00 02/02/2016 23:09

Tra Castellamare di Stabia e Vico Equense, provincia di Napoli.
In un futuro non ben specificato.
Un futuro che in realtà contiene fin troppi riferimenti al presente, trattati con un sense of humor sagace e amaro al tempo stesso.
Ruben Curto prende il mondo che lo circonda e lo trasfigura riempiendolo di figure assurde; zombie, strani animali e personaggi caricaturali, metafore riconoscibili di un sottobosco sociale fin troppo reale.




Il contesto ambientale è popolato da "morti non sanno di essere morti", da assuefatti alla noia, calciofili e teledipendenti, collegati alla vicina città da un treno che non passa mai, e soprattutto da individui alla ricerca costante di qualche sostanza per sballarsi un po’.
Il ricorso alle droghe (per lo più leggere) è una costante della maggior parte delle storie narrate; in realtà questo è un pretesto per raccontare quel senso di insoddisfazione giovanile, la voglia di evadere da una realtà nella quale non si è scelto di nascere e vivere.





(continua...)




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"Vivo tra lo Stato Sovrano della Realtà e la Repubblica Popolare del Sogno..."