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La dura lezione di Cardiff (disamina di una batosta annunciata)

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    binariomorto
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    00 04/06/2017 12:37
    Si può perdere contro il Real ma non così.
    La dura lezione del Cardiff


    E’ incredibile come il muro juventino, capace di disarmare Messi, Neymar e Suarez, sia crollato,
    letteralmente crollato, davanti a Cristiano Ronaldo e gli altri



    di Roberto Beccantini

    Si chiama lezione. Tutto il resto, bar sport. Compreso il mio borsino, casto come i rosari di certe perpetue (Real 51, Juventus 49). C’è stata partita per un tempo, quando Juventus e Real si sono mescolati sul ring, pugili che cercavano di fiutare il senso del combattimento, che spesso, quando si tratta di una finale, combacia con il respiro della storia.

    Il Real, dodici Champions su quindici finali. La Juventus, due su nove. Il senso era e rimane questo. Molto semplice, molto netto. Mi affrancai subito da coloro che scrissero che, in questa Juventus, Cristiano Ronaldo avrebbe fatto la riserva a Higuain e Dybala. Morale: doppietta di Cristiano, e fumo - tanto, tanto fumo - dai camini del Pipita e di Omarino (e pure di Dani Alves).

    Niente triplete: è il meno. Restano il sesto scudetto consecutivo e la Coppa Italia. Non male. Rimane però, anche e soprattutto, la resa di Cardiff. E’ incredibile come il muro juventino, capace di disarmare Messi, Neymar e Suarez, sia crollato, letteralmente crollato, davanti a Cristiano Ronaldo e c. Di fronte ai quali, sia ben chiaro, si può perdere, e tanti hanno perso, ma non così (almeno, se sei una grande squadra).

    Allegri si è giocato le sue carte, alla sua maniera, Zidane le sue. Ha vinto Zizou, un allenatore che spesso abbiamo trattato come un unto del Signore. Invece era, è, un signor allenatore.

    Rimane la cesura tra primo e secondo tempo. Spiegabile solo, o soprattutto, con la crescita di una squadra intera rispetto all’altra, non di questo o quel leader, di questo o quel gregario. Capisco la delusione di un popolo, che è anche il mio, ma c’è poco da dire e, risultato alla mano, molto da fare. Il Real si era mimetizzato, la Juventus cercava di nascondere le sue paure. Che sono esplose e hanno polverizzato le risorse. Dovrà ricominciare da qui. Non è una novità. E’ la realtà.

    Fonte: Tiscali
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    binariomorto
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    00 04/06/2017 12:44
    Purtroppo non posso che condividere questa (impietosa) analisi. La Juve deve ancora crescere per potersi mettere sulla pari contro formazioni storicamente attrezzate come Real Madrid, Barcellona e altre dell'Olimpo europeo. E c'è anche da investire, ovviamente.

    La stessa cosa, in fondo, capita in piccolo nel nostro campionato. Squadre come Roma e Napoli sono belle realtà e belle alternative allo strapotere di Juventus, Milan e Inter (anche se le milanesi sono un poco in crisi, ultimamente). Ma la loro gavetta non è ancora terminata per potersi mettere "sullo stesso piano" in quanto a storia. Lo dicono i numeri. In questi giorni la Juventus ha festeggiato il suo 33esimo scudetto (35 sul campo...). Il Napoli pochi giorni fa ha festeggiato il 30esimo dal suo primo scudetto e prima di allora era un club che si alternava tra Serie A e Serie B. ADL deve capirlo prima di aprire bocca e fare la vittima del sistema.
    Lo stesso dicasi per la Roma, che oggi dice addio a Totti ma a causa dell'amopre per la sua bandiera ha sacrificato un bravo tecnico come Spalletti dandolo in pasto agli umori del tifo organizzato.

    E comunque ieri sera hanno perso anche i "gufi" anti-juventini, solo che loro, nella immensa stupidità che li rende provinciali anche nelle grandi metropoli, ancora non lo capiscono.
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