- by Antonio Dipollina -
[IMG]http://i26.tinypic.com/30v2e5t.jpg[/IMG]
Quando c'era
Novantesimo minuto, quando Luigi Necco trasmetteva attorniato dai guaglioni del San Paolo, quando Tonino Carino era "da Ascoli" anche le volte in cui si collegava da Ancona, quando gli "highlights" si chiamavano "fasi salienti", quando il popolo italiano giocava più al Totocalcio che in Borsa, quando i calciatori erano abbronzati solo a settembre, quando si poteva condurre una trasmissione sportiva senza urlare, la propria fede di tifoso... Quando c'era
Novantesimo, il calcio era diverso, e anche l'Italia. Dal 1970, anno di nascita, al 2005, con la resa definitiva alla tv commerciale,
Novantesimo minuto ha segnato la storia del nostro paese.
La formula era semplice: i gol e poco più; lo spirito rivoluzionario (e forse lo sarebbe anche oggi): parlare di calcio senza prendersi troppo sul serio. E a fare show ci pensavano loro, "quelli del teatrino", diretti con mano d'artista da Paolo valenti, giornalista-gentleman. Necco. Castellotti. Gard. Vasino. Giannini. Bubba. Nomi che si mandano a memoria - come la Nazionale del 1982 o la Grande Inter - volti che hanno fatto di
Novantesimo una trasmissione leggendaria. Una leggenda che, oggi, vale la pena di raccontare.