Il suo bacio insanguinato

Una vermiglia goccia di fluido vitale percorse la sua pelle slavata… Dalla sottile linea del collo fino a quella più rotonda dei suoi seni. Lentamente, vi si insinuò… E lì scomparve, lasciando posto ad un sorriso che apparve sul volto della fanciulla come una delicata maschera.
Una maschera dai tratti lievemente deformati… Una maschera le cui morbide labbra erano stirate, tese ad un lieve riso.
Un riso traditore, il suo… Dolce fanciulla…
E ancora, una seconda stilla di sangue si fece largo sul biancore niveo della sua pelle esangue… Tracciò un dolce, morbido percorso dalla stessa destinazione della precedente stilla. Riscaldò quegli impercettibili lembi di derma… Li bruciò…
Ed egli andò a fuoco. Lo stava allattando…
Lì, dal suo collo, la giovane allattava… Chi fosse quel giovinetto, non si sapeva.
Ma lo amava, lo venerava… Lì, dal suo collo, gli diede in dono nuova vita…
I suoi fluidi lo nutrirono, risvegliarono antiche regioni da egli disimparate… Visse…
Un gemito si fece strada tra le zuccherine e molli labbra di quella gentil fanciulla… E lì, quel lieve soffio perì.
Arrovesciando le scure iridi, una fioca invocazione eruppe dalle sue labbra: Io ti offro la vita.
E tale fu il suo dono, spegnendosi.

Al finale, il bel giovinetto assecondò gli ultimi, flebili battiti della ragazza… Lì, tra i suoi crudeli petali rubini, consolidò la presa… Arrivò in fondo.
Tale fu il suo deliquio, tale fu la sua gioia…
Visse ancora… Visse la sua perpetua esistenza…
Il giovane ingordo finì il proprio pasto… A rilento, premurosamente, mise fine alle fuggevoli sofferenze della fanciulla…
Quella stessa fanciulla che lo amò a tal punto da offrirsi in sacrificio per farlo rifiorire…
Pose quei sottili resti esanimi sul vecchio giaciglio… Osservò la sua preda pietrificarsi…
E lì attese il mattino… Immolandosi ai suoi raggi.

Il suo unico bacio insanguinato, sarebbe stato sprecato.