"nel gonfio piede di un enorme palo borracho viveva il padre dei pesci. era l'amico delle tribù indigene che vivevano nei paraggi, e affinchè non mancasse loro di che nutrirsi, di notte riempiva di acqua e pesci il tronco, che durante il giorno si riversavano sulla pianura ingrossando la portata dei fiumi nei quali venivano pescati.
un giorno uno degli indios decise di mangiarsi il suo protettore. si avvicinò con cautela e, tendendo con forza il suo arco, scoccò una freccia che attraversò con precisione il cuore del padre dei pesci.
terrorizzato dalla propria opera, vide che questi, durante l'agonia, con la sua potente coda, frustò tutti i palos borrachos della regione i quali, dividendosi in due, versavano acqua su tutta la piana alzando il livello di tutti i fiumi.
gli uomini delle tribù, che fino a quel momento vivevano vicini gli uni agli altri, si dispersero, dovendo faticosamente cercare il cibo a volte combattendosi per ottenerlo. In questo andare e venire formavano piccoli villaggi che furono a poco a poco smantellati dall'invasiione dell'uomo bianco che aveva marciato fino al nord.
il padre dei pesci, nascosto adesso nel fondo della terra, ascoltava il fragore delle lotte cruente e, di tanto in tanto, estraeva una lingua gigantesca di sette colori che copriva il cielo (l'arcobaleno) tentando di far abbandonare agli uomini gli impeti bellicosi in modo che se ne andassero a beneficiare del fecondo lavoro.
ancora oggi, che sono passati molti anni, c'è chi sulle rive di ruscelli e lagune, ricorda con nostalgia colui che durante le notti metteva nel panciuto tronco del palo borracho miriadi di pesci affinchè le tribù non morissero di fame......."
questo è quanto.
la figura della madre abbracciata alla terra secondo me è più bella. però anche il papà pescatore ha il suo perchè!
ciao
stella del sud! che invidia che invidia che invidiaaaaaa