il comunismo e il diritto

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Matteo Bonaparte
00venerdì 3 marzo 2006 23:49
studiando diritto comparato mi sono interessato al modello sovietico ed alla sua evoluzione. comincio a postare
una introduzione sul rapporto diritto\comunismo.


nel momento della presa del potere, i comunisti proclamano che le masse degli operai e dei contadini non intendono negoziare con le classi sfruttatrici e parassitarie; essi esercitano dunque una dittatura per stroncare le forze controrivoluzionarie e nostalgiche. progredita l'evoluzioone del socialismo lo stato diventa onnipopolare e il diritto diventa lo strumento della regolamentazione sociale.
il potere comunista dovette però operare una prima e fondamentale scelta riguardante il rapporto tra politica e diritto: bisognava vedere ogni decisione giudiziaria e amministrativa e ogni comportamento individuale come un puro atto politico, spontaneo, condizionato dalle esigenze della rivoluzione e dalle istanze portate avanti dai lavoratori in sede politica, interpretate di volta in volta dal partito e dal singolo, o si voleva che tutta la vita del paese si adeguiasse a regole fissate in anticipo, operanti in generale e in astratto, ossia a norme giuridche? marx ed engels avevano insegnato a identificare il diritto con la coazione, avedere in esso non già una norma etica superiore, ma semplicemente uno strumento politico usato dalla classe al potere per garantire il proprio interesse.
nonostante ciò i tempi non erano maturi e la marcia verso il comunismo aveva bisogno della coazione degli organi dello stato, cioè del diritto. i teorici discussero sull'essenza del diritto nelle repubbliche socialiste; il diritto era destinato a scomparire a breve? era un connotato della società socialista destinato a sciogliersi con l'avvento del comunismo e la dissoluzione dello stato?
fu accolta una terza tesi: il diritto era lo strumento essenziale del partito cui la rivoluzione dava un ruolo di primaria importanza

segue.... forse! [SM=x751524]

[Modificato da Matteo Bonaparte 03/03/2006 23.50]

Granduca di Milano
00sabato 4 marzo 2006 08:53
Per il comunismo il diritto è subordinato al successo della rivoluzione, in poche parole non esiste. [SM=x751524]
Pertinax
00sabato 4 marzo 2006 10:38
interessante, un tantino intricato [SM=x751525]
rikycccp.17
00sabato 4 marzo 2006 14:23
mi accodo al commento di Pertinace

P.S. da un pò di tempo a questa parte questa sezione è molto attiva e piena di discussioni interessanti! [SM=x751601]
Matteo Bonaparte
00domenica 5 marzo 2006 14:24
se non vi è chiaro qualcosa chiedete....forse riuscirò a rispondere! [SM=x751578]

dunque dicevo, la tesi del diritto spontaneo, fu accantonata.
bisognava che i cambiamenti radicali venissero garantiti da un'autorità forte; si imponeva dunque l'instaurazione di un diritto imperativo, dettato dalla volontà politica del partito e del popolo, formulato come legge e quindi reso pubblico; in pratica veniva introdotto il principio di legalità.
si adottarono 6 codici fra cui un grazdanskij kodeks (codice civile); anche paesi come la polonia, l'ungheria e la cecoslovacchia che in precedenza non avevano codificato il diritto civile provvidero in tal senso.

tuttavia è difficile tracciare una gerarchia delle fonti per l'urss; per fare l'esempio del nostro paese credo che tutti sappiano che in scala gerarchica viene prima la costituzione, poi la legge ordinaria, poi la legge regionale ecc.; in russia invece oltre alle fonti regolari operava anche il partito che interveniva ove riteneva opportuno influenzando l'applicazione delle norme e operavano gli organi burocratici che elaboravano disposizioni interne di carattere generale o particolare.


segue......
Pertinax
00domenica 5 marzo 2006 14:29
se posso dare un consiglio, facci uno schema di questa gerarchia e analizziamo punto per punto gli organi che operavano e in che modo. [SM=x751526]
Matteo Bonaparte
00domenica 5 marzo 2006 15:03
allora parlando di unione sovietica le fonti primarie della legge erano le varie costiruzioni e la legge. l'organo legislativo era un'assemblea (il soviet supremo). il soviet supremo era un organo bicamerale elettivo dotato di una commissione (prezidum) che legiferava tra una sessione e l'altra e il cui operato era sottoposto a ratifca dell'assemblea plenaria.

dunque teroicamente vigeva una situazione di legalità e di certezza del diritto, poichè le norme erano codificate; il partito però aveva la facoltà di intervenire in determinate controversie e determinarne la soluzione, scegiendo o meno sull'opportunità di applicare o non applicare una detrminata norma. dunque il partito svolgeva anche funzione giurisprudenziale.

visto che ci sono specifico il significato della costituzione in urss; le costituzioni venivano adottate dall'assemblea legislativa e abrogavano ogni norma anteriore incompatibile; esse perdevano valore con le norme emanate successivamente poichè la norma socialista non intendeva essere duratura ma anzi la società socialista era vista come una transizione verso quella comunista, dunque la norma successiva doveva ritenersi più avanzata della precedente e dunque prevalere (dunque un concetto opposto a quello della ultrarigida costituzione nostrana); le costituzioni più importanti furono quella del 1918 (costituzione della repubblica socialista russa), quella del 1923 ( ripartizione competeze urss e stati membri), quella staliniana del 36 (che menzionò il partito affidandogli l'iniziativa politica ridimensionando i diritti democratici dei cittadini subordinandoli all'interesse socialista) e quella brezneviana del 77 (che presentò l'urss come stato di tutto il popolo
Matteo Bonaparte
00domenica 5 marzo 2006 19:50
per essere più chiari l'unico organo competente in materia legislativa era il soviet supremo che emanava le leggi.
le costituzioni venivano emanate da assemblee straordinarie dei soviet.

direi che non ci possono essere dubbi sugli organi legislativi; però il partito esercitava appunto una funzione quasi giurisprudenziale; in più la burocrazia emanava di continuo ordini, regolamenti ed altri provvedimenti che pur non essendo legge in senso proprio venivano utilizzati per risolvere determinati casi e potevano avere valenza particolare, ovvero non valere in generale.

Matteo Bonaparte
00giovedì 9 marzo 2006 18:56
piccola curiosità che non centra assolutamente niente: il nostro parlamento deriva chiaramente dal verbo parlare; parlamento=luogo nel quale si parla
la duma invece deriva dal verbo dumat che si significa pensare.

da noi si parla, in russia si pensa!
Pertinax
00giovedì 9 marzo 2006 19:35
non è tanto chiaro, io sò che tutti i soviet avevano la facolta di esercitare sia il potere legislativo sia quello esecutivo, quindi presumo che il soviet supremo legiferasse in maniera verticistica ma non in maniera eclusiva, cosi come i commissari del popolo venivanio eletti dal soviet supremo ma cmq esistevano organi esecutivi anche all'interno dei soviet locali, composti anch'essi da commissari.
Matteo Bonaparte
00giovedì 9 marzo 2006 20:47
Re:

Scritto da: Pertinax 09/03/2006 19.35
non è tanto chiaro, io sò che tutti i soviet avevano la facolta di esercitare sia il potere legislativo sia quello esecutivo, quindi presumo che il soviet supremo legiferasse in maniera verticistica ma non in maniera eclusiva, cosi come i commissari del popolo venivanio eletti dal soviet supremo ma cmq esistevano organi esecutivi anche all'interno dei soviet locali, composti anch'essi da commissari.



devo dire che non lo so con certezza, ma credo che i soviet avessero oltre alle competenze esecutive ed ammistrative solo una residua competenza legislativa, ossia potevano emanare qualcosa di simile ai nostri regolamenti; insomma potevano regolare con norme che avevano minor valore delle leggi alcuni aspetti giuridici all'interno della loro giurisdizione.
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