Un peto non è la fine del Mondo

Un peto non è la fine del Mondo


Questa è la storia della fine del Mondo. Di questo si parla.
Tutto iniziò con l’era industriale, ma saltiamo quella parte sennò alla fine del Mondo non ci arriviam più. Andiamo direttamente a quando a causa della deforestazione, del buco nell’ozono, dei rifiuti che avevano raggiunto una quantità mostruosa, le risorse iniziarono a scarseggiare. Venne in contro l’inquinamento stesso. La mucillagine che infestava tutti i mari, e oceani, e laghetti ornamentali fu risorsa alimentare. Si mangiava un po’ in tutti i modi, e non era neanche male, nutriente e gustosa al punto giusto. Ci si sbatteva per condirla in tutte le maniere, e presentarla in tutti i modi. L’unica piccola controindicazione è che faceva aria. Causava una fastidiosa flautolenza, sicché tutti i ristoranti dei rinomatissimi chef che si cimentavano nella preparazione del nuovo piatto unico nelle maniere più diverse si dovettero attrezzare esclusivamente con sale fumatori, come venivano elegantemente chiamati i locali provvisti di potenti aspiratori per rendere l’aria respirabile. In questi locali era proibito fumare.
Tutto procedette normalmente, perché ci si abitua a tutto, e in fondo una scoreggia non è sta grossa novità, e il Mondo andò avanti, avanti verso la fine. Sì perché era stata ignorata una elementare norma: i peti son composti anche da metano, e un Mondo che peta ne butta di metano nell’aria. Quando il metano fu circa il nove per cento di tutta l’atmosfera terrestre, un eschimese di nome Eskimo accese con l’accendino una lanterna nel suo iglù, e nello stesso tempo accese tutto sto Mondo. Un’esplosione partì di lì, si allargò a cerchio coprendo Russia, Europa, america del nord, e via così fino a richiudersi al Polo Sud dove dei pinguini, anche loro convertiti alla nuova dieta, stavano provando a riacquistare la facoltà al volo aiutandosi con la propulsione. Fu così che finì il Mondo. Niente guerre nucleari, niente enormi asteroidi, niente virus mortali, solo una scoreggia di troppo. La morale di questa storia è: un peto non è la fine del Mondo, uno! Limitatevi.