piante tintorie

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pali
00lunedì 7 novembre 2005 10:19
Sabato scorso ho seguito una lezione sulle piante tintorie, utilizzate nel medioevo. Le più importanti sono la Reseda Luteola, l'Isatis Tintoria e la Rubia Tinctorum.Qualcuno le conosce? Forse ne avete già parlato, quando? E' stato molto interessante, hanno fatto anche una prova pratica ed è stato molto bello... ciao, a presto, Paola
@diletta@
00lunedì 7 novembre 2005 14:11
Conosco più o meno l'uso per questioni professionali, ma non mi è capitato di coltivarne.
Di sicuro qualcuno le ha. Vedrai che otterrai delle risposte.
Visto che hai seguito una lezione non sto qua ulteriormente a discuterne, ma in che ambito di studi e stato inserita?

pali
00martedì 8 novembre 2005 10:45
Abito a Torino dove c'è un castello medievale (ricostruito)che fa parte dell'associazione musei della città.Vengono organizzate diverse iniziative, per scuole e non. Tra le altre cose ci sono lezioni su: "Fiori d'Autunno" e una di queste riguardava appunto le piante tintorie. La relatrice fa parte di una associazione di Milano che si interessa di tintura naturale: Associazione Tintura Naturale M.E.Salice, via Gallarate 49,Milano. E' stato molto interessante, anche perchè come dicevo ha fatto anche delle esperienze dal vivo. Se non è un OT posso riferire per sommi capi la procedura, anche perchè le tinte ottenute sono molto brillanti e, dicono, anche resistenti e durature.Ciao, a presto, Paola

[Modificato da pali 08/11/2005 10.54]

@diletta@
00martedì 8 novembre 2005 13:51
ciao, grazie non sapevo che esistesse questa associazione:
attenzione L'indaco ad es. non è così solido al lavaggio, infatti i jeans un po' scolorano, e molto meno alla luce.

Evita quindi di stendere il capo al sole o lasciare la maglietta tinta per es. piegata fuori dal'armadio.

E poi a volte, e questo lo dico in generale, purtroppo naturale nn significa sempre non inquinante.....
Però il corso che hai seguito è interessante, faresti una bella cosa secondo me a mettere un post nella sezione le cose che sappiamo, sono sicura che saresti molto apprezzata.

Bacioni

Conni
00venerdì 11 novembre 2005 12:56
davvero, è una cosa molto interessante. Se ce la fai a scrivere un pezzo sulle piante tintorie, sulla loro storia e coltivazione, sarebbe davvero magnifico. Io certamente l'apprezzerei tantissimo.

ritaf
00domenica 13 novembre 2005 11:52
Anche a me interesserebbe.

Io ho l'isatis tinctoria, e mi pare di averne raccolto i semi, in genere ne fa parecchi ed e' facile da far nascere da seme.

Rita
Conni
00domenica 13 novembre 2005 15:09
Non c'era anche il cartamo tintorio? C'è un lungometraggio animato di...di ...di...mannaggia..Isao Takahata, mi pare, che c'è questo cartamo tintorio. Si chiama Omohide poroporo
pali
00lunedì 14 novembre 2005 10:12
Ho il computer fuori uso e quindi mi collego solo sul lavoro. Domani mi porto dietro il necessario e vi scrivo qualcosa di più dettagliato, anche se non ho provato di persona,ma ho solo assistito a quello che hanno fatto, e con tempi un po' ristretti... E' stato comunque molto "intrigante" e mi è venuta voglia di provare, anche se, da una breve ricerca su internet, non saprei proprio dove trovare queste piante. Ciao, a presto, Paola
twinklestar
00domenica 20 novembre 2005 13:51
interessantissimo davvero... magari facessero corsi così nella mia città.
Twinkle
pali
00lunedì 21 novembre 2005 09:40
Dunque...
innanzitutto per tingere la stoffa o la lana, bisogna procedere alla "mordenzatura" di ciò che si vuole tingere. I mordenti sono allume di potassio e/o cremortartaro. Si immerge la lana o la stoffa ,già precedentemente ammollate,in una pentola capiente con 2,3 litri di acqua per etto di lana; si aggiunge il mordente e si fa bollire alzando lentamente la temperatura dell'acqua per un'ora. Il mordente si prepara sciogliendo 10-15 g di allume + 5 g di cremortartaro in 200cc di acqua calda. Il giorno dopo, con stoffa asciutta,si può tingere.
Giallo:
si usa la Reseda,va bene tutta la pianta, fresca o secca; va raccolta in piena fioritura. Si prepara il decotto, sminuzzando la pianta, coprendo d'acqua e facendo bollire per 3 ore. per tingere si immerge il tessuto nel decotto, filtrato, e si fa bollire per un'ora.
Rosso:
si usano le radici della Robbia. Si spezzettano le radici, si coprono d'acqua e si mettono a bagno per una notte. Il giorno dopo si filtra senza cuocere. Per colorare si allunga il decotto se necessario, si immerge il filato mordenzato e si porta il liquido a 80° per 120 minuti. Si lascia intiepidire nel bagno.
Blu:
si usa l'Isatis, ma è più complicato perchè il principio attivo, l'indigotina, è insolubile in acqua e quindi bisogna usare un estratto sciolto nell'acido solforico, che non saprei dove reperire.
Posso assicurare che la lana che ho visto tingere è risultata colorata in modo brillante, anche se chi ha fatto la dimostrazione ha operato con tempi necessariamente ristretti. Hanno parlato quel giorno anche del cartamo tintorio, è una specie di zafferano che mi sembra colori di rosso. Ciao, a presto, Paola

[Modificato da pali 21/11/2005 9.44]

@diletta@
00lunedì 21 novembre 2005 14:29
carissima, mi rendo conto che relazionare un argomento per bene richiede molto tempo, e tu dal lavoro di sicuro non ne hai per questo, però hai omesso delle cose importanti...

quali fibre tingere....

A tal proposito ,facente io parte di un mondo in via di estinzione, sento il dovere, anzi l'obbligo morale di divulgare ciò che appartiene a questo mondo perciò comincio a segnalare questo sito http://www.fermi.mo.it/old/storia/areadiprogetto/colori.html dove potete leggere qualcosa di più preciso sui coloranti tessili e quindi poi discorrere di come utilizzare le piante tintorie.

Un bacione, e grazie!
pali
00lunedì 21 novembre 2005 16:05
Ora navigo di nuovo dal computer di casa e sono più libera...
Hai ragione @diletta@ sono stata imprecisa per vari motivi: innanzitutto perchè ho solo assistito a esperienze di tintura, fatte in modo abbreviato per ragioni di tempo e non ho quindi esperienza diretta, inoltre perchè per quel che riguarda la tinta blu con l'isatis ci sono passaggi con sostanze pericolose e, anche se non credo che bambini frequentino il forum, non vorrei mai dare informazioni sbagliate e pericolose.Per quel che riguarda i tessuti, non hanno fatto un elenco dettagliato,ma hanno citato sempre fibre naturali come potevano esserci nel medioevo, cioè lana, cotone, lino e canapa. Hanno detto, in risposta ad una domanda, che la lana non infeltrisce se la riscaldi lentamente. Le relatrici hanno tinto fili di lana. Se qualcuno ne sa di più, ci informi! Ciao, a presto, Paola
eloelo
00lunedì 21 novembre 2005 17:01
Le fibre da tingere sono quelle naturali.
Quindi: lana, lino, cotone, seta e canapa.
Il lino grezzo è grigio scuro, per cui per avere un bel colore bisogna prima sbiancarlo un pò.
Il processo tradizionale Sardo prevedeva numerosi lavaggi con la lisciva: sapone composto da cenere e grasso di maiale, ma adesso va bene anche la lavatrive con un prodotto sbiancante e una temperatura intorno ai 90 (solo per il lino!!!!).

Aggiungo inoltre che la buccia delle cipolle ha un altissimo potere colorante: rosso, arancio o giallo a seconda del tipo di cipolla.
Lo zafferano tinge (naturalmente)in giallo ma resiste pochissimo ai lavaggi.

La stoffa si tinge mettendola a bagno in acqua e colore ma per i tempi e le tempreature devo chiedere a mia mamma. [SM=g27758]
@diletta@
00lunedì 21 novembre 2005 19:12
difatti quel che volevo sottolineare è che uno deve riconoscere di che cosa è fatto il tessuto od il filato che si vuole tingere...

Non sempre (a volte si)ciò che colora la lana colora anche il cotone e altre fibre cellulosiche!

e prima di tingere una fibra che non sia già stata trattata in parte, bisonga renderla idrofila o col cavolo che penetra la tintura ok?
Cioè eliminare le normali sostanze (ad es.il sebo della pecora per la lana o le cere per il cotone)in gergo si esegue la purga oppure la sbianca se bisogna ottenere colori chiari o il bianco.

Hai giustamente sottolineato l'utilizzo di uno sbiancante per il lino, per sbiancare la lana non si deve assolutamente usare Ipoclorito di sodio(candeggina) ma utilizzare perossido di idrogeno cioè acqua ossigenata (la cosiddetta candeggina delicata o lo sbiancalana)

etc. etc.

Per ciò che concerne infeltrire la lana è più il movimento meccanico che alza le scaglie della fibra e le fa accorciare e incastrare tra di loro.....



[Modificato da @diletta@ 21/11/2005 19.13]

twinklestar
00lunedì 21 novembre 2005 21:01
Bentornata Elo!
Finalmenteeeeeeeeeeee
Twinkle

pali
00martedì 22 novembre 2005 14:01
Sarebbe bello che si potessero descrivere esperienze reali fatte da persone che hanno tinto stoffa o lana, non solo per hobby, ma nella pratica quotidiana . Sempre in quella lezione ci hanno detto che le tre piante citate sono quelle "ufficiali" per tingere,ma in realtà venivano usate tantissime altre sostanze e piante anche molto comuni come il noce, la malva, lo zafferano, l'ortica...Ciao, Paola
@diletta@
00martedì 22 novembre 2005 15:09
Re:

Scritto da: pali 22/11/2005 14.01
Sarebbe bello che si potessero descrivere esperienze reali fatte da persone che hanno tinto stoffa o lana, non solo per hobby, ma nella pratica quotidiana . Sempre in quella lezione ci hanno detto che le tre piante citate sono quelle "ufficiali" per tingere,ma in realtà venivano usate tantissime altre sostanze e piante anche molto comuni come il noce, la malva, lo zafferano, l'ortica...Ciao, Paola



Ma magari il mallo credo della noce lo userei, ma lo zafferano con quel che costa oggi me lo pappo! [SM=g27760] [SM=g27761]
pali
00martedì 22 novembre 2005 16:14
Giusto! Anche perchè lo zafferano non è così comune, e costa più dell'oro!!!Ciao, Paola
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