00 22/05/2014 09:40
Re:
ZAK007., 15/05/2014 15:34:


Che l’essere umano sia una creatura portata istintivamente a socializzare è una bella teoria.
Pensare però al termine “socializzare” come indicativo di una condizione di apertura totale agli altri,è una triste illusione.

Il misconosciuto filosofo Josoke Tunonsay dice:”Socializzare un par di cojoni!”.. [SM=x2163559]

Il buon Darwin (che tutti conoscono) ci studiò sopra e,pur essendo convinto che l'uomo è sempre stato un animale sociale, spinto a creare una condizione di convivenza con gli individui della propria specie, arrivò alla conclusione che il termine “socializzare” non può venire inteso come cooperazione,scambio gratuito o empatia innata.
Il buon Darwin (che tutti conoscono) riconosceva l’uso del termine “socializzare” in un ambito ristretto..quello del gruppo.
Hobbes e Rousseau (che pochi conoscono) vanno oltre e arrivano a definire la socializzazione come una “condizione artificiale”.
Insomma: l’essere umano è un animale sociale ma solo nel concetto di branco.
Piuttosto triste,nevvero?

Per quelli che,come me,per un certo periodo della loro vita si erano illusi che l’uomo fosse (nonostante tutto) portato istintivamente ad allacciare rapporti con il prossimo,scoprire che non è così è stata di certo la fine di un mito.
L’uomo non è portato a socializzare per natura (non nel senso ampio del termine); lo è solo se legato da vincoli di sangue o interessi personali. L’uomo socializza con il proprio branco..del resto se ne fotte senza grossi problemi.

Se si segue una certa logica questa affermazione ha un senso;
E’ difficile considerare il mondo intero come parte di se stessi..e ancora più assurdo immaginare il prossimo come uguale.
Figuriamoci quanto possa essere fuori norma considerare di provare empatia per ogni persona che incrocia il nostro vivere! Non ne usciremmo vivi..e se anche ne uscissimo,di sicuro non ne usciremmo sani di mente.

In fondo è comprensibile;
L’essere umano (a parte qualche rara eccezione) è schiavo della praticità,della superficialità e della semplificazione. Ama la linearità di pensiero e la comodità..odia le complicazioni e tutto ciò che influisce negativamente sulle certezze acquisite.
Il concetto di “propri simili” è preso estremamente alla lettera e racchiude in se l’idea di “similarità soggettiva”, ovvero una somiglianza di comportamenti e modi di pensare che siano come il proprio.
Tutto quello che esula da questo concetto,l’essere umano non lo considera degno di far parte del suo interesse.
Semplificando: chi pensa che il cielo è blu,si veste di rosso e mangia la pasta al sugo, socializzerà con chi pensa che il cielo è blu,si veste di rosso e mangia la pasta al sugo. Sarà invece restio ad avere contatti (se non superficiali) con individui che vedono il cielo azzurro,si veste di blu e mangia le trenette al pesto.
Questo è davvero riconducibile a un comportamento animalesco, dove per far parte del branco bisogna avere le giuste caratteristiche: razza,aspetto,odore,comportamento.

La differenza tra l’animale uomo e gli altri animali sta nel fatto che,l’uomo è capace di simulare.
Il paraculo uomo è capace di fingere una mancanza di preconcetto che invece ha.
Sa mostrarsi aperto e disponibile per rispondere alla comune idea di socialità che lo vuole empatico con tutti i suoi simili. In realtà dietro a questa recita si nasconde il primordiale istinto di appartenenza a un piccolo branco specifico.
E’ tutto perfettamente naturale..l’uomo è un animale,evoluto,ma pur sempre un animale.

Socializzare è l’unico modo che l’animale uomo ha per non restare solo e isolato.
Dal momento in cui forma o entra in un branco,l’idea originale di socializzazione viene corrotta e asservita al solo bisogno personale e condiviso con il proprio gruppo. Il resto resta fuori.
Poco importa se socializzare anche fuori dal branco può essere utile a crescere e a imparare.
Per molti animali umani espandere la propria coscienza è cosa faticosa e a tratti noiosa.

Che poi..per socializzare davvero ci vuole tempo,oltre che voglia..
E l’animale uomo ha sempre un fottìo di cose da fare..mica è colpa sua..è la vita..
O anche no..
Chissà..
Mah..











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