Gerold si era già ambientato nel castello di Brightwater.
Aveva fatto amicizia con un paio di soldati della guarnigione e si era fatto benvolere dai cuochi e dalle serve in cucina.
Mai inimicarsi chi ti deve riempire il piatto.
Gerold si comportava in modo adorabile quando qualcuno lo osservava, soprattutto se nei paraggi c'era lord Alester. Ma diventava un piccolo demonio quando non c'era nessuno in giro.
"Figuriamoci se è stato Gerold! È un angioletto!" era il commento che si aspettava di sentire qualora qualcuno lo avesse incolpato di qualcosa.
Gerold sapeva sfruttare bene i suoi grandi occhi violetti. Sapeva che facendo un certo sguardo e imbronciando leggermente il labbro, nessuna donna, serva o nobile lady, sarebbe stato in grado di resistergli. Spesso lo abbracciavano stringendolo forte, e lui si godeva quel contatto così vicino al loro seno.
Tra tutti i protetti di lord Alester lui era il più giovane insieme a Parsifal Trant, ma aveva iniziato ad odiare quel ragazzo ciccione.
Lo riteneva un imbecille, stupido e pure goffo.
Gerold aveva legato con una giovane serva, Sarra, più o meno della sua età, con la quale si era scambiato umidi baci con la lingua, e grazie al suo aiuto aveva già fatto alcuni crudeli scherzi ai danni di Parsifal.
Una volta avevano nascosto delle more tra le sue coperte e quando al mattino si era svegliato, Parsifal aveva urlato pensando stesse sanguinando.
Una volta, mentre stavano facendo il bagno nelle vasche termali sotto la fortezza, Gerold aveva nascosto i vestiti di Parsifal e prima di fingere di ritrovarli lo aveva visto sbiancare al pensiero di tornare alla propria camera nudo come un verme.
Quella notte Gerold aveva programmato un nuovo scherzo.
All'ora concordata, Sarra venne alla sua porta. Presero un lenzolo al quale avevano opportunamente creato due fori per gli occhi e andarono a posizionarsi fuori dalla porta di Parsifal.
Gerold prese Sarra sulle spalle e lei si tirò il lenzuolo sulla testa fino a coprirli completamente.
Entrarono di soppiatto mentre Parsifal dormiva russando leggermente.
"PARSIE!" disse Gerold cammuffando la propria voce "PARSIE!"
"Sono il fantasma dell'uomo impiccato. L'uomo dello stemma della tua famiglia!
Da oggi per cento anni turberò le tue notti, a meno che tu non accetti di fare qualcosa per me..."
Ser Arthur Dayne
The Sword of the Morning
«Tutti i cavalieri devono sanguinare.
È il sangue il sigillo della nostra devozione.»