Libraio troppo chiacchierone e il bandito
10 dicembre 2010 — TORINO
C'È DA chiedersi se il merito sia dell'indignazione o non vada invece ascritto alla capacità di persuasione. Sta di fatto che, per la prima volta nella storia del crimine, un rapinatore è stato messo in fuga dall'eloquio (forbito!) della sua vittima. Al punto da chiedere l'intervento di un'ambulanza e farsi ricoverare in ospedale per un eccesso di stress. È accaduto mercoledì, verso mezzogiorno, alla libreria Bicros in via Montevideo 14. Il bandito, un ex poliziotto cacciato dopo essere diventato tossicodipendente, ha atteso che il negozio fosse momentaneamente vuoto e poi è entrato. Il resto della storia lo racconta Silvio Campus, 49 anni, titolare della libreria nonché autore di un pregevole romanzo psicologico, "La Pintadera". «Mi si è presentato davanti incappucciato e tenendo la mani in tasca, dove poi ho saputo che nascondeva un coltello e una pistola giocattolo - racconta il libraio - e con un tono duro e gonfio di prepotenza mi ha detto che dovevo dargli cinquanta euro. Sarà che stavo lavorando da ventotto giorni di seguito, sarà che in quel momento ero particolarmente nervoso, ma quell'imposizione mi ha dato particolarmente fastidio».
E come ha reagito? « Gli ho detto che se aveva bisogno di soldi non era quello il modo di chiederli. Che uno poteva anche dargli una mano, se aveva davvero bisogno, ma che con la violenza otteneva l'effetto opposto». E il bandito come ha reagito? «Facendo la voce grossa e agitando le mani che teneva in tasca per farmi capire che probabilmente nascondeva un'arma. In quel momento però la mia indignazione era più forte della paura. Gli ho risposto che, se aveva intenzione di aggredirmi, doveva farlo con attenzione perché io potevo essere più veloce di lui e che quindi non era ancora deciso per chi potesse finire male».
A quel punto il suo aggressore che ha fatto? «Mi ha indicato i libri negli scaffali dicendo che con una libreria come la mia gli sembrava assurdo che facessi tante questioni per cinquanta euro. Gli ho risposto che tutto quello che vedeva intorno a sé aveva un costo.
È vero ho molti libri esposti sugli scaffali, ma si tratta di prodotti comprati e con tanti sacrifici.
Mica si tratta di roba regalata. In più quello che mi dava davvero fastidio era l'imposizione, la prepotenza. Per questo ho reagito in malo modo. Urlavo così forte che un vicino che passava di fronte alla libreria con il figlio è entrato per vedere che cosa succedeva». E a quel punto? «Ho detto al bandito che forse non era il caso di continuare a farmi urlare e soprattutto di non dire parolacce visto che aveva fatto capolino un bambino. Lui è uscito ed è tornato dentro quando il vicino e il bimbo se ne sono andati. "Sei di nuovi qui?" gli ho chiesto. E lui mi ha risposto che voleva solo che chiamassi il 118 perché si sentiva male. E così ho fatto...». Il rapinatore è stato arrestato poco dopo in ospedale dai carabinieri della Compagnia Mirafiori che hanno proceduto d'ufficio dato che Silvio Campus non ha voluto sporgere denuncia spiegando: «Non mi sembrava in caso, in fondo la rapina non c'era stata».