopo siamo stati immaturi, e, ahimè, alcuni lo siamo ancora, perciò non ci si deve meravigliare di altri se li vediamo immaturi, ammesso che noi avessimo raggiunto tale maturità, cioè fossimo della classe accennata in 1° giovanni 2, e fossimo diventati padri. Compatire , si deve, e nello stesso tempo esortare- metterci e rimanere alla scuola dello Spirito Santo, a mezzo di chi, di quelli che DIO vuole usare per noi e che LUI, non le sette o le organizzazioni umane scelgono, ma DIO sceglie.

Come conoscerli? Chi è da DIO ama la verità, e ode e segue la Voce del Buon Pastore. Quelli che DIO usa come edificatori, nel senso elevato di efesini capo 4, sono gelosi per la Gloria del Signore. Imitano Eliezer, il servo di Abrahamo, che non disse nulle per innalzare se stesso, ma parlò del Padrone, e , non volle nemmeno prendere cibo se prima non dichiarasse lo scopo del viaggio. Chi vuole conoscere i veri servi di Gesù Cristo, li conosce: solo essi sono edificatori sotto il Capo Edificatore Gesù Cristo. Altri, anche se Chiesa di Gesù, saranno adatti forse a testimoniare, ( e ci vuole la testimonianza ), ma gli edificatori, nel senso dell'epistola in questione, sono servi speciali, dati dall'Alto e sono diretti dall'Alto, volta per volta.

di tali servi è figura Maddalena al sepolcro.
I servi vedono che per un tempo, le anime semplici e bene intenzionate sono perplesse ed agitate da venti e tempeste; non sono ancora ferme, non ancora confermate. Il giorno viene che le anime vengono confermate, compiute, s'intende, fino alla luce che hanno. Raffermate, fortificate nella potenza del Signore, sapendo che ogni forza e potenza è nel e dal Signore, e fondate, cioè, radicate, tanto che i venti e le onde possano affliggerle, ma non sradicarle nè distruggerle.

La casa è edificata sulla roccia.

[Modificato da claudio.41 07/10/2005 22.57]

claudio.41
00domenica 4 settembre 2005 10:02
Polvere..
Il mondo è soggetto a vanità, come noi stessi del resto, finchè la Grazia del Signore non ci riduce a polvere.

" tu dici che sei ricco, ed arricchito, e non hai bisogno di nulla, ma tu non sai..." ( Apocalisse 3:17 ) e segue il catalogo di miserie e rovine in cui il Signore vede la chiesa di Laodicea, e poi l'invito ad andare a LUI per essere formati come Egli vuole. Queste parole che , a prima vista sembra non abbiano rapporto col tema: " Cotpo di Cristo", ne hanno invece, perchè se non smettiamo di ripetere con legerezza alcune parole, e non si comprende che non possediamo alcune qualità, noi non aspireremo al Regno di DIO, e ad esser formati Corpo di Cristo. Grande è la rovina di crederci ciò che non siamo, perchè l'illusione oscura la realtà, e non ci fà chiedere per "divenire Corpo".

Bisogna "perdere" noi stessi per guadagnare Lui. Giovanni battista disse: " bisogna che Egli cresca ed io diminuisca" e tale frase dovrebbe essere la più detta da noi, a noi stessi e dovrebbe diventare preghiera di richiesta incessante al Padre, l'abbassare noi, per far crescere in noi, LUI, il Figliolo dell'Amore SUO.

Al Profeta Ezechiele fù rivelato il passato di gerusalemme ( capi 16 e seguenti ), di come il Signore la prese da uno stato miserevole e desolato e l'abbellì, lavandola,coprendola, adornandola e nutrendola. Le diede da mangiare fior di farina,miele ed olio, - tre cibi simbolici di Cristo e dello Spirito Santo. Divenne estremamente bella, fino a regnare, però quella bellezza e quel regno dovevano sparire. Era un regno in cui non si conosceva affatto il RE. La bellezza scompagnata dalla modestia e umiltà, non è la bellezza del cielo, ma fà pensare a Lucifero. Tale fu la bellezza di Gerusalemme descritta da Ezechiele. La sua fama si sparse tra le genti , ed essa divenne orgogliosa invece di dipendere interamente dal Signore, volse lo sguardo a se stessa e cominciò a trafficare diventando infedele al Signore. Si fece come padrona dei doni di LUI, li mise in mostra e li offrì ad altri. Gerusalemme agì in modo da superare i mali di altri popoli e da questo ne seguirono due rovine: il Nome del Signore è stato vituperato tra le genti, ed essa, Gerusalemme, col suo procedere ha giustificato il procedere delle sue sorelle. Le genti e gli individui hanno detto: "se questo lo fa gerusalemme possiamo farlo anche noi"--" se questo lo fanno i Cristiani, che pretendono di essere Santi, possiamo farlo anche noi".

Vi è dunque bellezza di gerusalemme terrena e quella di lucifero. Intorno a Lucifero, si invita il lettore a riesaminare Isaia capo 14, Ed Ezechiele capi 27 e 28. Di fronte a queste bellezze a base di vanità e superbia, lo Spirito Santo ne presenta altre due: quella di Gesù Cristo, e l'altra della Sullamita. Gesù secondo la carne non fù visto nella Sua bellezza ; Isaia lo descrive come l'uomo non redento lo vede: non Gli vede ne forma ne bellezza alcuna. Isaia Lo ha descritto sfigurato sotto i maltrattamenti ( capi 52-53 e segg.), ma ha profetizzato un futuro glorioso dopo le umiliazioni. L'uomo di terra non vede la bellezza del cielo. Però, la Chiesa, descritta nel salmo 45, Lo vede più bello dei figli degli uomini. Bello di incomparabile bellezza lo vede la Sullamita nel Cantico dei cantici.

Nel desiderare di essere lei attratta allo Sposo, la Sullamita, intuisce che quelli che la vedono si scandalizzano scoprendola come " scura". Volgendosi alle figlie di gerusalemme , nelle quali ha scoperto le radici del cielo, essa le informa: " non guardate se sono scura, perchè è il sole che mi tocca coi suoi raggi; i figlioli di mia madre si sono adirati contro di me, mi hanno fatta guardiana delle vigne, ma io , la vigna mia non l'ho guardata, che è mia" ( Cantico 1:6).

E' costato l'essersi staccata dai figli della madre. Il sole l'ha come scolorata dalla umana bellezza, ed è divenuta " scura". Però è bella . E' il vestito a scuro--il cordoglio di cui fanno cenno i Salmi, e che tanto è prezioso bel cospetto del Signore. bellezza interiore, nota solo allo Sposo.

Gerusalemme nel suo primo splendore, avendo ricevuto doni, e non apprezzandoli ancora, divenne superba e cadde da rovine a rovine. Ma le anime che si fanno ristorare, il RIMANENTE, si nascondono; non si fanno più un idolo di loro stesse. Ed allora è il Signore che qualifica bello l'aspetto e piacevole la voce. " O colomba mia,che stai nelle fessure delle rocce, nei nascondigli dei balzi, fammi vedere il tuo aspetto, fammi udire la tua voce;perchè la tua voce è soave e il tuo aspetto è bello" ( 2:14).

C'è stato un tempo in cui tutti abbiamo ripetuto espressioni come questa: " la preghiera cambia le cose"; parole belle in se stesse, ma se dette per attirare a noi, non sono buone perchè voglion dirci che noi siamo uomini di oreghiera, che preghiamo molto, e che per questo abbiamo vittoria. Dobbiamo pregare, ma in conclusione confidare nella Grazia di DIO, e dire di noi, dopo aver fatto tutto quello che ci viene comandato, che "siamo servi inutili".

se non voltiamo le spalle all' IO, per diventare tutto del Signore, nè, ci facciamo scuotere nei cieli nostri, nè Lo accettiamo quele Sovrano, non saremo mai " Corpo di Cristo". Gesù visse per il Padre. Noi, se Chiesa Sua, siamo destinati al Regno e a divenire Suoi rappresentanti, cominciano ognuno nei suoi limiti, sin da quaggiù, per essere un nuovo esercito, e servirLO nell'universo, quando, la Nuova Gerusalemme governerà dall'Alto su tutte la gente.

[Modificato da claudio.41 07/10/2005 22.58]

claudio.41
00lunedì 5 settembre 2005 22:20
Impossibilità in noi ( quinta parte del "Corpo di Cristo")
La storia semplice, che è scritta nei libri che formano l'Evangelo, la ripete e la spiega lo Spirito Santo, facendo rivivere i tempi e gli eventi della vita di Gesù. I santi, dopo che hanno meditato le Scritture , si vanno sempre più riducendo alla contemplazione del Signore, a base delle pagine dell'Evangelo.

E' impossibile camminare sulle SUE orme, se non conosciamo la SUA vita, nell'assieme e nei particolari.

leggendo Luca 14:25-35, dove il Signore invita a fare i "conti", prima di dire di voler seguire LUI, a quelli che già avevano cominciato a seguirLO , si vede, in sintesi, il piano di DIO, e la impossibilità in noi, di eseguirlo, nelle nostre forze, dopo che abbiamo cominciato a seguire ed anche dopo aver ricevuto Grazia da LUI. Ci vuole ben altro.

Egli è un Signore assoluto e vuole consacrazione assoluta, staccandosi da tutto e da tutti, tranne da quelli a cui LUI ci lega come LUI vuole e dove LUI vuole, siamo invitati a prendere ognuno la nostra croce assegnataci, croce personale, in quanto la croce, non è la stessa per due seguaci. Gesù ci avverte delle difficoltà nel seguirLO. Gli ostacoli sono due, e si riferiscono a due sforzi che facciamo per lungo tempo, prima di darci per vinti e dire a noi stessi, che noi non possiamo far nulla. I due grandi ideali per i Cristiani, agli inizi, sono : uno, che il Cristiano fabbrichi da se stesso una " torre" per arrivare al cielo, ossia, che cerchi di divenire santo per sforzi personali. Tali presunzioni ci accompagnano per lungo tempo e si camuffano con frasi religiosi, per cui, noi e noi, e noi...

l'altra, è che noi, ormai possiamo lottare colle forze del male, perchè abbiamo alcune qulifiche, sia pure ricevute per Grazia, per le quali speriamo di vincere.

Dopo che abbiamo udito, e supponiamo , ubbidito all'invito dei versi 26 e 27, di Luca 14, segue la descrizione dei nostri rapporti ai due ideali che ci siamo proposti: la torre e la vittoria sui nemici. Il Signore ci avverte che saremo sconfitti e delusi in tutte e due le imprese.

Gli ideali sono belli , ma noi non li raggiungeremo; cominciamo, e dopo un tempo veniamo scoraggiati, e in pericolo non solo di essere scherniti, ma di abbandonare il Signore, dicendo che è impossibile fare la volontà di DIO. Quini l'avviso ed esortazione di LUI: " Siedi e fai i conti". non avere illusioni, perchè non edificherai la torre con i tuoi mezzi. comincerai, ma non finirai. Non vincerai il nemico. Comincerai ma sarai sconfitto, e se non cessi di combattere, sarai annientato. Le forze che sono contro di te sono al di sopra di ogni tuo potere.

Delusi in noi stessi, e piuttosto che ricorrere al Signore, ringraziandoLo che siamo stati sconfitti, e promettendo da ora in avanti che vogliamo dipendere solo da LUI, molti di noi ci allontaniamo, pensando di essere umili, laddove siamo superbi.

Abbiamo confidato in noi, ed ora siamo delusi, disperati. Ma l'umiltà non si dispera, perchè niente attende da sè stessa.
Ma l'umiltà è rara.

per quanto forti siano le forze dei più forti, il nemico ha almeno il doppio, e veniamo sconfitti. Egli può usare armi che a noi sono vietate. se anche noi usiamo le sue armi, diveniamo suoi seguaci, e non siamo più seguaci di Cristo.

Il nemico può inventare, interpretare come lui vuole, e noi non possiamo farlo. Non possiamo lottare,perchè non possiamo usare le armi che il nemico usa. Le nostre armi sono il soffrire e il pregare; il rimettere la nostra causa al Signore, LUI, essendo la nostra giustizia. Percio, che?

Mandare un ambasciata di pace, cioè, far sapere al nemico, ai nemici, che noi siamo uomini di pace, che non lottiamo, e se loro vogliono perseguitare, perseguitino pure, noi, non risponderemo e non vogliamo contendere quando la "lotta" si fà infuocata ed i nemici vogliono aver ragione su di noi. Silenzio, noi, come LUI, non apriremo la bocca, e andremo muti al macello.

Perciò, EGLI, conclude: " Se uno vuol venire dietro a ME, rinunci a sè stesso".

Lettore, vi è molto che tu hai, molto che hai ricevuto dal signore, ma non puoi, tu, usare nemmeno i doni che DIO ti ha dato. Considerati un morto che deve muoversi solo quando il VIVENTE si manifasta. Consegna tutto sempre a LUI, ed allora potrai davvero essere SUO discepolo.

Segue un forte monito, che ci sono alture fatali e che, cioè, proprio i privilegi e le benedizioni ci mettono in pericolo, se non voltiamo le spalle a noi stessi. Il monito è : " Il sale è buono , ma se il sale diventa insipido, con che si condirà? non è adatto nè per la terra, nè per concime, ed è gettato via. Chi ha orecchie per udire oda".

( Versi 34-35)

non c'è meglio sulla terra che un santo; ma non c'è di peggio sulla terra che uno che ha ricevuto Grazia , che ha cominciato col Signore e poi è scaduto, e non si è ravveduto.

i due estremi si toccano proprio in coloro che hanno cominciato a vedere Gesù Cristo: o divengono santi e più santi, o divengono posseduti da sette spiriti peggiori. Per mezzo di Gesù, o si sale o si scende. Quelli che hanno l'alta chiamata non possono più scegliere, perchè la chiamata, vocazione è una sola. La si può perdere, ma alterare no. Perciò vi è una sola via: Gesù Cristo deve divenire tutto in tutti.


[Modificato da claudio.41 07/10/2005 22.58]

claudio.41
00martedì 6 settembre 2005 11:15
Giovanni 3:30 ( sesta parte de: " il Corpo di Cristo" )
In Giovanni 3, ai versi 22 in poi, si legge della discussione nata tra i discepoli di Giovanni ed un Giudeo. La discussione verteva sul fatto che tutta la gente andava da Gesù, che a mezzo dei discepoli battezzava al di là del Giordano, mentre nessuno andava più da Giovanni.

Il Giudeo voleva insinuare a Giovanni una certa " gelosia" ( si leggano le parole di lui al verso 26), ma Giovanni rispose: " L'uomo non può ricevere nulla se non gli è dato dal cielo"..e continuò: " Bisogna che EGLI cresca e che io diminuisca".

Meravigliose parole , difficili a dirsi col cuore ,anche da noi, che , seppur avendo ricevuto Grazia, per lungo tempo vediamo "Noi stessi".

Bisogna che EGLI cresca...parole che dovrebbero diventare preghiera di tutti coloro che desiderano seguire il Cristo. Ma si sà, la carne è debole e l'ego, se non è da LUI ridotto in "polvere", per Grazia SUA, affinchè non vediamo più noi stessi, se non quanto siamo deboli e incapaci di bene, per lunghi anni ( e per molti per tutta la vita- ma costoro non sono Chiesa-Corpo SUO ) predomina su noi stessi e ci fà vedere "meritevoli" di qualcosa e ci fà dire , con il Fariseo, davanti al peccatore ( se non a parole, almeno nell'inconscio ): " Grazie Signore che io non sono come lui".

Ma il signore, a quelli che sono disposti a farsi " polverizzare" da LUI, al fine di diventare Corpo SUO, estensione di LUI, fà accadere degli eventi per cui, noi stessi vediamo che in noi non abbiamo niente di buono. A volte perfino facendo qualche opera buona, accade qualche piccolo particolare, che, allargato poi in noi dallo Spirito Santo, ci fà dire a noi stessi che "anche nell'azione di bene, c'era qualcosa che ha disturbato", e questo, il Signore ce lo fà, affinchè vediamo che noi, senza di LUI, non possiamo far nulla e dobbiamo, del continuo, appellarci alla SUA Grazia e Misericordia.

Il Santo si vede in se stesso più peccatore del peggior peccatore, perchè lo Spirito di Cristo, fà notare anche il minimo dettaglio, e il santo , in sè, si sprezza ma è luce ad altri, pur essendone inconsapevole.

Molte volte nel cammino del Signore, anzi, diciamo per la maggior parte del tempo, il santo è all'oscuro, cammina al buio.

abbiamo toccato l'argomento : "come ciechi".

[Modificato da claudio.41 07/10/2005 22.59]

claudio.41
00martedì 6 settembre 2005 13:19
introduzione alla settima parte.
Chi scrive ha per lungo tempo vissuto al “buio”, ed anche ora, la maggior parte lo passa nella penombra, tranne che , LUI, visiti e illumini.

Anni fa, dopo esser stato benedetto in modo speciale dal Signore, fu tratto nel “deserto” , al fine di non “ vedere” più se stesso e le benedizioni che aveva ricevuto.

Fu in quel periodo che, argomentando intorno alle cose del Signore con un rappresentante di una denominazione cristiana, il sottoscritto disse “ che avrebbe dato la vita stessa pur di non rinnegare Cristo”. Tanto bastò, che il Signore, al fine di scoprire noi, a noi stessi, mise alla prova chi, come Pietro aveva esclamato tali parole.

Non venne messa alla prova la vita stessa, ma bastò che LUI, ritraesse un poco la Mano, perché il sottoscritto si allontanasse da LUI, senza nemmeno accorgersene., e vivere così, un periodo lontano dal Signore, benché, nel cuore, un piccolo “ lucignolo fumante” rimanesse.

Questo avvenne ( vedo ora ), perché non diciamo “nostra” nemmeno la fede in Lui, che, senza il rinnovarsi della Grazia Sua, giorno per giorno, non basterebbe nemmeno a dirsi “ credenti”.

Fu nel “buio” più totale che il signore si compiacque di visitare un “povero legno secco”, e gli mise davanti una piccola creatura , malata a un occhio e fece udire ( dopo tempo ) la SUA voce, dicendo: “ imponi le mani su di lei, in MIO Nome”.

A volte c’è bisogno anche di “ vedere” , e LUI lo sa e si mostra , mostra la Potenza Sua.

La piccola guarì all’istante e chi scrive si sentì umiliato, da tanta Bontà e Grazia, nei suoi confronti.

Certe visitazioni sono davvero speciali e mirano ad abbattere l’IO affinché non diciamo più “NOI”, e , con Giobbe ci inchiniamo , (dopo non più aver “udito parlare di LUI, ma avendo visto”) , umiliati , nella polvere, iniziando, da quel giorno ad essere Corpo SUO.

Ora , al soggetto.

" Come ciechi "

[Modificato da claudio.41 07/10/2005 23.00]

claudio.41
00martedì 6 settembre 2005 22:14
Come Ciechi
Questa è la testimonianza che un eletto udì dal Signore: " Non temere ; tu sarai di luce e di guida a molti, ma tu stesso camminerai la maggior parte del tempo all'oscuro, udendo la voce del Buon Pastore, ed a volte , nemmeno udendola, ma sentendo in te una comunione profonda ed inalterata, per cui sei disposto a soffrire anche l'abbandono, pur di non venire meno a Lui".

si permetta un ricordo tratto dalla lettura di uno scrittore che era stato di ispirazione a molti, e affinchè cercassero la luce egli stesso aveva camminato all'oscuro. ed uno che era stato da lui illuminato, lo paragonò a qualcuno che, avanzando nelle tenebre della notte, porti una lanterna sulle spalle, rischiarando il cammino ad altri, ma lui cammina al buio. E' così, e pure non è così del santo; egli è luce , stella nella notte ad altri, ma non può illuminare se stesso. Ha acquistato però, un odorato speciale, un intuito fine e la capacità di sentire davanti a sè una guida , ad altri impercettibile.

" voi siete la luce del mondo ", disse Gesù ai Suoi discepoli, sul monte. Gli angeli delle chiese sono stelle nella mano del Signore . Le stelle splendono di notte, e sono viste da altri, ma nonpossono illuminare se stesse. Il loro splendore è riflesso della luce del sole.

I santi, molte volte non vedono nemmeno il sole; c'è stato un tempo che un grande Apostolo non vide per molti giorni nè il sole di giorno, nè la luna di notte.

Luci ad altri, ma il più del tempo obbligati a camminare all'oscuro.

C'è, nel regno dello spirito, una oscurità che è luce, una mancanza di guida sensibile che è vera guida. Strano linguaggio, questo; ma noi siamo discepoli di UNO che fra i molti nomi ha quello di Ammirabile, Meraviglioso;

Non ci si stanca di ripetere che la Chiesa è, in fede, "Corpo di Cristo", ma che tale Corpo è in via di formazione.

Gruppi che siano "Corpo di cristo", nel senso pieno della parola, chi scrive, non ne ha mai visti, ma ha avuto il privilegio di conoscere qualche raro cristiano che vive dimentico di se stesso, cioè, vive come "Corpo di Cristo". Che ciò sia raro, non deve meravigliare. Essere formati " Corpo di Cristo", è il lavoro massimo del Cielo in noi, dopo che, una dopo l'altra abbiamo attraversato le varie stazioni del deserto, e siamo saliti da altura ad altura, il che significa, da annientamento a annientamento di noi stessi, sino a sparire. EGLI, il Signore , è andato sempre crescendo, e noi sempre diminuendo, fino a che non vediamo più noi stessi.

Il destino del Corpo di cristo, è visto solo in minima parte , mentre siamo in questi corpi mortali. Siamo alla scuola per un grande destino, di essere prolungamento del Signore nell'Universo. Il poco che abbiamo come privilegio di imitarLO e viverLO mentre siamo in questi corpi, è solo una profezia, un accenno di quel che saremo, perchè " non è salito in cuore di uomo quello che il Signore ci ha preparato nel Regno della Luce", se Amiamo LUI.

Nella sapienza di DIO deve andare così: dobbiamo essere nascosti e vedere le cose solo quando sono passate. Altri ci vedono alle spalle, cioè, nel modo che " camminiamo". Noi, molte volte vediamo le vie del Signore dopo che , in fede, abbiamo ubbidito alla Voce delicata e sottile dello Spirito Santo , che , appena , appena, sembrava la Sua Voce.

due Scritture ci aiutano. Isaia 42:16 e Giovanni 9:39.

Premessa : ci sono di quelli che si fanno guide di ciechi, ma cadono e fanno cadere altri. Vi sono due classi di ciechi: quelli che , suoperbi, immaginano di vedere, ed usano le loro abilità, e quelli che , morti a sè stessi, giudicati dal Signore, confessano di essere ciechi, e ricevono luce e guida dal Signore. Tali sono luce ad altri, laddove essi stessi, per un disegno divino, camminano quasi sempre all'oscuro, ma contenti di appartenere al Signore. vibrazioni di amore li guidano a camminare, senza che le vedano, dietro le orme del Figliolo dell'Uomo. Camminano e non si stancano, perchè aspettano tutto, e sempre dal Signore. Non hanno bisogno di guida sensibile, ma sono attenti ai moniti dello spirito, quando stanno per deviare, perchè, allora, odono dietro di loro una Voce che dice loro: "Questa è la via; cammina in essa".

Non avvertono guida, quando camminano secondo il Signore: tutto procede in modo semplice e naturale, ma quando stanno per sviarsi, sentono le vibrazioni dello Spirito, quale segnale di allarme. Tali sono legati davvero al Signore. Come sono pervenuti a tanto?

costoro confessano di essere ciechi, e quindi ricevono luce, luce che va intesa nel senso di cui è stato detto sopra: luce ad altri, ma che per loro è sempre un cammino di fede. luce che si percepisce non dai sensi terreni, ma dallo Spirito. Chi Ama, sente le vibrazioni dell'Amato e, in assenza di vibrazioni, vive deciso a rimettersi interamente a LUI, avvenga ciò che avvenga.

" Io sono venuto in questo mondo per far giudizio, affinchè quelli che non vedono, vedano, e coloro che vedono divengano ciechi" , disse Gesù.

Quando si riconosce che siamo ciechi, e lo confessiamo col cuore , tale confessione fà ricevere la Luce della vita. Gli altri, coloro che si vamntano di vedere, divengono ciechi e più ciechi, sempre più intenebrati, diventando così, strumenti del potere delle tenebre.

Ma i ciechi benedetti dal Signore vanno per un cammino che non sanno . " E farò camminare i ciechi per una via che non conoscono; IO li condurrò per sentieri, i quali non sanno; IO cambierò le tenebre davanti a loro, in luce, e i luoghi distori in cammino diritto. Queste cose farò loro, e non li abbandonerò" ( Isaia 42:16 ).
Sono luci ad altri, laddove loro stessi non vedono il cammino, ma lo intuiscono per l'Amore che hanno per il Signore.

I santi vivono per altri...essendo poveri arricchiscono molti e, essendo in afflizioni ed agonie sono di conforto ad altri. Non c'è uomo più perplesso e più all'oscuro di un santo; ma per gli altri non c'è un messaggero tanto sicuro e più incoraggiante di un santo, chiamato a divenire "Corpo di Cristo", estensione di LUI. Il santo imita Gesù in tutto.

Gesù moltiplicò il pane per altri, ma lui stesso visse di carità altrui. Ci furono dodici ceste di pane, avanzate, ma non tredici. Quando morì sulla Croce, fù detta una delle più grandi verità venuta da chi meno si sarebbe attesa. Che EGLI aveva salvato altri , ma non poteva salvare se stesso. Tale verità si estende alla Chiesa, perchè come LUI in questo mondo, così è la Chiesa di LUI, il Suo Corpo.

Ci sono santi che il Signore usa per pregare per altri, affinchè siano guariti, ma loro stessi hanno " la spina nella carne".

Gesù venne nel mondo per altri, per cercare e salvare quello che era perduto. Per altri Egli è al Trono, a intercedere. EGLI è in alto, perciò può salvare appieno coloro che si confidano in LUI,poichè EGLI vive per intercedere.

Così è della Sua Chiesa, destinata a divenire Corpo di LUI.

[Modificato da claudio.41 07/10/2005 23.01]

claudio.41
00mercoledì 7 settembre 2005 16:25
l' Uomo ( ottava parte de: " il Corpo di Cristo" )

"ECCO L'UOMO!" Che disse, che volle dire Pilato? Per quanto molti abbiano meditato queste parole, non potremo esaurirne il significato fino a che non saremo nel Regno della Luce. Che vollero dire,nel loro senso completo,le parole dello sventurato che le pronunzio? Che dicono a noi? Inchiniamoci davanti al Mistero.Adoriamo il Sommo Fattore.

Solo lo Spirito Santo può illuminarci, sollevarci, possederci, affinchè vediamo l'UOMO, a LUI ci rivolgiamo!

Un monito:ci sono pericoli-due scogli da evitare: che l'umanità di LUI, perfetta,non faccia escludere la Deità anche perfetta: che la contemplazione della Deità non oscuri il ritratto dell'UOMO. Senza un intuizione messa da DIO in noi, e della quale non ci siamo nemmeno avveduti, non avremmo potuto vedere l'UOMO;ma se non contempliamo l'UOMO non possiamo capire DIO e tornare a LUI.
DIO ha cercato l'UOMO. E Lui, l'UOMO cerca l'altro uomo.Un Corpo fù preparato per l'UOMO.Un Corpo è preparato dall'UOMO.Come possiamo intendere che sia e come si formi il "Corpo di Cristo" se non intendiamo Colui che lo forma, ed i tipi che l'hanno preceduto?
Perchè vi è la formazione di questo secondo Corpo-e vi sono i tipi parziali che lo precedono.

Lui, ora :l'UOMO.

Apriamo il Vangelo di Luca, al capo 24:39. " Vedete le mie mani e i miei piedi;perchè sono Io:palpatemi,e vedete, perchè uno spirito non ha carne, nè ossa, come vedete che ho Io".
"Toccatemi, palpatemi", per sapere che sono Io.
Continuò: "uno spirito non ha carne ed ossa come voi vedete che ho Io". Carne ed ossa: non sangue. Il sangue lo aveva perso sotto il flagello e nella crocifissione, prezzo di riscatto.Però, siccome il sangue è la forza,l'anima della carne, ora ad animarlo,scorreva ben altro in quel corpo:cioè lo Spirito.Nella sera che apparve ai discepoli a porte chiuse,Egli non fece appello al fatto ch'era entrato a porte chiuse,perchè anche uno spirito può entrare così,nè ,che disse "Pace a voi", perchè ognuno può ripetere tali parole;ma al fatto che mostrò le stimmate della crocifissione: Quelle furono le prove che rallegrarono i discepoli. VENIVA REALIZZATA LA PROMESSA CHE IL SIGNORE HA SCOLPITO GERUSALEMME SULLE PALME DELLE SUE MANI.

La predicazione apostolica cominciò sempre coll'insistere su Gesù-Uomo. Nel discorso di Pietro, il giorno della Pentecoste, il centro del messaggio è sull'UOMO che essi avevano crocifisso e che DIO ha proclamato Signore e Cristo. Nel capo terzo del solito libro, l'enfasi è all'UOMO.Allo zoppo , l'apostolo disse: " Nel nome di Gesù Cristo,il Nazareno, levati e cammina". Il nome Gesù, che significa Salvatore,era portato anche da altri.Nè l'appellativo "Nazareno" ,poteva raccomandare riverenza,perchè era un titolo dato per disprezzo,venendo da Nazaret, città di mala fama. Gesù, il Nazareno, quel Nazareno. Le parole miravano a presentare il contrasto fra l'estrema umiliazione e la più alta esaltazione. Chi vuole davvero seguire Gesù in alto , contemplarLO nella Gloria,deve conoscerLO in basso-"Uomo".
Continuando nello stesso libro,nella casa di Cornelio,uomo gentile,non familiare con le promesse dell'Antico Patto, il messaggio Apostolico cominciò col ritrattare l'UOMO. Leggiamo: " Come DIO ha unto di Spirito Santo, e di potenza,Gesù di Nazaret, il quale andò intorno facendo del bene, e sanando tutti coloro che erano posseduti dal diavolo, perchè DIO era con lui". (Atti 10:38). Un tale, che era stato crocifisso, IDDIO aveva risuscitato e lo aveva costituito giudice dei vivi e dei morti. Ricordiamo le parole di Gesù ai Giudei, che ogni giudizio era stato dato a Lui,perchè Egli era il Figlio dell'UOMO. L'insistenza, ora diretta,ora indiretta, è sulla incarnazione,che cioè DIO si è fatto uomo. Vano è cercare di andare a DIO ed onorare il Figliolo se non lo conosciamo come Uomo, come l'UOMO. Da Lui "Uomo" saremo portati a DIo, essendo Egli Uomo perfetto ed anche DIo perfetto. Mistero-certo è mistero;ma non vi è altra via per cui ci possiamo accostare a DIO, tranne che attraverso quest'uomo, l'UOMO.

Tutto è mistero nell'Universo, e noi non saremmo sicuri di cosa alcuna, e ci confonderemmo anche se ci parlassero del Creatore,se questo uomo non avesse posto limite ai nostri ragionamenti e alle nostre investigazioni. Egli ci ha detto che è impossibile conoscere il Padre tranne che a mezzo del Figliolo. Chi si attenta di andare al di là di Lui, cade in rovina mentale e morale, perchè Egli è il termine oltre il quale non è possibile andare. Stanchi di noi e di tutto,dobbiamo rimetterci e rimettere ogni cosa a LUI. Il governo è sulle Sue spalle; Egli ci ha detto che è " VIA, VERITA, VITA" , e " che nessuno (N.E.S.S.U.N.O.)và al Padre se non per Lui". Quindi piuttosto che dibatterci in circoli viziosi con ragionamenti, dobbiamo meditare, considerare l'UOMO, e saremo sicuri che Egli a cui è data ogni potestà, saprà portarci al porto di salvezza.
Meditare Lui per poterlo seguire nelle Sue orme. I santi hanno dato tempo non ad argomentazioni sottili, ma a considerare loa vita del Figliolo dell'uomo. Poco sappiamo di quella vita spesa in un periodo di tempo relativamente breve ed in territorio limitato, ma quel poco, alla luce dello Spirito Santo, forma un tema tanto vasto, che libri e libri si potrebbero scrivere e mai finire di scrivere.

Lo Spirito Santo vuole ritrattarci l'UOMO, facendocelo vedere bambino nella povera culla di Betlemme, seguendolo povero lavoratore oscuro nella bottega del falegname,Lui stesso falegname, seguendolo negli anni silenziosi nel villaggio insignificante , vedendolo sabato dopo sabato nella sinagoga, modesto e devoto; e passo passo , in eventi e circostanze varie che LO rivelano costante sotto la direzione e la Grazia del Padre.
Fù così annientato in sè stesso, da dire che da sè non poteva far nulla. Andò nelle sinagoghe ad insegnare ed operare, in varie occasioni; i Suoi miracoli hanno linee profetiche, di ammaestramenti eterni . SeguendoLO pazientemente arriveremo a vederLo nell'agonia del Getsemani, e poi, sulla Croce. Lo Spirito Santo, se ci arrendiamo a LUi, ci dà la rappresentazione viva delle cose, perchè i fatti antichi sono sempre nuovi ed eterni. ContemplandoLO Egli ci appare sempre più grande e maestoso, uomo, e Dio nell'uomo. Diremo anche noi col centurione , il quale non era sofisticato di pregiudizi e confusioni religiose, uomo ignorante ma semplice, e quindi scopritore del più grande mistero che vi è nell'Universo, quello dell'incarnazione; diremo noi pure: " VERAMENTE COSTUI é FIGLIOLO DI DIO".
Giovanni, contemplativo per eccellenza, sintetizza la dottrina in poche parole . Cito solo due versi. Leggiamoli in 1° Giovanni 5:1,5: " Ognuno che crede che Gesù è il Cristo è nato da DIO; e chiunque ama colui che l'ha generato , ama anche chi è stato generato da Lui. Chi è colui che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figliolo di Dio?".
Era tale il disprezzo , lo scherno e lo scandalo della predicazione su quell'uomo morto in croce, che quelli che avrebbero creduto che Gesù, quel Gesù (leggi quì tutta l'umiliazione di Lui) è nientemeno che l'unto di DIO, il Figliolo di DIO, quei tali che così avrebbero creduto, sarebbero stati figli di DIO, per Grazia nel nome del crocifiso Risuscitato. Chi crede ciò di vero credere, è santo; Ha vinto il mondo.

Questo il grande tema: contemplare il Trafitto risuscitato, ora alla destra di DIO per intercedere. Dio gli ha preparato un corpo. Il risuscitato stà preparando un Corpo. La Chiesa, re e sacerdoti, deve essere formata , viene formandosi a Corpo. Come Lui, così la Chiesa. Giovanni ricordava quando il Battista, additando Gesù mentre camminava, disse : " Ecco l'Agnello di DIO". Nella sua epistola, dice : " Chi dice di dimorare in Lui, deve camminare come Egli camminò.....in questo l'amore è reso perfetto in noi; Che nel giorno del giudizio abbiamo fiducia, perchè quale Egli è, tali siamo anche noi in questo mondo " (1° Giov. 2:6--4:17).
Ma come può la Chiesa divenire Corpo di Cristo se non cammina come Lui? e come camminerà come Lui se non avrà a lungo e con amore contemplaTo come Egli camminava? Non è impresa facile contemplare Gesù Cristo e camminare come Lui, tranne che ci consegnamo a Lui, in modo che dovremo anche noi pervenire a dire con un altro grande Apostolo, che per Amore di Lui abbiamo fatto perdita di ogni cosa.







[Modificato da claudio.41 07/10/2005 23.02]

claudio.41
00giovedì 8 settembre 2005 21:19
Ricevendo nel SUO Nome ( nona parte de: " il Corpo di Cristo "
" Matteo 10:40-42 ".

Meditando la Vita di Gesù, alla luce dello Spirito santo, luce rivelata sia dalla scrittura che dalle esperienze, ci si convince sempre più, che il signore ha più scopi per ciascuno di noi.

vuole formarci secondo la Sua volontà, per noi stessi, e per essere immersi in un Corpo. Leggendo Matteo 10:40-42, si notano due parole : " Ricevere- Dare ". Nè ricevere, nè dare, si può, o si può a lungo, senza un motivo Supremo. Il motivo è Gesù Cristo. Nell'uomo non redento non c'è ne volontà ferma, nè forza e neanche modo di operare il bene, tranne che sia mosso da una causa potente, al di sopra di lui.

Per un tempo noi ci immaginiamo che alcuni ci siano legati ma poi, per via di dolorose esperienze, ci accorgiamo che senza un continuo interesse terreno, tutti, intorno a noi cambiano e tendono verso l'abbandono. Gesù ha detto che chi riceve noi, i servi di Lui, riceve non noi, ma Lui stesso, ed in Lui, il Padre che Lo ha mandato.

Due insegnamenti in queste parole: che non saremo , o non saremo a lungo ricevuti in nostro nome e che non dobbiamo essere mossi da attrazione a ricevere o da ripugnanza a non ricevere , guardando alla persona, ma che si accolga nel Nome del Signore. Ogni motivo contrario, cioè di non voler ricevere o di farlo per umane considerazioni , sparisce. Rimane il signore solo. Chi riceve e chi è ricevuto vedono Uno solo - Gesù cristo.

In Matteo 10, sono citati i Profeti e i Giusti.

i Profeti, perchè, in ogni tempo sono stati considerati gli esponenti del Piano e volere di DIO.

Ci sono persone che meritano la nostra stima, perchè sono in modo più eccellente che altre, ferme e decise nella giustizia di DIO. Non è che ci siano dei giusti in maniera assoluta, parchè Uno solo è giusto, ma ci sono i giusti che camminano in integrità secondo la luce che hanno. Rari, ma ci sono. E profeti e giusti sono come isolati nel deserto. Riconoscerli è da pochi. Ci sono ostacoli fra cui la gelosia e l'invidia, per le quali pare che il bene degli altri ( benedizioni ), siano un rimprovero a noi stessi, o un diminuire nostro. gesù, Maetsro dei maestri, a questo proposito fà una promessa : che chi riceve un profeta, non per riguardi personali , ma perchèè profeta, sarà anche lui considerato come un profeta, riceverà premio di profeta. Chi riceve un giusto per il fatto che è giusto, sarà considerato egli stesso , giusto, premiato come giusto. Queste promesse, sembrano eccessive, ma le ha fatte il Signore.

Il Signore continua, dicendo che chi dà, sia pure un bicchiere d'acqua fredda, non perderà il suo premio. un bicchiere d'acqua ,dato a uno di questi piccoli - in nome di Suo discepolo-.

Chi riceve ( uno in Nome di Lui ), dirà: "io non sò far niente per il signore e sono lontano dal considrarmi servo di LUI".
Chi dà, dice in sè stesso: " Io non posso imitare questo servo; io lo accolgo e lo onoro, perchè è profeta di Gesù".

dirà: " io non sono giusto, c'è molto in me di cui mi vergogno, ma quel tale è giusto, lo riconosco per tale; non posso far molto, ma nel poco che posso, dò ciò che mi è possibile in nome di discepolo di Gesù". Queste persone, che ricevono e danno in Quel Nome benedetto, hanno beneficato non gli uomini, ma Gesù stesso negli uomini.

non si dica che c'è sproporzione tra quel che si dà e quel che si riceve ( come premio ), perchè colui che ha fatto le promesse, sà che non è facile dare e ricevere in Suo nome e se non si ama Lui.

se chi dà o riceve non sente sè stesso come un nulla, e non avrà scoperto che non ha capacità, nè dono di profeta, che non è giusto e non sa fare altro, ma vorrà almeno apprezzare altri, vedere in altri i beni che lui non possiede. Si rallegrerà nel bene di altri, per amore del Signore che egli ama e vorrebbe, ma non sà servirlo come vorrebbe. Ciò nonè poco, ed è molto, molto raro. Chi ha apprezzato e ricevuto, nel nome del signore, è anch'egli sulla via della Gloria.

In rapporto al tema " Corpo di cristo", si aggiunge che chi fà un bene, chi lo desidera in altri e l'apprezza, chi riceve e chi dà, si legano tra loro.

Non è solo bene in sè stesso, ma è sorgente di altro bene, perchè si stabilisce una corrente d'amore che è come un fuoco che liquefà opposizioni e ostacoli; unisce beneficati e benefattori. Ricevuti e riceventi, in Quel Nome.

ci stiamo avvicinando alla fine del soggetto. Meditando ulteriormente, il soggetto sarebbe infinito, perchè infinite sono le cose eterne, e le parole di cristo sono eterne.

Si vorrà dire qualcosa, riguardo al tema " Corpo di Cristo ", della "Notte in cui Gesù , fù tradito " ( 1: corinzi 11:20-32 ), in quanto molti, che più non si intoppano alla rivelazione della Incarnazione della Deità in un Uomo, ancora si intoppano nelle parole " questo è il Mio corpo- questo è il Mio Sangue ".

[Modificato da claudio.41 07/10/2005 23.03]

claudio.41
00venerdì 9 settembre 2005 22:13
Nella notte in cui EGLI fù tradito (10° parte de:"il Corpo di Cristo")
( 1° Corinzi 11:20-32 ).

Il terreno sul quale camminiamo è sacro.

Chiediamo che lo Spirito Santo ci porti ai tempi, alla scena, ai luoghi. Vano è parlare del "Corpo di Cristo" se quegli eventi ci sfuggono e non li penetriamo con cuore commosso.

Ci illumini l'Evangelo di Giovanni, capitolo 13, dicendoci che LUI amò e ama di amore eterno, e come, toltasi la veste, lavò i piedi dei discepoli, anche di Giuda; e ciò che fù detto da Pietro a Gesù, e da Gesù a Pietro, e la lezione, dopo che ebbe rimessa la veste.

Leggiamo, meditiamo riverenti.Il Cielo è davanti a noi.

diamo uno sguardo ora alla condizione della chiesa di corinto. Il messaggio dell'Apostolo, inizia facendo notare che essi ( i Corinti ), si radunavano per il peggio, non per il meglio, significando e ammonendo con ciò, che ogni volta che si va davanti al Signore, non si rimane così come si era prima, ma , o si progredisce o si và indietro.

In quanto a ciò che si riferiva alla Santa Cena ( comunione ), era subentrato uno scandalo per cui, ciò che doveva portare a far crescere nella carità, riusciva all'opposto.

L'uso di prendere cibo assieme ( uso rimasto nella chiesa primitiva per lungo tempo ), aveva perso il primitivo significato.

I ricchi, portavano abbondanti porzioni di cibo- i popveri, o ne avevano poco, o addirittura niente. Il cibo non veniva più messo in comune, ma ognuno mangiava il suo, così, chi aveva poco e chi, aveva troppo.

non sedevano alla tavola, con amore reciproco.

L'Apostolo mise un fermo e prese dall'episodio, occasione per presentare in modo intimo, Colui dal quale abbiamo ricevuto esempio per amarci gli uni gli altri e divenire UNO con LUI, Suo Corpo.

Paolo scrive che quello che stà per dire, l'ha ricevuto dal signore e , perciò, lo passa alla chiesa. Aveva ricevuto per dare ad altri.

Scrisse: " Il Signore Gesù, nella notte in cui fù tradito..." fermiamoci a queste parole.

Ricordiamo Giovanni, le parole al capitolo 13 del suo Vangelo : " Gesù, avendo amato i Suoi, li amò fino alla fine ". " Nella notte in cui fù tradito ". E' scritto così affinchè consideriamo quale peso nell'anima e nella mente di Gesù potevano essere quegli eventi che rapidamente avrebbero seguito, ma che, Egli, dimentico di Sè, si occupò dei discepoli, con una calma come se nulla di straordinario stesse per accadere.

Occasioni, tempi e circostanze, influiscono sul nostro procedere, ma Gesù rimase lo stesso sempre. Grande messaggio a quella chiesa che si avvicinava alla tavola del Signore senza la dovuta riverenza, ma in modo di profanarla e renderla occasione di scandalo e di ulteriori divisioni.

Ai Corinti e, indirettamente a tutte le chiese di tutti i tempi, lo Spirito santo dà la rappresentazione vivadelle cose come se si ripetessero sotto i nostri occhi. Fà vedere e fà sentire gratitudine e ammirazione verso il Signore Gesù: che amò sempre e pensò non a Se stesso, ma ad altri.

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Notiamo il tempo e gli elementi.

Era sera. Gli elementi furono pane e vino che EGLI aveva davanti.

Le parole di Gesù, " che Egli non parteciperebbe più alla pasqua, e non berrebbe più del vino fino a che tutto fosse compiuto nel Regno di DIO, significano che c'è una comunione in spirito, un sedere alla tavola con Gesù in senso elevato e mistico ( avendo Egli gridato sulla Croce : Tutto è compiuto ), che non ci dà il diritto di non ripetere quella santa cena in senso materiale , ogni volta che possiamo, perchè finchè siamo in questi corpi, le cose visibili, aiutano a ricordare le invisibili.

Avviciniamoci ora a ciò che avvenne e udiamo: " E dopo aver reso grazie, ruppe il pane e disse: prendete e mangiate, questo è il Mio Corpo, il quale è rotto per voi. Allo stesso modo ancora, prese il calice, dopo aver cenato, dicendo: Questo calice è il nuovo patto del Sangue Mio; fate questo , ogni volta che ne berrete, in memoria di me" ( versi 24,25 ).

Nel testo è : " questo di me il corpo che per voi...".

Gesù prese il pane, lo ruppe e lo presentò così com'era. Versò il vino nel calice e l'offrì. Corpo e Sangue. Del pane disse: " E' mio corpo " e del vino disse:" E' mio sangue". Che non parlasse in similitudini, si argomenta dal resto della narrazione e dal linguaggio usato. La parola tradotta " allo stesso modo " al verso 25, è nel testo " similmente ", cioè, allo stesso modo che aveva reso grazie, cioè, usò uguale metodo, ma in quanto agli elementi, non li qualificò similitudine , ma Realtà. Si legga con attenzione.. e , intanto , per ora, si mediti su questo.........( continua )

[Modificato da claudio.41 07/10/2005 23.04]

claudio.41
00sabato 10 settembre 2005 22:44
( continua) Parte finale de: Il Corpo di Cristo
... Ci domandiamo cosa sia Corpo. Azzardiamo una parziale definizione.

esso è l'involucro visibile di ciò che è invisibile. Con i sensi fisici vediamo i corpi, ma non si vede quello che essi contengono. Se pure fossimo fatti a pezzi si vedrebbe solo materia, ma non l'anima. Isaia 52, ci aiuta a risolvere il Mistero.

" Ecco, il Mio Servo prospererà, Egli sarà grandemente innalzato, esaltato e reso eccelso. così come molti sono rimasti stupefatti di te , così l'aspetto di esso sarà sformato, in maniera che non somiglierà più un uomo , tanto sarà disfatto il suo sembiante, e in maniera da non sembrar più un figlio d'uomo. Così molte saranno le Nazioni , di cui Egli desterà l'ammirazione; i re chiuderanno la bocca davanti a lui, poichè vedranno quello che loro mai era stato narrato, apprenderanno quelloche non avranno udito "....53 : " Chi ha creduto a quello che abbiamo annunziato? A chi è stato rivelato il braccio del Signore ?".

molti di noi, si meravigliano che quei popoli abbiano a volte respinto i messaggi dei Profeti, che si siano intoppati alla incarnazione del Figliolo di DIO. Tanti , e, chi scrive , pure, ci siamo intoppati nella lettera della parola. Ma noi non abbiamo chiesto al Signore di farci scoprire ciò che l'esteriore da solo non ci dava. Le parole di Isaia 53, sono una domanda ed un lamento : coloro che avevano udito non avevano creduto alla predicazione, ed invano si era cercato loro di mostrare il Braccio del Signore. La predicazione e l'affermazione di Potenza urtavano la conoscenza che l'uomo non redento ha del mondo visibile e delle forze che lo reggono e lo controllano : La predicazione Apostolica affrontò un mondo ostile per varie ragioni, fra le quali quella che non è possibile, se non diventiamo come piccoli fanciulli, accettare le parole della rivelazione: che la Croce è la potenza e la Sapienza di DIO. Eppure molti che hanno accettato l'incarnazione, la lettera della parola e non s'intoppano, o non s'intoppano più, hanno difficoltà di accogliere nella loro gloriosa semplicità, le parole di Gesù :" Questo E' il mio Corpo- questo E' il mio Sangue.

I versi 13 e 15 del capitolo 52 di Isaia rispondono a quelli che sono perplessi e presentano un quadro di luci opposte . Un personaggio prosperoso , grandemente innalzato, reso eccelso. Poi scrive che molti sono rimasti come sbigottiti di Lui perchè è stato sformato da non somigliare nemmeno più un uomo.


Lo Spirito Santo solo può portarci alle scene dal Getsemane al Calvario e farci vedere Gesù davanti ai sacerdoti, a Pilato, quando venne schernito e percosso. Quando fù flagellato, sputato, e quando i soldati raccolsero tutta la schiera intorno e contro a LUI, e quando Lo vestirono di un vecchio saio scarlatto, facendo inchini di scherno, e quando Gli calcarono sul capo una corona di spine e Gli misero una canna in mano e poi Gliela tolsero per darGli delle bacchettate, ed altro ed altro. ciò che avvenne , supera le parole del profeta, Gesù sformato , irriconoscibile. Quando Pilato lo presentò così com'era, nel manto di porpora e con la corona di spine, col viso sformato dalle battiture e dal sangue...ma è troppo- fermiamoci- disse : " ecco l'Uomo ". La risposta fù un grido deciso che reclamava la crocifissione.

Noi, pur sapendo tutto questo, ci meravigliamo che Gesù, in quella sera , prese il pane, e levati gli occhi innocenti, ringraziò e lo ruppe e lo qualificò Suo Corpo; versò il vino nel calice e disse che è suo Sangue, Sangue del Nuovo Patto. Noi, se ci meravigliamo e ci vergognamo di accettare le parole nella realtà con cui Egli le disse, siamo in pericolo di fare parte di quel popolo per cui , il profeta esclamò " chi ha creduto, ed a chi..?".

Non è lecito cominciare coll'accettare le parole di Gesù e poi interpretarle con argomenti umani. bisogna restare nel mistero dal principio alla fine.

Col pane spezzato nella Sua mano, Egli disse : " Questo è il mio Corpo.." , e noi accettiamo riverenti. Egli crea cià che pronuncia con le Sue labbra, dice Isaia. AdoriamoLo commossi e riconoscenti, perchè , dopo aver dato tutto, come se non bastasse ancora, offrì dalla Croce " Sangue ed acqua ". E come se il tutto non bastasse, ci si presenta in pezzetti di pane e gocce di vino- così ridotto e sformato. Corpo e Sangue.

Gesù ruppe e diede. Più oltre non poteva andare , perchè, il prendere e mangiare e bere è dei discepoli. La Grazia diventa efficace in chi l'accetta. Perciò quel " prendete e mangiate".

Chi prende quel pane come Corpo e quel vino come Sangue, non ha difficoltà a rimanere in ispirito davanti a quel Corpo, a quello di Gesù, ed essere preparato ad essere formato Corpo di Lui, ritenendosi tale, in fede, fin da ora.


CONCLUSIONE


Amico lettore, se tu hai letto fino a quì, significa che il Cielo mi ha dato te come, incoraggiamento e aiuto.

Sono sicuro che queste parole sono lontane da raggiungere lo scopo per cui sono state scritte. DIO non disprezza i santi desideri. EGLI che compie ogni cosa in tutti, le allargherà nel tuo cuore. Ripeto con un Santo antico, senza paragonarmi minimamente a lui, la richiesta inserita in uno dei suoi scritti: " Laddove io ti ho dato parole, attendo da te aiuto in preghiera. Prega che io pure, con te, possiamo essere disposti a farci così formare dal Signore, da avere il più grande privilegio sotto il cielo; di essere così immersi nella natura Divina e formati a Corpo di Cristo".


[Modificato da claudio.41 07/10/2005 23.06]

claudio.41
00mercoledì 29 marzo 2006 21:45
ekklesias
00domenica 11 giugno 2006 21:40

Noi, pur sapendo tutto questo, ci meravigliamo che Gesù, in quella sera , prese il pane, e levati gli occhi innocenti, ringraziò e lo ruppe e lo qualificò Suo Corpo; versò il vino nel calice e disse che è suo Sangue, Sangue del Nuovo Patto. Noi, se ci meravigliamo e ci vergognamo di accettare le parole nella realtà con cui Egli le disse, siamo in pericolo di fare parte di quel popolo per cui , il profeta esclamò " chi ha creduto, ed a chi..?".

Non è lecito cominciare coll'accettare le parole di Gesù e poi interpretarle con argomenti umani. bisogna restare nel mistero dal principio alla fine.

Col pane spezzato nella Sua mano, Egli disse : " Questo è il mio Corpo.." , e noi accettiamo riverenti. Egli crea cià che pronuncia con le Sue labbra, dice Isaia. AdoriamoLo commossi e riconoscenti, perchè , dopo aver dato tutto, come se non bastasse ancora, offrì dalla Croce " Sangue ed acqua ". E come se il tutto non bastasse, ci si presenta in pezzetti di pane e gocce di vino- così ridotto e sformato. Corpo e Sangue.

Gesù ruppe e diede. Più oltre non poteva andare , perchè, il prendere e mangiare e bere è dei discepoli. La Grazia diventa efficace in chi l'accetta. Perciò quel " prendete e mangiate".

Chi prende quel pane come Corpo e quel vino come Sangue, non ha difficoltà a rimanere in ispirito davanti a quel Corpo, a quello di Gesù, ed essere preparato ad essere formato Corpo di Lui, ritenendosi tale, in fede, fin da ora.




Queste parole mi fanno molto riflettere. Ho sempre preso la Santa Cena, come simbolo, ma ora devo meditare e pregare.


[SM=x795135]


claudio.41
00domenica 11 giugno 2006 22:00
Re:

Scritto da: ekklesias 11/06/2006 21.40



Queste parole mi fanno molto riflettere. Ho sempre preso la Santa Cena, come simbolo, ma ora devo meditare e pregare.


[SM=x795135]







Medita e prega fratello. Le Verità di Cristo devono andare al di là, dei credi denominazionali [SM=g27823]
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